Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: Vianne1013    26/06/2013    5 recensioni
Eccomi qui, bene signore e signori, questa one shot esce fuori dalla rivisitazione dell'episodio di Unazuki... il penultimo prima della fine. Vi ricordate la frase "Siete due tipi ben ingranati"? Ecco.... proprio quell'episodio. ;) Nella speranza che vi piaccia. vi auguro buona lettura ^_-!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Il respiro era calmo, delicato.
Immersa nel sonno più profondo, non si era accorta di nulla, fin quando una mano forte e vigorosa non le aveva tappato la bocca, bloccandole il respiro.
Sobbalzando aprì gli occhi e con grande difficoltà mise a fuoco la persona sopra di lei.
Gli occhi di Ryo le apparvero come in un sogno, ma qualcosa le diceva che era la realtà.
Il profumo di polvere da sparo e metallo le arrivò alle narici, mentre il calore di quella mano così forte e ruvida, le scaldò la bocca tanto da farla vibrare. In altre occasioni non avrebbe apprezzato un attacco notturno, ma quella notte c’era qualcosa di diverso in entrambi.
Kaori ci mise un po’, ma ben presto riuscì a focalizzare la posizione in cui si trovassero. Ryo era proprio sopra di lei e la sovrastava con tutta la sua figura. Con la mano destra a pochi passi dal suo viso, si teneva in equilibrio per evitare di caderle addosso, le gambe muscolose e tornite imprigionavano le sue impedendole alcun tipo di movimento e infine la mano sinistra era premuta con forza contro la sua bocca, bloccando ogni possibile suono.
“Non fare un fiato..” sussurrò lui con voce autorevole, mentre lei continuava a guardarlo sempre più incuriosita. “Ho bisogno di parlarti, ma non intendo svegliare Unazuki, perciò non parlare.”
Avrebbe dovuto arrabbiarsi, scalciare, ribellarsi a quel suo tono di comando, eppure c’era qualcosa in quegli occhi che le impediva di avere paura e di reagire.
Rimasero per alcuni minuti a fissarsi, la pelle di Ryo a contatto con la sua bruciava da morire e piccoli brividi di strana natura le correvano lungo la spina dorsale. Cosa stava per accadere?


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Si sentiva come un ladro, che entra nelle case altrui per rubare le cose preziose e da una parte non aveva tutti i torti. Lui stava andando a sottrarre a qualcun altro qualcosa che considerava prezioso.
Non avrebbe voluto farsi coinvolgere, eppure alla fine la frittata era fatta. Si era fatto incastrare in quel piano malsano e ora, non poteva più tirarsi indietro o Mick avrebbe capito tutto.
Ebbene sì, lui, Ryo Saeba, stallone e maniaco incallito, si era trovato di fronte ad un bivio: rifiutare l’offerta del suo amico oppure fare finta di niente e cedere. Una decisione non molto facile da prendere, che non gli aveva lasciato altra scelta, se non quella di fare buon viso a cattivo gioco. Tante altre volte, aveva pianificato un attacco notturno, ma questa volta era diverso.
Un conto era effettuarlo da solo, un altro doversi sorbire la visione di Mick che cercava di provarci con Kaori. Eh lì le cose cambiavano un bel po’. Anche se alla fine, lui non aveva mai ufficializzato il loro rapporto, la gelosia lo corrodeva fino in fondo, lasciandogli un sapore amaro in bocca.
Ma chi poteva biasimare se non se stesso? Aveva tirato troppo la corda e alla fine aveva permesso che si rompesse senza opporre resistenza. In fin dei conti, lei non aveva alcuna colpa, quando si era presentatauta l’occasione, era scappato come un codardo, anziché ricordarle i suoi sentimenti e portarla via con sé.
Aveva preferito scappare, fare finta che non fosse accaduto nulla e ora si ritrovava solo e con un pugno di mosche in mano. Stupido, cretino, idiota, se avesse potuto, si sarebbe preso a schiaffi da solo. Ma tanto a cosa sarebbe servito? A nulla. L’unica soluzione rimasta, era muoversi prima dell’orario stabilito da Mick e avvertire Kaori del piano per quella notte. E così stava facendo.
Il rumore dei suoi piedi sul pavimento, lo fece trasalire. Come aveva fatto ad essere così maldestro? Era sempre stato abile nel nascondere la sua presenza agli altri, non era da lui commettere un errore così grossolano.
