Una
donna era in cucina e stava preparando un polpettone, aveva i capelli bianchi
raccolti sulla testa con un fermaglio di corno e gli occhi dorati, sorrise
sentendo dei passi avvicinarsi mentre sfornava la pietanza che stava di fronte
a lei. Una bambina le corse incontro, gettandosi contro le gonne della nonnina,
piangendo
-
Nonna,
nonna, mamma e papà hanno detto che questa sera saranno di nuovo a mangiare
fuori…
Singhiozzò
bagnando in parte la sottana con il pizzo in fondo della nonna e
stropicciandole la gonna a fiori
-
Non
piangere, bambina, vedrai che domani sera saranno a casa – disse accarezzandole
la testa e i capelli castani – e così… potremo mangiare noi più polpettone! –
rispose pratica
-
Ma io
volevo che la mamma lo mangiasse con noi – rispose la piccola – è una settimana
che torna a casa tardi, mi manca tanto…
-
La
mamma ti pensa ogni momento, Herm, mio tesoro –
aggiunse la vecchina appoggiando il tegame sul banco
di lavoro – sono sicura che le dispiace moltissimo di non poter assaggiare il
polpettone fatto con la ricetta speciale della nonna!
-
Però… -
aggiunse tra i singhiozzi – non viene mai a darmi un bacio, non mi saluta mai…
non telefona e non dice che le dispiace
La
donna dai capelli canuti posò le mani sulle guance della nipote e si
inginocchiò di fronte a lei, asciugandole le lacrime con le dita
-
Non
piangere, bambina, la nonna è qui con te…
Hermione
si svegliò di colpo, agitata come raramente le capitava di essere.
Si
guardò attorno spaesata e riconobbe nei mobili bianchi uno dei corridoi
dell’infermeria.
Si
mise a sedere sul letto, sollevando le coperte e si guardò attorno, studiando
quel luogo silenzioso e pacifico.
La
nonna.
Aveva
sognato sua nonna.
Non
le era mai successa una cosa del genere… le mancava tanto la nonna… chissà cosa
stava facendo adesso, se non fosse stato per lei, probabilmente la sua vita
sarebbe stata molto brutta.
Scrutò
ancora nell’oscurità inframmezzata dalla luce della luna che filtrava dalle
ampie finestre, sorrise all’astro che la spiava dal cielo e chiuse un istante
gli occhi.
Di
colpo li riaprì: l’esplosione!
Che
cosa era successo?
Ricordava
di aver udito un boato spaventoso e lei e Malfoy, che stavano camminando per
andare dalla vicepreside, erano stati investiti da una fiammata fredda di uno
strano colore bluastro, dopodiché solo il nulla.
Sentì
un dolore strano alle articolazioni delle braccia e si grattò il gomito
accorgendosi solo in quel momento di non stare indossando l’uniforme della
scuola e, tantomeno, uno dei suoi pigiami invernali.
Rabbrividì
accorgendosi di avere una camicia di cotone e trovò la cosa alquanto sospetta:
che l’avessero ingessata? Le avevano fatto delle fasciature?
Sentì
l’elastico delle mutandine segnarle l’attaccatura delle gambe in maniera
fastidiosa, come se fosse diventate strette all’improvviso, doveva essere
rimasta in una posizione scomoda troppo tempo.
Per
controllare eventuali bendaggi, tirò su l’indumento fin sul seno e si accorse
di non indossare biancheria. Tastò cauta la pelle della pancia non trovandovi
segni o altre ferite e neppure fasciature.
Tirò
giù sospirando rasserenata la veste e lesse l’etichetta che spuntava da una
delle maniche:
XL
La
osservò accigliata dicendosi che era un pessimo momento per ingrassare d’un
colpo, che la fiammata le avesse dato venti chili di più? Decisamente non era
il caso, visto che non era proprio un figurino, sospirò e questa volta non era
serena, ma rassegnata.
-
Oh,
signorina Granger, finalmente si è svegliata – le disse Madama Chips comparendo in quel momento dalla tenda di fronte con
un vassoio e sopra i resti di una cena
-
Che ore
sono? – chiese notando di non avere più al polso l’orologio di tutti i giorni
-
Le due
di mattina
-
Non
ricordo nulla, potrebbe dirmi che cosa è successo? – s’informò dall’infermiera
-
Non lo
rammenta? Non lo intuisce? – l’altra annuì con la testa avvicinandosi ad un
armadietto sul fondo della stanza – prima di dirglielo ho bisogno di sapere se
sente dolore da qualche parte
-
Un po’
di male alle giunture e alle articolazioni – ammise la caposcuola, l’altra
annuì ancora
-
Capisco,
tipico del processo di crescita…
-
Non
credo che sia quello – intervenne – non penso di crescere ancora, siamo
piuttosto bassi di famiglia – confermò visto che sua madre raggiungeva a stento
il metro e sessanta e suo padre, se non ricordava male, era uno e settantacinque
-
Oh, ma
io non mi riferisco a questo – disse ancora la Chips
avvicinandosi con uno specchio in mano – provi a guardarsi – aggiunse poi
facendole un gesto d’incoraggiamento, Hermione annuì e deglutì a vuoto temendo
il peggio: che cosa doveva crescerle?
