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Autore: Bitchesloveklaine    26/06/2013    5 recensioni
"Dannazione, Blaine! Basterebbe una tua mossa! Perché ti sei arreso? Ti sei dimenticato che Allie sceglie Noah?” Kurt sta tremando, lì, in piedi, con le braccia stese lungo il corpo.
“Ricordo, ma queste sono le pagine della nostra vita.” Risponde Blaine, con un tono di voce quasi freddo.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Our Notebook

 

Kurt lavora a Vogue.

Ha frequentato la Nyada con successo, convincendosi che in seguito sarebbe diventato una delle migliori stelle di Broadway. Era pronto per diventare il personaggio che aveva sempre sognato, era pronto a fare l’audizione per il ruolo da protagonista dopo quattro anni di studi. Aveva preparato l’outfit con cui presentarsi al provino con una settimana di anticipo, era stato influenzato dalla fissa della coinquilina Rachel facendo voto di silenzio e la mattina del grande giorno si era svegliato alle sei nonostane l’appuntamento fosse di pomeriggio.


Si era avviato alla fermata della metro sentendosi pronto, davvero pronto.

Poi era bastato un caffè, rovesciato per sbaglio sulla sua giacca. L’idea della sua giacca preferita macchiata  lo aveva innervosito molto più della settimana d’ansia passata in attesa del provino. Fece un gesto dettato dall’istinto, azzardato e impensabile. Prese il telefono e avvisò di non avere intenzione di presentarsi quel pomeriggio, poi tornò a casa e si cambiò. Si sentì meglio solo dopo aver indossato un indumento pulito.

Il colloquio di lavoro a Vogue era stato una conseguenza di quella giornata.


Kurt ancora non sa se tutto ciò fosse scritto nel suo destino, in fondo lui è convinto che ognuno è in grado di scrivere la propria storia.


Kurt Hummel ha trent’anni, una carriera che chiunque altro invidierebbe e un ufficio ordinato in cui trova il caffè pronto ogni mattina. Ama il suo lavoro, ama essere il direttore e poter prendere decisioni importanti. Ama il rispetto che ogni persona prova per lui e ama vedere il proprio nome nel 90% delle riviste che parlano di moda.

Questo è l’amore che prova, questo è l’amore che si permette di provare.

L’unica volta che ha concentrato i propri sentimenti verso una persona, quest’ultima li ha gettati via e se ne è andata, senza farsi più vedere o sentire.


Non lo ammetterebbe mai ad alta voce, ma gli manca Blaine. Gli manca poter affidarsi completamente a lui, poter appartenergli, poter stare bene insieme all’unico uomo della sua vita. A volte si chiede cosa sarebbe successo se non gli avesse chiuso la porta in faccia, se avesse accettato i mazzi di rose che gli arrivavano ogni settimana, se avesse risposto alle chiamate. Se avesse detto “sì”. Forse sarebbe stata una persona diversa, con un lavoro diverso e una vita diversa. Forse Blaine non se ne sarebbe andato a Los Angeles, evitando la Nyada pur di non incontrare Kurt, dimenticarsi di lui e sposarsi un altro.


Questi pensieri lo accompagnano tutti i giorni, come tutti i giorni cerca il volto di Blaine nella folla di New York, con una speranza rassegnata.


Il viso di Blaine è un pensiero fisso nella mente di Kurt, forse per questo quando se lo ritrova davanti non lo riconosce.

Perché sì, Blaine è alla porta del suo ufficio.


Kurt ha immaginato spesso come si sarebbero potuti incontrare. Aveva immaginato di incontrarlo quella volta che era andato in California per lavoro, o quando aveva sentito che il suo vicino di casa era un avvocato proveniente da LA. Aveva immaginato di incontrarlo in un centro commerciale, nella confusione dei saldi, o al concerto di Katy Perry.


Ma la sua teoria sul destino si è rivelata incredibilmente vera, poiché incontra Blaine solo quando quest’ultimo decide di visitarlo.


