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Autore: I am in love with a train    26/06/2013    3 recensioni
[dalla storia]
"Siamo tutti tesi mentre infila il braccio dentro l’enorme barattolo la prima volta, per poi estrarre il fogliettino con il nome del malcapitato. Lentamente lo apre e con un sorriso annuncia: -il nome del primo tributo di questa settantaquattresima edizione degli Hunger Games è…"
Come promesso, eccomi con una nuova storia! :D *coro di insulti* Questa volta sarà una bike ambientata... *rullo di tamburi* nel primo libro di Hunger Games! :D La trama sarà la stessa, con qualche cambiamento necessario in alcuni punti u.u quindi se amate questo libro tanto quanto lo amo io (*^*) entrate e leggete bella gente! :3
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo! :D Allora, non starò qui a spiegare mille cose al posto di farvi leggere il capitolo... quindi niente, buona lettura e ci vediamo alle recensioni! :3
P.s. ah, se non si era capito, i titoli dei capitoli sono messi un po'... alla cazzo? No, non del tutto, diciamo che quando scrivo ho magari in mente alcune canzoni, quindi prendo una frase significativa di queste e la uso come titolo u.u quasi sempre è così, il resto delle volte sono messi davvero alla cazzo. Quindi, non cercate un nesso tra titolo e capitolo, perchè spesso non c'è u.u e vabbè, mi sembrava giusto dirvelo u.u




2- It’s not over ‘till you’re underground, Zacky

 

Billie's P.O.V.

La giornata passa, e così anche la mia notte tormentata, e presto è mattina. Io e mia madre ci prepariamo nel totale silenzio, e ci incamminiamo verso la piazza, dove avverrà anche quest’anno la Mietitura.
Intravedo Zacky tra la folla, sta parlando con suo fratello, forse lo sta incoraggiando… mi posiziono insieme agli altri della mia età, e aspetto che sul quel piccolo palchetto arrivi qualcuno e faccia finire velocemente questa tortura.
 
Dopo qualche minuto, come se mi avessero letto nel pensiero, vedo arrivare un uomo, sulla quarantina: Tré Cool, l’accompagnatore del Distretto 12. Ogni anno è sempre la solita solfa: arriva, annuncia i tributi, e, poco prima di sparire con questi ultimi, augura dei felici Hunger Games a tutti. Come se uno può davvero rallegrarsi sapendo che un proprio caro sta andando incontro alla morte.

Siamo tutti tesi mentre infila il braccio dentro l’enorme barattolo la prima volta, per poi estrarre il fogliettino con il nome del malcapitato. Lentamente lo apre e con un sorriso annuncia: -il nome del primo tributo di questa settantaquattresima edizione degli Hunger Games è…- trattengo il respiro per qualche secondo, ho tanta, troppa paura -Billie Joe Armstrong!-

No. Non è vero. Non proprio quest’anno, era l’ultimo, cazzo! Sono bloccato mentre tutti si girano a fissarmi, mi sento la testa pesante, non riesco a muovere neanche un muscolo.

Dopo una seconda chiamata di Tré Cool, per spronarmi a mostrarmi, muovo qualche passo, e mi dirigo tremante verso il palco; poco prima di allontanarmi, però, noto del movimento, e voltandomi vedo Zacky che, con sguardo terrorizzato, si fa strada in avanti; no, oh no. Non te lo permetterò.

Nonostante le guardie mi stiano spingendo, riesco a girarmi e fermarle entrambe.

-Zacky no!! Non farlo!!- urlo. Non voglio che si offra volontario. Hanno scelto me e me avranno. Non lui.

-Billie!!- è straziante. Vederlo lì, con le lacrime agli occhi. Non voglio stia male, ma non voglio neanche che muoia nell’arena.

Proseguo, e finalmente arrivo vicino a Cool, che a sua volta si allontana ed immerge una seconda volta il braccio nel barattolo.

-Il secondo tributo sarà… Michael Ryan Pritchard!- Pritchard? Questo cognome… il fornaio! Ma… che sia il figlio? Vedo avanzare verso di noi un ragazzo su per giù della mia età, solo un po’ più alto, dai capelli biondi e con uno sguardo smarrito. Come biasimarlo? Anch’io sono terrorizzato, so che non tornerò più a casa.