Sollevo
l’oggetto fin davanti al viso e quando la posizione fu ottimale si decise ad
aprire gli occhi.
Sbattè un paio di volte le ciglia senza capire, la figura riflessa
era quella di una persona che le somigliava moltissimo, ma che, tuttavia, non era
lei.
A
occhio poteva assomigliare vagamente alla sorella di papà…
I
tratti erano addolciti e l’aria un po’ fanciullesca che la caratterizzava era
scomparsa.
Quella
che aveva davanti era la figura di una donna sui vent’anni, non la diciottenne
che era!
-
La
pozione ha innescato e accelerato il suo processo di crescita – spiegò la Chips – al momento dovrebbe avere… sì, pressappoco ventidue
anni
-
Sono
cresciuta di quattro anni? – domandò incredula
-
Credo,
anche se il calcolo è piuttosto approssimato… ah, e non si preoccupi per la
camicia, non è ingrassata tanto, solo che credo abbia acquistato una taglia – e
le indicò il seno – quindi non riuscivo a farle entrare una L…
La
studentessa arrossì chinando gli occhi e guardandosi il petto, adesso capiva
perché la biancheria le sembrava così stretta… e anche i dolori alle braccia…
Riguardò
l’infermiera e annuì.
-
Stia su
col morale, signorina Granger – le disse sorridendo l’altra donna – c’è chi sta
peggio
E
avvicinandosi al letto di fronte, tirò tutto d’un colpo la tenda scoprendo il
materasso.
Un
bambino di una decina d’anni stava seduto sulla sponda con il braccio sinistro
appoggiato alla griglia dove erano fissate le cartelle, aveva i capelli
biondissimi e gli occhi argentei la stavano fissando in maniera per niente
amichevole mentre dondolava infantilmente le gambe che non arrivavano al
pavimento
-
Se
provi a ridere ti ammazzo – furono le parole pronunciate mentre scrutava con
sguardo omicida la Chips che si lasciò sfuggire un
sorrisetto.
Hermione
però non rise, anzi, guardò per un po’ il grosso fiocco bianco che il bambino
portava legato sotto il mento e si soffermò sul colore chiarissimo dei capelli
-
Tu sei
Draco Malfoy? – chiese, quasi non credesse ai suoi occhi
-
E tu
sei la McGranitt, ovvio che sono io. – la rimbrottò
il bambino e quelle parole dure e un po’ scazzate
facevano uno strano effetto pronunciate da una persona così giovane, ma
soprattutto, quello che rendeva strana la cosa era lo sguardo truce e
minaccioso con il quale la stava squadrando da capo a piedi, soffermandosi
brevemente sulla curva del seno
-
Con
l’età migliori – le disse alzando un sopracciglio
Ma
a lei mancavano davvero le parole per riuscire a replicare ad una persona del
genere.
Le
ricordava molto il Draco Malfoy che aveva incontrato quando era entrata a
scuola a undici anni, e, rifletté, se doveva averne dieci non erano molto
distanti da allora.
Guardò
ancora Malfoy che la fissava in cagnesco, lo stesso sguardo che conosceva e che
le rivolgeva ogni volta che si incontravano.
Le
scappò un risolino e lui sbuffò seccato spostando gli occhi grigi fuori della
finestra lì affianco.
La
Chips tornò portando altri vasetti e barattoli da
depositare nell’armadietto dove stava frugando fino a poco prima, su una delle
etichette la ragazza riconobbe il famoso e quantomai
schifoso OSSOFAST. In realtà lei non sapeva che gusto avesse, ma anche solo a
leggere la lista degli ingredienti si poteva percepire un sapore per niente
buono.
Ricordò
quando quelle maledette serpi le avevano fatto crescere a dismisura i denti
incisivi rendendola decisamente simile ad un castoro più che a una ragazza e Piton aveva detto quella cosa orribile: “Non noto nessuna
differenza”; accidenti a lui, maledetto professore, gli avrebbe morsicato una
mano in quel momento e gli sarebbe stato bene se gliel’avesse staccata!
Ok, non provava un viscerale, carnale e segreto amore per il suo
prof di pozioni, ma quello non era un mistero per nessuno visto che qualunque
studente di Hogwarts avrebbe voluto fargli la pelle
in almeno un’occasione, la metodologia più sognata era quella di affogarlo in
una delle sue puzzolentissime pozioni, quella marroncina, che oltre al colore aveva anche un odore
piuttosto equivoco, era la più gettonata.
Guardò
di nuovo Malferret
-
Dovreste
cercare di riposare – disse la Chips rovistando nei
pensili
Draco
emise un suono sprezzante che lasciava sottintendere tutto quello che si poteva
replicare in una situazione come la sua ad una affermazione del genere
-
Molto
bene – intervenne offesa l’infermiera – può sempre fare conversazione con
Hermione
gli lanciò uno sguardo e gli lesse sulle labbra la frase “neanche morto”
-
Sempre
che lei, invece, non voglia riposarsi un poco prima di domattina… - aggiunse
con un sorriso benigno verso la grifondoro
-
Domattina?
