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Autore: StewyT    26/06/2013    4 recensioni
Dove? Come? Perchè ora?
Continuavo a chiedermi.
Ma perchè torturarsi con le domande se potevo finalmente essere felice?
Perchè continuare a pensare che quello era un sogno se avevo avanti l'uomo che avrebbe potuto rendere me e mio figlio felici?
In fondo tutte sperano di trovare il principe azzurro no?
Io avevo trovato lo stronzo, cento bastardi, ma alla fine anche il principe azzurro.
Nella vita non si deve mai perdere la speranza, e soprattutto la dignità.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Falling in love for the last time










Attenzione: si consiglia di leggere la storia ascoltand

Lee MacDougall - Falling In Love for The Last Time

Mi alzai dalla mia sedia e mi avviai al bancone.

"George, dammene un'altro."

Il tizio dietro al muretto di vetro mi buttò un bicchiere trasparente contenente un liquido verdastro.

Lo presi al volo.

Mi girai bevendo il mio cocktail e guardando disgustata le ragazze che si muovevano sull'enorme cubo violaceo nude,coperte a mala pena solo da un reggiseno nero e delle mutandine di pizzo.

I ragazzi che sbavando riempivano le loro mutandine di banconote da 50$.

Bevvi un altro sorso freddo che mi scese in gola spegnendo il piccolo incendio causato dalle forti urla verso il mio piccolo nel pomeriggio .

Guardai di nuovo le ragazze che ballavano sorridendo, giusto così, per non essere linciate dal capo.

Sorridevano tristi. Loro non volevano. Non gli piaceva essere toccate dappertutto per dei soldi.

In fondo tutte sperano di trovare il loro principe azzurro no?

Invece spesso ti capita avanti uno stronzo di merda che prima ti fa innamorare, poi ti porta in un motel da quattro soldi e ti scopa.

Il giorno dopo,quando ha trovato una puttanella che lo fa divertire di più di te se ne va, e ti lascia lì, in compagnia solo di un nanetto da crescere, da accudire, da far mangiare e far vivere come Dio comanda.

Lui ti sembra un peso inizialmente, poi cresce e ti chiama Mamma e istintivamente tutto il mondo quando ascolti per la prima volta, ogni singola volta, la sua voce, smette di girare. Resti lì imbambolata e prima ti viene da ucciderlo perché la sua vocina così carina e i suoi occhi color del ghiaccio ti ricordano tremendamente quella merda del padre, poi lo abbracci sperando di non pensare mai più quello che ti è venuto in mente pochi secondi prima. Ma succederà ogni volta.

perché quel bambino ormai è la tua vita, ma ti ricorda la persona che ha rovinato quella che prima si poteva chiamare libertà. Ha rovinato il rapporto con tua madre, con tuo padre, con la tua migliore amica che ti crede una puttana,e ti ha mandato in mezzo alla strada a fare la prostituta per portare dei fottuti soldi a casa, per rendere la vita di tuo figlio un po' migliore.

Se sempre si può migliorare la vita di qualcuno che cresce senza un padre e con il peso di essere il figlio dell'odio.

Quel bambino che quando resti lì, in quell'angolino del tuo bagno mal illuminato a piangere strofinandoti la pelle ti chiede

"Mamma, cosa ti succede perché piangi? Sai che ti voglio bene?"

Ti abbraccia.

E tu non puoi fare altro che sorridere per renderlo più tranquillo e abbracciarlo forte.

"Niente amore, non succede niente, tranquillo. Sai che anche io ti voglio un mondo enorme di bene?"

Guardai di nuovo le mie colleghe e mi venne da vomitare. Ma perché mi sentivo male quando guardavo quello che erano costrette a fare se anche io lo facevo?

In fondo quello era l'unico modo per vivere dignitosamente.

No.

Questo la sapevo sia io che loro. Non era l'unico modo per vivere bene, ma di sicuro era quello più semplice, e alla fine tutti, o quasi, scelgono sempre la strada più facile da percorrere, quella che non ti fa stancare.

Sembra una giostra.

Una cabina telefonica.

Facile pensi. Sì, io sono quel telefono in cui tutti inseriscono una monetina e poi useranno.

