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Autore: Nyssa    09/01/2008    5 recensioni
L'amore non è solo come una rosa che sboccia o una pesca delicata, l'amore è anche una mela selvatica dal sapore un po' asprigno che nasce al freddo e tra le spine.
L'amore è fatto di tante cose, anche di imprevisti, esattamente come quello che colpisce Draco Malfoy ed Hermione Granger durante una delle loro solite litigate, ma che cosa gli è capitato veramente? E quali sono i tanti misteri della Londra babbana (ma non troppo) che Hermione è più che mai decisa a scoprire? E quali sono gli altrettanto sconosciuti motivi che spingono (o costringono?) Draco Malfoy a seguirla?
Prima classificata al Never Ending Story Awards - Terzo Turno secondo la scelta del pubblico.
Vincitrice nelle categorie: Best Saga, Best Romance, Best Plot e Best Couple (Draco/Hermione)
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Una donna era in cucina e stava preparando un polpettone, aveva i capelli bianchi raccolti sulla testa con un fermaglio di corno e gli occhi dorati, sorrise sentendo dei passi avvicinarsi mentre sfornava la pietanza che stava di fronte a lei

Una donna era in cucina e stava preparando un polpettone, aveva i capelli bianchi raccolti sulla testa con un fermaglio di corno e gli occhi dorati, sorrise sentendo dei passi avvicinarsi mentre sfornava la pietanza che stava di fronte a lei. Una bambina le corse incontro, gettandosi contro le gonne della nonnina, piangendo

-          Nonna, nonna, mamma e papà hanno detto che questa sera saranno di nuovo a mangiare fuori…

Singhiozzò bagnando in parte la sottana con il pizzo in fondo della nonna e stropicciandole la gonna a fiori

-          Non piangere, bambina, vedrai che domani sera saranno a casa – disse accarezzandole la testa e i capelli castani – e così… potremo mangiare noi più polpettone! – rispose pratica

-          Ma io volevo che la mamma lo mangiasse con noi – rispose la piccola – è una settimana che torna a casa tardi, mi manca tanto…

-          La mamma ti pensa ogni momento, Herm, mio tesoro – aggiunse la vecchina appoggiando il tegame sul banco di lavoro – sono sicura che le dispiace moltissimo di non poter assaggiare il polpettone fatto con la ricetta speciale della nonna!

-          Però… - aggiunse tra i singhiozzi – non viene mai a darmi un bacio, non mi saluta mai… non telefona e non dice che le dispiace

La donna dai capelli canuti posò le mani sulle guance della nipote e si inginocchiò di fronte a lei, asciugandole le lacrime con le dita

-          Non piangere, bambina, la nonna è qui con te…

 

Hermione si svegliò di colpo, agitata come raramente le capitava di essere.

Si guardò attorno spaesata e riconobbe nei mobili bianchi uno dei corridoi dell’infermeria.

Si mise a sedere sul letto, sollevando le coperte e si guardò attorno, studiando quel luogo silenzioso e pacifico.

La nonna.

Aveva sognato sua nonna.

Non le era mai successa una cosa del genere… le mancava tanto la nonna… chissà cosa stava facendo adesso, se non fosse stato per lei, probabilmente la sua vita sarebbe stata molto brutta.

Scrutò ancora nell’oscurità inframmezzata dalla luce della luna che filtrava dalle ampie finestre, sorrise all’astro che la spiava dal cielo e chiuse un istante gli occhi.

 

Di colpo li riaprì: l’esplosione!

Che cosa era successo?

Ricordava di aver udito un boato spaventoso e lei e Malfoy, che stavano camminando per andare dalla vicepreside, erano stati investiti da una fiammata fredda di uno strano colore bluastro, dopodiché solo il nulla.

Sentì un dolore strano alle articolazioni delle braccia e si grattò il gomito accorgendosi solo in quel momento di non stare indossando l’uniforme della scuola e, tantomeno, uno dei suoi pigiami invernali.

Rabbrividì accorgendosi di avere una camicia di cotone e trovò la cosa alquanto sospetta: che l’avessero ingessata? Le avevano fatto delle fasciature?

Sentì l’elastico delle mutandine segnarle l’attaccatura delle gambe in maniera fastidiosa, come se fosse diventate strette all’improvviso, doveva essere rimasta in una posizione scomoda troppo tempo.

Per controllare eventuali bendaggi, tirò su l’indumento fin sul seno e si accorse di non indossare biancheria. Tastò cauta la pelle della pancia non trovandovi segni o altre ferite e neppure fasciature.

Tirò giù sospirando rasserenata la veste e lesse l’etichetta che spuntava da una delle maniche:

XL

La osservò accigliata dicendosi che era un pessimo momento per ingrassare d’un colpo, che la fiammata le avesse dato venti chili di più? Decisamente non era il caso, visto che non era proprio un figurino, sospirò e questa volta non era serena, ma rassegnata.

