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Autore: Vale__91    10/01/2008    5 recensioni
Una ragazza. Miami. Una villa. La famiglia Depp. Delle vacanze estive molto movimentate, dove una ragazza riceverà da sua madre un regalo che le segnerà la vita.25° CAPITOLO (EPILOGO)
(Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passò una settimana, ne passarono due. I giorni si avvicinavano ad una velocità impressionante e io continuavo ad aspettare sempre che qualcuno all’improvviso mi dicesse che si trattava di uno scherzo o che in realtà mia madre si era sbagliata sul serio. Nessuna di queste cose successe e io, nonostante fossi ogni giorno più agitata di quello precedente, fui sollevata di sapere che non stavo sognando ad occhi aperti.
Durante i primi tempi mi incontrai con delle amiche, in verità volli raccontare tutta questa “ surreale ” storia solo ad una persona, la più fidata, la più onesta: Christie.
La sua faccia alla mia notizia rimarrà per sempre qualcosa di indelebile dentro di me. Non so bene se feci la stessa espressione davanti a mia madre, ma appena la vidi non riuscii a trattenere le risate. I suoi occhi increduli, incerti, le sue labbra dischiuse a voler pronunciare qualcosa, qualsiasi cosa purché le chiarisse ciò che le avevo appena detto. Rimase così un paio di minuti, poi rise anche lei. Credette davvero che la stessi prendendo in giro, infine le mostrai i documenti che mia madre mi aveva lasciato e mi saltò al collo. Era in estasi per me e io ancora di più mi resi conto di quello che avrei passato, di quello che avrei dovuto affrontare entro breve. Le chiesi ovviamente di non raccontarlo a nessuno, ma di questo potevo starne certa, era la prima persona sulla Terra a cui non sarebbe piaciuto che questa notizia venisse spifferata al mondo.
Trascorsero le restanti giornate tra ansie e pensieri affollati nella mia mente. Finalmente arrivò il giorno. Ero sicura che qualcosa da allora sarebbe cambiato, che qualcosa nella mia vita non sarebbe mai più stato lo stesso così soprannominai quel 1° Luglio “ il giorno del destino ”. Col passare del tempo mi accorsi che in fondo non avevo avuto tutti i torti a nominare così quella data che si rivelò essere decisiva per il mio futuro.
Per la prima volta nella mia vita ascoltai il consiglio di mia madre e mi alzai prestissimo, intorno alle 5.30. In realtà non avevo quasi chiuso occhio, così per evitare di rimanere in panciolle nel letto fino alle 7.00, decisi di alzarmi e di bere qualcosa di caldo. Azzeccai anche quella mossa, infatti alle 6.15 spaccate mia madre mi chiamò sul cellulare per assicurarsi che mi sarei alzata in orario. Finii di mettere le ultime cose in valigia e ci feci entrare di tutto. In fondo avrei passato i prossimi due mesi in una città da sogno in un albergo altrettanto bello che aveva prenotato per me ovviamente mamma Kim. Cosa potevo desiderare d’altro? Probabilmente un po’ di tranquillità, ma accantonai subito quel concetto, perché mi resi subito conto che non avrei trascorso di certo un periodo calmo e pacato. Erano ormai le 6.50 quando uscii di casa e diedi l’ultimo giro di chiavi nella toppa. Con la mia macchina raggiunsi l’aeroporto e con un volo diretto raggiunsi Miami da Los Angeles in circa cinque ore, arrivando intorno alle due del pomeriggio. Avevo venti minuti per fare mente locale, prendere un taxi e arrivare alla villa che mi avrebbe sconvolto la vita.
Il sole picchiava come non mai e in cielo non si vedeva una nuvola. I Depp erano di sicuro già arrivati, lui era certamente ormai lì. Chissà se mi stava aspettando? Continuavo a chiedermelo, ma in realtà ormai poco importava, nolente o dolente avrebbe dovuto incontrarmi.
Fortunatamente riuscii a prendere subito il taxi e sistemate le valigie nel portabagagli mi sedetti incrociando nervosamente le gambe. Non riuscivo a stare ferma e continuai a mordermi il labbro inferiore, mi sentii i crampi nello stomaco, qualcosa che difficilmente avevo provato spesso. Non era dolore, non era nemmeno semplice ansia, era entusiasmo, era curiosità, era timore. Tutte queste cose concentrate insieme creavano qualcosa che non aveva nome, qualcosa che non è mai stato possibile spiegare e che albergava lì, dentro di me.
Bastarono poco più di quaranta minuti. Il tassista si era fermato. Non fu un semaforo, ero arrivata.
<< Signorina può scendere ora…signorina? >>.
Ovviamente non mi resi dubito conto di quello che mi era stato detto. Guardai interdetta fuori dal finestrino l’enorme villa che avevo di fronte, qualcosa di davvero immenso.
Quando capii cosa continuava a chiedermi il conducente gli diedi ciò che gli spettava e mi feci aiutare a prendere i bagagli.
<< Però… >> disse lui con fare curioso.
<< Cosa? >>
<< È una gran bella casa, beata te che sei così ricca >> fece con un sorriso che mi prese alla sprovvista.
<< Scusi cosa sta insinuando? >>
<< Insinuando? Io, niente >>
<< Allora la prossima volta eviti di fare dei commenti, anche perché la villa in questione non è la mia se proprio lo vuole sapere >>.
( Regola numero 4 di mamma Kim: fatti sempre rispettare, a qualunque costo ) .
<< Signorina io stavo solo… >>
<< Non importa, arrivederci >>.
Probabilmente risposi in modo un po’ scorbutico, ma non me ne accorsi nemmeno. Ormai di fronte a me c’era solo il breve sentiero che portava a quella porta, a quel campanello.
Passai tranquilla, non c’erano per mia fortuna guardie o bodyguard in giro che mi fecero il terzo grado o che mi saltarono addosso credendomi una pazza.
Ero a pochi centimetri da lì, ormai nulla poteva sottrarmi a ciò che sarebbe successo da quegli attimi in poi. Toccai con il dito tremante il campanello sfiorandolo appena.
Il mio cuore, il mio respiro diventarono l’unico suono ritmico che sentii da quel momento. Si ripetevano costantemente dentro di me, senza fermarsi un attimo, sempre più forti.
Vidi la maniglia girarsi, sembrò durare un eternità.
Davanti a me vi era un bambino bellissimo di cinque anni e dietro le sue spalle un uomo. Lui, solo lui.
Finalmente era lì, di fronte a me: Johnny Depp.

Ecco qui il secondo cappy...ho fatto in fretta no? XD!!Sono contenta che la mia idea sia piaciuta e faccio subito un ringraziamento speciale a BlackPearl, summer89, michi88 e Tonks94 (ma anche a chi ha solo letto)!Grazie davvero di cuore siete state gentilissime ^^!Ora mi congedo sperando di poter leggere altri vostri numerosi commenti!Un beso a todos!cIaU

   
 
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