Kurt è seduto dietro alla scrivania e maledice mentalmente la propria segretaria, dato Blaine è in piedi di fronte a lui. Si osservano. Kurt nota che Blaine ha cambiato taglio di capelli, modo di vestire, porta gli occhiali e un filo di barba.

Blaine nota che Kurt non è cambiato più di tanto, ha solo i tratti del viso più sicuri e maturi.  

Sono due persone diverse, che non si conoscono più e che hanno in comune solo ricordi lontani.


“Ciao” Blaine rompe il silenzio, provocato dalla propria apparizione.

“Buongiorno, desidera?” Risponde Kurt con voce ferma e professionale. Blaine abbassa la testa, colpito dalla scelta di quelle parole. Kurt è freddo,  lo tratta come se fosse una persona qualunque venuta alla sua porta. Blaine sa che la colpa è sua, per non aver mantenuto nessuna delle sue promesse, neanche quella di rimanergli accanto come amico.  Ha cambiato numero di cellulare e non ha tenuto i contatti con nessuno del glee, neanche Sam e Tina. Ha cancellato la sua adolescenza per iniziare una nuova vita, e Kurt lo condanna col suo sguardo gelido per questo motivo.

“Desideravo sapere come stavi” Poi il suo sguardo dal pavimento si sposta sul viso di Kurt e si blocca.

“Allora, come stai?” Riprova a chiedere, sperando inutilmente che  il silenzio ostinato di Kurt sia un buon segno. Kurt è rigido, immobile, medita come se il suo comportamento stesse per definire la sua vita.

“Bene, tu?”

Questa volta è Blaine che prende tempo per rispondere, incerto su cosa dire, come se quella domanda lo avesse messo in crisi. Eppure è stato lui a presentarsi per primo, dovrebbe avere le idee chiare.

“Bene, molto bene.”

Kurt sorride, ma Blaine riconosce quanto ironica e falsa sia quell’espressione. Ha un attacco di malinconia al ricordo del vero sorriso di Kurt.


Nel frattempo, Kurt ha abbassato lo sguardo verso le proprie carte, ignorando i movimenti indecisi di Blaine. Quest’ultimo si guarda attorno, poi sussurra un saluto che non cattura l’attenzione di Kurt ed esce dall’ufficio.


Neanche trenta secondi dopo viene ritrascinato dentro da Kurt, che lo controlla tenendogli un polso. Le loro mani non si sono nemmeno sfiorate, non hanno nemmeno provato a unirsi come un tempo. Le loro labbra, invece, non hanno aspettato per ricongiungersi, come se non aspettassero altro da anni. A nessuno dei due importa del fatto che Blaine sia ancora pressato da Kurt contro la porta perché, appunto, Kurt gli è totalmente addosso. Lo sta baciando, e lo sta facendo senza aver pronunciato parola o chiesto il permesso.

D’altra parte, Blaine non si è certo tirato indietro. Poggia una mano sulla guancia e approfondisce il bacio, come ha sempre fatto. Quando le loro lingue si incontrano, i due corpi si avvicinano ancora di più. Blaine sposta Kurt e lo spinge verso la scrivania, scansando ciò che c’è sopra senza guardare, dato che i suoi occhi sono chiusi e le labbra ancora su quelle di Kurt.

Questo si siede sulla scrivania, porta intorno all vita di Blaine le gambe e lo stringe a sé, sentendo l’eccitazione crescere velocemente nel corpo dell’altro. La situazione ricorda a entrambi quando approfittavano delle loro case vuote e provavano a cucinare dei dolci, per poi lasciare il lavoro a metà.

E, come nel passato, è sempre Kurt che ha la mente abbastanza fredda per bloccarsi prima che sia troppo tardi.

“Non qui” Sussurra, mentre allontana Blaine spingendogli leggermente le spalle.