-          Oh, signorina Granger, finalmente si è svegliata – le disse Madama Chips comparendo in quel momento dalla tenda di fronte con un vassoio e sopra i resti di una cena

-          Che ore sono? – chiese notando di non avere più al polso l’orologio di tutti i giorni

-          Le due di mattina

-          Non ricordo nulla, potrebbe dirmi che cosa è successo? – s’informò dall’infermiera

-          Non lo rammenta? Non lo intuisce? – l’altra annuì con la testa avvicinandosi ad un armadietto sul fondo della stanza – prima di dirglielo ho bisogno di sapere se sente dolore da qualche parte

-          Un po’ di male alle giunture e alle articolazioni – ammise la caposcuola, l’altra annuì ancora

-          Capisco, tipico del processo di crescita…

-          Non credo che sia quello – intervenne – non penso di crescere ancora, siamo piuttosto bassi di famiglia – confermò visto che sua madre raggiungeva a stento il metro e sessanta e suo padre, se non ricordava male, era uno e settantacinque

-          Oh, ma io non mi riferisco a questo – disse ancora la Chips avvicinandosi con uno specchio in mano – provi a guardarsi – aggiunse poi facendole un gesto d’incoraggiamento, Hermione annuì e deglutì a vuoto temendo il peggio: che cosa doveva crescerle?

Sollevo l’oggetto fin davanti al viso e quando la posizione fu ottimale si decise ad aprire gli occhi.

Sbattè un paio di volte le ciglia senza capire, la figura riflessa era quella di una persona che le somigliava moltissimo, ma che, tuttavia, non era lei.

A occhio poteva assomigliare vagamente alla sorella di papà…

I tratti erano addolciti e l’aria un po’ fanciullesca che la caratterizzava era scomparsa.

Quella che aveva davanti era la figura di una donna sui vent’anni, non la diciottenne che era!

-          La pozione ha innescato e accelerato il suo processo di crescita – spiegò la Chips – al momento dovrebbe avere… sì, pressappoco ventidue anni

-          Sono cresciuta di quattro anni? – domandò incredula

-          Credo, anche se il calcolo è piuttosto approssimato… ah, e non si preoccupi per la camicia, non è ingrassata tanto, solo che credo abbia acquistato una taglia – e le indicò il seno – quindi non riuscivo a farle entrare una L…

La studentessa arrossì chinando gli occhi e guardandosi il petto, adesso capiva perché la biancheria le sembrava così stretta… e anche i dolori alle braccia…

Riguardò l’infermiera e annuì.

-          Stia su col morale, signorina Granger – le disse sorridendo l’altra donna – c’è chi sta peggio

E avvicinandosi al letto di fronte, tirò tutto d’un colpo la tenda scoprendo il materasso.

Un bambino di una decina d’anni stava seduto sulla sponda con il braccio sinistro appoggiato alla griglia dove erano fissate le cartelle, aveva i capelli biondissimi e gli occhi argentei la stavano fissando in maniera per niente amichevole mentre dondolava infantilmente le gambe che non arrivavano al pavimento

-          Se provi a ridere ti ammazzo – furono le parole pronunciate mentre scrutava con sguardo omicida la Chips che si lasciò sfuggire un sorrisetto.

Hermione però non rise, anzi, guardò per un po’ il grosso fiocco bianco che il bambino portava legato sotto il mento e si soffermò sul colore chiarissimo dei capelli

-          Tu sei Draco Malfoy? – chiese, quasi non credesse ai suoi occhi

-          E tu sei la McGranitt, ovvio che sono io. – la rimbrottò il bambino e quelle parole dure e un po’ scazzate facevano uno strano effetto pronunciate da una persona così giovane, ma soprattutto, quello che rendeva strana la cosa era lo sguardo truce e minaccioso con il quale la stava squadrando da capo a piedi, soffermandosi brevemente sulla curva del seno

-          Con l’età migliori – le disse alzando un sopracciglio

Ma a lei mancavano davvero le parole per riuscire a replicare ad una persona del genere.

Le ricordava molto il Draco Malfoy che aveva incontrato quando era entrata a scuola a undici anni, e, rifletté, se doveva averne dieci non erano molto distanti da allora.

 

Guardò ancora Malfoy che la fissava in cagnesco, lo stesso sguardo che conosceva e che le rivolgeva ogni volta che si incontravano.

Le scappò un risolino e lui sbuffò seccato spostando gli occhi grigi fuori della finestra lì affianco.

La Chips tornò portando altri vasetti e barattoli da depositare nell’armadietto dove stava frugando fino a poco prima, su una delle etichette la ragazza riconobbe il famoso e quantomai schifoso OSSOFAST. In realtà lei non sapeva che gusto avesse, ma anche solo a leggere la lista degli ingredienti si poteva percepire un sapore per niente buono.

Ricordò quando quelle maledette serpi le avevano fatto crescere a dismisura i denti incisivi rendendola decisamente simile ad un castoro più che a una ragazza e Piton aveva detto quella cosa orribile: “Non noto nessuna differenza”; accidenti a lui, maledetto professore, gli avrebbe morsicato una mano in quel momento e gli sarebbe stato bene se gliel’avesse staccata!

Ok, non provava un viscerale, carnale e segreto amore per il suo prof di pozioni, ma quello non era un mistero per nessuno visto che qualunque studente di Hogwarts avrebbe voluto fargli la pelle in almeno un’occasione, la metodologia più sognata era quella di affogarlo in una delle sue puzzolentissime pozioni, quella marroncina, che oltre al colore aveva anche un odore piuttosto equivoco, era la più gettonata.

