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Autore: Unusualize    09/01/2008    5 recensioni
Sentire i sentimenti di una persona solo bevendo una pozione... solo stringendo una bacchetta...
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Voldemort
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Ne sei sicuro, Severus?
- Si, Mio signore....assolutamete. Ai tempi delle guerre tra i Goblin mandavano delle spie all'interno dei castelli nemici. Questi scoprivano tutto quello che potevano; se non venivano uccisi bene, altrimenti i compagni toccavano un oggetto appartenente alla spia e bevevano la pozione. Permette di rivivere gli ultimi momenti della persona uccisa... in questo caso...
- Lei... quindi se tocco la sua bacchetta, per esempio, dopo aver bevuto la pozione... potrò capire...
Severus guardò l' insolita bacchetta che il suo Padrone teneva tra le mani:
- Dove l'avete trovata?
Voldemort sospirò, non riusciva a credere a quello che era appena successo, non poteva credere che lei, l'unica che gli era rimasta vicino anche nei momenti più pericolosi l'avesse lasciato. Non voleva ammetterlo: diede una veloce occhiata al corpo che giaceva lì vicino dove c'erano anche Narcissa in lacrime e Lucius che la stringeva a sé.
- A pochi metri di distanza. - Rispose a Severus, che ancora guardava la bacchetta
- Modo orribile di morire. Non l'augurerei nemmeno al mio peggior nemico- disse il Mangiamorte contemplando anche lui il corpo.
- .... orribile. Per questo ora capirò perchè...- Le parole gli morirono sulle labbra.
Voldemort bevve la pozione tutta d'un fiato, gettò per terra la boccetta che si ruppe in mille pezzi, sospirò e strinse ancora di più la bacchetta al petto.
Era nella Foresta Oscura, una donna stava scappando da quelli che sembravano degli Auror.
Lanciò maledizioni a destra e a manca colpendo e proteggendosi:
- Reducto!
- Protego! Stupeficium!
Uno era fuori combattimento, ma ne restavano comunque un altra decina da sconfiggere.
La donna lanciò un Crucio ad uno degli Auror più vicini a lei, lasciandolo a terra che si contorceva dal dolore.

Voldemort sorrise: sapeva quanto lei avesse mira...
Corse a destra, proteggendosi dietro gli alberi, lanciando i più contorti incantesimi del mondo. Si fermò e scrutò gli ultimi tre avversari e con una voce acuta urlò:
- Vedremo ora chi avrà la meglio!
La battaglia ebbe inizio: lampi di tutti i colori sfrecciavano nell'aria sperando di colpire il bersaglio preso di mira.
- STECTUSEMPRA!!- fu l'ultimo incantesimo lanciato da uno degli Auror.
"Come conosce questo incantesimo?" pensò la DeathEater mentre la maledizione la colpì in pieno petto.
Non successe nulla.
Questa scoppiò a ridere e alzò la bacchetta minacciosa, ma prima che potesse fare un altro passo sentì un dolore provenire dal ventre. Guardò la mano che ci aveva premuto contro e la vide piena di sangue: cadde in ginocchio, poi sulla schiena.
Uno degli Auror allora disse ai compagni:
- Ottimo lavoro. Torniamo al castello.
Tutti smaterializzarono, tranne uno che si avvicinò cauta alla Mangiamorte caduta.
La donna premeva entrambe la mani sull' apertura provocata dallo Stectusempra tentando, invano, di fermare il sangue che usciva a fiumi. Vide avvicinarsi l'Auror e cercò la bacchetta vicino a lei, ma lui fu più veloce e con un calcio la mandò parecchio distante.
Solo allora abbassò il cappuccio lasciando vedere il viso a forma di cuore e i capelli color gomma da masticare: Nimphadora si inginocchiò piano a fianco della nemica, levandole la maschera argentata per guardare meglio quel viso tanto odiato sotto i raggi della luna.
Bellatrix tossì mentre trovava poco ossigeno per i suoi polmoni, ma questo non le impedì di insultare la nipote al suo fianco:
- Salve, Dora. A quanto pare s-sei riuscita a uccidere l'assassina di tuo padre. Eh?....
La ragazza scosse la testa:
- Non solo per lui... non sai quanti innocenti hai ucciso, Bella? Noi abbiamo perso il conto da tanto tempo. E ora stai per morire... per mano mia...
- C-come hai imparato quell' in- incantesimo?- chiese la Mangiamorte.
- Quando Harry ci ha mostrato il libro del "Principe Mezzosangue", ho trovato prudente memorizzare alcuni incantesimi.
Bella respirava sempre più faticosamente:
- Furba, la ragazza. Ma io non sto per morire.... Lui non lo permetterebbe...
- Come pensi di chiamarlo senza la tua fidata macchina assassina?- disse Tonks accennando alla bacchetta.
Bellatrix fece per toccare il Marchio Nero, ma la ragazza le bloccò i polsi con una mossa fulminea strappandole un gemito di dolore.
Poi ci ripensò lasciò le braccia della zia e disse alzandosi:
- No...chiama pure il tuo amato Padrone, Bella. Sarai morta prima che riuscirà ad urlare il tuo nome quando ti vedrà a terra...
Detto questo se ne andò lasciando la zia da sola e morente.
Le sue mani subito tornarono a tentare di fermare il sangue, abbandonando l'idea di chiamarlo con il Marchio. Dora aveva ragione: non c'era più speranza per lei. Non c'era più nulla da fare: solo aspettare l'imminente fine.

