Pensieri di Bellatrix. Poesia di Ugo Foscolo, leggermente modificata (es.la parola fratello è diventata sorella), parafrasi a fianco (modificata anch'essa per seguire il senso della storia).

Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduta
su la tua pietra, o sorella mia, gemendo
di rimorsi mai perdonati.

Se non sarò sempre costretta a fuggire da un paese all'altro per la mia clandestinità, mi vedrai seduta sulla tua tomba, o sorella mia.

Cara Andromeda,
è inutile dire che io ti ho odiata...perchè non è vero. L'hai sempre pensato da quando, in un momento, in cui ero molto sensibile, mi hai confessato di esserti innamorata di un babbano.
I nostri genitori erano morti da poco tempo, io mi sentivo confusa, e quelle poche parole che mi hai detto mi hanno fatto esplodere.
Ti ho rinnegata, ed in lacrime sei scappata via. Non ti ho più rivista e non ho mai potuto chiederti scusa per le parole che erano uscite dalla mia bocca contro la mia volontà.
Ero sensibile, ed ho maledetto il mio caratteraccio ogni singolo giorno in cui ero ad Azkaban, per colpa del tuo, e del mio stesso sangue.
Tua figlia mi ha buttata lì dentro, quasi come se volesse vendicarti.
Come se la tua morte fosse stata per causa mia.
Ed in parte so che lo è stata: dentro di te sentivi ancora quelle mie parole, così dannatamente stupide, e ti sentivi morire dentro.
Sono sicura che è andata così, Andromeda.
Perdonami.


Nostra sorella or sol,
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse voi le palme tendo;

Solo Narcissa ora parla di me sulla tua tomba, e io tendo le braccia a voi.

Solo Narcissa ti viene a trovare, e ti parla di me, quasi come se tu potessi risponderle.
Ma non più: non ci saranno più chiaccherate di notte fonda, bisbigli dietro le colonne o
segreti confessati dopo un giuramento.
Tutto questo è finito, dopo che te ne sei andata.
Tu non ci sei più, io sono costretta a fuggire e Narcissa sarebbe rimasta sola, se non fosse stato per la tua tomba bianca che le tiene compagnia nei pomeriggi uggiosi.
Ti parla, giurerei che passa ore a parlarti.
Ed io darei qualsiasi cosa per essere lì con lei e te, Andromeda.
Ma non posso...

E se da lunge voi saluto,
sento gli avversi Numi, e le secrete
cure che nel mio core fan tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quiete.

E se da lontano vi penso, sento gli dèi avversi e le parole urlate quella notte, senza che lo volessi, che nel mio cuore fanno tempesta. E prego ti trovare la pace dove l'hai trovata tu.

Sento ancora quelle parole che risuonano nella mia testa, ogni volta che ti penso.
E' come una tortura, ben peggiore di quella fisica.
E tu me l'avevi sempre detto: "Il dolore carnale lo sopporti e te lo infliggi solo perchè sai che quello morale ti ucciderebbe"
Avevi ragione, sorella, eccome se ne avevi.
Mi sento morire l'anima e, pur di far smettere questo strazio, mi sto uccidendo col solo desiderio di poterti reincontrare dall'altra parte.

Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, l'ossa mie rendete
allora al petto della mia sorella.

Questa è la mia ultima speranza: riportate il mio corpo alla mia triste sorella, o popoli a me stranieri.

Il sangue scorre lentamente sul pavimento, uscendo dalle mie vene.
Io lo guardo quasi sorridendo: spero di essere sepolta al tuo fianco, Andromeda. Così che Narcissa possa parlare ad entrambe, ed in modo che io possa, finalmente, chiederti scusa.