Guardò di nuovo Malferret

-          Dovreste cercare di riposare – disse la Chips rovistando nei pensili

Draco emise un suono sprezzante che lasciava sottintendere tutto quello che si poteva replicare in una situazione come la sua ad una affermazione del genere

-          Molto bene – intervenne offesa l’infermiera – può sempre fare conversazione con la signorina Granger

Hermione gli lanciò uno sguardo e gli lesse sulle labbra la frase “neanche morto”

-          Sempre che lei, invece, non voglia riposarsi un poco prima di domattina… - aggiunse con un sorriso benigno verso la grifondoro

-          Domattina? – domandò la mezzosangue

-          Dovrete parlare con i professori – le fece notare la medimaga – stanno svolgendo delle indagini sull’accaduto e occorre la vostra testimonianza

-          Capisco – annuì la caposcuola

-          Pare che non si sappia ancora chi abbia messo l’ordigno – continuò l’altra. Inoltre, viste le condizioni in cui vi trovate, non credo che potrete andare in giro per la scuola così conciati – e fece un altro risolino mentre la studentessa si guardava preoccupata nello specchio che le aveva lasciato.

Vedendo che nessuno dei due parlava più, con un’alzata di spalle la donna se ne tornò ai suoi malati nell’altra corsia.

Draco ed Hermione si guardarono ancora una volta, stupiti dal cambiamento che li aveva colpiti, e poi si voltarono dall’altra parte, ognuno perso nei meandri dei propri pensieri

-          Chi credi che sia stato? – domandò infine alla serpe

-          Cosa vuoi che ne sappia? – borbottò contrariato lui aggiustandosi il vestito che non era abituato a portare

-          Dove hanno preso quell’abito? – chiese ancora indicando i pantaloni neri, la camicia bianca e la giacchetta scura fermata con un vistoso fiocco candido

-          In qualche baule nascosto in soffitta a giudicare da come puzza di naftalina – rispose lui infilando un dito nel nodo e allentandolo prima di morire strangolato

Lei lo studiò e sorrise, questa volta con più dolcezza: se si fosse potuto fare qualcosa per il suo orribile modo di parlare, sarebbe davvero sembrato un bambino dallo sguardo vispo e l’aria intelligente; peccato solo per quel ghigno sprezzante che gli compariva sempre sulle labbra: il segno identificativo di ogni Malfoy.

 

Draco guardò il paesaggio fuori delle finestre, mancavano due settimane scarse a natale e il panorama era già coperto di neve bianca e candida.

Gli piaceva l’inverno perché c’era silenzio, niente grida né schiamazzi, tutto sembrava tranquillo e ovattati, non si distinguevano rumori stridenti e i movimenti erano lenti, i colori morbidi.

 

Hermione seguì lo sguardo dello Slytherin fuori della finestra e ammirò a sua volta il prato innevato che circondava la scuola e riconobbe le acque agitate del Lago Nero mosse dalla brezza notturna. Era così bella quella stagione… mentre fuori faceva freddo si poteva rimanere in casa a leggere un bel libro davanti al caminetto con i piedi al caldo, si poteva ascoltare il crepitio del fuoco, sentire l’odore di resina proveniente dai ciocchi che stavano bruciando; le piaceva prestare attenzione al rumore appena percettibile delle coperte che sfregavano, ma la cosa più bella era senz’altro ascoltare il silenzio della neve che cade.

Quando era a scuola e fuori cominciava a nevicare, le piaceva sedersi su una delle panchine di pietra del giardino e rimanere lì mentre il manto bianco la ricopriva, ascoltando la natura che si era fatta silenziosa.

Harry e Ron non approvavano quel suo comportamento, ma da buoni amici, non si erano mai opposti dicendo che era stupido o infantile e l’avevano lasciata fare.

A Londra non poteva farlo, il rumore della metropoli era continuo, incessante, persistente e fastidioso. La neve che scendeva era sporca, piena di sostanze tossiche e fumi nocivi, non si fermava a lungo per strada e il più delle volte formava una poltiglia scura e scivolosa sull’asfalto, niente di paragonabile alla distesa candida che si vedeva da quella finestra.

 

Ricordò una cosa: due anni prima, qualche giorno prima di partire per ritornare a casa per le vacanze, era uscita come suo solito a veder nevicare e quando era arrivata nel piccolo chiostro interno della scuola, dove spesso si rintanava, si era accorta di non essere sola, un’altra persona se ne stava lì fuori a prendere la neve, senza dire una parola, con la fronte china sulle ginocchia, il cappuccio della divisa calcato sulla testa e il tutto coperto dal paltò scuro dell’uniforme. Non aveva mai saputo chi fosse, però erano rimasti lì tutti e due per più di un’ora senza dire una parola, timorosi di rompere quel silenzio pacifico ed eterno che c’era intorno a loro.

Lei poi si era alzata dovendo tornare a sistemare i bagagli e quando, trascorsa un’altra ora, era ritornava, quella persona non c’era più.

Sorrise tra se al rammentare quell’incontro strano

 

-          Malfoy – chiese poi d’improvviso – perché, se io sono cresciuta di quattro anni, tu sei rimpicciolito di otto?

Lui la studiò un istante distogliendo lo sguardo dalla contemplazione del paesaggio, alzò un sopracciglio e la guardò

-          Dovrei saperlo? – domandò

-          Beh, l’esperto di pozioni sei tu – gli rispose con un’alzata di spalle

-          Ma la signorina So-Tutto-Io-Granger sei te – ribatté ghignando, lei lo fulminò con lo sguardo

-          Persi che troveranno una soluzione?

