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Autore: xingchan    26/06/2013    5 recensioni
"Prendendolo fra le mani, Roy vide che era un libro di poesie. Oltre a Riza, lì dentro nessuno si sarebbe mai sognato di leggerlo. Ma per ovvie ragioni, l'allievo non riusciva a capacitarsi che la lettrice di quella roba fosse proprio Riza Hawkeye.
Non era da lei perdere il suo tempo a correre dietro a dei romanticoni vissuti secoli addietro, ma forse non la conosceva così a fondo da affermarlo con certezza."
Genere: Introspettivo, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Per la regina della mia scacchiera


La pioggia scrosciante gli aveva tamburellato nelle orecchie per diverso tempo prima che si rendesse conto che quel giorno non ci sarebbe stata nessuna lezione da parte del suo maestro.

Le sue disastrose condizioni di salute degeneravano ogni giorno di più, costringendolo a letto anche in mattinata inoltrata; e non era raro che durante quelle soste forzate dai suoi studi alchemici, Roy si sentisse del tutto inutile in quella casa. A peggiorare il suo umore contribuiva quel senso di colpa spuntato da chissà dove che gli rimbombava nel cervello imponendogli di cambiare la situazione in cui erano sprofondate quelle persone, le uniche che aveva oltre alla sua madre adottiva.

Certo, non era il classico tipo lascivo che fa di tutto pur di rimanere lontano dai libri sui quali si sta preparando per l'esame per diventare Alchimista di Stato. Ma dopo ore passate in completa solitudine a riordinare le idee e a rimurginare sul metodo per non avere sempre quello stato d'animo per niente allegro, immerso in un capitolo estremamente difficile, anche uno come lui aveva bisogno di staccare la spina per un po', cercando di dedicarsi ad altro. E per dimenticare, anche solo per un secondo, tutti i suoi problemi, quelli del suo insegnante e di sua figlia.

Con una lettura diversa da quelle che normalmente intraprendeva, ad esempio.

Perchè oltre ad aspettare pazientemente la senilità con il naso letteralmente ficcato nei suoi grossi tomi scientifici, non c'era nulla lì dentro con cui il ragazzo poteva trascorrere del tempo senza incappare in qualche libro di storia o di alchimia.

Così, optò per il passatempo preferito della sua infanzia. Era consapevole che era un atteggiamento infantile quello di esplorare la villetta degli Hawkeye senza chiedere un qualsivoglia permesso, ma il suo istinto in quell'attimo gli domandava espressamente di eseguire quell'assurda idea da tredicenne.

Ora che ci pensava, fino a quel momento non ebbe mai l'occasione di inoltrarsi in quella vecchia abitazione che sconfinava nel genere di una di quelle nei film dell'orrore. Era sempre rimasto all'interno delle stanze abitabili; anzi, a dire il vero, non aveva mai nemmeno messo piede nello scantinato.

Una consapevolezza che lo spinse a perlustrare quel piccolo angolo ancora inesplorato da lui. Perchè sapeva che Riza, nei noiosi pomeriggi in cui era impossibilitata ad uscire, usava rinatanarsi in quella cameretta sotterranea anche per pochi minuti. Cosa ci andasse a fare, Roy non ne aveva la minima idea. Vedeva solo che vi sgattaiolava furtivamente con un quadernetto od un notes, a seconda, per poi ritornare con lo stesso materiale con cui era scesa.

Non le aveva mai chiesto cosa ci fosse lì dentro di così interessante, per non intaccare la sua privacy, ma aveva una di quelle curiosità matte che riemergono quando meno se lo aspettava, cogliendolo il più delle volte durante la manipolazione dell'alchimia.

Gli scalini eccessivamente stretti quasi lo fecero cadere, cosa che lo costrinse ad appoggiarsi alla parete con il palmo della mano per tutta la discesa. C'erano un mucchio di cose vecchie tenute però con un ordine quasi minuzioso: mobili rotti, vestiti racchiusi in scatoloni di cartone, cianfrusaglie di ogni sorta...

Un deposito in piena regola se non fosse stato per uno scaffale stracolmo di libri. Molti erano scolastici, altri invece erano dei vecchi romanzi di guerra o di avventura. Fatto sta che erano tutti provvisti di copertine dai colori spenti, e forse fu questo dettaglio a dedicare la sua attenzione ad uno provvisto di un vistoso segnalibro rosso, infilato fra le pagine verso la fine.

Prendendolo fra le mani, Roy vide che era un libro di poesie. Oltre a Riza, lì dentro nessuno si sarebbe mai sognato di leggerlo. Ma per ovvie ragioni, l'allievo non riusciva a capacitarsi che la lettrice di quella roba fosse proprio Riza Hawkeye.