Rendendosi conto della tensione che attraversava il suo corpo, Ryo prese un bel respiro e si fermò. Mancavano pochi passi alla stanza di Kaori, ma anche se Mick non era così bravo da percepire tutti i suoi movimenti, era dotato di un udito molto fine. Doveva stare attento, altrimenti avrebbe rischiato di mandare tutto all’aria.
Scrutò con gli occhi la stanza attorno a sé, cercò di individuare ogni tipo di rumore sospetto e non scorgendo nulla di strano, proseguì intento nel riuscire. Una volta giunto alla porta, l’aprì con tutta la delicatezza che aveva in corpo ed entrò non facendo rumore. Gli ci volle qualche minuto, prima di riuscire a riconoscere i volti e le espressioni.
Le due donne stavano dormendo beatamente. Unazuki aveva preso il letto di Kaori, mentre lei era distesa per terra, al suo fianco. Al vedere quella scena Ryo accennò un sorriso. Lei era così, dolce e generosa, con tutti, per lei chiunque persino l’ultimo uomo degno di essere chiamato tale, poteva avere una possibilità di salvezza.
Per un attimo, Ryo s’incantò a ripercorrere i pensieri e le immagini provenienti dagli incubi del suo passato, ricordando a se stesso quanto potesse essere stata buia la sua vita, prima di incontrare lei e ricevere un po’ di calore pulito e genuino, senza niente in cambio.
Kaori era stata la sua ancora di salvezza dal primo giorno e lui non poteva permettersi di perderla così.
Ritrovando un po’ della sua grinta, lo sweeper si avvicinò alla socia, cercando di fare attenzione e non fare alcun tipo di rumore. In un attimo salì sul letto e si ritrovò sopra di lei, scoprendo uno spettacolo inatteso.
Kaori era distesa sul letto, con la testa girata verso un lato e il volto rilassato in un’espressione di beatitudine. Il lenzuolo la copriva a malapena e la camicia bianca che indossava, troppo grande per lei, era aperta sullo sterno, lasciando intravedere le curve dei seni.
Quando l’occhio di Ryo cadde in quella direzione, gli ci volle tutta la sua forza di volontà per soffocare un gemito. Da quando Kaori dormiva così succinta? Da quando la conosceva non le aveva mai visto indossare niente del genere, chissà se anche con Mick si comportava così.
Il pensiero anche lui potesse averla vista così lo fece raggelare e gli provocò uno scatto di rabbia. Senza riuscire ad intercettare il movimento del suo braccio e a bloccarlo in tempo, Ryo posò la mano sul volto di Kaori, bloccandole con forza la bocca e costringendola così ad aprire gli occhi.
Quando lei lo guardò, il cuore gli si bloccò nel petto, lasciandolo per qualche minuto senza fiato. La donna rimase immobile sotto di lui, gli occhi fissi su di lui e un’arrendevolezza inaspettata. In quel momento era lui che comandava mentre lei doveva solo ubbidire, senza discutere.
Doveva rimanere lucido e deciso, ma non era facile considerando le sensazioni che stava provando.
Avere Kaori sotto di lui, immobile e con le labbra imprigionate nella sua mano, non rappresentava di certo, una situazione facile da gestire. La sua bocca a contatto con il palmo era così morbida e quella leggera umidità che celava tra le labbra gli stava facendo perdere il senno.
Facendo appello a tutte le forze in suo possesso, Ryo la guardò con decisione e disse: ““Non fare un fiato...! Ho bisogno di parlarti, ma non intendo svegliare Unazuki, perciò non fiatare.”
C’era qualcosa nel suo tono, un accenno di autorevolezza e decisione che lo aiutò ad evitare ogni tipo di protesta da parte della donna e che la sollecitò ad ubbidirgli senza opporsi. Kaori annuì con la testa e con il suo aiuto si alzò, seguendolo fuori dalla stanza.
Fantastico Mister Saeba e ora cosa le dici? Come te la cavi?
Eccola lì, la vocina della sua ragione che faceva capolino nella testa. Un ronzio fastidioso che non l’aiutava a pensare o a agire nel modo più corretto, ma che si limitava a elargire prediche su prediche.
Peggio di una mamma apprensiva! Pensò lui senza battere ciglio.
“Vieni con me…” disse voltandosi serio verso di lei.
La sweeper non emise un fiato e si limitò a seguirlo, mentre si dirigevano verso il salotto. Mentre percorrevano quei pochi metri, Kaori cercò di darsi una spiegazione plausibile per giustificare quel comportamento così strano e particolare del socio. Da quando in qua, Ryo entrava di soppiatto nella sua stanza e la svegliava in quel modo così strano? E poi cos’era quello sguardo che aveva visto qualche istante prima?