– domandò la mezzosangue
-
Dovrete
parlare con i professori – le fece notare la medimaga
– stanno svolgendo delle indagini sull’accaduto e occorre la vostra
testimonianza
-
Capisco
– annuì la caposcuola
-
Pare
che non si sappia ancora chi abbia messo l’ordigno – continuò l’altra. Inoltre,
viste le condizioni in cui vi trovate, non credo che potrete andare in giro per
la scuola così conciati – e fece un altro risolino mentre la studentessa si
guardava preoccupata nello specchio che le aveva lasciato.
Vedendo
che nessuno dei due parlava più, con un’alzata di spalle la donna se ne tornò
ai suoi malati nell’altra corsia.
Draco
ed Hermione si guardarono ancora una volta, stupiti dal cambiamento che li
aveva colpiti, e poi si voltarono dall’altra parte, ognuno perso nei meandri
dei propri pensieri
-
Chi
credi che sia stato? – domandò infine alla serpe
-
Cosa
vuoi che ne sappia? – borbottò contrariato lui aggiustandosi il vestito che non
era abituato a portare
-
Dove
hanno preso quell’abito? – chiese ancora indicando i pantaloni neri, la camicia
bianca e la giacchetta scura fermata con un vistoso fiocco candido
-
In
qualche baule nascosto in soffitta a giudicare da come puzza di naftalina –
rispose lui infilando un dito nel nodo e allentandolo prima di morire
strangolato
Lei
lo studiò e sorrise, questa volta con più dolcezza: se si fosse potuto fare
qualcosa per il suo orribile modo di parlare, sarebbe davvero sembrato un
bambino dallo sguardo vispo e l’aria intelligente; peccato solo per quel ghigno
sprezzante che gli compariva sempre sulle labbra: il segno identificativo di
ogni Malfoy.
Draco
guardò il paesaggio fuori delle finestre, mancavano due settimane scarse a
natale e il panorama era già coperto di neve bianca e candida.
Gli
piaceva l’inverno perché c’era silenzio, niente grida né schiamazzi, tutto
sembrava tranquillo e ovattati, non si distinguevano rumori stridenti e i
movimenti erano lenti, i colori morbidi.
Hermione
seguì lo sguardo dello Slytherin fuori della finestra
e ammirò a sua volta il prato innevato che circondava la scuola e riconobbe le
acque agitate del Lago Nero mosse dalla brezza notturna. Era così bella quella
stagione… mentre fuori faceva freddo si poteva rimanere in casa a leggere un
bel libro davanti al caminetto con i piedi al caldo, si poteva ascoltare il
crepitio del fuoco, sentire l’odore di resina proveniente dai ciocchi che
stavano bruciando; le piaceva prestare attenzione al rumore appena percettibile
delle coperte che sfregavano, ma la cosa più bella era senz’altro ascoltare il
silenzio della neve che cade.
Quando
era a scuola e fuori cominciava a nevicare, le piaceva sedersi su una delle
panchine di pietra del giardino e rimanere lì mentre il manto bianco la
ricopriva, ascoltando la natura che si era fatta silenziosa.
Harry
e Ron non approvavano quel suo comportamento, ma da
buoni amici, non si erano mai opposti dicendo che era stupido o infantile e
l’avevano lasciata fare.
A
Londra non poteva farlo, il rumore della metropoli era continuo, incessante,
persistente e fastidioso. La neve che scendeva era sporca, piena di sostanze
tossiche e fumi nocivi, non si fermava a lungo per strada e il più delle volte
formava una poltiglia scura e scivolosa sull’asfalto, niente di paragonabile
alla distesa candida che si vedeva da quella finestra.
Ricordò
una cosa: due anni prima, qualche giorno prima di partire per ritornare a casa
per le vacanze, era uscita come suo solito a veder nevicare e quando era
arrivata nel piccolo chiostro interno della scuola, dove spesso si rintanava,
si era accorta di non essere sola, un’altra persona se ne stava lì fuori a
prendere la neve, senza dire una parola, con la fronte china sulle ginocchia,
il cappuccio della divisa calcato sulla testa e il tutto coperto dal paltò
scuro dell’uniforme. Non aveva mai saputo chi fosse, però erano rimasti lì
tutti e due per più di un’ora senza dire una parola, timorosi di rompere quel
silenzio pacifico ed eterno che c’era intorno a loro.
Lei
poi si era alzata dovendo tornare a sistemare i bagagli e quando, trascorsa
un’altra ora, era ritornava, quella persona non c’era più.
Sorrise
tra se al rammentare quell’incontro strano
-
Malfoy
– chiese poi d’improvviso – perché, se io sono cresciuta di quattro anni, tu
sei rimpicciolito di otto?
Lui
la studiò un istante distogliendo lo sguardo dalla contemplazione del
paesaggio, alzò un sopracciglio e la guardò
-
Dovrei
saperlo? – domandò
-
Beh,
l’esperto di pozioni sei tu – gli rispose con un’alzata di spalle
-
Ma
-
Persi
che troveranno una soluzione?
