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Autore: chrisx    26/06/2013    2 recensioni
“Facciamo un patto. Io ti trovo un lavoro e tu rimani qui fino a quando dico io,ci stai?” domanda lui tenendo gli occhi fissi sulle mie labbra,sperando forse che finalmente dica qualcosa.
“Ma non sarebbe leale” dico con una voce flebile.
“E chi ha mai detto che dovrebbe essere leale tutto questo? E' la vita,accetti?” continua lui avvicinandosi di più al mio letto,poggiando le mani sul materasso.
“Accetto” annuisco,girando finalmente il capo verso di lui che invece ha cambiato completamente espressione. Ha un piccolo sorriso sulle labbra,soddisfatto.
“Grazie mille,Chanel. E' stato un piacere collabolare con te” dice divertito avvicinandosi alla porta,ma una volta poggiata la mano sulla maniglia si gira verso di me.
“Comunque,belle labbra” conclude con un sorriso sincero lasciando la stanza impregnata del suo profumo.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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capitolo uno. 

















 
 
 
“Tesoro,hai preso tutto?” riprende mia madre iniziando a girarmi attorno sperando di attirare la mia attenzione quando io,invece,continuo a rovistare nel mio armadio alla ricerca di qualche indumento adatto da mettere in valigia.
“Mamma,sto finendo,ma per favore potresti per una volta non starmi con il fiato sul collo?” domando nella maniera più calma e possibile facendole capire che mi stava asfissiando,nel vero senso della parola.
Non posso scendere al piano di sotto che me la ritrovavo davanti a riempirmi di domande e raccomandazioni solo perché lei è preoccupata per questo innoquo viaggio. 
A breve mi sarei andata a Los Angeles,a km di distanza dalle ansie di mia madre,dove risiede mia zia Margaret alla quale sono riuscita a fare.. si.. un cambio di programma.
A differenza di mia mamma,zia Marg è molto più aperta a farmi fare nuove esperienze come quella di stabilirmi da sola nella grande metropoli dandomi due settimane di tempo per trovarmi un lavoretto per dimostrarle che sarei riuscita a badare a me stessa senza il loro aiuto.
Natualmente di questo mia madre non ne sa nulla,e così deve rimanere. Se solo venisse a sapere di questa mia pazzia le si drizzerebbero i capelli.
“Ma..” inizia lei guardandomi supplichevole,sa perfettamente che quando fa così riesce a farmi addolcire. Beh,in realtà tutti riescono ad addolcirmi.
Non sono mai stata brava ad arrabbiarmi,sono sempre stata una ragazza brava,educata,dolce ma anche molto ingenua e forse è anche per questo che mia mamma si preoccupava a lasciarmi andare.
“Mamma,ho capito che sei molto preoccupata per me ma... voglio farlo. Credi in me” le dico in tono dolce,prendendole la mano e accostano la mia fronte sulla sua per poterle osservare bene i suoi occhi color miele,proprio come i miei.
Avevo preso quasi tutto da mia mamma,i suoi lunghi capelli castani,gli occhi color miele,la statura minuta ... tutto tranne che il carattere,naturalmente.
“Va bene,l'unica cosa è di stare attenta e di ricordarti che..” inizia lei mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
“... le brave persone di cui mi posso fidare si riconoscono dai piccoli gesti” concludo io sorridendole mentre lei accenna ad un piccolo sorriso.
Mi ripete quella frase da quando ero bambina,a differenza mia,mamma crede ancora che mio padre sia un persona molto buona di cui tutti si possono fidare perché,nonostante l'avesse abbandonata,per lei aveva fatto dei piccoli ma teneri atti che le avevano fatto capire che oltre ad esserci una sottospecie di mostro,nel suo cuore c'era anche molta bontà.
Nonostante tutto,non riesco a capire ancora come potesse mia madre credere una cosa del genere.
Peccato che quella pace finisce ben presto visto che il telefono prende a suonare,mamma scatta per prendere l'apparecchio.