Tutte domande che frullavano in testa, senza darle uno straccio di risposta e che Kaori cercò di bloccare, invano, non appena entrarono nella sala.
Con grande calma, Ryo si girò verso di lei e la guardò senza dire una parola. Seguirono lunghi attimi di imbarazzante silenzio, mentre lui non le toglieva gli occhi di dosso e lei si limitava a deglutire con fatica.
“Stanotte Mick aveva pianificato un attacco notturno.” Le disse con durezza, senza mezzi termini. “E mi aveva chiesto di partecipare…”
Quelle parole furono come una doccia fredda per Kaori. Ryo e Mick in un attacco notturno congiunto? E come si sarebbe svolta la cosa? Chi ci avrebbe provato con chi? Il pensiero di lui e Unazuki assieme la fece fremere di rabbia. Possibile che non ci fosse alcuna speranza per lei?
Senza pensare, Kaori si strinse nella camicia bianca, come a volersi proteggere da una qualsiasi rivelazione e rimase immobile a guardarlo. Aveva tante domande che le giravano nella testa, ma la voce era bloccata e nessuna parola uscì fuori dalla sua bocca.
Ryo la guardò quasi incredulo. Di certo non si aspettava quel tipo di reazione da parte sua, ma che poteva fare? Rispondere che era gelosa, che lui non doveva provarci con nessuna e che era solo suo? Ma per cortesia, lei era una donna con la testa sulle spalle e i piedi per terra. Aveva già capito l’antifona da un bel po’.
Ryo non la voleva, nonostante tutte le prove che avevano affrontato e gli ostacoli superati assieme, appena gli si era presentata l’occasione, lui aveva fatto un passo indietro, nascondendosi dietro alla sua improvvisa amnesia. Inutile dire quanto questo l’avesse fatta soffrire, ma la cosa peggiore era che lei non si sarebbe mai aspettata un gesto così codardo da parte sua e il non capire il perché di quella reazione l’aveva lasciata con un sapore amaro difficile da togliere.
Ma ormai, il tempo dei giochi era finito, era arrivato il momento di giocarsi il tutto per tutto e capire cosa gli stesse passando per la testa.
“Perché me lo stai dicendo?” domandò lei con aria sicura e decisa, osservando come quella reazione lo cogliesse di sorpresa. “Cosa dovrei fare a questo punto?”
“Non te ne importa niente?”
Il tono della domanda era più vicino ad un’affermazione che ad altro, gli occhi neri era spalancati e a giudicare dall’espressione sul viso, era chiaro che Ryo fosse rimasto spiazzato da tale reazione.
“E che differenza farebbe per te? In fondo non è cambi poi tanto la cosa. Mick ha progettato un attacco notturno a due, in fondo era quello che hai sempre sognato no? Con lui che mi tiene impegnata, tu avrai la strada spianata con Unazuki. Ancora mi domando perché tu mi stia rendendo partecipe.” Rispose lei con nonchalance.
Ryo continuò a guardarla imperterrito. Possibile che non le importasse nulla di lui, di quello che avrebbe fatto? Possibile che Mick fosse finalmente riuscito a conquistarla? No, non poteva essere vero, non così, non la sua Kaori… Quello era un incubo e lui doveva svegliarsi.
La sweeper rimase immobile ad osservarlo, nei suoi occhi non si leggeva alcun tipo di preoccupazione o di timore,anzi erano stranamente inespressivi, come se fossero vuoti.
“Se è tutto qui, io torno al letto. Di quello che fate voi due, mi importa poco.”
“Ma davvero? Non ti interessa se Mick allunga le mani su di te? O se ci prova con te stanotte? E non ti viene nemmeno l’istinto di fermarmi nel provarci con Unazuki?” domandò lui con voce provocatoria.
Kaori lo guardò dritto negli occhi e alla fine rispose “A dirti la verità Ryo… no, non mi interessa più!”
Quelle parole lo raggiunsero come un pugnale dritto al cuore.
“Non ti credo…” fu l’unica cosa che riuscì a rispondere.
“Beh.. mentre tu rimani qui a scervellarti e fartene una ragione… io me ne torno al letto. Sono stanca e domani sarà una giornata dura. Perciò buonanotte Ryo.”
La sweeper non attese nemmeno la sua risposta, ma girò su se stessa e si diresse verso le scale. Era quasi sul punto di salire il primo gradino, quando una forte pressione attorno al polso, la trattenne e la bloccò sul posto. La mano di Ryo la teneva stretta tra le dita e le impediva di fare qualsiasi passo.