Quella giostrina in cui basta inserire due euro e subito booom, inizia la musichetta e il divertimento.

Sarà divertente anche per me.

Poi boh, lo provi la prima volta, ed è proprio quando quell'estraneo ti guarda con gli occhi di un maniaco, e ti tocca con quelle viscide mani che ti accorgi che non era né smeplice né facile come pensavi.

Ti accorgi che sarebbe meglio morire di fame piuttosto che farsi toccare un'altra sola volta.

Piuttosto che sorridere al grassone puzzolente e schiattato di soldi del momento, una seconda volta.

Le scarpe firmate, i cellulari alla moda.

Oh, ma chi se ne fotte.

La dignità, e il rispetto del proprio corpo vengono sempre per primi.

Se non rispetti tu per primo il tuo corpo chi lo farà? Nessuno. Tutti lo useranno come si fa con un preservativo: Usa e getta.

Tutti ti useranno, perché sei una puttana, sei una bambolina con cui divertirsi e che poi a che serve? A niente!

Tutti ti pagheranno quei quattro spiccioli, resteranno con te per un paio di ore. Il tuo compito sarà quello di soddisfarli e fargli pensare che sono i migliori amanti del mondo e poi basta. Lasciare quella camera di motel al buio, al freddo, e con la pioggia coperta solo da un cappottino mignon e dalla lingerie, per attirare sempre più mosche, come il miele più dolce con le api.

A cosa serve?

Ad arrivare a casa, e buttarsi sotto la doccia con l'acqua fredda e strofinarsi come un pazzo, come qualcuno che non ama il proprio corpo, che vorrebbe spellarsi vivo.

Perché alla fine tu quello vorresti fare, vorresti stracciarti la pelle a morsi pur di sentirti di nuovo pulita.

 

E ripensi a quella sera fredda.

Una sigaretta in bocca, il jeans e il maglione che ti coprivano e ti riscaldavano, stavi appena posando il grembiule, parlando con la tua collega, e la tua unica amica, tutti ti avevano abbandonata a causa di quel pancione cresciuto troppo presto.

"Cazzo Valerie, non so proprio come andare avanti, come far vivere mio figlio, giuro, ho quattro lavori, non riesco a vedere il mio piccolo neanche per dieci minuti al giorno e cazzo, neanche a comprargli una macchinina sono buona, neanche un piccolo pupazzetto. Sono una merda.".

Lei mi guardò sconvolta.

"Credo che lo darò in adozione, riuscirà a vivere di sicuro meglio che in quella casa puzzolente e piena di muffa."

"Tu sei pazza!. Vieni qui!".

Mi avviciniai a lei che sorrideva.

"Sei bona, sai quanti soldi potresti farti?"

La guardai con fare interrogativo.

Lei mi sorrise.

Portò le mani ai miei capelli e mi sciolse il codino.

Mi girò.

Mi toccò il sedere.

"Come pensavo."

"togliti 'sto maglione!"

"Che?"

"Muovi il culo, togliti 'sto cacatone!".

Mi tolsi il maglione come mi aveva detto lei.

"Il jeans... mh... prendimi delle forbici!"

Presi quello che mi aveva chiesto.

"Toglitelo!"

Mi tolsi i pantaloni.

Lei li tagliò cortissimi e me li ridiede.

Li indossai.

"Bene."

Mi mise del rossetto rosso fuoco.

"Io non ho ancora... non ho capito cosa dovrei fare vestita come una prostituta."

"Non sei perspicace. Per lo meno sei brava a far divertire gli uomini?"

"Valerie, che stai pensando?!"

"Che sto facendo cara, che sto facendo. Se non te ne fossi accorta sei vestita come una puttana.E te l'ho detto, sei una bella ragazza, altro che miele per le api. Tu sarai carne cruda per i lupi affamati!".

"Si guadagna bene?"

"Potrai lasciare anche tutti i lavori che fai per mantenere tuo figlio Con questo guadagnerai molto di più mia cara."

"Ci hai mai provato?"

"Secondo te quando lascio questo locale me ne torno a casa da mia mamma? No. Cazzo. Lei sta male e mi servono tantissimi soldi se voglio tenerla viva ancora per un po' ."

"Sì."

"cosa?".

