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Autore: betabi    26/06/2013    2 recensioni
Dopo la morte di Sirius, Remus e Tonks passano un periodo buio, chiusi nel loro dolore. Sarà Albus Silente a consigliare loro di vedersi per parlarne e cercare di uscirne fuori. I due così cenano insieme e, chissà, tra un bicchiere e l'altro, forse riusciranno a tirare fuori qualcosa di buono.
RemusXTonks
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Amore e altri rimedi





Remus Lupin bussò alla porta agitato, tra le mani sudate una bottiglia di Idromele di scarsa qualità, l’unica che, con i pochi soldi ricavati da qualche sporadico lavoro, poteva permettersi. Indossava un paio di vecchi jeans e una maglietta nera, semplice, pulita.
Dopo pochi minuti da dietro la porta arrivò il rumore di passi di corsa e poi un botto, prima che dall’uscio fuoriuscisse la faccia scombussolata di Ninfadora Tonks.
«Ciao Dora» disse cortesemente Lupin, sfregandosi le mani contro le cosce, in imbarazzo.
La ragazza arrossì violentemente e i suoi capelli si accesero di un rosso vermiglio prima di ritornare al loro “normale” rosa shocking.
 «Ciao John, vieni pure!» disse, aprendo la porta all’ospite e mostrandogli la casa. Nell’ingresso il portaombrelli era caduto spargendo a terra il suo contenuto, probabilmente era entrato poco fa in collisione con la sbadataggine della strega. Tonks mostrò a Remus la casa, era un piccolo appartamento che la ragazza aveva comprato pochi anni fa per avere maggiore indipendenza dai genitori e per essere più vicina al Ministero, dove lavorava. L’ingresso minuto costituiva in un corridoio che dava sulla cucina e un piccolo salotto, compreso di televisione, per poi finire in una porta chiusa dove vi era la camera da letto e al suo interno il bagno.
« Posa la bottiglia sul tavolo, grazie» disse la ragazza al giovane Licantropo, in evidente imbarazzo. Non erano state molte le occasioni in cui avevano parlato da soli.
Quella cena non era stata propriamente un’idea loro. Albus Silente, grand’uomo, aveva notato con suo grande dispiacere la depressione e il lancinante dolore che i due provavano per la recente scomparsa di Sirius e aveva consigliato ad entrambi di vedersi. Tutti e due erano affezionati al rampollo Black e quindi forse, parlandone, avrebbero mitigato la loro sofferenza. Lupin aveva quindi chiesto a Ninfadora di uscire per bere qualcosa insieme ma lei aveva rifiutato, dicendo che uscire non era la cosa più prudente da fare in quei tempi bui, e così l’aveva invitato a casa per una cena informale.
Remus si avvicinò al ripiano e poggiò l’Idromele sulla penisola della cucina.
«Allora, come va il lavoro al Ministero?» disse guardandola. Tonks era tutta impegnata con i fornelli e il giovane si concesse qualche istante per osservarla meglio. I capelli erano di un brillante rosa e le ricadevano disordinati sugli occhi mentre lei girava in padella delle uova con mani esperte. Indossava un semplice paio di shorts dalla cui tasca posteriore fuoriusciva la bacchetta, ai piedi degli anfibi neri e una canottiera dello stesso colore con il logo delle Sorelle Stravagarie. La carnagione chiara, la statura minuta ma nello stesso tempo forte e pronta a combattere. Remus si rese conto per la prima volta di quanto fosse bella e semplice. Non c’era in lei traccia di trucco o di una particolare cura, era semplicemente se stessa.
«Il dipartimento sta avendo numerosi problemi in questo periodo, con l’evasione di tutti quei Mangiamorte e la ricomparsa di Tu Sai Chi. Ah, finalmente Caramell si è deciso a dichiarare la verità! Come faceva, come faceva a credere che Silente ed Harry si fossero inventati tutto? E’ una pazzia!» disse, il volto arrossato di rabbia repressa.
«Ha avuto paura, credeva che Silente volesse rubargli il posto e più di tutto non voleva ammettere neanche a se stesso la rinascita di Voldemort per paura di affrontarlo. Probabilmente non si sente pronto e forte abbastanza per una nuova guerra. Come se fosse evitabile..» le rispose Remus amareggiato.