“Lasciami!” ruggì lei cercando di liberarsi.
“Eh no carina, stasera non gira tutto come vuoi tu! Siccome non ti credo, ora resti qui e mi dici che diavolo ti sta succedendo!” mugugnò lui, cercando di tenere a freno la sua ira.
“Non c’è niente da dire… è già tutto chiaro non ti pare?”
“Smettila di giocare con il fuoco Kaori, finirai per bruciarti seriamente!” ruggì lui nel tentativo di farle abbassare la cresta. Quel comportamento gli stava dando sui nervi. Possibile che a lei non importasse più nulla di lui? No, era una cosa inconcepibile. Qualcosa gli diceva che stava mentendo e anche a costo di passare tutta la notte in bianco, lui sarebbe riuscito a smascherarla.
“Ah che paura! Il grande Ryo Saeba e le sue minacce senza senso!” disse infine lei, voltandosi e incenerendolo con lo sguardo.
“Le mie minacce NON sono senza senso! Sto dicendo sul serio!” le rispose a pochi centimetri dalla bocca, sovrastandola con tutta la sua figura.
“Per me lo sono, come le tue parole e le tue promesse! Sei solo un falso, un’ipocrita e un codardo! Non sei in grado di mantenere una parola data e nemmeno una promessa fatta. Appena puoi ti nascondi dietro a un dito! E’ per questo che non ho più paura di te Ryo Saeba!”
Fiera e leggermente infuriata, Kaori lo stava affrontando senza paura, stordendolo con una verità troppo dura da affrontare. Sì era stato un idiota e un codardo, un vile, appena possibile era scappato dai suoi sentimenti e da lei. Gli era bastata un’amnesia per fuggire a gambe levate e indossare di nuovo, la maschera dell’indifferenza e ipocrisia, che con tanta fatica aveva tolto dopo otto anni!
Lei aveva ragione e lo stava colpendo con violenza sull’unico punto debole, il suo voltafaccia. Ma cosa poteva fare? Il cuore gli era partito per quel viaggio di non ritorno e la paura che fosse tutta un’illusione aveva avuto il sopravvento sul tutto il resto.
Ryo la guardò torvo. Odiava che qualcuno riuscisse a leggergli dentro con tanta facilità, ma non poteva farci niente, lei era Kaori, l’unica persona in grado di comprenderlo in tutta la sua essenza.
“Ipocrita, codardo… sono parole grosse non ti pare?” disse lui cercando di mantenere la calma.
“Non quando uno si comporta in questo modo.” Disse lei sempre più stizzita.
“E sentiamo quando mai mi sarei comportato così?” chiese lui, incrociando le braccia sul petto e guardandola serio.
“Non dirmi che ti sei dimenticato della mia amnesia? Del fatto che io abbia dimenticato tutto e che tu ne abbia approfittato. Devo dire che da questo punto di vista preferisco Mick, almeno lui non ha paura di provarci con una donna e non scappa nascondendosi dietro a un qualcosa. Tu sei solo un vigliacco!” le parole le uscirono con tanta di quella veemenza, da stupirsi lei stessa. Quando la donna realizzò la sua confessione, si portò le mani alla bocca e spalancò gli occhi per lo sgomento.
Ryo continuò a guardarla torvo e irato. Allora gli aveva mentito, in realtà l’amnesia era temporanea e lei si era ricordata di tutto. Perché non gliel’aveva detto giorni fa? E da quando era a conoscenza di tutto questo?
Un leggero ghigno di vendetta apparve sul suo volto, mentre si preparava a sferrare il contrattacco.
“Ah ma allora ti ricordi tutto. Perciò non solo il solo codardo qui dentro! E dimmi cara socia, da quanto tempo ti è tornata la memoria?” Velenoso come un serpente, la stava torchiando, cercando di capire il perché di tutta quella sceneggiata.
“Non sono affari tuoi… non te n’è mai importato nulla fino ad oggi, perché mai dovrebbe interessarti ora? Non fare finta di tenere a me, perché tanto non attacca. E ora se vuoi scusarmi, vorrei andarmene a dormire e se tu o Mick doveste decidere di portare a termine l’attacco notturno, ci tengo a farti sapere che non me ne può importare di meno.”
La sweeper però non riuscì a compiere un solo passo perché Ryo l’afferrò per il gomito e la trascinò al centro della stanza.