-          Spero che lo facciano in fretta – disse freddo e arrabbiato – girare conciato come un moccioso non è proprio la mia massima aspirazione

-          Chissà chi è stato…

-          Qualche squilibrato… hai per caso degli ammiratori segreti, Granger? – le domandò

-          Con tutta la gente che vuole ammazzare te… - lo rimbrottò – ogni persona che ti ha conosciuto, credo…

-          Ma che dici, è Potty l’unico destinatario di ogni minaccia di morte nell’arco di chilometri

Come dargli torto… con la posta del mattino i gufi portavano anche un carico abbondante di pazzi che minacciavano Harry di morte nelle maniere più strampalate

-          Non parlare male di Harry – lo ammonì, anche se era la verità

-          Perché, neghi? – le chiese sarcastico. Ovviamente non poteva dirgli che aveva ragione era una questione di principio, nessun grifone poteva permettersi di dare ragione ad una serpe, soprattutto se questa era nientemeno che Draco Malfoy e non contava nulla che fosse in versione bambino o aristocratico Principe degli Slytherin.

-          Non è che sei geloso di tutta l’attenzione che riversano su Harry? – gli domandò, la vecchia tattica del “pungilo sul vivo” poteva funzionare per uno orgoglioso come Malferret

-          Le attenzioni di cui ho bisogno, stai tranquilla, le ho già – le rispose calmo e lei avvampò sapendo perfettamente a che genere di cose si stesse riferendo, non era segreto per nessuno che Malfoy avesse ragazze che gli uscivano dalle maniche, le cambiava come si faceva con i calzini e in sette anni che era a scuola non aveva ancora sentito che si fosse trovato stabilmente una fidanzata. Pansy Parkinson era la sua favorita, ma non la sua ragazza. NESSUNA era la sua ragazza, anche se tutte erano sue amanti.

Beh, tutte per modo di dire perché lei non si era neppure mai avvicinata alla camera da letto di quella sottospecie di furetto, tantomeno aveva coltivato pensieri indecenti su una loro possibile relazione, quindi, tutte per modo di dire, la maggioranza, insomma.

Fece per dire ancora qualcosa quando lui la bloccò con un’occhiata

-          Cazzo quanto parli, Granger – le disse annoiato – stai un po’ zitta e fai un favore all’umanità, adesso capisco perché Weasel sembra completamente rincitrullito!

Hermione, irritata, incrociò le braccia sul petto

-          Se non ti offendi, io vado a dormire – disse cominciando a rimestare tra le coperte

-          Dovrebbe importarmene? – domandò lui

-          No

-          E se ti dicessi che mi offendo? – la provocò ghignando

-          Me ne fregherei – detto questo, si coricò e spense l’abat-jour sul comodino rigirandosi sotto il piumone.

Malfoy la guardò ancora un attimo prima che scomparisse nella completa oscurità della stanza, distolse l’attenzione e tornò ai prati innevati… l’immagine di quello vicino a Malfoy Manor, cosparso di sangue, rosso come il fuoco, brillante sulla neve candida, si fece prepotentemente strada nella sua mente. Decidendo che non era il caso di disseppellire quel ricordo straziante, alzò con un gesto convulso le lenzuola e si gettò a sua volta a dormire.

Lanciò un’occhiata alla mezzosangue che riposava con un’espressione corrucciata sulla faccia, imprecò a denti stretti e si addormentò.

 

*          *          *

 

-          In piedi, dormiglioni! – li svegliò Madama Chips entrando nella corsia e sbattendo un cucchiaio contro un piatto

Hermione si stropicciò gli occhi, le pareva di essere andata a dormire da non più di due ore e invece… adocchiò l’orologio dell’infermiera che segnava le otto e venti del mattino

-          Forza e coraggio! – urlò ancora – Silente e i professori vi vogliono in presidenza prima delle nove!

-          Ma non c’è lezione a quell’ora? – mugugnò lei sedendosi

-          Sono state posticipate di un paio di ore ufficialmente per le indagini sull’accaduto – le spiegò la medimaga appoggiando sulle coperte bianche una pila di vestiti – questi te li manda la professoressa McGranitt – aggiunse – ha detto di modificarli pure per farli della tua misura

Hermione annuì, poi lanciò un’occhiata al tessuto scozzese disposto ordinatamente

-          Ma che fortuna – la canzonò Malfoy dal letto di fronte scostando le lenzuola

-          Taci, Furetto, non farmi arrabbiare già di prima mattina – borbottò

-          Abbiamo la luna storta, eh mezzosangue? – le chiese

-          Smettetela di beccarvi come due galline – li riprese invece la Chips – signorina Granger, tiri la tenda e si cambi in modo da essere presentabile. Signor Malfoy, meno ciance, oh Cielo, ma è andato a dormire con i vestiti!

-          Con cosa dovevo dormire? – le chiese come se fosse ovvio

-          Ma poteva almeno togliersi la blusa! – disse scuotendo la testa la donna

-          Fa freddo in questo posto diroccato – protestò lui – ci sono spifferi in ogni finestra e mi dite di levarmi la giacca?!

-          Non si permetta di parlar male della mia infermeria! – sbuffò

Cominciava a capire perché la Granger e quella serpe fossero sempre a litigare, accidenti, riusciva a far saltare i nervi perfino a lei che era stata una paziente Tassorosso!