Il viaggio in macchina è silenzioso, come se entrambi abbiano fatto un voto di silenzio.

Kurt guida tenendo gli occhi fissi sulla strada, mentre Blaine lo osserva con la coda dell’occhio. Non è sicuro che quello seduto accanto a lui sia lo stesso Kurt Hummel di un tempo.

Dal punto di vista fisico, è sicuramente cambiato. Se nel 2013 aveva pensato che Kurt fosse l’uomo più bello sulla terra, ora deve ricredersi. Perché il Kurt di adesso è il più bello sulla terra.

I tratti marcati, maturi, il corpo più muscoloso di quanto non ricordasse, lo sguardo serio e la pelle ancora perfettamente bianca.

C’è qualcos’altro di diverso, qualcosa di affascinante e triste allo stesso tempo: Kurt non sorride. Non che negli anni in cui erano stati insieme passasse il tempo a ridere, ma si vede dall’espressione seria che non alza gli angoli della bocca da tempo. Questo lo fa sembrare bello e irraggiungibile, ma lo differenzia dal Kurt precedente.

Blaine, per la prima volta in quel giorno, si chiede se stia facendo la scelta giusta.



Dopo che la macchina viene parcheggiata, Blaine nota il quartiere sicuramente abitato da persone benestanti e quando arrivano alla porta dell’appartamento di Kurt, intuisce che almeno non ha problemi di soldi.

Questo pensiero viene confermato quando entra nell’enorme salotto con vista su tutta Manhattan, ma non ha tempo per andare oltre.

Kurt, dopo aver chiuso la porta, gli è tornato addosso e gli ha letteralmente strappato via la giacca e il maglioncino, lanciandoli da qualche parte sul divano. Blaine riesce a sentire la sua rabbia e rancore nei baci, ma dal modo in cui le mani gli stanno accarezzando il corpo, sente anche che a Kurt semplicemente manca quel tipo di rapporto. Non si sono ancora detti una parola, ma a nessuno dei due importa, perché hanno undici anni da recuperare.

Dopo aver lasciato che Kurt si sfogasse, Blaine prova a riprendere in mano la situazione iniziando a sbottonargli la camicia e contemporaneamente facendolo camminare lungo tutto il salotto.

Lui e Kurt non sono amanti occasionali, hanno bisogno di una camera da letto.

Kurt intuisce le sue intenzioni, gli blocca le mani e lo guida verso la sua camera.

Entrano baciandosi nello stesso modo disperato e passionale, ma ora i movimenti sono molto più veloci.

La camicia di Kurt è già in qualche angolo della camera, mentre quella di Blaine è solo aperta, pronta a scivolare via dalle spalle da un momento all’altro. Kurt non se ne preoccupa nemmeno, stacca la sua bocca da quella di Blaine per scendere giù, lasciando baci lungo il suo petto. Non sono i suoi soliti baci dolci e soffici, sono umidi e avidi, quasi morsi. Mentre la bocca scende lungo tutto il busto di Blaine, le mani lavorano per slacciare la cinta.

Improvvisamente Blaine si accorge di essere rimasto in mutande, con la camicia che è finita sotto i piedi e i pantaloni che gli sono stati strappati. Il ragazzo di fronte a lui, invece, è semplicemente a torso nudo.

Dopo che si è risvegliato dallo stato di trance provocato dai baci di Kurt, si butta sul suo collo e inizia a morderlo, come ha sempre adorato fare.

L’idea che, per colpa sua, Kurt il giorno dopo indosserà una sciarpa lo fa impazzire.

I loro corpi si fanno sempre più vicini, non c’è più aria tra loro, finché anche i pantaloni di Kurt sono in qualche posto remoto della camera.

Si stendono sul letto, e torna la voglia di baciarsi. Si baciano, e torna la voglia di toccarsi. Si toccano, e torna la voglia di stare insieme.