“Eh no bella mia! Voglio sapere COSA ti ricordi e DA QUANTO? E’ chiaro?” disse lui sempre più minaccioso, stringendole la carne con forza, facendole sentire un leggero dolore.
“Ryo! Smettila! Lasciami! Non ti devo nessuna spiegazione, soprattutto ora! Perciò lasciami andare!” mugugnò la donna, ma lo sweeper continuò ad ascoltarla e con la delicatezza di un Vichingo, la sbattè a sedere sul divano. Poi puntò i pugni ad entrambi i lati delle sue gambe e si parò di fronte a lei, bloccandole così ogni tentativo di fuga.
“Ora TU mi spieghi OGNI MINIMA COSA e non ti lascerò andare via, fin quando tu non avrai detto TUTTO! Chiaro?” le disse a pochi centimetri dal suo viso.
Il cuore di Kaori balzò nel petto, facendolo quasi esplodere. Il corpo le tremava senza controllo e gli occhi erano fissi su quella bocca a pochi passi dalla sua. Come poteva evitare di sussultare così davanti a lui? Si sentiva spoglia, del tutto esposta al suo sguardo, ma non era quello il suo desiderio. Le membra non l’ascoltavano e il sangue stava bollendo nelle vene, portandola verso l’autocombustione.
No, non poteva vincere lui, DI NUOVO! Lei doveva reagire!
“Io non parlo con i codardi!”
“Ripetilo se hai il coraggio!” ringhiò lui sulla sua pelle, incatenando lo sguardo al suo.
“Io non parlo con i codardi! Non ci parlo con te, brutto ipocrita, truffatore, bastar…” la frase non finì, perché Ryo le si avventò addosso e la bacio con foga, cadendo rovinosamente su di lei. Senza darle il tempo di reagire, le bloccò i polsi contro i cuscini e continuò a gustarsi il suo sapore.
Erano passate settimane dal loro primo bacio e anche lì non era riuscito a goderselo come si deve. La sua lingua forzò l’apertura delle labbra e con grande calma iniziò a stuzzicarle il palato. Kaori gemeva, fingendo di essere disgustata dal suo comportamento, ma la verità era un’altra.
I brividi caldi lungo il corpo, erano aumentati, tutte le sue membra erano contratte, la pelle recettiva e la mente stava perdendo la ragione, per fare spazio all’istinto. Quando lo sweeper si staccò da lei, un fremito percorse il suo petto. Gli occhi del suo socio erano ancora più scuri di quanto ricordasse, i muscoli sembravano contratti più del solito e una familiare protuberanza si stava ingrossando tra le sue gambe.
Kaori si sorprese nel ritrovarsi, incuriosita e desiderosa di avere di più da lui, ma non voleva dargliela vinta, era più forte di lei. Ryo non le diede il tempo di pensare, né di reagire. Afferrò entrambi i polsi con una mano e con l’altra iniziò a vagare per il corpo. La pelle era calda, molto più del solito, i muscoli tesi vibravano sotto le sue dita ruvide. Il messaggio era chiaro: stava cedendo sotto le sue carezze.
“Smettila…” mugugnò con respiro affannato.
“Non mi sembra che ti dispiaccia…” sussurrò lui, baciandola di nuovo, con più ardore e mordendole sensualmente il labbro inferiore. Un altro gemito le sfuggì dalla bocca e ormai sconfitta dalla passione, si lasciò andare alle sue attenzioni.
Ryo si staccò da lei e si alzò quel tanto che bastava per avere una panoramica di quel meraviglioso corpo. I bottoni della camicia saltarono con facilità rivelando il colore bianco latte della pelle e le rotondità dei suoi seni.
I capezzoli rosa erano diventati di una tonalità rosso fuoco ed erano duri, eretti, come a richiedere le sue attenzioni per primi. Un sorriso sornione apparve sul volto dell’uomo.
“Allora è vero che non ti dispiace…” disse lui con voce roca.
“E ora che l’hai scoperto… cosa cambia?” disse lei sentendosi ormai esposta nel suo intimo.
“Cambia… cambia tutto.”
Detto questo si avvicinò a lei, la baciò con foga e le liberò i polsi, permettendole di scappare via. Ma lei non lo fece. In tutta risposta, s’incollò a lui e lo strinse a sé, baciandolo e gemendo dentro alla sua gola. I respiri si fusero con grande facilità e Kaori si abbandonò completamente a lui.