«Ma cambiamo argomento, dimmi un po’, da quando cucini cosi bene? Quando eravamo al Quartier Generale dell’Ordine combinavi sempre casini!» disse il ragazzo per risollevarle l’umore. Tonks ridacchiò mentre girava il contenuto di un’altra pentola e prendeva due bicchieri dalla dispensa.
«Beh, si, solitamente sono molto maldestra ma quando sono sola, tranquilla e rilassata riesco a ottenere dei risultati niente male. Il fatto che hai osservato che sono un disastro significa che mi hai guardato o che sono veramente così imbranata da farlo notare a tutti?» disse con un sorrisetto.
Remus rispose prima di riuscire a collegare bocca e cervello.
« Diciamo tutti e due» ed era vero. A Grimmauld Place si era fermato spesso a guardarla di nascosto mentre si trovavano nella stessa stanza ma, allo stesso tempo Tonks, con tutti gli oggetti che faceva cadere, richiamava tutta l’attenzione su di sé.
«Sono lusingata Signor John» disse scherzosamente mentre apriva l’Idromele e lo versava nei due bicchieri, offrendone uno al suo ospite appoggiandosi accanto a lui sulla penisola della cucina.
«A mio cugino» brindò sbattendo il bicchiere contro il suo e svuotando il contenuto in un solo sorso.
«A Felpato» la imitò Remus, riempiendo nuovamente i bicchieri.
Lo sguardo della ragazza si velò di tristezza e dopo aver vuotato il secondo bicchiere chiese «Cosa ti manca di più di lui?»
Il giovane bevve e prese tempo per rispondere «La sua risata, la sua risata canina» disse con la voce incrinata dall’emozione. «Anche se l’ultima volta che l’ho sentito ridere veramente è stato a Natale, quando Harry era con noi. Amava Harry, così come aveva amato James. Credo che non sia mai riuscito ad accettare la sua morte, era come un fratello per lui.. e anche per me» rivelò.
«E tu, ci sei riuscito a superare la morte di James Potter?» gli chiese mentre, con il bicchiere di nuovo pieno, andava a girare la carne.
«No, ma sono stato costretto ad andare avanti in un modo o nell’altro. Dovevo fare qualcosa per vivere, per tenermi in vita. Non avevo molta scelta dopotutto. O cercavo lavoro o morivo di fame, a nessuno interessava se avevo perso due dei miei migliori amici»
Ninfadora gli passò davanti con i piatti e li portò in tavola prima di tornare da lui e prendergli una mano
«Allora riuscirai ad andare avanti anche questa volta, tu sei forte, molto più di quello che credi. Io invece.. io.. Oh Merlino, non ce la faccio!» singhiozzò, portandosi i palmi al volto, coprendolo e iniziando a piangere silenziosamente. Lupin era pietrificato, non sapeva cosa fare, se dirle qualcosa di conforto, poggiarle una mano sulla spalla oppure offrirle il suo fazzoletto.
Tonks si tolse le mani dagli occhi e si buttò tra le sue braccia, continuando a gemere.
«Remus,lui è morto, morto! Non tornerà più! Ed io, io l’avevo appena conosciuto! Non avrò altro tempo da passare con lui» pianse mentre gli stringeva la maglia. Il Licantropo stringendole il capo al petto non riuscì a trattenersi e iniziò anche lui a versare lacrime. Per James, per Lily, per Sirius, per tutto il male che aveva costellato la sua breve vita.
Dopo dieci minuti passati a stringersi e a piangere, senza vergogna, senza occhi indiscreti a guardarli, i due si staccarono e sentirono entrambi un peso scivolare dal loro cuore. Quell’incontro forse aveva fatto davvero bene.
«Vieni, altrimenti il roast beef si raffredda» gli disse Tonks cercando di ritrovare un tono di voce fermo. Prese la bottiglia di Idromele dal tavolo, ormai vuota per metà e vi si attaccò, trangugiandone lunghi sorsi. Quando si staccò la offrì al giovane, pulendosi le labbra con il polso libero.
«Finisci questa, io prendo qualcosa di più forte!» e mentre Remus accettava di buon grado il dono, sedendosi al tavolo, Dora ritornò con una bottiglia generosamente grande di Whisky Incendiario e riempì abbondantemente i bicchieri di entrambi.
La cena trascorse tranquilla, tra un bicchiere di liquore e l’altro, i fumi dell’alcool riuscirono a far aprire entrambi i ragazzi che si ritrovarono a parlare con più scioltezza di quanto avrebbero mai fatto, ricordando Sirius, raccontandosi le vicende di esilaranti dei loro anni ad Hogwarts, parlando della guerra, dell’Ordine, dei loro amici, dei loro lavori.