-
Spero
che lo facciano in fretta – disse freddo e arrabbiato – girare conciato come un
moccioso non è proprio la mia massima aspirazione
-
Chissà
chi è stato…
-
Qualche
squilibrato… hai per caso degli ammiratori segreti, Granger? – le domandò
-
Con
tutta la gente che vuole ammazzare te… - lo rimbrottò – ogni persona che ti ha
conosciuto, credo…
-
Ma che
dici, è Potty l’unico destinatario di ogni minaccia
di morte nell’arco di chilometri
Come
dargli torto… con la posta del mattino i gufi portavano anche un carico
abbondante di pazzi che minacciavano Harry di morte nelle maniere più
strampalate
-
Non
parlare male di Harry – lo ammonì, anche se era la verità
-
Perché,
neghi? – le chiese sarcastico. Ovviamente non poteva dirgli che aveva ragione
era una questione di principio, nessun grifone poteva permettersi di dare
ragione ad una serpe, soprattutto se questa era nientemeno che Draco Malfoy e
non contava nulla che fosse in versione bambino o aristocratico Principe degli Slytherin.
-
Non è
che sei geloso di tutta l’attenzione che riversano su Harry? – gli domandò, la
vecchia tattica del “pungilo sul vivo” poteva funzionare per uno orgoglioso
come Malferret
-
Le
attenzioni di cui ho bisogno, stai tranquilla, le ho già – le rispose calmo e
lei avvampò sapendo perfettamente a che genere di cose si stesse riferendo, non
era segreto per nessuno che Malfoy avesse ragazze che gli uscivano dalle
maniche, le cambiava come si faceva con i calzini e in sette anni che era a
scuola non aveva ancora sentito che si fosse trovato stabilmente una fidanzata.
Pansy Parkinson era la sua
favorita, ma non la sua ragazza. NESSUNA era la sua ragazza, anche se tutte
erano sue amanti.
Beh, tutte per modo di dire perché lei non
si era neppure mai avvicinata alla camera da letto di quella sottospecie di
furetto, tantomeno aveva coltivato pensieri indecenti
su una loro possibile relazione, quindi, tutte per modo di dire, la
maggioranza, insomma.
Fece
per dire ancora qualcosa quando lui la bloccò con un’occhiata
-
Cazzo
quanto parli, Granger – le disse annoiato – stai un po’ zitta e fai un favore
all’umanità, adesso capisco perché Weasel sembra
completamente rincitrullito!
Hermione,
irritata, incrociò le braccia sul petto
-
Se non
ti offendi, io vado a dormire – disse cominciando a rimestare tra le coperte
-
Dovrebbe
importarmene? – domandò lui
-
No
-
E se ti
dicessi che mi offendo? – la provocò ghignando
-
Me ne
fregherei – detto questo, si coricò e spense l’abat-jour sul comodino
rigirandosi sotto il piumone.
Malfoy
la guardò ancora un attimo prima che scomparisse nella completa oscurità della
stanza, distolse l’attenzione e tornò ai prati innevati… l’immagine di quello
vicino a Malfoy Manor, cosparso di sangue, rosso come
il fuoco, brillante sulla neve candida, si fece prepotentemente strada nella
sua mente. Decidendo che non era il caso di disseppellire quel ricordo
straziante, alzò con un gesto convulso le lenzuola e si gettò a sua volta a
dormire.
Lanciò
un’occhiata alla mezzosangue che riposava con un’espressione corrucciata sulla
faccia, imprecò a denti stretti e si addormentò.
* * *
-
In
piedi, dormiglioni! – li svegliò Madama Chips
entrando nella corsia e sbattendo un cucchiaio contro un piatto
Hermione
si stropicciò gli occhi, le pareva di essere andata a dormire da non più di due
ore e invece… adocchiò l’orologio dell’infermiera che segnava le otto e venti
del mattino
-
Forza e
coraggio! – urlò ancora – Silente e i professori vi vogliono in presidenza
prima delle nove!
-
Ma non
c’è lezione a quell’ora? – mugugnò lei sedendosi
-
Sono
state posticipate di un paio di ore ufficialmente per le indagini sull’accaduto
– le spiegò la medimaga appoggiando sulle coperte
bianche una pila di vestiti – questi te li manda
Hermione
annuì, poi lanciò un’occhiata al tessuto scozzese disposto ordinatamente
-
Ma che
fortuna –
-
Taci,
Furetto, non farmi arrabbiare già di prima mattina – borbottò
-
Abbiamo
la luna storta, eh mezzosangue? – le chiese
-
Smettetela
di beccarvi come due galline – li riprese invece la Chips
– signorina Granger, tiri la tenda e si cambi in modo da essere presentabile.
Signor Malfoy, meno ciance, oh Cielo, ma è andato a dormire con i vestiti!
-
Con cosa
dovevo dormire? – le chiese come se fosse ovvio
-
Ma
poteva almeno togliersi la blusa! – disse scuotendo la testa la donna
-
Fa
freddo in questo posto diroccato – protestò lui – ci sono spifferi in ogni
finestra e mi dite di levarmi la giacca?!
-
Non si
permetta di parlar male della mia infermeria! – sbuffò
Cominciava
a capire perché la Granger e quella serpe fossero sempre a litigare, accidenti,
riusciva a far saltare i nervi perfino a lei che era stata una paziente Tassorosso!
Quando
la tenda bianca si scostò, Hermione Granger vestita come
Sbuffò
sistemandosi il collettino e si sentì conciata come
una donnina dell’Ottocento, accipicchia, le gonne così lunghe erano
terribilmente fastidiose…
-
Bene,
adesso siete pronti per andare – annuì la loro ospite che, sospingendoli oltre
la soglia, si affrettò a chiudere dietro di loro l’uscio.