Gli rivolgo uno sguardo d’intesa, ma lui è troppo spaventato per ricambiare. Alla fine Tré espone una delle solite frasi di circostanza e si allontana obbligandoci a seguirlo.

Zacky’s P.O.V.

Perché? Perché proprio lui?? Non voglio che finisca là dentro… una volta lì, le possibilità di sopravvivere sono pochissime. Ma io mi devo fidare. Billie è forte, non si lascerà andare al destino tanto facilmente, non lascerà la morte fare il suo corso. So che combatterà con tutti i mezzi a sua disposizione prima di capire che è finita. “Non è finita finché non sei sotto terra, non è finita finché non è troppo tardi” mi ripeteva sempre. Ce la può fare.

Ci stanno portando a Capitol City, dove potremmo vedere un’ultima volta Billie; sono in compagnia di sua madre e dei genitori del ragazzo del pane. Perché sì, l’altro tributo è il figlio del fornaio. I suoi genitori sono distrutti.

-Sembra un ragazzo forte, vedrete che ce la farà- ma che faccio, mi contraddico da solo?

-Ce lo auguriamo…  non potremmo sopportare di vedere Mike morire in quell’arena… ma purtroppo è spacciato- cosa??

-Non riuscirebbe a competere con quelli degli altri Distretti, tantomeno con… Billie. E poi, se dovesse uscirne vivo, quello che morirebbe sarebbe Billie. Beh, non potremmo sopportare neanche questo. Lui è come un figlio per noi, da quando suo padre è morto anni fa ci prendiamo cura noi di lui, anche se non direttamente…-

Una volta arrivati, fanno entrare Ollie, la madre di Billie, dentro una stanza, dove appunto potrà salutare suo figlio. Dopo dieci minuti viene fatta uscire e tocca a me.

Richiudo la porta alle mie spalle e mi blocco sull’uscio, con gli occhi che iniziano a farsi lucidi; lui è lì, in piedi di fronte a me che mi fissa a braccia aperte: mi fiondo subito nel suo abbraccio e singhiozzo, non voglio lasciarlo.

-Non piangere…- mi accarezza i capelli e tenta di rassicurarmi con un tono troppo fermo per uno che sta andando incontro alla morte; ma lui è così, è consapevole di ciò che sta succedendo e lo accetta per quello che è.

-Billie… promettimi di tornare- incateno i suoi occhi nei miei, seri.

-Zacky…-

-Promettimi che questa non è l’ultima volta che ci vediamo!!- urlo, e le lacrime riprendono a rigarmi il viso, senza alcun controllo.

-I-io… te lo prometto. Ti prometto, Zacky, che tenterò di vincere. Ci proverò con tutto me stesso- mi sento come liberato da un peso, e lo abbraccio con tutte le mie forze.

-Baker, però tu mi devi promettere che non piangerai più. E che non tenterai più cazzate come quella di ieri, non voglio perderti- aggiunge con un piccolo sorriso malinconico, tenendomi fermo per le spalle.

-Te lo prometto-

Billie’s P.O.V.

Dopo i saluti a familiari e amici, ci portano a conoscere il nostro mentore nonché unico vincitore degli Hunger Games del nostro Distretto: Matthew Charles Sanders, anche conosciuto come Matt Shadows per via del suo atteggiamento un po’ ombroso e distaccato, un uomo di circa trent’anni dai lineamenti seri e con due occhi verdi molto espressivi; sembra quasi mi voglia trasmettere l’orrore di ciò che ha passato con un semplice sguardo.

-Voi siete i tributi quindi?-

-Io sono Billie Joe- mi faccio avanti.

-E io sono Michael-

-Si bene… allora, dobbiamo metterci subito a lavorare. Non voglio farvi entrare nell’arena impreparati- e detto questo si allontana, lasciando me e Michael abbastanza confusi. E con ciò? Cosa dobbiamo fare noi? Seguirlo? Il ragazzo del pane mi pizzica un braccio per attirare la mia attenzione, e con un’occhiata mi porge la stessa domanda che mi sto facendo anch’io.

-Boh- senza aggiungere altro raggiungo Matt. 

  
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