Non parlano perché non ne hanno bisogno, forse hanno anche un po’ paura di quello che potrebbe uscire dalle loro labbra.


La prima frase detta ad alta voce in quella casa, arriva quando Blaine apre le gambe sotto Kurt.

“Se non sarai tu, nessun’altro sarà dentro di me in questo modo. ”

E a Kurt, nonostante il momento, nasce un sorriso ironico.

“Stai tradendo tuo marito”, sussurra al suo orecchio. “Ti sentivi così quando tradivi me?”

“No”, risponde Blaine con fatica, cercando di trattenere un gemito. “Ogni volta che sto con lui, sento di tradire te.”


Kurt pensa che questo è troppo e sente che il tempo per loro è finito. Mentre viene, Blaine cerca la sua mano, ma lui la ritira. Non può essere come le loro altre volte.




Quando Blaine apre gli occhi, si chiede per quale stupido motivo si è addormentato accanto a Kurt. Osserva la sua schiena, pallida come sempre e con dei nuovi segni rossi, segni che spariranno nel giro di ore. Con la luce di New York che entra dalla finestra, osserva per la prima volta la camera. Non si aspettava di trovarla come quella del Kurt liceale, ma... non credeva neanche che potesse essere così neutra. Un banale armadio, con una banale scrivania e un banale letto. Il colore delle pareti terribilmente bianco, mentre il mobilio in grigio scuro. Non può negare la classe e lo stile dell’arredamento, ma gli dà l’impressione che Kurt non abbia avuto neanche voglia di sistemarla. Sul comodino nota una foto di Kurt, Santana e Rachel nel loro vecchio loft e un libro. Preso dalla curiosità, si appoggia su un gomito, apre il cassetto e si sporge per vedere meglio. Anni prima, Kurt teneva tutte le loro foto e ricordi proprio nel primo cassetto del comodino.

Questo, invece, sembra vuoto fino a quando non si accorge che c’è una cornice abbassata. La alza e osserva la foto grazie alla luce della luna.

È la foto delle regionali con gli Usignoli, i primi giorni che vivevano il loro amore. Kurt l’aveva sempre ritenuta la sua preferita perché li rappresentava in un abbracio circondati dagli altri Usignoli, ancora carichi della performance appena conclusa. Blaine rimette la cornice a faccia in giù, chiude e il cassetto e si alza dal letto cercando di non fare rumore. Trova i boxer e i pantaloni, li indossa e va alla ricerca della camicia.

“Vuoi restare per colazione?” Blaine sussulta quando vede che Kurt è sveglio ed ha acceso la luce. Sta per rispondere che un caffè gli farebbe piacere, ma si ricorda della situazione. E l’invito di Kurt gli sembra qualcosa di più, come se ci fosse una domanda sottintesa in stile Mulan a restare definitivamente.

“No, grazie, io penso...”

Anche Kurt si alza, permettendo a Blaine di vederlo ancora una volta nudo. Poi si veste e raccoglie la camicia bianca che stava vicino al letto.

Blaine si avvicina per prenderla, ma Kurt non lascia la presa.

“Ti prego.” Sussurra, forse per la prima volta sinceramente.

“No, Kurt, io... devo andare, sul serio.”

Blaine gli strappa la camicia dalle mani e si dirige verso il salone, dove ha lasciato scarpe, cardigan e giacca.

“Perché?” Urla Kurt dal corridoio, mentre lo raggiunge.

“Cosa?” Risponde Blaine quasi in un soffio, quasi come se avesse paura di quello che ha appena chiesto.

“Perché non lo lasci e vieni qui? Perché non lotti? Perché non proviamo a ricotruire una relazione? Perché non capisci che ti amo ancora, e tu ami me? Dannazione, Blaine! Basterebbe una tua mossa! Perché ti sei arreso? Ti sei dimenticato che Allie sceglie Noah?” Kurt sta tremando, lì, in piedi, con le braccia stese lungo il corpo.

