Figlia della Luna

Ruby si assicurò che le catene di metallo fossero ben salde sia intorno ai suoi polsi, sia intorno all'albero che sapeva di muschio. Non poteva mettere a repentaglio la vita degli abitanti di Storybrooke ancora una volta. La cella non era stata sufficiente a fermarla. Che David e Belle credessero in lei non era importante.
Appoggiò la schiena contro la corteccia umida e si accasciò. Un intenso odore di terra le invase le narici. Le rammentò come aveva corso, seppur per poco tempo, accanto ai Figli della Luna e a sua madre, controllando il lupo. Sua madre. Quando finalmente l'aveva ritrovata, dopo averla creduta morta per molti anni, l'aveva uccisa. « Hai scelto lei » le aveva detto, riferendosi a Biancaneve. Non aveva neanche fatto in tempo ad insegnarle come avere il totale controllo sull'animale.
Sentì un fruscio, e poi lo schiocco secco di un ramo spezzato. Non era necessario curarsene: chiunque fosse, era a qualche centinaio di metri da lei, ma nella foresta non l'avrebbe mai trovata. Ruby sentì i muscoli rilassarsi e distendersi. Avrebbe potuto indossare il mantello, invece di legarsi ad un albero. Ma se il mantello in futuro fosse venuto meno, la ragazza non avrebbe avuto di che preoccuparsi: sarebbe riuscita a prevalere sulla bestia. Bastava solo un po' di... allenamento.
Un pungente formicolio cominciò ad espandersi a partire dai piedi, per poi passare alle gambe, al busto, alle spalle...
Il lupo ululò. Era palesemente irritato di essere legato per le zampe brune ad un albero. Ma disfarsi di quelle ingombranti catene non fu difficile. Iniziò una corsa frenetica verso la città; man mano che si avvicinava percepiva le voci degli abitanti, il rumore dei loro passi, il battere dei loro cuori. Presto quest'ultimo suono non avrebbe più riempito le orecchie del lupo. La bestia avrebbe colto soltanto l'odore metallico del sangue che zampillava dai corpi massacrati. Ma qualcosa interruppe la sua corsa verso Storybrooke: lo schianto di un fuscello calpestato. Un altro. Sentiva le foglie secche sgretolarsi sotto i piedi degli umani. Distinse una figura in lontananza. La donna aveva puntato lo sguardo negli occhi della bestia, e non lo abbassava nemmeno per vedere dove metteva i piedi. Dapprima il suo incedere era regolare e quasi rapido, ma poi, a mano a mano che si accostava al lupo, rallentò il passo fino a fermarsi. C'erano un paio di centinaia di metri fra loro. « Ruby » sussurrò la ragazza. Sapeva perfettamente che non era necessario alzare la voce. « Ruby » ripeté, « sono io. Sono Belle ». Il lupo digrignò i denti. Ma la ragazza sembrò non farci caso. Prestando attenzione a non fare movimenti bruschi, si sedette lentamente sul suolo. La bestia la ignorò e voltò gli occhi verso la città. « So che sei tu, Ruby » disse Belle. Il suo sguardo guizzò di nuovo sulla figura seduta sul pavimento di terriccio e foglie.
Davanti ai suoi occhi apparve una ragazza, la stessa che in quel momento era lì per terra, seduta ad un tavolo con una tazza tra le mani. La scena durò solo una manciata di secondi.
Poi ritornò lo stesso scenario di prima. Il lupo scoprì i denti.
« Cappuccetto Rosso ». Quel nome rimbombò nella testa dell'animale, che si sedette. Spezzoni della sua vita – la sua vita da umana, da ragazza – passarono davanti a quegli occhi che mutarono da aggressivi a vacui. E da vacui a pieni.
Ruby corse incontro alla ragazza, che sembrava disorientata e preoccupata. Belle si alzò di scatto e fece un passo indietro. Ma la Figlia della Luna non aveva nessuna intenzione di ferirla. Si sedette davanti a lei, e finalmente Belle apprese. « Oh, Ruby » si accasciò, prendendo il muso fra le mani.
Granny aveva assistito alla scena acquattata dietro a un albero, e ora si era avvicinata al lupo e alla ragazza. Senza il suo fiuto e il suo udito, Belle non avrebbe mai trovato Ruby. « Non sei sola » sussurrò Belle, a una spanna dal muso del lupo. Granny annuì.