-
Venite,
vi faccio strada – disse invece la vicepreside che li aspettava fuori
dall’infermeria e si diresse verso il piano dove era situato l’ufficio del
preside.
La
parola d’ordine di quell’anno, bavarese
alle fragole, non segnava certo un passo in avanti rispetto a quelle degli
anni passati come “frappè” ecc.
La
scala a chiocciola nascosta dietro la colonna comparve dal nulla mentre la
figura lignea della fenice che indicava l’ingresso ruotava su se stessa per
portarli al livello dell’ufficio dove Piton li stava
aspettando.
-
Venite
miei cari, sedetevi – aggiunse il preside quando loro comparvero sulla soglia e
la prof di Trasfigurazione li abbandonò per prendere il suo posto alla destra
di Silente
I
due adocchiarono le poltroncine e si accomodarono trovandosi fin troppo sulle
spine.
-
Avrei
preferito avere tutti gli insegnanti con me – cominciò con un sospiro il
rettore – ma sfortunatamente, a causa di una serie di imprevisti, sono
costretto a parlarvi solamente insieme ai miei fidati collaboratori il
professor Piton e
I
due passarono lo sguardo prima a uno e poi all’altro che li stavano fissando
molto seriamente prendendo atto dei cambiamenti avvenuti in ciascuno dei due.
-
Dunque
ragazzi – incominciò tranquillo con un colpo di tosse – che cosa è accaduto?
Draco
ed Hermione si scambiarono uno sguardo, poi, prendendo un bel respiro, lei
decise di vuotare il sacco
-
Eravamo
andati al club di giornalismo per far smentire la notizia pubblicata in prima
pagina – iniziò – solo che Canon ci aveva informati
del fatto che per le smentite era necessario il consenso della vicepreside – e
indicò brevemente la McGranitt che annuì
-
Come
responsabile degli studenti – confermò la donna sistemandosi gli occhialini
rettangolari sul naso
-
Infatti.
Allora siamo usciti tutti e tre nel corridoio per andare a parlarle e poter
avere la sua approvazione per la cosa, Colin è
rimasto un po’ indietro – ammise arrossendo e sorvolando ampiamente sul fatto
che lei e Malfoy stavano litigando e che camminavano ad una velocità
paragonabile a quella delle macchine di formula uno – e mentre percorrevamo il
corridoio siamo stati improvvisamente colpiti dall’esplosione. Io non ricordo
altro.
-
Signor
Malfoy – disse Piton all’indirizzo del suo pupillo –
lei ricorda altro a proposito?
-
Solo un
suono piuttosto strano che ho sentito prima dello scoppio – disse – come di un
vetro che s’infrange…
Una
penna prendiappunti sulla scrivania si stava muovendo
rapidamente su una pergamena, segno che riportava ciò che loro dicevano.
-
Che ne
è stato di Colin? – chiese la Caposcuola piuttosto preoccupata
ai professori
-
Il
signor Canon sta bene – confermò il preside – è
rimasto praticamente illeso e non ha riportato nessuno dei sintomi da voi
riscontrati
-
Intende
dire che non è cresciuto come noi?
-
No, è
rimasto un normalissimo studente della sua età
-
E a noi
che è successo? – domandò ancora
I
tre adulti si scambiarono uno sguardo preoccupato
-
Stando
alle ricerche svolte dal professor Piton, - disse con
voce grave Silente – l’esplosione che vi ha colpito sarebbe stata innescata da
una detonazione, ma per questi dettagli vi lasciò alle parole del professore
-
Ehm, sì
– incominciò Severus Piton
– se le mie indagini non sono errate, la pozione dovrebbe essere stata una
Restringi Crescita, se non che ho riscontrato nel dosaggio delle gocce
rinvenute alcune imprecisioni che le hanno fatto assumere la forma che vi ha
reso così
-
E quale
sarebbe? – domandò Malfoy
-
La
presenza di più di una persona e und dosaggio approssimativo hanno avuto
effetti collaterale annullando la crescita di uno e amplificando quella dell’altro
-
Questo
però significherebbe che la pozione era stata preparata per una sola persona,
insomma, era qualcosa di intenzionale – chiese la McGranitt
preoccupata
-
Sì –
disse freddo Piton
-
Tuttavia
-
Sì,
proprio – annuì
-
Ed
esiste una cura? – gli chiese ancora la vicepreside, l’altro scosse la testa
-
Esistono
pozioni più efficaci per modificare la propria età, ma nessuna è eterna, a
parte quella preparata con l’Elisir di Lunga Vita
-
Quello
estratto dalla Pietra Filosofale? – intervenne Hermione beccandosi
un’occhiataccia dal prof di Pozioni
-
Sì.