“Ricordo, ma queste sono le pagine della nostra vita.” Risponde Blaine, con un tono di voce quasi freddo. “Tu mi hai rifiutato, lui no. Tu hai pensato che per noi non ci fosse più speranza, lui me ne ha data una nuova. Mi spiace Kurt, ma non lascerò che qualcuno mi faccia sentire così sbagliato un’altra volta.”

“Ti prego Blaine” Ormai sono sulla porta, l’uno che trattiene l’altro per manica della giacca.

“Avremo un bambino.” Risponde Blaine, fissandolo negli occhi. Kurt ha un brivido di rimpianto, perché in passato gli aveva sempre bocciato quell’idea.

“Quindi non c’è nessuna possibilità...”

“No.” Risponde Blaine.

Ora non è trattenuto, semplicemente vuole stare a un passo da Kurt.

Si avvicina di più e lascia che il suo respiro gli accarezzi il viso.

“Lo chiamerò come te” Sussurra, mentre le lacrime scendono dal viso di Kurt.

“Così sarò libero di amare Kurt fino alla fine dei miei giorni.”

Blaine si volta e scende le scale.

Kurt chiude la porta, si butta sul divano cercando di non piangere, ma i suoi buoni propositi cadono quando nota il maglioncino blu notte che Blaine ha lasciato sul pavimento.

Quando erano al liceo lo faceva sempre.



* * *


“Blaine, fidati, mio padre non ti mangerà”

“Tu dici?”

“Be’, certo che se ti comporti come un bambino non farai bella figura”

Blaine sospira e si ferma sulla porta di casa, guardando Kurt negli occhi. Hanno organizzato questa cena da una settimana e non può certo mandare tutto all’aria  per un capriccio infantile. L’incontro tra le varie sfumature di verde e azzurro tranquillizza entrambi, che si scambiano un bacio veloce a fior di labbra prima di suonare il campanello.

La porta si apre e Blaine si trova finalmente davanti al padre del suo fidanzato. È un po’ più basso di Kurt, va quasi per i cinquanta, ma se li porta bene.

“Oh, sei tu Blaine?” Blaine si sente a disagio, mentre quegli occhi lo scrutano come se fosse un alieno.

“Sì signore, molto piacere” Risponde stringendo la mano e fingendo sicurezza.


La cena procede in modo tranquillo, tra chiacchiere e uno scambio delle ultime notizie.

Nonostante questo, Kurt nota che Blaine è tremendamente agitato, anche troppo per la situazione.

Finita la cena, Blaine si offre di sparecchiare, ma il padre di Kurt lo blocca e manda suo figlio a sistemare la cucina, mentre fa accomodare Blaine sul divano.

“Allora, ti ho trovato piuttosto teso stasera, faccio così tanta paura?”

“Mh, no, è che... so che ci siamo appena conosciuti, ma.. quest’anno io e Kurt finiremo il college e io volevo chiederle...”

“Dammi del tu.”

“Okay, quindi, uhm. Volevochiedertilamanodituofiglio.”

Blaine ora è completamente rosso e imbarazzato, c’è una voce nella sua testa che gliene sta dicendo di tutti i colori.

“Ragazzo, potrei chiederti ‘Che hai detto?’ e metterti in difficoltà, ma ho afferrato il concetto. Ora, però, vorrei chiederti il perché.”      

“Perché...” Blaine ci ha pensato molto ultimamente, si è preparato pure più di un  discorso, ma al momento non gli viene in mente niente. L’unica cosa che ha nella testa sono gli occhi color caramello di Kurt. Li aveva notati fin da subito, si era irrimediabilmente perso nella profondità di quelle iridi durante il loro primo incontro.