 

Quando la tenda bianca si scostò, Hermione Granger vestita come la prof McGranitt fece il suo ingresso trionfale strappando un risolino all’infermiera e uno sguardo compassionevole dalla serpe.

Sbuffò sistemandosi il collettino e si sentì conciata come una donnina dell’Ottocento, accipicchia, le gonne così lunghe erano terribilmente fastidiose…

-          Bene, adesso siete pronti per andare – annuì la loro ospite che, sospingendoli oltre la soglia, si affrettò a chiudere dietro di loro l’uscio.

-          Venite, vi faccio strada – disse invece la vicepreside che li aspettava fuori dall’infermeria e si diresse verso il piano dove era situato l’ufficio del preside.

La parola d’ordine di quell’anno, bavarese alle fragole, non segnava certo un passo in avanti rispetto a quelle degli anni passati come “frappè” ecc.

La scala a chiocciola nascosta dietro la colonna comparve dal nulla mentre la figura lignea della fenice che indicava l’ingresso ruotava su se stessa per portarli al livello dell’ufficio dove Piton li stava aspettando.

-          Venite miei cari, sedetevi – aggiunse il preside quando loro comparvero sulla soglia e la prof di Trasfigurazione li abbandonò per prendere il suo posto alla destra di Silente

I due adocchiarono le poltroncine e si accomodarono trovandosi fin troppo sulle spine.

-          Avrei preferito avere tutti gli insegnanti con me – cominciò con un sospiro il rettore – ma sfortunatamente, a causa di una serie di imprevisti, sono costretto a parlarvi solamente insieme ai miei fidati collaboratori il professor Piton e la professoressa McGranitt.

I due passarono lo sguardo prima a uno e poi all’altro che li stavano fissando molto seriamente prendendo atto dei cambiamenti avvenuti in ciascuno dei due.

-          Dunque ragazzi – incominciò tranquillo con un colpo di tosse – che cosa è accaduto?

Draco ed Hermione si scambiarono uno sguardo, poi, prendendo un bel respiro, lei decise di vuotare il sacco

-          Eravamo andati al club di giornalismo per far smentire la notizia pubblicata in prima pagina – iniziò – solo che Canon ci aveva informati del fatto che per le smentite era necessario il consenso della vicepreside – e indicò brevemente la McGranitt che annuì

-          Come responsabile degli studenti – confermò la donna sistemandosi gli occhialini rettangolari sul naso

-          Infatti. Allora siamo usciti tutti e tre nel corridoio per andare a parlarle e poter avere la sua approvazione per la cosa, Colin è rimasto un po’ indietro – ammise arrossendo e sorvolando ampiamente sul fatto che lei e Malfoy stavano litigando e che camminavano ad una velocità paragonabile a quella delle macchine di formula uno – e mentre percorrevamo il corridoio siamo stati improvvisamente colpiti dall’esplosione. Io non ricordo altro.

-          Signor Malfoy – disse Piton all’indirizzo del suo pupillo – lei ricorda altro a proposito?

-          Solo un suono piuttosto strano che ho sentito prima dello scoppio – disse – come di un vetro che s’infrange…

Una penna prendiappunti sulla scrivania si stava muovendo rapidamente su una pergamena, segno che riportava ciò che loro dicevano.

-          Che ne è stato di Colin? – chiese la Caposcuola piuttosto preoccupata ai professori

-          Il signor Canon sta bene – confermò il preside – è rimasto praticamente illeso e non ha riportato nessuno dei sintomi da voi riscontrati

-          Intende dire che non è cresciuto come noi?

-          No, è rimasto un normalissimo studente della sua età

-          E a noi che è successo? – domandò ancora

I tre adulti si scambiarono uno sguardo preoccupato

-          Stando alle ricerche svolte dal professor Piton, - disse con voce grave Silente – l’esplosione che vi ha colpito sarebbe stata innescata da una detonazione, ma per questi dettagli vi lasciò alle parole del professore

-          Ehm, sì – incominciò Severus Piton – se le mie indagini non sono errate, la pozione dovrebbe essere stata una Restringi Crescita, se non che ho riscontrato nel dosaggio delle gocce rinvenute alcune imprecisioni che le hanno fatto assumere la forma che vi ha reso così

-          E quale sarebbe? – domandò Malfoy

-          La presenza di più di una persona e und dosaggio approssimativo hanno avuto effetti collaterale annullando la crescita di uno e amplificando quella dell’altro

-          Questo però significherebbe che la pozione era stata preparata per una sola persona, insomma, era qualcosa di intenzionale – chiese la McGranitt preoccupata

-          Sì – disse freddo Piton

-          Tuttavia la signorina Granger si trovava con lui e l’imprecisione della pozione stessa ha contribuito alla creazione di questo pasticcio

-          Sì, proprio – annuì

-          Ed esiste una cura? – gli chiese ancora la vicepreside, l’altro scosse la testa

-          Esistono pozioni più efficaci per modificare la propria età, ma nessuna è eterna, a parte quella preparata con l’Elisir di Lunga Vita

-          Quello estratto dalla Pietra Filosofale? – intervenne Hermione beccandosi un’occhiataccia dal prof di Pozioni

-          Sì. Però la Pietra è stata distrutta e quindi l’effetto anche della vostra, piuttosto semplice, a dire la verità, si esaurirà in un tempo abbastanza breve

