Stay with me
Premetti con
foga le mie labbra su quelle morbide di SaeHyun. Oh diamine, desideravo
quel bacio da quando per la prima volta incrociai il suo sguardo. Fu in
un bar, ero uscito dalla sala prove per un caffè e lei
sorridendo-oh, il suo sorriso, capace di spezzarti il fiato- serviva ai
clienti. Rimasi imbambolato, fermo all’entrata a fissarla:
era sulla ventina, aveva i capelli legati in una coda con qualche
ciuffo le ricadevano sugli occhi e con un gesto di stizza, con la
testa, li spostava di lato. Gli occhi scuri, talmente scuri che non
riuscivo a distinguere la pupilla, e infine le labbra carnose e rosee.
Involontariamente, mi passai la lingua tra le labbra inumidendole, lei
sembrò notarlo perché alzò un
sopracciglio e con tono ironico mi disse:
“Vuoi
rimanere lì davanti ancora per molto?”
-Miao- pensai
riprendendomi da quella visione- la
gattina graffia.
“Vorrei
ordinare” le dissi sfoggiando il mio miglior sorriso
malizioso, avvicinandomi al bancone.
“Togliti
quel sorriso da depravato che hai sulla faccia, con me non
attacca.” Rispose guardandomi con sfida
“Sei
la prima ragazza che mi tiene testa”le risposi dopo un
po’ ricambiando lo sguardo
“Ma
quale onore... cosa vuoi ordinare?”
“Mmmh...
vediamo” dissi fingendo di leggere il menù
“Tu ed io, sta sera davanti a un bel drink” le
risposi sornione
“Mi
stai chiedendo di uscire? Con te? Non sai nemmeno come mi
chiamo!”
“Oh si
che lo so!... SaeHyun.” Le risposi leggendo il cartellino che
aveva attaccato in petto
“Oltre
che carino anche intelligente, comunque sia ho da fare.” Mi
rispose sorridendomi ambiguamente “Dai, adesso indovino il
tuo.... JooWon?”
“Mi
dispiace gattina, ma no.”
“Allora
qual è?” mi domandò avvicinandosi
pericolosamente a me
“Esci
con me sta sera e lo saprai. Ti passo a prendere alle otto.”
Le feci l’occhiolino e andai via dal bar.
Era passato un
mese d’allora e ogni volta che ci incontravamo, desideravo
con tutto me stesso di baciarla, proprio come adesso. Ci staccammo solo
per riprendere fiato da quel bacio ricco di bisogno sia da parte mia e
sia da parte sua.
“Che
stiamo facendo?” mi domandò con il fiatone e rossa
in viso
“Quello
che stiamo desiderando da un mese.” Le risposi e baciandola
aprì la porta della stanza sa letto del dormitorio. Entrammo
e, con il mio corpo, la intrappolai al muro. Presi a baciarle il collo,
poi, le sfilai la maglia. Si fece sfuggire un gemito causato dal
contatto delle mie labbra contro la sua pelle morbida facendomi
sorridere. Mi staccai da lei e l’adagiai sul letto. Ci
guardammo per un tempo interminabile e sentivo il mio e il suo battito
che accelerava. SaeHyung, sotto di me, mise una mano sul mio viso e lo
avvicinò al suo. Sentì il suo respiro contro la
mia pelle e tolse la breve distanza che separava le nostre bocche con
un tenero bacio, carico di dolcezza. Sentì crescere in me
quella voglia di possederla, di farla mia. Mi aveva stregato,
conquistato con il suo carattere forte, sicuro ma anche dolce e tenero.
Ma senza accorgermene, preso dal suo bacio, SaeHyung mi stava
sbottonando la camicia. Sbarrai gli occhi –Le cicatrici!-
pensai. Mi staccai da lei e rotolai su un fianco, ansimando.
“Kyuhyun,
cosa c’è? Ho fatto qualcosa di male?” mi
domandò lei preoccupata
“No...
scusami Sae, ma non voglio che tu veda quello che
c’è sotto questa camicia.” Lei per tutta
risposta, si avvicinò a me e prese a baciarmi
l’incavo tra la spalla e il collo poi si avvicinò
al mio orecchio e disse “Non preoccuparti, non
scapperò via.”. Quindi si mise a cavalcioni su di
me e mi baciò, un bacio diverso, sensuale, passionale, uno
di quei baci che ti mandando in casino il cervello. Iniziai ad
accarezzarle le cosce lisce e nude mentre lei mi toglieva la camicia.
Si staccò da me e guardò le cicatrici che
ricoprivano gran parte del mio addome. Con le punta delle dita,
percorse i solchi che le cicatrici avevano lasciato sulla mia pelle.
“E’
per questo che non volevi che io.... mi dispiace Kyu, mi
dispiace...” mi disse con le lacrime agli occhi. Mi misi
seduto e la strinsi a me, dandole dei baci sulla testa e le accarezzai
la schiena.
“Shhh”
la zittì “E’ tutto apposto.”
Continuai sussurrando dolcemente al suo orecchio
“Come
posso farmi perdonare?”mi domandò negli occhi. Le
sorrisi mentre le asciugavo una lacrima che solitaria percorreva la sua
pelle bianchissima, come una perla.
“Resta
con me” le sussurai come un fedele che prega al suo dio.
Così la feci distendere affianco a me e ci infilammo sotto
le lenzuola. Si strinse a me mettendosi di fianco mentre io iniziai ad
accarezzarle la schiena.
“Ti
amo Kyuhyun-oppa.” Sussurrò accarezzandomi il
petto. Le diedi un bacio sulla fronte e le risposi
“Ti
amo anche io, Sae. Sei la cosa migliore che sia mai stata
mia.”
Si strinse
ancora di più a me e capì in quel momento di non
aver mai trovato una tale felicità in tutta la mia vita se
non in quel momento, accanto alla donna che amavo.