"Portami dove vuoi, basta che si guadagni bene!".

"Avvisa Laurant che torni i domani mattina a casa!!".

Quel fottuto sì.

Due secondi di merda per rispondere ed una vita rovinata.

Sì, certo, sarà per poco, fino a quando non troverò qualcuno pieno di soldi disposto a sposarmi.

Ma parliamoci seriamente chi è disposti a sposare una puttana che è andata a letto con mezza città?

Nessuno.

Neanche il più malato dei malati, neanche quello che non ha mai visto una donna nuda per mezza volta nella vita.

 

"Hey, bella,quanto vuoi per un buon servizio?"

Valerie sorrise.

"Tu quanto sei disposto a darmi?"

"Brava" - mi disse sotto voce.

"Trecento!"

"Cinquecento e non se ne parla più".

Azzardò la bionda seduta al mio fianco.

"Bionda se non mi fa divertire domani offri tu."

"Vai tranquillo che è una bomba. Parola di uno che se ne intende.".

Valerie mi spinse e io caddi tra le braccia dell'omone alto e muscolose che stava per pagare per toccare ii mio culo.

"Allora, come ti chiami?"

"A cosa ti serve sapere come mi chiamo? Tanto comunque mi userai. Sul serio, non ti divertirai di più sapendo che il mio nome è un mistero."

"Bah...Non credevo che fossi anche pazza."

"È la prima volta che mi prostituisco, ti basta? Sarò tua, ma è la prima volta, quindi se vuoi divertirti di più dovrai darmi una mano."

"Tutte io le acchiappo.Dolcezza non c'è problema..”

Disse toccanodmi una gamba.

Dio santo che schifo.

Mi venne da vomitare.

Ferma, ferma l'auto.

Stavo per dire, ma pensai al mio piccolo, il giorno dopo gli avrei potuto portare una macchinina, quella che mi chiedeva da tanto.

Sorrisi.

"Cosa, perché sorridi?"

"Voglio una sigaretta!"

"È nel cruscotto."

"Tra quanto si arriva?"

"Siamo arrivati!".

Scendemmo.

Era un rudere.

Che merda.

Quello mi portò in una camera.

"Vuoi che ti paghi ora, o va bene dopo?"

"Ora".

Mi diede i soldi.

"Bene, vediamo, che musica ti piace?".

Disse avvicinandosi ad una radio vecchio stile.

"Niente musica."

"vuoi bere prima qualcosa?"

"Niente."

"Una canna?"

"No.".

Mi si avvicinò,mi accarezzò una guancia.

Poi le sue mani si poggiarono sul mio collo.

"Insomma, quanti convenevoli, potremmo muoverci, vorrei essere a casa per quando mio figlio si risveglia."

"Tuo figlio?"

"Che, credi che io lo faccia per divertimento?".

Mi tolsi i pantaloni, e poi il reggiseno.

Lui era lì, steso sul letto, che poggiava le mani ovunque e con la lingua disegnava i contorni del mio ventre.

Per chi, per cosa, devo sopportare questo?.

L'odore schifoso della sua pelle sulla mia. I suoi occhi giallognoli nei miei.

Vidi il sorriso del mio piccolo biondino.

Per lui. Era solo per lui.

 

 

Sì Stese sul letto e dopo un lungo respiro era lì, che dormiva come un ghiro.

Aspettai cinque minuti, poi mi alzai.

Arrivai ai suoi pantaloni e frugai nelle tasche.

Trovai il portafogli.

Lo aprii.

C'erano circa Mille dollari. Li presi tutti, poi indossai le poche cose che avevo per coprirmi e scappai via nel buio e sotto la pioggia.

 

Fu la voce di Ludmilla a svegliarmi.

"Che ci fai qui tutta sola?"

"Meglio sola che mal accompagnata Ludy."

"io vado a prepararmi per il turno." Disse lei sbuffando.

"in bocca al lupo."

"crepi."

Mi alzai.

Mi avvicinai al cubo.

Kate si abbassò verso di me.

“Questa sera di si guadagna di più del solito!"

" Me ne sono accorta!".

"Dai, sali. "

"No, oggi è di pausa per me."