-          Un paio di giorni? – chiese speranzosa la prof di Trasfigurazione

-          No, per “tempo limitato” intendo dalle due settimane al mese e mezzo…

-          Un mese e mezzo?! – esclamò sconcertata

-          Non c’è niente di che preoccuparti, Minerva – la calmò il preside facendole pat-pat sulla mano

-          Ma… ma… i ragazzi… la scuola, le lezioni…! – protestò agitatissima la ex grifondoro

-          Dovranno saltare tutto questo e visto che non possono rimanere a scuola in questo stato, ho pensato di premiarli per il loro lavoro svolto fin’ora, entrambi hanno conseguito ottimi risultati scolastici, e anticipare l’inizio delle vacanze natalizie

-          Ma mancano ancora quasi due settimane al Natale! – s’infervorò la donna – eppoi bisogna fornire una spiegazione agli altri allievi

-          Troveremo una soluzione – le sorrise paterno il preside

-          Avete già pensato per il luogo dove staranno? – chiese circospetto Piton

-          Non possiamo separarli e ci troviamo nella condizione di doverli e poterli contattare in ogni momento e lo stesso devono poter fare loro con noi, quindi pensavo di assegnare loro l’attico a Londra di Raymond

-          Ma è un posto babbano – protestò la McGranitt

-          Appunto per questo – le sorrise il vecchio mago – daranno meno nell’occhio… creeremo una copertura. Nessuno baderà a due ragazzi come loro nella grande Londra

-          Sono molto preoccupata – disse franca la prof

-          Abbiamo altre scelte?

Silente la guardò negli occhi a lungo e alla fine Minerva fu costretta ad abbassare il proprio sguardo ed annuire.

Peccato che l’insegnante non fosse la persona più sconcertata della stanza: Piton era a dir poco esterrefatto dalla decisione presa mentre Draco ed Hermione erano seduti rigidi sulle sedie, la schiena dritta, per niente concordi con la scelta fatta per loro

-          Non vi sembra un poco avventato? – s’intromise Severus nella conversazione tra preside e vicepreside – soprattutto con l’equivoca posizione della famiglia Malfoy…

Hermione lanciò un’occhiata alla serpe, dovevano riferirsi al fatto che fossero dei mangiamorte e che di certo non avrebbero approvato l’idea di mandarlo a vivere assieme ad una lurida mezzosangue come lei. Che volessero assassinarla per questo?

Lui la guardò in cagnesco e lei si affrettò a riportare i propri occhi concentrati sulle mani strette in grembo: accipicchia, aveva le sembianze di un bambino e riusciva a farla sentire così stupida e insignificante…

-          Confidiamo che sia la scelta migliore – rispose calmo Silente con la sua solita tranquillità

-          Spero che ci voglia davvero così poco per ritornare normali – disse un po’ seccato Draco dondolando le gambe dalla sedia

-          Lo speriamo anche noi – annuì l’ex professore – adesso andate a fare i bagagli… ah no, aspettate! – si ricordò d’improvviso

I due che erano già in piedi tornarono di fronte alla cattedra

-          Effettivamente ci sarebbe ancora un piccolo dettaglio – s’intromise la vicepreside – mandandovi solo lontano dalla scuola prima del termine delle lezioni noi staremmo contravvenendo ad una regola ferrea che ha messo il Ministero circa gli accompagnatori degli studenti, però abbiamo deciso che, se nessuno venisse a sapere della cosa, non ci sarebbero problemi

Che cosa stava dicendo la prof? Pensò Hermione, che la Scuola stava volutamente disubbidendo alle ferree regole sottoscritte dal Ministero a causa di questo periodo di terrore?

No, non poteva crederci, era assurdo!

-          Abbiamo comunque pensato che, se non possiamo venire con voi per prenderci cura – sottolineò il preside – sarebbe stato corretto farvi rimanere insieme. Il professor Vitius ha preparato appositamente un incantesimo in modo che non possiate separarvi

Malfoy sgranò gli occhi, Hermione emise un gemito disperato: avrebbe preferite vivere tre settimane con Piton piuttosto che con Malfoy!

Cos’era, la stavano punendo perché non aveva fatto bene il suo lavoro? No perché in quel caso avrebbero potuto trovare un metodo un po’ meno sadico…

La donna tornò nell’ufficio reggendo una scatola bordeaux e quando l’aprì i due ragazzi videro all’interno due bracciali d’oro legati da una catena sottilissima dello stesso materiale, visibile solo in controluce come il filo da pesca.

Piton ne porse uno al suo protetto e lo fisso intorno al polso fattosi improvvisamente sottile, la McGranitt, invece, si occupò di assicurare quello della sua studentessa.

-          Ciò vi terrà al massimo alla distanza di tre metri l’uno dall’altra

-          Mi sembra una distanza un po’ corta – s’intromise acido il biondo – con le possibilità che ci avete dato confidavo di poter almeno scappare di casa… - Silente sorrise

-          Ci spiace, ma queste sono le disposizioni – annuì

-          Se te ne fossi andato di casa mi avresti fatto un enorme favore, ma sarei finita nei pasticci io! – sottolineò la riccia, per niente contenta di quello che aveva detto

-          Non me ne sarebbe importato niente – disse lui – è già difficile sopportarti così, figuriamoci a tre metri tutto il tempo!