“Pronto?.. Ah Patrick sei tu..” risponde,arrossendo un po',Patrick è il suo compagno.. lo conobbe quando io avevo poco più di qualche mese e aiutò molto mia madre e per questo,si penserebbe,che io lo consideri un papà.. peccato che non lo consideri tale,riuscirò a chiamare 'papà' solo la vera persona che mi ha concepita e che in questi ultimi anni mi è mancata più di qualsiasi altra cosa.
“Cosa?!Sono già le tre?” continua lei sconcertata iniziando a chiudere frettolosamente la mia valigia e indicandomi l'orologio appesso alla mia parete.
Oddio,aveva ragione,erano le 15:00 in punto. Fra poco di un'ora sarei dovuta stare sull'aereo.
“Va bene,stiamo scendendo” chiude la chiamata e butta il telefono da una parte della stanza,non l'ho mai vista in quelle condizioni.
“Io ora vado a vestirmi,tu chiudi..chiudi questa valigia,presto!”
Ripongo all'interno nella valigia le ultime due cose e la chiudo per bene per poi prendere una giacca e la mia borsa di pelle e poi finalmente scendo,pronta.
Sento un suono di clacson e dopo due secondi compare mia madre vestita tutta rossa in viso,non posso fare a meno di iniziare a ridere.
Per fortuna riesco a farle uscire un sorriso divertito anche lei che invece cerca di soffocare,inutilmente.
“Dai,muoviamoci” riesce a dire prendendo la mia valigia e uscendo di casa,la mia ex casa.
Mi giro per contemplarla per l'ultima volta,ne sarebbe passato di tempo dall'ultima volta che sarei ritornata qui..chissà quante cose che sarebbero cambiate...
“Chanel,cosa della frase 'abbiamo fatto tardi' non ti entra in testa?!” mi riprende mia madre facendomi ritornare alla realtà mentre Patrick se la ride,anche lui si diverte a vederla diventare tutta rossa.
Senza dire altro entro in auto e aspetto che partisse per mettere gli auricolari nelle orecchie e perdermi nelle parole delle mie canzoni preferite mentre la mamma continua a raccomandarmi cose anche se non la sento affatto.
Ecco un'altro mio difetto,sono una grande sognatrice,purtroppo. Ma non di quelle che sognano perennemente un cavallo bianco con su sopra un bel principe biondo,assolutamente no. Sono quel tipo di sognatrice che anche per una stupida cosa,una parola,un atto inizia a pensarci e ripensarci sopra sognando cosa potrebbe essere,cosa sarebbe potuta essere,oppure la sua origine. Può sembrare una cosa stupida ma è stato quello che mi ha salvata da anni al liceo tra ragazze ponpon,feste ed alcool. Immaginavo,ciò che consideravo più bello al mondo.
“Siamo arrivati” urla mia madre capendo che non avevo sentito nulla del suo discorso visto che avevo le cuffiette nelle orecchie.
Ridacchio sotto voce per poi uscire dall'auto e prendere la mia valigia,la mamma inizia ad andare verso l'entrata dell'aereoporto mentre qualcuno mi trattiene a forza per il braccio.
“Chanel..” dice Patrick una volta che mi ha fatto girare,dal suo tono immaginai di tutto.
Forse non vuole che partissi?Impossibile,credo che quando glielo abbiamo detto per lui sia stata la notizia più bella che abbia mai ascoltato.
Forse.. Forse.. Forse che?
“Volevo dirti che.. so della piccola scomessa con Margaret e giusto perché ti voglio bene voglio aiutarti,so quanto ti piacerebbe vivere da sola nonostante tu abbia solo diciotto anni.. ma beh.. si eccoti questi” continua imbarazzato lui progendomi una busta giallastra.
Rimango molto scossa da quello che ha detto... non mi aveva mai fatto un gesto così carino ma non potevo accettare. Nonostante tutto la curiosità prende il sopravvento e apro la busta potendo così ammirare ben cinque mila dollari in contanti.
Sgrano gli occhi sbalordita,quella non era un piccolo aiuto ma tipo quattro mesi,se non di più,di vita a LA.
“No,Patrick,scusa non posso accettar..” inizio progendogli la busta ma lui mi blocca.