Però la Pietra è stata distrutta e quindi l’effetto anche della vostra,
piuttosto semplice, a dire la verità, si esaurirà in un tempo abbastanza breve
-
Un paio
di giorni? – chiese speranzosa la prof di Trasfigurazione
-
No, per
“tempo limitato” intendo dalle due settimane al mese e mezzo…
-
Un mese
e mezzo?! – esclamò sconcertata
-
Non c’è
niente di che preoccuparti, Minerva – la calmò il preside facendole pat-pat sulla mano
-
Ma… ma…
i ragazzi… la scuola, le lezioni…! – protestò agitatissima la ex grifondoro
-
Dovranno
saltare tutto questo e visto che non possono rimanere a scuola in questo stato,
ho pensato di premiarli per il loro lavoro svolto fin’ora,
entrambi hanno conseguito ottimi risultati scolastici, e anticipare l’inizio
delle vacanze natalizie
-
Ma
mancano ancora quasi due settimane al Natale! – s’infervorò la donna – eppoi
bisogna fornire una spiegazione agli altri allievi
-
Troveremo
una soluzione – le sorrise paterno il preside
-
Avete
già pensato per il luogo dove staranno? – chiese circospetto Piton
-
Non
possiamo separarli e ci troviamo nella condizione di doverli e poterli
contattare in ogni momento e lo stesso devono poter fare loro con noi, quindi
pensavo di assegnare loro l’attico a Londra di Raymond
-
Ma è un
posto babbano – protestò la McGranitt
-
Appunto
per questo – le sorrise il vecchio mago – daranno meno nell’occhio… creeremo
una copertura. Nessuno baderà a due ragazzi come loro nella grande Londra
-
Sono
molto preoccupata – disse franca la prof
-
Abbiamo
altre scelte?
Silente
la guardò negli occhi a lungo e alla fine Minerva fu costretta ad abbassare il
proprio sguardo ed annuire.
Peccato
che l’insegnante non fosse la persona più sconcertata della stanza: Piton era a dir poco esterrefatto dalla decisione presa
mentre Draco ed Hermione erano seduti rigidi sulle sedie, la schiena dritta,
per niente concordi con la scelta fatta per loro
-
Non vi
sembra un poco avventato? – s’intromise Severus nella
conversazione tra preside e vicepreside – soprattutto con l’equivoca posizione
della famiglia Malfoy…
Hermione
lanciò un’occhiata alla serpe, dovevano riferirsi al fatto che fossero dei mangiamorte e che di certo non avrebbero approvato l’idea
di mandarlo a vivere assieme ad una lurida mezzosangue come lei. Che volessero
assassinarla per questo?
Lui
la guardò in cagnesco e lei si affrettò a riportare i propri occhi concentrati
sulle mani strette in grembo: accipicchia, aveva le sembianze di un bambino e
riusciva a farla sentire così stupida e insignificante…
-
Confidiamo
che sia la scelta migliore – rispose calmo Silente con la sua solita
tranquillità
-
Spero
che ci voglia davvero così poco per ritornare normali – disse un po’ seccato
Draco dondolando le gambe dalla sedia
-
Lo
speriamo anche noi – annuì l’ex professore – adesso andate a fare i bagagli… ah
no, aspettate! – si ricordò d’improvviso
I
due che erano già in piedi tornarono di fronte alla cattedra
-
Effettivamente
ci sarebbe ancora un piccolo dettaglio – s’intromise la vicepreside –
mandandovi solo lontano dalla scuola prima del termine delle lezioni noi
staremmo contravvenendo ad una regola ferrea che ha messo il Ministero circa
gli accompagnatori degli studenti, però abbiamo deciso che, se nessuno venisse
a sapere della cosa, non ci sarebbero problemi
Che
cosa stava dicendo la prof? Pensò Hermione, che la Scuola stava volutamente
disubbidendo alle ferree regole sottoscritte dal Ministero a causa di questo
periodo di terrore?
No,
non poteva crederci, era assurdo!
-
Abbiamo
comunque pensato che, se non possiamo venire con voi per prenderci cura –
sottolineò il preside – sarebbe stato corretto farvi rimanere insieme. Il
professor Vitius ha preparato appositamente un incantesimo
in modo che non possiate separarvi
Malfoy
sgranò gli occhi, Hermione emise un gemito disperato: avrebbe preferite vivere
tre settimane con Piton piuttosto che con Malfoy!
Cos’era,
la stavano punendo perché non aveva fatto bene il suo lavoro? No perché in quel
caso avrebbero potuto trovare un metodo un po’ meno sadico…
La
donna tornò nell’ufficio reggendo una scatola bordeaux e quando l’aprì i due
ragazzi videro all’interno due bracciali d’oro legati da una catena
sottilissima dello stesso materiale, visibile solo in controluce come il filo
da pesca.
Piton ne porse uno al suo protetto e lo fisso intorno al polso
fattosi improvvisamente sottile, la McGranitt,
invece, si occupò di assicurare quello della sua studentessa.
-
Ciò vi
terrà al massimo alla distanza di tre metri l’uno dall’altra
-
Mi
sembra una distanza un po’ corta – s’intromise acido il biondo – con le
possibilità che ci avete dato confidavo di poter almeno scappare di casa… -
Silente sorrise
-
Ci
spiace, ma queste sono le disposizioni – annuì
-
Se te
ne fossi andato di casa mi avresti fatto un enorme favore, ma sarei finita nei
pasticci io! – sottolineò la riccia, per niente contenta di quello che aveva
detto
-
Non me
ne sarebbe importato niente – disse lui – è già difficile sopportarti così,
figuriamoci a tre metri tutto il tempo!