I tre professori si scambiarono uno sguardo preoccupato, più che certi che quei due avrebbero preferito affrontare la curiosità dei compagni e rimanersene a scuola gettando nel panico i genitori piuttosto che accettare spontaneamente quella decisione che gli avevano imposto, la prof sospirò mesta: le sembrava il più grande errore della sua carriera d’insegnante approvare quella cosa, ma aveva giurato di fidarsi di Albus Silente e così stava facendo.

-          Signorina Granger, vada pure a fare i bagagli – le disse dolcemente il preside – avrete tutto il tempo di continuare la vostra conversazione più tardi quando lascerete la scuola

-          Non mi dica che devo andare con lei in quella Torre Grifondoro! – sbottò Malferret scazzato e per niente incline a doverci andare

-          L’incantesimo avrà effetto quando lascerete Hogwarts – si premurò di aggiungere Silente – professoressa McGranitt, accompagnate la vostra studentessa, a quest’ora non dovrebbe esserci nessuno in giro, ma nel caso sapete cosa fare – l’altra annuì – signor Malfoy, lei dovrebbe rimanere un attimo – e indicò di nuovo la poltrona che il ragazzo-bambino si affrettò ad occupare nuovamente appoggiando svogliato a testa bionda alla mano sul bracciolo.

La porta di legno massiccio si chiuse dietro le spalle delle due donne, dopodiché il preside tornò a concentrare tutta la sua attenzione al biondo

-          Ci sarebbe ancora una cosa da dirle, al proposito – incominciò

-          La pozione era per me, vero? – lo anticipò lo studente della Casa di Salazar

-          Quei tipi astuti e affatto babbei” recitò il rettore ricordando la filastrocca che il Cappello Parlante aveva inventato appositamente per l’ingresso di Harry, Ronald, Hermione, Draco, Blaise… e tutti gli altri al loro primo anno. – Sì signor Malfoy, la bomba era per lei, tutta e assolutamente per lei

-          Chissà perché ma non me ne stupisco – borbottò lo Slytherin

-          Evidentemente qualcuno pensava che non sarebbe uscito dal dormitorio prima dell’ora in cui è scoppiata… - li interruppe Piton e Malfoy riflettè che, dal corridoio dove si era sprigionata l’esplosione, si diramavano le quattro scale che conducevano ai dormitori delle varie Case – probabilmente – aggiunse il prof – l’effetto un po’ particolare che l’incantesimo ha avuto su di lei e sulla signorina Granger  - fece una pausa alzando gli occhi al cielo – è dovuto anche alla lontananza che avevate dal luogo dell’esplosione, ciò che vi ha colpito è stato solo lo schianto e la fiammata, ma non l’esplosione in sé, non siete stati bagnati dal liquido preparato

-          È curioso che qualcuno prepari una pozione per farmi tornare bambino, con tutte le minacce di morte che girano mi aspettavo qualcosa di più sostanzioso

-          Tenga conto del fatto che, se le cose fossero andate secondo il piano, probabilmente lei sarebbe ridotto ad un neonato, anche se la pozione era piuttosto imprecisa…

-          Da un lato – ammise il preside – dobbiamo ringraziare la signorina Granger che si è assunta parte dell’incantesimo, seppur involontariamente, salvandolo da un destino decisamente inglorioso

-          Sarebbe stato un facile bersaglio se fossero riusciti a trasformarlo in un neonato

-          D’accordo, sono stato fortunato – ammise a malincuore lui per niente incline a ringraziare la mezzosangue

-          Molto.

-          I miei genitori? – chiese poi

I due professori si cambiarono uno sguardo, poi scossero la testa rassegnati in sincrono, lui pronunciò una parolaccia a fior di labbra.

Guardò le facce chine dei due, piuttosto assorti e decise che il colloquio poteva dirsi terminato. Si alzò in piedi

-          Signor Malfoy – disse Silente prima che lui potesse muovere un passo dal sedile, Draco si voltò verso l’uomo anziano che era forse il più grande mago ancora vivente, circolavano voci che fosse un discendente di Merlino in persona, anche se erano per lo più fandonie e lui aveva fatto di tutto per smentirle – si prenda cura della signorina Granger – aggiunse serissimo guardandolo con due occhi azzurri come zaffiri

-          Mi sta chiedendo l’impossibile – rispose un po’ sardonico – quella ragazza ha la stessa tara mentale di Potter di andare a farsi ammazzare prima dei vent’anni

Piton sorrise senza farsi vedere.

-          Adesso ne ha ventidue – lo corresse il mago, l’altro sbuffò

-          Continuo a sostenere che i guai quella se li vada a cercare – ma poi, notando l’occhiata che il preside gli lanciò, sospirò drammaticamente e annuì – farò quel che posso, ma non fatemene una colpa, conciato come sono è già tanto che non mi suicido…

E senza voltarsi più indietro uscì dallo studio.