Si dice che sul punto di morte la vita ti passa davanti come un video: in un flash, Bella rivide lo smistamento durante il suo primo giorno ad Hogwarts. Ricordò che il Cappello Parlante le sfiorò a malapena la testa per subito urlare "Serpeverde", con grande soddisfazione della Black. Si diplomò col massimo dei voti sette anni dopo. Solo qualche mese prima l'Oscuro l'aveva convocata e lei diventò Mangiamorte: dimostrò di avere grandi doti oscure alla pari del suo maestro. Ora era definita la più grande strega oscura dell'intero mondo magico, senza pietà, coscienza e perdono, occlumante strega dei Crucio con una mira impeccabile.
I Crucio.... se non fosse stato per il dolore accecante dello Stectusempra, Bellatrix sarebbe scoppiata a ridere. Tante erano state vittime delle sue maledizioni.... la prima volta che ne lanciò uno fu davanti all'Oscuro sugli Smith, una famiglia di Auror. Lo fece per ottenere informazioni, e ci riuscì:
" Era così fiero di me, quella sera" si mise a pensare Bella "...diceva che avevo molta tecnica, ma che per lanciare una maledizione così potente ci avrei messo mesi, se non anni. Ma lo stupì solo poche settimane dopo!"

Un altro flash: il suo matrimonio. Quella costrizione che aveva intralciato i suoi piani di conquista del mondo insieme a Lui, anche se non avrebbe mai diviso il potere con lei. Ma Bella si sarebbe accontentata anche di fargli da consigliere, da braccio destro. Ricordò che l'aveva fissato per tutta la sera, girando lo sguardo solo quando Voldemort la guardava. E sospirando guardava il suo nuovo marito: Rodolphus Lestrange:
"Non mi ha mai amato: gli serviva solo una bambolina da presentare alle grandi occasioni. Ma io non sono tipo da stare in secondo piano, e Rodolphus non lo capiva. Solo Lui riusciva a capirmi: perchè io e Lui siamo talmente simili...”
Un sospiro, e tornò a fissarlo ammaliata.

Un altro flash : Azkaban... Poteva sembrare, ma lei non aveva mai avuto paura e non aveva mai ceduto. Non tradì Lord Voldemort, lo aspettò. Aspettò per 14 anni che tornasse a prenderla, e quando finalmente lo rivide si sentì il cuore scoppiare di gioia e le lacrime agli occhi, come se fosse stato il suo amante:
"Amante mai....purtroppo. Ma mio unico amore si, lo è sempre stato. Sono stata buona buona ad Azkaban per 14 anni, senza mai dire niente di niente su di Lui aspettandolo e pensandolo. Come un cucciolo che aspetta il ritorno del suo padrone da una giornata di lavoro, che quel giorno era un po' in ritardo. Ma non mi importava: l'idea di rivederlo, di farmi chiamare Bella, anche se non come vezzeggiativo, anche solo una volta... sognare di baciarlo; tenevano acceso in me il ricordo degli ultimi momenti passati insieme, io e Lui.
Per Lui avrei potuto essere e fare tutto quello che gli passava per la testa senza esitare e aprire bocca. E lo feci...tutto quello che mi diceva io lo facevo: per Lui mi sarei buttata dalla torre di Asrtologia. Sarei morta per Lui... ed è quello che sto facendo. Perchè io sarò fedele fino alla fine!"

Bellatrix sentiva il sangue che stava smettendo di pulsare sotto le sue dita ormai imbrattate della sua linfa vitale.
Un ultimo pensiero al suo Padrone: il sogno più bello della sua vita l'aveva fatto solo qualche settimana prima e riguardava Lui.. .e lei, ovviamente.
L'aveva chiamata da sola a Manor Riddle; in un salotto molto buio e ampio, Voldemort stava appoggiato davanti ad un tavolo con la testa china in avanti:
"Entrai senza far rumore, ma Lui mi notò comunque e sorrise leggermente. Mi avvicinai e notai da un enorme specchio che indissavo un vestito rosso, molto simile a quello che avevo al matrimonio di Narcissa. Stetti lì ferma a fissarmi e fu Lui a farsi avanti: mise le sue mani sulle mie spalle leggermente, quasi temesse di farmi male, e mi disse piano che negli ultimi tempi non faceva altro che pensarmi.
Io stavo sempre lì, con lo sguardo basso finchè con due dita mi alzò il mento. Per un momento le sue iridi rosse incontrarono le mie scure e mi baciò appassionatamente come credevo fosse capace di fare solo Lui, come ero sicura non avrebbe mai fatto nella realtà....
E lì mi svegliai, a malincuore. Avrei voluto vivere in quel sogno; chissà se mi avrebbe mai baciata nella realtà? Chissa, se trovandomi viva, mi avrebbe detto cosa prova per me? Credo che ormai non lo saprò più...perciò dico solo: Addio, mio amore. Mi mancherai...."
Bellatrix sospirò, due lacrime solcavano il viso della donna, si rimise la maschera sperando di essere stata più riconoscibile sotto i raggi della luna, quando e se l'avrebbero ritrovata.
Accarezzò il Marchio nero per l'ultima volta, poi il braccio cadde, gli occhi si chiusero...e Bellatrix Lestrange non si mosse più.

Voldemort era ancora lì che fissava Bella morire, impotente, di fronte a quell'atroce scena. Era riuscito a sentire cosa pensava la donna fino a pochi momenti fa, anche il sogno...
L'avevano trovata circa un' mezzora dopo in un lago di sangue. Lui le si era avvicinato, aveva riconosciuto la maschera, ma sperava sempre in un miracolo... sperava che non fosse lei.
Levò la maschera e la gettò a terra più furioso che mai, mentre Narcissa urlò e scoppiò a piangere.
Le lacrime di Bellatrix si intravedevano ancora sotto i raggi della luna.
Giustificarono le lacrime con il dolore patito.
Ma solo Voldemort seppe la verità: non erano lacrime di dolore.
Bensì lacrime d'amore.
  
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