Verso mezzanotte, entrambi traballando si avvicinarono alla porta e Tonks l’aprì, lasciando uscire Remus e avvicinandosi a lui per salutarlo. In preda al giramento di testa la ragazza sbagliò mira e, invece di baciare il Licantropo sulla guancia, posò le labbra sulle sue. I due rimasero immobili, cercando di capire cosa stava succedendo ma, complice l’alcool ingerito a fiumi durante tutta la cena, i due si ritrovarono in pochi secondi avvinghiati l’uno all’altra, baciandosi con enfasi. Lupin spinse la ragazza al muro e continuò a baciarla con foga quando lei iniziò a sfilargli la maglietta e armeggiare con la patta dei suoi pantaloni, abbassandoglieli. Remus l’aiutò e scalciò via l’indumento per poi iniziare a spogliare la ragazza, posandole, via via che la sua carne si mostrava, baci roventi sul corpo. Rimasti in biancheria intima la prese per le cosce, continuando a baciarla, aprendo la porta della sua stanza e portandola sul letto dove l’abbandonò dopo essersi liberato dell’ultimo indumento che lo privava della nudità.
Una volta spogliata anche Tonks, la ragazza rovesciò le posizioni, portandosi sopra di lui e iniziando a posare le labbra ovunque sul corpo di lui, dai lobi all’ombelico, su e giù.
Poco dopo il giovane era nuovamente sopra la ragazza, facendola sua.
Passarono la notte così, a far l’amore, ubriachi e straziati dal dolore. Incoscienti delle loro azioni.
Remus aprì piano gli occhi cercando di riconoscere la stanza dove si trovava. Ai muri vide appesi numerosi poster di alcune band e vestiti sparsi un po’ ovunque. Un lancinante dolore gli perforava il cranio e, mentre cercava di focalizzare gli eventi della sera prima, sentì accanto a sé la consistenza di un corpo raggomitolato. Girandosi velocemente ci mise un po’ prima distinguere il viso di Tonks appoggiato al suo braccio. Scostandosi di scatto uscì dal letto e si ritrovò nudo. Cosa diavolo aveva combinato?
Raccattò velocemente i vestiti per casa e scrisse un biglietto prima di lasciare spaventato la casa della ragazza con cui, ore prima aveva trascorso una piacevole cena.
Tonks, alzandosi ore dopo andò in bagno e in cucina a riempirsi una tazza di latte, cercando una risposta al mal di testa che l’affliggeva, quando trovò un biglietto vergato frettolosamente sul tavolo e frammenti di ricordi si fecero spazio nella sua memoria, annebbiata dalla sbronza della notte prima.
 
Ninfadora scusami, non so cosa mi sia successo né perché abbia bevuto così tanto. Giuro che non era mia intenzione approfittarmi di te e che, se vuoi, accetterò di buon grado la tua decisione di non rivolgermi più la parola. Sono stato un maiale.
Remus
L’unica cosa che Tonks riuscì a pensare fu “non mi chiamo Ninfadora” prima di indossare dei vestiti e smaterializzarsi a lavoro.
Correndo verso l’ufficio di Malocchio chiese al capo se era possibile usufruire del suo gufo e quando questo, sbuffando, accettò, la ragazza scrisse velocemente una lettera diretta al Licantropo.
Mio carissimo Lupin di ‘sto cazzo,
eri tanto ubriaco io quanto lo ero io e, per quanto so, le cose si fanno in due. Ti prego, non rifilarmi la scusa del “capisco se non vuoi più parlarmi” perché non attacca. Al mio paese le cose si risolvono parlando, non scappando. Se sei abbastanza Grifondoro ti aspetto stasera a casa per risolvere la cosa con un discorso civile.
Tonks
P.S. non chiamarmi mai più Ninfadora o giuro che ti avveleno.
Inviata la lettera la ragazza si fermò a pensare a quello che era successo, era davvero desiderosa di chiarire con il ragazzo che, nonostante l’alcool, i pianti e tutto, era riuscito a catturare la sua attenzione e la sua simpatia.
 
Quella sera Lupin e Tonks finirono di nuovo a letto insieme, questa volta senza l’aiuto stimolante del Whisky, inaugurando così la prima di una lunga serie di serate in compagnia che li portò, inevitabilmente, ad innamorarsi l’uno dell’altra.
 
  
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