Le mani di Ryo si fecero largo tra i loro corpi e afferrarono saldamente il seno di Kaori. Iniziò a giocarci con le dita stuzzicando le piccole rose dure in sommità. Le strinse, le accarezzò e le pizzicò facendola gemere ad ogni movimento. Il respiro affannato della donna e il calore che usciva dal suo corpo, lo stavano mandando in orbita e lo costrinsero ad essere ancor più rude del solito.
Il tessuto dei jeans lo stava torturando, la sua erezione era troppo dura e grande per essere contenuta ulteriormente. Doveva liberarsi il prima possibile o avrebbe sofferto le pene dell’Inferno.
La camicia bianca di Kaori volò via in un battito di ciglia e lei rimase nuda, con indosso solo gli slip a celare la sua femminilità.
Ryo la mangiò con gli occhi, leccandosi le labbra con lussuria e incatenandole lo sguardo.
Kaori sussultò, quell’occhiata di fuoco che le aveva lanciato, diceva tutto e il contrario di tutto. In quegli occhi neri come la notte, poteva leggere desiderio, eccitazione ma anche controllo e ragione. Lui non si era ancora lasciato andare del tutto.
In un attimo, lo sweeper si alzò inginocchiandosi di fronte a lei e sollevando la maglietta, se la tolse, mostrandole il torace e i muscoli ben scolpiti, frutto di tante ore di allenamento e lavoro. A quella visione Kaori tremò visibilmente e ascoltando solo quello che le suggeriva l’istinto, allungò la mano verso il suo addome, sfiorandolo delicatamente.
A quel contatto, i muscoli dell’uomo tremarono sotto il tocco lieve e delicato e ben presto il respiro diventò affannato e veloce. La mano rimase lì, tastò la pelle spessa di Ryo, accarezzando la leggera peluria che la ricopriva e poi scese giù raggiungendo la chiusura dei pantaloni.
Lo sweeper seguì con attenzione, tutti i movimenti di quelle mani, non riuscendo a distogliere lo sguardo. Le dita di Kaori lo liberarono con facilità dalla sua prigione di tessuto e iniziarono a massaggiarlo con tutta calma, provocandogli un piacere senza precedenti.
Nonostante il fatto che Kaori fosse vergine, le sue mani erano in grado di toccarlo nei punti giusti, rischiando così di portarlo all’apice prima del previsto. Più si andava avanti, più la donna aumentava la velocità e fermezza del suo tocco, facendolo bruciare come non mai. Ryo aveva già avuto,tante, forse tantissime donne, ma nessuna prima di lei era stata in grado di unire con tanta disinvoltura ingenuità e lussuria.
Kaori era un fiore raro, una donna illibata che nascondeva un animo da tigre sensuale, lo sweeper non riusciva a credere ai suoi occhi, ma sotto di lui c’era una giovane e meravigliosa donna che bramava di essere presa da lui.
Quando la sua resistenza giunse quasi al limite, Ryo trattenne un gemito di sforzo e le bloccò le mani, attirando la sua attenzione.
“Piano Sugar, piano… di certo, non vogliamo che la festa finisca così presto non ti pare?” disse lui accennando un sorriso sensuale. Kaori si limitò semplicemente ad annuire e a ritrarre la mano. Ryo, seguito dal suo sguardo, si allontanò da lei e si liberò dell’ultimo indumento rimasto.
Ora era lì, nudo ed esposto ai suoi occhi increduli e vogliosi. Kaori si umettò le labbra con disinvoltura e attese che lui riprendesse il suo posto addosso a lei. Come Ryo si avvicinò lei lo accolse tra le braccia, baciandolo con passione e dimenticando ogni alterco precedente.
Lo sweeper riprese a toccarla, tastando ogni curva e centimetro del suo corpo e liberandola infine dall’unico indumento rimasto. Fu così che anche Kaori rimase nuda di fronte al suo amante e si abbandonò a lui e alla sua audacia. Tra un bacio e l’altro le mani di Ryo, raggiunsero il fiore della sua femminilità e iniziarono a svegliarlo con lente e dolci carezze delicate.
Kaori ricacciò la testa all’indietro, mentre le dita dell’uomo le aprivano le pieghe del sesso e scoprivano così il suo bocciolo di nervi, celato agli sguardi indiscreti. Quando le mani di Ryo vennero a contatto con quella parte sensibile del corpo, Kaori gemette con violenza contro il suo viso, stringendolo a sé e aggrappandosi a lui disperata.
La carne le si scaldò in un lampo, piccole gocce di miele le inumidirono le pareti interne e lei avvertì il sesso contrarsi tra le gambe. Ryo la stava ustionando con tutta la sua lussuria e lei non sapeva quanto sarebbe riuscita a resistere.