“Lo amo. E questo si sa già, ma è qualcosa di più. Credo che chiamarlo amore sia quasi un limite, perché quello che provo per Kurt è tutto. È come se lo sentissi sempre accanto a me, ormai ogni mia decisione la prendo pensando anche sotto il suo punto di vista. È un qualcosa di così grande, che ogni volta che penso che Kurt mi ama, mi si scalda il cuore come la prima volta che l’ho capito. Credevo che col passare del tempo questa euforia si sarebbe affievolita, ma rimane la stessa. E poi i suoi occhi: ogni volta che li incontro sono una scoperta nuova. Noto anche che sono molto simili a quelli del padre..”

“Anche i tuoi”

“Cosa?”

“No, niente. Ora lasciami dire qualche consiglio: prima di tutto, smettila di torturare quel bottone del maglioncino o non lo potrai allacciare più. Secondo, io sono ben lieto di darvi la mia benedizione, ma vorrei che tu ci riflettessi un altro po’. Il matrimonio non è semplicemente vivere con una persona, perché per quello basta la convivenza che voi avete già sperimentato al college. Quando ti sposi, dovresti sentirti legato a tuo marito costantemente. Quel sentimento di cui mi parlavi, dovrebbe crescere ancora di più. Solo se succede questo capirai se il matrimonio è giusto, altrimenti sarà solo una presa in giro. Ora voglio che tu rifletta bene, perché anche se non sono il massimo nell’argomento, sono sicuro di quello che ho appena detto.”

Blaine nel frattempo si è slacciato il maglioncino per il troppo caldo e per evitare di perdere i bottoni. Se lo è portato come portafortuna, dato che il padre ci teneva molto, ma in quel momento non ne sente più la necessità.

 

Kurt apre la porta del salotto senza che nessuno possa aggiungere altro, e i due fidanzati si ritirano in camera di Kurt.



Suo padre prende il maglioncino blu notte lasciato sul divano e lo porta nella sua camera.

Si siede sul letto e si permette di affondarci il naso. L’odore è quasi simile a quello della pelle di Kurt.

“Tranquillo, Kurt.” Sussurra.

“Loro ce la faranno.”




“Non trovi strano il fatto che mio padre si chiama come il tuo e viceversa?”

“In effetti sì. Se il mio non fosse morto, credo che lo presenterei al tuo.”

“Faresti bene, l’ex di mio padre era odioso!”

Kurt e Blaine sono sdraiati sul letto, in un momento di tranquillità. A Blaine ancora girano per la testa le parole del suo -probabile- futuro suocero. Confrontandole con quello che gli diceva suo padre da piccolo, dice a Kurt.

“Penso che sarebbero stati una bella coppia.”

Kurt ci pensa un po’ su, poco convinto, ma alla fine si trova d’accordo.

“Da quello che mi racconti di tuo padre, lo credo anch’io.”

“Immagina: Kurt Hummel e Blaine Anderson, la coppia perfetta”

“Oh, no. Per quello ci siamo noi, Kurt Anderson e Blaine Hummel.”           




L’angolo di Pervinca:

TA DAAAAAN.

Sì, non sono morta.

Sì, continuo a shipparli.
Sì, rosico per il finale di stagione.

Sì, sono una persona contorta.

Anyway, essendo la mia mente poco chiara, non sono sicura che l’ultimo pezzo si capisca bene, ma ho deciso di provare a metterlo.

Sì, quelli sono i figli di Kurt e Blaine che si ritrovano, e Blaine senior stringe il maglioncino che aveva lasciato a Kurt Senior, rubato Blaine junior. .

Già. La vita è bella.

Sinceramente sono contenta di pubblicare questa OS, dato che ce l’avevo in mente da novembre e ho iniziato a scriverla durante maggio.

Sono curiosa di sapere cosa ne pensate.
 

*balle di fieno che rotolano*


Ringrazio di cuore Agnese per il betaggio perché, senza lei, molte cose sarebbero ancora più contorte.    

 

E se qualcuno segue la mia long...
Ho scritto il 20% di quello che sarà un lungo capitolo.  

Grazie a tutti per aver letto, e alla prossima!

   
 
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