"Sei proprio stupida"

Mi girai e incontrai lo sguardo di un uomo biondo e alto, mi sorrise dolcemente.

Non credevo dovesse essere un pervertito come gli altri.

Guardai di nuovo Kate.

Poi mi rigirai verso il tizio che mi guardava ancora.

Mi andai a sedere nuovamente al mio posto.

 

Dopo circa dieci minuti arrivò James.

Il capo.

Alto, imponente, neanche tanto vecchio e decisamente non da buttare.

"Che ci fai qui Thess?!".

"James, questa sera non mi sentivo in vena!".

Mi prese per un braccio e mi portò nel camerino.

Puah, chiamarlo camerino quello stanzino pieno di ragnatele.

"Tu qui ci lavori. Non puoi dire no, oggi non ce la faccio signorina, hai capito? Non sei una segretaria che ti prendi i giorni di malattia, sei una puttana, e devi lavorare anche se sei malata. Agli uomini che frequentano questa merda di posto non interessa sei stai bene o no, se sei felice o no, se ti diverti o no, e se hai dei figli o dee problemi, loro vogliono vedervi nude, e vogliono tutti te, sei la più bella e la più brava. Vieni pagata per fare questo, per fare la puttana e farti infilare le mani in ogni parte del tuo corpo, capito?"

"James io non sono una puttana.."

"E una prostituta,

"Ma non lo faccio perché mi piace. Non mi diverte farmi sbattere di qui e di lì. Non sono una puttanella da quattro soldi come Shantal. Io non ti avrei mai sposato."

James alzò una mano e mi diede uno schiaffone.

Me lo ero meritato.

Shantal era una poco di buono, ma questo non mi autorizzava q chiamarla in quel modo.

"Shantal mi ha sposato, ha trovato qualcuno che se l'è presa. Tu... tu resterai una prostituta a vita!"

Disse puntandomi il dito contro e alzando nuovamente la mano.

Entrò improvvisamente il tizio che mi aveva guardata prima insistentemente.

Gli fermò la mano e gli diede un cazzotto.

"Stai b.. bene?"

"Sì".

Mi sorrise.

Non avevo mai visto un sorriso così dolce.

"Vieni."

"Le di qui non si muove! È a pagamento."

"Allora la compro!".

Prese un pacchetto di soldi dalla tasca e glieli buttò in faccia.

"Che schifo.".

Mi prese per mano e uscimmo fuori.

"Oh, non c'era bisogno... sul serio...io... non so come ringraziarla."

"Ringraziarti, mi chiamo Simon"

"Thess."

"Lo so."

"Come fai?!"

"Ti seguo da un po'."

Lo guardai spaventata.

"Colpo di fulmine, credo, mi sono innamorato di te. Eri nella mia scuola al liceo. Uscivi con Grant. Grant Tylor. Lo odiavo, aveva tutto quello che volevo. Ottimi voti a scuola, bel fisico, e la ragazza di cui ero innamorato. Quando ti ha lasciata da sola al ballo, ti giuro, volevo avvicinarmi a te e dirti Ti starò io vicino, giuro. Ma tu non mi avresti neanche mai guardato. Ero un cesso. Sul serio”

Disse sorridendo malinconico.

Ricordavo un certo Simon al mio stesso corso di biologia, ma non era brutto come si descriveva.

“ Poi sono cresciuto, mi sono laureato,e sono pieno di soldi. Devo ammettere che quando ti ho vista ho pensato: Se non vuole stare con me,la costringerò, cazzo ho i soldi e lei si vende per quelli... quindi la comprerò. Poi ti ho guardato negli occhi e... non lo il coraggio di costringerti. Sei ancora un dolce prelibatoi per me, sei troppo. Non sarò mai il principe azzurro che ti meriti.".

Lo guardai stranita.

Stavo sognando, era tutto frutto di una canna in più?

"Ti accompagno casa? Giuro, non voglio salire sopra."

"okay, gra-grazie".

Entrammo in macchina.

Grande, spaziosa, profumata, molto meglio di tante camere in cui mi ero spogliata nuda.

"sai che non sei cambiata per niente?Sei sempre bellissima. I tuoi ochhi sono la cosa più bella di questo mondo, cavolo!"

Gli sorrisi.