Ben presto un dito trovò la sua strada dentro di lei e iniziò a muoversi ritmicamente dentro e fuori, conducendola sulla strada del suo primo orgasmo. Ryo la stava esplorando in punti a lei sconosciuti e i suoi occhi erano puntati su ogni cambiamento di espressione.
“R-Ryo….” Sussurrò Kaori, trattenendo a stento i gemiti. Le dita strinsero con foga la carne dei bicipiti dell’uomo, mentre gli occhi si chiudevano rispondendo alla miriade di sensazioni provate.
“Sì Sugar….” Gemette lui, con voce rotta. Troppo preso dallo spettacolo che avveniva sotto i suoi occhi.
“Io non so quanto riuscirò a….” sospirò lei, sentendo una nuova ondata di piacere vibrare all’interno del suo corpo.
“Shh… non preoccuparti di nulla, rilassati penso a tutto io.” Le disse lui baciandola dolcemente sulla fronte. Kaori lo guardò con dolcezza, perdendo il controllo e lasciandosi andare come le aveva suggerito. Quando Ryo la sentì contrarsi con maggiore foga di prima, allentò la velocità con cui si stava muovendo e con delicatezza, uscì dal suo corpo, preparandosi a penetrarla.
La sweeper lo guardò estasiata, la visione di lui nudo, che si sistemava tra le sue gambe, la fece fremere per l’attesa e l’emozione. Ryo si avvicinò piano e donandole un bacio pieno d’amore entrò in lei, lentamente. All’inizio, Kaori sentì il corpo irrigidirsi in risposta a quell’improvvisa invasione, ma ben presto il sesso si dilatò accogliendo in tutta la sua grandezza e il dolore lasciò lo spazio ad un nuovo piacere.
L’uomo cercò di controllare il più possibile la sua furia scatenata, ma affondare in lei e nella sua carne morbida era una vera tortura per lui. Kaori era così calda, così morbida e bagnata da rappresentare un paradiso per il suo sesso. Chissà quanto sarebbe riuscito a resistere, prima di lasciarsi andare completamente.
Dopo qualche minuto, la sweeper, come svegliata da un sonno momentaneo, gli gettò le braccia al collo e lo avvicinò alla sua bocca, baciandolo con trasporto. Le sue gamba cambiarono posizione e gli circondarono i fianchi, dandogli così modo di penetrarla più a fondo e in quell’esatto istante, Ryo perse il lume della ragione si lasciò guidare dall’istinto.
Iniziò a muoversi con più velocità e forza, cambiando più volte l’angolazione e la posizione adottata, i muscoli interni del sesso di Kaori iniziarono a contrarsi e a stringerlo con desiderio, mentre un mare di rugiada calda gli ricopriva la pelle del membro.
Ben presto anche lei, ascoltando solo l’istinto, iniziò a muovere i fianchi, seguendo i suoi e creando un attrito meraviglioso, che gli stava procurando un piacere incredibile. Ryo la strinse a sé, la riempì di baci e le mordicchiò la pelle del collo e della spalla.
I suoi gemiti gli riecheggiava nelle orecchie, mentre i tremori che le scuotevano il corpo, erano un segnale del prossimo potente orgasmo che presto l’avrebbe travolta. Con un ultima spinta decisa, Kaori venne tra le sue braccia, con un’espressione di beatitudine dipinta in volto. Dopo essersi preso cura del piacere della sweeper, Ryo tentò di rincorrere il suo, continuando a pompare dentro di lei.
Gli ci vollero poche ulteriori spinte prima di ruggire soddisfatto il suo nome ed esplodere in lei, inondandola con il suo seme caldo.
Kaori lo accolse tra le braccia, sudato e ansante e lo coccolò con dolcezza, aspettando che il respiro tornasse regolare. Una volta ripresosi da quell’esperienza incredibile, Ryo si sollevò su di un gomito e la guardò negli occhi.
“Perché non mi hai detto niente della tua amnesia?” le disse con aria decisa. Quel tarlo nella testa non smetteva di ossessionarlo. Doveva sapere tutta la verità.
Kaori lo guardò in silenzio, un attimo che durò quasi un’eternità.
“Perché volevo vendicarmi… non hai mai fatto nulla per farmi ricordare le cose. Mi hai trattato con una freddezza e un’indifferenza incredibili. Non potevo credere che tu non mi volessi più… e per questo volevo vedere come ti saresti comportato. Speravo che tu venissi da me e ti decidessi una buona volta, ma…”
“Ma ho combinato un gran casino.. come al solito…” mormorò lui.