“Sentimi,Chanel. So cosa avete subito tu e tua madre,adesso ci sono io per tua mamma ma non posso starci per te per questo voglio aiutarti nel miglior modo e possibile.Anche tu hai bisogno di essere felice,finalmente” dice felice guardandomi negli occhi mentre io annego nei suoi color del mare. Avevo passato gli anni a credere che lui non tenesse a me,quando invece mi voleva davvero bene.. quasi come una figlia.
“Grazie mille davvero..”volli iniziare uno dei miei discorsi ma la mamma mi si presenta dietro ancora più furiosa.
“Cosa succede qui? Muovetevi che l'aereo parte fra meno di un'ora!” sbraita guardandoci per bene,non ebbi altra scelta che mettere la busta nella mia borsa e fare un sorriso forzato.
“Nulla,stiamo venendo” dice Patrick lanciandomi uno sguardo d'intesa,forse non è talmente terribile..
Scuoto la testa e corro dentro l'aereoporto,non c'ero mai stata.
C'i sono persone ovunque,chi in giacca e cravatta,chi vestiti in costume,chi semplicemente come me.
Non posso rimanere molto a guardare quella scena comica che fanno il nome del mio aereo,devo partire. Sarei finalmente riuscita a partire.
“Bene Chanel,avrei voluto fare qualche bella scena da film,dove la figlia e la mamma si abbracciano e iniziano a piangere ma il tempo non c'è.. sappi che ti amo e che per qualsiasi cosa io ci sarò sempre” mi dice mia mamma strinendomi forte,non posso fare a meno di iniziare a piangere.
“Tesoro mio non piangere,mica stai andando a morire.. tanto ti divertirai. Basta solo che ti ricordi di quello che ti dico” continua lei premurosa asciugandomi le lacrime.
“Certo mamma,ti voglio anch'io tanto bene e..”
“L'aereo delle 16.00 per Los Angeles sta per partire,vi preghiamo passeggeri di affettarvi” avverte una voce metallica.
“Ti chiamo appena posso,a presto ragazzi” dico frettolosamente iniziando a correre nell'aereo scontrandomi con più persone e possibile,non avrei mai perso il mio aereo.
“Mi scusi,mi scusi.. ! Eccomi,ecco il mio biglietto” dico senza voce dando il mio biglietto alla hostess che mi squadra con uno sguardo disgustato,probabilmente ho un aspetto orribile.
Non ho neanche avuto tempo di salutare mia madre per bene... mi sarebbe mancata,e le lacrime che ho versato ne sono la prova ma stranamente sono attraversata da una strana scarica di adrenalina. Sto partendo,non mi sembra vero.
Entro nell'aereo felice,con un sorriso stampato in volto mentre gli altri passeggeri mi osservavano curiosi,come se vedere una persona felice fosse un qualcosa di raro.
Mi metto seduta e inizio ad osservare per tutto il tempo del viaggio fuori dal piccolo finestrino,sempre con gli auricolari nelle orecchie,guardando le nuvole e,a volte se capitava,anche il paesaggio.
Le ore sull'aereo volano in poco e anche se è diventato notte io continuo ad avere quella strana sensazione di adrenalina,voglio poter fare ciò che in tutti quegli anni non mi era permesso fare.
Esco dall'aereo e come tutti i passeggeri mi dirigo a prendere la mia valigia anndando,poi,verso l'uscita dall'aereoporto dove posso respirare l'aria californiana,l'aria della libertà.
Prendo un taxi al volo e mi direggo all'hotel a cui avevo prenotato una stanza dove però mi fermo giusto per poco,molto poco. Non entro neanche nella stanza,butto la valigia in una parte remota della suite e mi dirigo immediatamente per le strade di Los Angeles,iniziando ad esplorare per bene.
La borsa ben tenuta al mio fianco,il passo veloce e lo sguardo posato su tutto tranne che sulla strada,questa mia distrazione mi costa molto,ma molto.
Sto attraversando la strada cercando di fare attenzione quando due fari gialli mi si prensentarono davanti,all'improvviso,ed è questa l'unica cosa che mi ricordo.
Che dire,Chanel,hai avuto il tuo momento di libertà. 
Questo il mio pensiero una volta ritrovata sull'asfalto nero e il viso di un ragazzo.. con un cappello.. e due enormi occhiali neri.
 