"Simon. Sei vero o sei frutto della mia immaginazione?"

"Credo, spero per me stesso di essere vero."

Sorridemmo entrambi.

"Ah, prima di andare, so che hai un figlio. Altra cosa che invidio a Grant. Beh, ecco.. questo è per lui, è una sciocchezzuola, ma ci tenevo a darglielo!".

Mi diede un pacchetto tra le mani.

"Ti sembrerà strano, ma devo dirtelo."

"Cosa?"

"Ti amo.".

I miei occhi si inondarono di lacrime.

Nessuno me lo aveva mai detto, era la prima volta.

Forse l'ultima.

Mi accarezzò la guancia.

"Dio se non sei perfetta."

"ah, beh ora ti lascio andare dal tuo piccolino."

Si avviò verso la macchina.

"Simon, aspetta"

Corsi e mi avvicinai a lui.

Lo guardai dritta negli occhi.

Vidi la perfezione.

La cosa più pura del mondo dopo gli occhi di mio figlio.

Due stelle luminose.

Vidi, sentii che era vero quello che mi aveva detto poco prima.

“Sarebbe stato meglio se invece di Grant beh avessi frequentato te. Tu non avevi niente da invidiargli. Non eri brutto, eri intelligente, e mi saresti piaciuto, ne sono convinta. ”

Feci una piccola pausa e mi persi nel suo bellissimo sorriso.

Pensavo veramente quello che gli stavo dicendo.

“Non voglio che tu pensi che io mi senta in dovere dopo quello che hai fatto per me.

Ma insomma, non mi aspettavo che qualcuno potesse mai amarmi. E adesso sbuchi tu dal nulla, e sei perfetto. Tutto quello che avrei voluto avere al mio fianco.”

“Simon ti piacerebbe avere ora tutto quello che Grant ha buttato via? Ti piacerebbe prenderti quello che lui non ha voluto, e avverare il sogno di una povera ragazza che ha sempre sognato uno come te e invece si è trovata uno come quello avanti nel momento sbagliato?

Lui mi strinse forte la mano e mi sorrise.

Mi alzai sulle punte e avvicinai le mie labbra alle sue.

Lui mi accarezzò dolcemente la nuca.

"È proprio come l'ho sempre sognato!".

Disse.

Le sue labbra si aprirono facendo spazio alla mia lingua e accogliendola dolcemente.

Mi abbracciò ancora più forte.

Dove? Come? Perchè ora?

Continuavo a chiedermi.

Ma perchè torturarsi con le domande se potevo finalmente essere felice?

Perchè continuare a pensare che quello era un sogno se avevo avanti l'uomo che avrebbe potuto rendere me e mio figlio felici?

In fondo tutte sperano di trovare il principe azzurro no?

Io avevo trovato lo stronzo, cento bastardi, ma alla fine anche il principe azzurro.

Nella vita non si deve mai perdere la speranza, e soprattutto la dignità.

 

 

Mi sto innamorando per l'ultima volta.

Mi sto innamorando per sempre.

 

 

 

 

Fine.
 

Spazio autrice.
Ehm ciao *sventola la manina* questa è la mia prima storia seria(?) lol Insomma che ha un tema un po' scottante, difficile, quindi sono imbarazzata.. So scusate eventuali errori o roba simile :3
Prima di continuare voglio assolutamente dire che con questa storia, e i vocaboli utilizzati, non voglio assolutamente offendere nessuno, nel caso trovaste qualcosa che vi sembra offensivo, avvisatemi. Ah, una cosa, non sapevo che raiting utilizzare. Poichè il tema credo che sia rosso, ma le scene di sesso non vengono descritte. Quindi vi prego, aiutatemi a definire questi ultimi dettagli!

Uhm niente. La storia non l'ho elaborata, nè niente. È uscita così, ascoltando la canzone che vi ho indicato all'inizio del capitolo, quindi prima di farci sopra troppi ripensamenti ho pensato di postarla, anche se ve lo dico apertamente, non sono proprio voncinta di quello che ne sia uscito.

Spero che vi piaccia,e  che non vi annoi.
Ah, recensioni e commenti sono molto graditi.


Grazie per l'attenzione.

StewyT.
 

  
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