I
tre professori si scambiarono uno sguardo preoccupato, più che certi che quei
due avrebbero preferito affrontare la curiosità dei compagni e rimanersene a
scuola gettando nel panico i genitori piuttosto che accettare spontaneamente
quella decisione che gli avevano imposto, la prof sospirò mesta: le sembrava il
più grande errore della sua carriera d’insegnante approvare quella cosa, ma
aveva giurato di fidarsi di Albus Silente e così
stava facendo.
-
Signorina
Granger, vada pure a fare i bagagli – le disse dolcemente il preside – avrete
tutto il tempo di continuare la vostra conversazione più tardi quando lascerete
la scuola
-
Non mi
dica che devo andare con lei in quella Torre Grifondoro!
– sbottò Malferret scazzato
e per niente incline a doverci andare
-
L’incantesimo
avrà effetto quando lascerete Hogwarts – si premurò
di aggiungere Silente – professoressa McGranitt,
accompagnate la vostra studentessa, a quest’ora non dovrebbe esserci nessuno in
giro, ma nel caso sapete cosa fare – l’altra annuì – signor Malfoy, lei
dovrebbe rimanere un attimo – e indicò di nuovo la poltrona che il
ragazzo-bambino si affrettò ad occupare nuovamente appoggiando svogliato a
testa bionda alla mano sul bracciolo.
La
porta di legno massiccio si chiuse dietro le spalle delle due donne, dopodiché
il preside tornò a concentrare tutta la sua attenzione al biondo
-
Ci
sarebbe ancora una cosa da dirle, al proposito – incominciò
-
La
pozione era per me, vero? – lo anticipò lo studente della Casa di Salazar
-
“Quei tipi astuti e affatto babbei”
recitò il rettore ricordando la filastrocca che il Cappello Parlante aveva
inventato appositamente per l’ingresso di Harry, Ronald,
Hermione, Draco, Blaise… e tutti gli altri al loro
primo anno. – Sì signor Malfoy, la bomba era per lei, tutta e assolutamente per
lei
-
Chissà
perché ma non me ne stupisco – borbottò lo Slytherin
-
Evidentemente
qualcuno pensava che non sarebbe uscito dal dormitorio prima dell’ora in cui è
scoppiata… - li interruppe Piton e Malfoy riflettè che, dal corridoio dove si era sprigionata
l’esplosione, si diramavano le quattro scale che conducevano ai dormitori delle
varie Case – probabilmente – aggiunse il prof – l’effetto un po’ particolare
che l’incantesimo ha avuto su di lei e sulla signorina Granger - fece una pausa alzando gli occhi al cielo –
è dovuto anche alla lontananza che avevate dal luogo dell’esplosione, ciò che
vi ha colpito è stato solo lo schianto e la fiammata, ma non l’esplosione in
sé, non siete stati bagnati dal liquido preparato
-
È
curioso che qualcuno prepari una pozione per farmi tornare bambino, con tutte
le minacce di morte che girano mi aspettavo qualcosa di più sostanzioso
-
Tenga
conto del fatto che, se le cose fossero andate secondo il piano, probabilmente
lei sarebbe ridotto ad un neonato, anche se la pozione era piuttosto imprecisa…
-
Da un
lato – ammise il preside – dobbiamo ringraziare
-
Sarebbe
stato un facile bersaglio se fossero riusciti a trasformarlo in un neonato
-
D’accordo,
sono stato fortunato – ammise a malincuore lui per niente incline a ringraziare
la mezzosangue
-
Molto.
-
I miei
genitori? – chiese poi
I
due professori si cambiarono uno sguardo, poi scossero la testa rassegnati in
sincrono, lui pronunciò una parolaccia a fior di labbra.
Guardò
le facce chine dei due, piuttosto assorti e decise che il colloquio poteva
dirsi terminato. Si alzò in piedi
-
Signor
Malfoy – disse Silente prima che lui potesse muovere un passo dal sedile, Draco
si voltò verso l’uomo anziano che era forse il più grande mago ancora vivente,
circolavano voci che fosse un discendente di Merlino in persona, anche se erano
per lo più fandonie e lui aveva fatto di tutto per smentirle – si prenda cura
della signorina Granger – aggiunse serissimo guardandolo con due occhi azzurri
come zaffiri
-
Mi sta
chiedendo l’impossibile – rispose un po’ sardonico – quella ragazza ha la
stessa tara mentale di Potter di andare a farsi ammazzare prima dei vent’anni
Piton sorrise senza farsi vedere.
-
Adesso
ne ha ventidue – lo corresse il mago, l’altro sbuffò
-
Continuo
a sostenere che i guai quella se li vada a cercare – ma poi, notando l’occhiata
che il preside gli lanciò, sospirò drammaticamente e annuì – farò quel che
posso, ma non fatemene una colpa, conciato come sono è già tanto che non mi
suicido…
E
senza voltarsi più indietro uscì dallo studio.
-
Pensate
sia saggio mandarli a Londra? Loro due? Sono solo due studenti! – protestò Piton
-
Avremo tutto
il tempo di pentircene – gli sorride il vecchio mago – ma se posso dire una
cosa – aggiunse – è che non li ammazzeranno tanto facilmente, oh no! Se ciò
dovesse accadere – e sorrise – si saranno ammazzati tra di loro… non so se hai
notato che non vanno troppo d’accordo
-
Tristemente
– annuì l’insegnante di Pozioni
-
Ebbene,
non riusciranno mai a ucciderli, il loro orgoglio bruciante non lo permetterà!