 
 
 
Justin's Pov.
 
Finalmente ho preso una pausa,di pochi giorni,da quello che è il mio tour mondiale. Beh,che mi dovevo aspettare,dopo tutto sono una star internazionale... peccato che una volta tornato a casa ho trovato solo altri casini,altro che riposarmi.
“Bieber,te lo ripeto,o la smetti con feste,droga e ragazze o ti giuro che la tua carriera come la tua vita finiscono qui” ringhia Brook dall'altra parte del telefono.
“Dai,amico,sta calmo... sai che dopo questo tour volevo divertimi un po'. Ti avevo anche avvertito quindi cerca di non rompere le palle” dico finendomi in un sol sorso il mio drink.
“Col cazzo,la gente inizia a parlare,Justin. I paparazzi dopo queste tue belle festicciole si sono appostati come i falchi fuori casa tua e qualsiasi passo falso ti consterebbe la carriera” mi riprende più calma,lui.
Questo,purtroppo,è vero. Dopo il tour sono tornato molto stressato a causa dei casini che sono successi nelle varie parti in cui sono stato e voglio solo fare quello che voglio io ma,naturalmente,per il tipo di vita che conduco non me lo posso permettere. Non che non potessi permettermelo economicamente,anzi,il problema è che i paparazzi in quell'ultimo periodo si sono divertiti molto a farmi passare per la star capricciosa,che pensa solo a bere e fare feste. Devo solo riuscire a far cambiare loro idea ma con queste mie festicciole ho solo peggiorato le cose.
Ma la cosa non mi interessa minimanente visto che,io,Justin Bieber non avrei mai fatto in modo che quattro idioti muniti di macchina fotografica mi levassero la cosa a cui ero più caro. La libertà.
“Senti,Brook,ascoltami bene. Mi sono rotto i coglioni di voi e di questo vostro modo di vivere,posso fare quello che voglio io stando a casa mia..”
“Ma così,amico,ti distruggerai da solo non capisci che..” si intromette lui.
“No,sei tu a non capire. In questi anni sono sempre stato criticato da tutti,qualsiasi cosa facessi,e sinceramente?Ho capito che qualsiasi cosa tu faccia la gente è sempre pronta a criticarti,sempre.” voglio sottolineare la parola 'sempre'.
“Justin non sai a cosa vai in contro..”
“Questa discussione mi ha stancato,ci sentiamo” chiudo la telefonata in modo freddo,lanciando il telefono in una parte ignota della stanza.
Non ce la faccio più tutto questo mi sta soffocando.
Prendo le chiavi della mia auto ed esco da quella casa aspettandomi chissà quanti paparazzi pronti a farmi foto,stranamente non c'è anima viva.
Mi sembra il minimo,sono le tre di notte.
Inizio a correre a più non posso,se solo mi avessero avvistato mi avrebbero arrestato.
E' quello il metodo migliore per allontanarmi un po' da tutto e da tutti per un po',guidare come una sottospecie di pazzo. Correre senza pensare a tutto quello che stava andando male.
Tutti mi vedono solo ed unicamente Justin Bieber,il ragazzo pieno di se che crede di saper cantare,che odia tutto di tutti e che approfitta della vita interessandosi solo di se stesso.
Tutti vedono Justin Bieber l'egocentrico,nessuno che vedesse solo e semplicemente Justin a cui piace l'hockey o passare tempo con la sua famiglia che non vedo da mesi.
Al pensiero di mia madre,mio padre,i miei fratelli.. stranamente inizio a togliere il piede dall'accelleratore sentendo quasi un peso che si toglie da dosso. Sono loro che mi rendono calmo,solo loro mi vogliono veramente bene. Per gli altri sono solo merce.
Sono troppo preso dalla mia guida,dai pensieri che non mi fermo allo stop e questo mi fa udire uno strano tonfo.
Oh cazzo.
Mi fermo di botto,tutto fuori è molto tranquillo,nessuno per strada.
Esco velocemente per strada e vedo che sulle strisce pedonali c'è stesa una ragazza che mi guarda con gli occhi quasi socchiusi. E che ragazza.. no,aspetta.
Porca puttana,ho investito una ragazza.











spero di poter entrare su efp e dire 'wow,quante recensioni'.
   
 
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