Non era da lei perdere il suo tempo a correre dietro a dei romanticoni vissuti secoli addietro, ma forse non la conosceva così a fondo da affermarlo con certezza.

Lo aprì proprio dove il segnalibro suggeriva; e fra le magnifiche illustrazioni, opere di un disegnatore sicuramente poco conosciuto, c'erano versi che lo colpirono in maniera tale da fargli mancare un battito, da fargli spalancare gli occhi e da rimanere immobile a leggere tutta la pagina come calamitato.

Ce n'erano pochi in particolare che l'avevano davvero attirato quasi fossero dei fiori e lui un'ape stordita più dalla varietà dei colori che per il dolce sapore del polline.

Erano parole forti, dirette ed ardenti come il fuoco.

E, cosa più importante, erano quegli stessi pensieri che Roy covava dentro senza avere la faccia tosta di concretizzare.

Gli lesse di continuo, a ripetizione, per tentare di memorizzarli nel modo più preciso possibile, finchè non udì alcuni passi. Rimise il libro al suo posto frettolosamente, nascondendosi dietro due pile di scatole larghe almeno quanto le sue spalle.

La ragazza aveva appena finito di fare la rampa, dirigendosi a passo svelto alla vecchia libreria. Prese delicatamente alcuni libri, fra i quali quello a cui lui aveva dato una sbirciata, poggiandoli sul braccio in modo tale da sostenerne il peso senza sforzo.

La stessa immagine che ora gli si parava davanto in tutta la sua magnificenza e semplicità. La sola differenza erano quei capelli biondi e lunghi raccolti nel suo solito fermaglio scuro.

Il tenente Hawkeye aveva giustappunto varcato la soglia dell'ufficio del colonnello Mustang per ritirare alcuni suoi volumi dal mobile adibito a libreria.

La soldatessa era appena diventata l'assistente personale del Comandante Supremo.

Una grande, insopportabile frustrazione davanti alla quale nessuno dei due poteva controbattere. Quella separazione forzata li aveva resi minuscoli, incapaci di esprimere anche il più insignificante disappunto, persino di fingere di sorridere. Potevano solo abbassare il capo ed accettare quella situazione scomoda continuando a combattere e sperare che prima o poi quella storia finisse.

Mentre Riza era affaccendata a raccogliere ciò che aveva lasciato, notò un biglietto che si affacciava timidamente tra le pagine.

Senza dubbio doveva essere un messaggio cifrato del colonnello, di quelli che solevano scrivere per scambiare informazioni che sarebbe stato meglio tenere segrete. Nel mezzo di quella misera conversazione che ebbe luogo fra di loro, ella non disse nulla riguardo al foglietto, né lo tirò fuori durante le ore di servizio.

L'occasione di svelarne il contenuto si presentò solamente quando fu al sicuro, lontano da occhi indiscreti. Non voleva correre il rischio di mandare a monte tutto ciò che Roy aveva faticosamente passato sottobanco alla sua fidata guardia del corpo, mettendola al corrente di ciò che pian piano stava scoprendo.

Soprattutto ora che King Bradley aveva disperso per il paese tutta la squadra di Mustang, pensando con orgoglio di averli divisi definitivamente.

E lì, nel buio del suo appartamento, seduta su quella sedia che sembrava di pietra che alla lunga le provocava dei terribili mal di schiena, Riza sfilò il pezzetto di carta via dal libro prendendolone l'angolino con due dita.

Quel che vi lesse non aveva nulla a che fare con il delicato equilibrio vacillante di Amestris, né aveva niente di oscuro o di terribile.

Semplicemente, erano le parole di un'amante.


"Sospirami qualche parola di fuoco

sorridimi come se quelle parole mi bruciassero

stringiti a me come una che ama

o baciami e nel tuo cuore seppelliscimi."

(John Keats)


Per la regina della mia scacchiera.





NDA

Piena di evidenti rimandi a "Binario 11" da cui questa cretinata è stata ispirata, oltre che dai versi. Ora, però, Roy ha già tutto pronto! X'D Bella mossa, direi io...

Non so perchè, ma quando scrivo delle Royai preferisco soffermarmi sul periodo della loro giovinezza, prima della guerra di Ishval. Sarà perchè ci sono poche informazioni su di loro e sulla loro vita all'interno di casa Hawkeye, cosa che scatena la mia fantasia molto di più rispetto agli eventi post manga, trattati di continuo ma non per questo non bellissimi, anzi!

Sono sempre pronta ad ipotizzare tutti i gineprai che costituiscono il passato dei personaggi, soprattutto di questi due ^3^ e di Ling e Lan Fan. Spero sia piaciuta. :)



   
 
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