Sono troppo fieri e orgogliosi per lasciarsi vincere facilmente… proprio come
due veri Grifondoro e Serpeverde
-
Non sono
sicuro che questo orgoglio bruciante li porterà sulla strada della salvezza
-
Parli
come un prete, Severus – lo canzonò un poco il
preside
-
Non
nego di essere molto preoccupato, qui c’è in piedi una faccenda ben più grande
di una marachella… LORO vogliono voi, professore…
-
Sono
vecchio – ammise – forse è davvero giunta la mia ora
-
Non sia
così avventato, non è una cosa da prendere sottogamba! I mangiamorte
li cercheranno, faranno di tutto per arrivare a Lucius
e Narcissa e…
-
Non
nomini quel nome! – gli intimò severo l’anziano preside – non lo faccia.
-
Non lo
farò
-
Abbi
fede, Severus, nessuno ha una vita completamente in
discesa, io posso solo ringraziare che la mia sia sempre stata in pianura,
forse è giunto il momento di affrontare qualche salita…
-
Se
parliamo per metafore, io questa la chiamo una scalinata giapponese –
sottolineò l’uomo
-
I due
ragazzi mi daranno una mano, se necessario, ho molta fiducia in loro
-
Forse
troppa – punteggiò il professore, l’altro gli sorrise
-
Abbi
fede, Severus, so che andrà tutto bene.
Piton annuì, dopodiché si ritirò lasciando il rettore da solo
assieme a tutti i suoi quadri dei presidi che l’avevano preceduto.
Erano
tutti ammutoliti, ma era naturale, non era una situazione tanto facile.
E
la sua gravità si esprimeva anche in base al fatto che Silente non ne avesse
parlato in giro, anzi, non l’aveva fatto neppure con quei due che, ormai, erano
coinvolti loro malgrado.
* * *
Spazio autrice: e finalmente siamo al secondo capitolo… e…
la mia prof di mate mi deve di nuovo interrogare. Probabilmente la odierete più
voi che io, ma non me ne dispiaccio… spero che vada bene…
Questo
capitolo spiega un po’ di cose e si scopre finalmente che è accaduto a quei
poveracci… io spero che vi sia piaciuto e vi saluto qui, non ho molto da dire,
il cappy mi sembra piuttosto lineare e comprensibile…
è strano, dopo 30 capitoli, scrivere ancora che sono al secondo… ah, come
cambiano le cose…
Va
bene, taglio e vado a studiare mate e statistica, ditemi che ne pensate della fic, ciao!
Nyssa
herm83: sono felice che tu abbia cominciato a
recensire e molto orgogliosa del fatto che tu abbia seguito le Relazioni… so
che un po’ di somiglianze ci sono, purtroppo ho dei modi di dire di cui non
riesco a liberarmi, ma mi auguro comunque di riuscire a distinguerle, non ho
intenzione di creare un doppione della precedente fic!
Spero
che la storia continui su una linea che ti piace, ciao e spero di vedere presto
la tua nuova recensione!
Nyssa
Tye: personalmente, non mi piacciono molto i
personaggi nei quali non mi ritrovo ed Hermione è uno di quelli che, nelle mie fic, ha molto del mio carattere o dei miei modi di fare,
quindi un po’ deve somigliarmi e certo non posso dire di essere una modella.
Eppoi, quando ho letto per la prima volta Harry Potter, non l’ho vista come una
stanga di due metri con misure da fotomodella, credo che con i film la cosa si
sia un po’ persa, ma
Spero
che il proseguimento e questo secondo cappy ti
piacciano, aspetto di sapere, ciao! Nyssa
joker666: effettivamente è brutto leggere qualcosa e
scoprire che non c’è ancora una fine, ne so qualcosa, anche a me capita ogni
tanto… cmq io ho pubblicato solo una shot, quindi non può sbagliarti, io spero comunque che
l’inizio ti sia piaciuto e che sia lo stesso anche per questo aggiornamento,
ciao!
Shavanna: eh già, sono proprio tornata, grazie del
benvenuto! Effettivamente Hogwarts è un posto un po’
caotico, ma tranquilla, in questo capitolo si scopre che cosa è capitato a lei,
ma soprattutto a Malfoy… spero che i miei nuovi personaggi non assomiglino
troppo a quelli precedenti, cmq mi auguro che ti
piaccia anche questa nuova fic e ti ringrazio per
aver letto e recensito ogni capitolo fin’ora! Aspetto
a tua prossima recensione, ciao! Nyssa
AuraD: se non si fosse notato, ho una certa
predilezione per un rapporto non tutto latte e miele, quindi per il momento
quei due passano ancora il tempo a beccarsi come galline, ma prima o poi
succederà qualcosa, ehehehe, il problema è decidere
quando… concordo pienamente, i giornalisti della scuola (e questo di qualsiasi
scuola) sono dei ficcanaso e fanno un sacco di casini, Lavanda invece, in
questa fic, poveretta, è solo molto stupida…
Bene,
ecco qui l’inaspettato risultato dell’esplosione, grazie al Cielo niente
scambio di personalità, ma… una bella crescita istantanea… io spero ti piaccia
il nuovo cappy, aspetto di sapere, ciao! Nyssa