-          Pensate sia saggio mandarli a Londra? Loro due? Sono solo due studenti! – protestò Piton

-          Avremo tutto il tempo di pentircene – gli sorride il vecchio mago – ma se posso dire una cosa – aggiunse – è che non li ammazzeranno tanto facilmente, oh no! Se ciò dovesse accadere – e sorrise – si saranno ammazzati tra di loro… non so se hai notato che non vanno troppo d’accordo

-          Tristemente – annuì l’insegnante di Pozioni

-          Ebbene, non riusciranno mai a ucciderli, il loro orgoglio bruciante non lo permetterà! Sono troppo fieri e orgogliosi per lasciarsi vincere facilmente… proprio come due veri Grifondoro e Serpeverde

-          Non sono sicuro che questo orgoglio bruciante li porterà sulla strada della salvezza

-          Parli come un prete, Severus – lo canzonò un poco il preside

-          Non nego di essere molto preoccupato, qui c’è in piedi una faccenda ben più grande di una marachella… LORO vogliono voi, professore…

-          Sono vecchio – ammise – forse è davvero giunta la mia ora

-          Non sia così avventato, non è una cosa da prendere sottogamba! I mangiamorte li cercheranno, faranno di tutto per arrivare a Lucius e Narcissa e…

-          Non nomini quel nome! – gli intimò severo l’anziano preside – non lo faccia.

-          Non lo farò

-          Abbi fede, Severus, nessuno ha una vita completamente in discesa, io posso solo ringraziare che la mia sia sempre stata in pianura, forse è giunto il momento di affrontare qualche salita…

-          Se parliamo per metafore, io questa la chiamo una scalinata giapponese – sottolineò l’uomo

-          I due ragazzi mi daranno una mano, se necessario, ho molta fiducia in loro

-          Forse troppa – punteggiò il professore, l’altro gli sorrise

-          Abbi fede, Severus, so che andrà tutto bene.

Piton annuì, dopodiché si ritirò lasciando il rettore da solo assieme a tutti i suoi quadri dei presidi che l’avevano preceduto.

Erano tutti ammutoliti, ma era naturale, non era una situazione tanto facile.

E la sua gravità si esprimeva anche in base al fatto che Silente non ne avesse parlato in giro, anzi, non l’aveva fatto neppure con quei due che, ormai, erano coinvolti loro malgrado.

 

*          *          *

 

Spazio autrice: e finalmente siamo al secondo capitolo… e… la mia prof di mate mi deve di nuovo interrogare. Probabilmente la odierete più voi che io, ma non me ne dispiaccio… spero che vada bene…

Questo capitolo spiega un po’ di cose e si scopre finalmente che è accaduto a quei poveracci… io spero che vi sia piaciuto e vi saluto qui, non ho molto da dire, il cappy mi sembra piuttosto lineare e comprensibile… è strano, dopo 30 capitoli, scrivere ancora che sono al secondo… ah, come cambiano le cose…

Va bene, taglio e vado a studiare mate e statistica, ditemi che ne pensate della fic, ciao!

Nyssa

 

herm83: sono felice che tu abbia cominciato a recensire e molto orgogliosa del fatto che tu abbia seguito le Relazioni… so che un po’ di somiglianze ci sono, purtroppo ho dei modi di dire di cui non riesco a liberarmi, ma mi auguro comunque di riuscire a distinguerle, non ho intenzione di creare un doppione della precedente fic!

Spero che la storia continui su una linea che ti piace, ciao e spero di vedere presto la tua nuova recensione!

Nyssa

 

Tye: personalmente, non mi piacciono molto i personaggi nei quali non mi ritrovo ed Hermione è uno di quelli che, nelle mie fic, ha molto del mio carattere o dei miei modi di fare, quindi un po’ deve somigliarmi e certo non posso dire di essere una modella. Eppoi, quando ho letto per la prima volta Harry Potter, non l’ho vista come una stanga di due metri con misure da fotomodella, credo che con i film la cosa si sia un po’ persa, ma la vecchia Herm è un personaggio piuttosto ordinario come aspetto… sono felice comunque che il modo in cui l’ho presentata ti sia piaciuto ^^

Spero che il proseguimento e questo secondo cappy ti piacciano, aspetto di sapere, ciao! Nyssa

 

joker666: effettivamente è brutto leggere qualcosa e scoprire che non c’è ancora una fine, ne so qualcosa, anche a me capita ogni tanto… cmq io ho pubblicato solo una shot, quindi non può sbagliarti, io spero comunque che l’inizio ti sia piaciuto e che sia lo stesso anche per questo aggiornamento, ciao!

 

Shavanna: eh già, sono proprio tornata, grazie del benvenuto! Effettivamente Hogwarts è un posto un po’ caotico, ma tranquilla, in questo capitolo si scopre che cosa è capitato a lei, ma soprattutto a Malfoy… spero che i miei nuovi personaggi non assomiglino troppo a quelli precedenti, cmq mi auguro che ti piaccia anche questa nuova fic e ti ringrazio per aver letto e recensito ogni capitolo fin’ora! Aspetto a tua prossima recensione, ciao! Nyssa

 

AuraD: se non si fosse notato, ho una certa predilezione per un rapporto non tutto latte e miele, quindi per il momento quei due passano ancora il tempo a beccarsi come galline, ma prima o poi succederà qualcosa, ehehehe, il problema è decidere quando… concordo pienamente, i giornalisti della scuola (e questo di qualsiasi scuola) sono dei ficcanaso e fanno un sacco di casini, Lavanda invece, in questa fic, poveretta, è solo molto stupida…

Bene, ecco qui l’inaspettato risultato dell’esplosione, grazie al Cielo niente scambio di personalità, ma… una bella crescita istantanea… io spero ti piaccia il nuovo cappy, aspetto di sapere, ciao! Nyssa

 

 

 

   
 
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