“Già…”
“E Mick cosa c’entra in tutto questo?”
“Lui si è solo offerto di aiutarmi… l’altro giorno, mi ha restituito il proiettile che mi aveva regalato e osservandolo mi è venuto in mente quando era sotto l’effetto della PCP. Di quanto abbia cercato di farlo tornare in sé e impedire una tragedia… e lì, lui ha scoperto che avevo recuperato la memoria. E quando mi ha chiesto il perché del mio silenzio…”
“Ha capito che tu eri in collera con me e ha solo cercato di aiutarti. … ho capito. Quindi anche l’attacco notturno era tutta una finta… voleva solo testarmi e aiutarti a capire….” Concluse lui guardandola serio, mentre lei annuiva. Una volta compreso il tutto, lui prese un bel respiro e disse: “Ti chiedo scusa Sugar…”
“No, sono io a doverti chiedere scusa… ero arrabbiata, ma non ho pensato alle conseguenze delle mie azioni….”
“La colpa è mia, avrei dovuto ricordarti tutto, la nave, il bacio… tutto…quanto, ma ho avuto timore di aver scambiato amore con attrazione, di scambiare cuore con istinto di sopravvivenza, e non me lo sarei mai perdonato. Ti chiedo scusa Kaori.”
La sweeper lo guardò con tenerezza e gli accarezzò i capelli, scompigliandoli un po’.
“E ora hai capito cosa provi?”
A quella domanda, seguì un attimo di silenzio, in cui Ryo guardò Kaori e viceversa. Il cuore della donna batteva con forza nel petto, ma non per questo lei distolse lo sguardo, ma rimase incatenata al suo.
“Sì.. ora lo so…”
“E….”
“Non credo ci sia bisogno di dirlo a parole….” Disse lui afferrandole il volto tra le mani e baciandole prima la fronte e poi le labbra, lasciando che fossero i loro cuori a parlare e le loro anime a sussurrarsi parole d’amore.

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Nel frattempo Mick si stava fumando una sigaretta sul terrazzo.
Gli occhi erano puntati su una tenda di una finestra di fronte, che oscillava al contatto con il vento. Non c’era bisogno di andare a verificare di persona, lui sapeva già che il suo piano aveva avuto successo.
Ryo non era più in stanza quando si era svegliato e non era tornato a chiamarlo. Quando si era allontanato da casa Saeba aveva sentito delle voci nella sala e riconoscendone i timbri, quatto quatto, aveva preferito togliere il disturbo. Per fortuna, quello zuccone aveva capito l’antifona prima che fosse troppo tardi e a lui non rimaneva altro che augurare ad entrambi tutta la felicità di questo mondo.
Un fruscio alle sue spalle lo destò dai pensieri.
“Mick…” disse Kazue con voce impastata dal sonno, mentre si sollevava a sedere sul letto. L’uomo la guardò con incanto, i capelli lunghi e neri le ricadevano sulle spalle e sul petto, mentre la camicia da notte argento le donava una luce inaspettata. Quella era la sua meraviglia.
“Sì Darling dimmi…”
“Sei ancora sveglio?”
“Controllavo che fosse tutto ok.” Disse lui tirando l’ultima boccata, per poi lanciare via la cicca bruciata.
“E?”
“E’ andato tutto secondo i piani…” rispose facendole l’occhiolino. “Ryo ha fatto la cosa giusta… finalmente.”
Kazue lo guardò sorridendo e tendendogli la mano, lo fece accomodare sul letto accanto a sé.
“E se non fosse andata così? Avresti fatto davvero l’attacco notturno?” disse lei guardandolo dritto negli occhi.
“Avrei finto di farlo, ma poi avrei trovato un modo per evitare di portarlo a termine.” Disse con decisione e poi prendendole il viso tra le mani concluse dicendo: “Io amo solo te, non potrei mai farti del male.”
“Uhm.. sarà meglio per te, visto che presto passerò da Kaori a chiederle qualche martello dei suoi in prestito.” Risposelei sorridendo, per poi donargli un delicato bacio a fior di labbra.
“Credo che per stasera l’incontro sia rimandato Darling… se conosco bene Ryo… Kaori avrà altre cose a cui pensare per il momento…..” disse lui rivolgendole un sorriso malizioso e sornione.
“Se è per questo anche noi…” rispose lei baciandolo di nuovo con tutto l’amore che provava e avvicinandolo a sé per un’altra unione di anime.

Fine.
   
 
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