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Autore: maffo    10/01/2008    1 recensioni
la mia prima fic su heroes...Hiro si ritrova d nuovo faccia a faccia kn i Petrelli e kn Sylar, ma nella mia xsonale interpretazione..
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hiro Nakamura, Nathan Petrelli, Peter Petrelli
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Hiro non pensava ad altro, ormai. Da quella notte in quella piazza a New York, quando aveva trafitto il nemico comune, Sylar, gli incubi lo tormentavano.

Era tornato al suo lavoro, ma nella filiale della Grande Mela, e quel giorno spiava dalla finestra opaca la marmaglia di gente normale che sciamava venti piani più sotto. Il pensiero di quel ragazzo, Peter Petrelli, che era esploso salvando il mondo, lo tormentava ogni istante di più.

La notte era diventata ormai un giorno in più, poiché Hiro non dormiva da quando Peter era saltato in aria sopra il cielo newyorkese. Si sentiva responsabile della morte del giovane, perché lui aveva avuto il potere di far cessare gli omicidi fin da quando erano cominciati, ma si era fatto rallentare da altre cose. Charlie prima fra tutte. Già, Charlie. Quella stupenda giovane donna che lo aveva prima illuso e poi abbandonato. Si era sentito amato, con lei, così gentile nei modi di fare. E poi era morta, morta di una morte orribile.

E poi era stato rallentato dalla paura. La paura di un uomo piccolo di diventare grande.

 Da quella notte Hiro era cambiato. Aveva cominciato a farsi rispettare al lavoro, non era più il timido impiegato di qualche mese prima, adesso era perlomeno tenuto in considerazione. Proprio ora che aveva ottenuto una piccola vittoria nella vita, mille e mille sconfitte venivano a fargli visita.

Peter e suo fratello Nathan erano morti. Charlie era morta.

Forse non aveva più senso vivere, perché non era rimasto scopo nella sua misera vita a mantenerlo in piedi, solo Ando. Il suo amico Ando, che ora era in Giappone, intento a sbrigare i preparativi delle proprie nozze con una ragazza americana che avevano incontrato una sera in un pub di Harlem poco dopo esser stati trasferiti. La mente di Hiro, quel giorno, galoppava veloce nelle praterie della memoria, fino a quando la porta del suo ufficio si aprì, e Hiro non potè credere ai propri occhi quando vide Peter e Nathan Petrelli entrare.

 

-Signor Peter!! Signor Nathan!! Voi due…grande esplosione in cielo nero!!! Voi morti!!! Io visto!!! Io visto!!! #!##!!!!###!!!!!-

-Calmati, Hiro, calmati! Siamo qui per affidarti una missione- disse Peter.

-Molto importante, aggiungerei.- aggiunse Nathan.

Hiro non capiva, e per diversi minuti non volle calmarsi. Peter dovette farsi dare un pizzicotto sulla guancia per convincerlo. Quando si fu fermato, Peter cominciò:

-Hiro, tu hai salvato il mondo, non più di…quanto, 2 mesi fa??-

-2 mesi 17 giorni e..- Hiro controllò l’orologio- 2 ore!!- esclamò il giapponese

-Bene, il mondo ha ancora bisogno di te- si intromise Nathan.

-Come?!? Io no sicuro avere capito bene, signor Nathan…-

-Hiro, Sylar non era morto. È in città, ha preso in ostaggio 3 persone in una banca, e dice che aspetta te- concluse Peter, con un gran sospiro.

Hiro era sconvolto. Guardò Peter, poi lentamente i contorni del giovane si sfocarono, e Hiro svenne.

 

-Hiro, Hiro!!- qualcuno lo chiamava. Si mise a sedere faticosamente, e gli ci vollero parecchi secondi per identificare le due persone, una inginocchiata vicino a lui, l’altra vicino alla finestra del suo ufficio. Poi ricordò, e subito si mise a urlare nel suo americano disarticolato che Nathan e Peter Petrelli lui li aveva visti morire, esplodere in cielo, e ne era convinto…

Peter questa volta lo lasciò sfogare, ma Nathan dopo qualche minuto uscì con un secco: -Questo qui è tutto pazzo-.

Quando il giapponese si fu calmato, sbuffò violentemente e si sedette su un divano, la testa fra le mani. Peter gli si avvicinò, e cominciò lentamente a raccontare la sua storia:

-Si, è vero, Hiro, tu ci hai visti morire, ma sta di fatto che io e Nathan, dopo la mia esplosione in cielo, non siamo morti. Non chiedermi come, perché io non lo so. Appena prima che fosse finita, sia io che Nathan ci siamo sentiti trascinare via da una forza invisibile, che ci ha scagliato lontano dall’esplosione, che però non era più dentro di me, ma era uscita…insomma, io non so se mi capisci, ma ora più che altro devi pensare a Sylar, che è sopravvisuto, è tornato e ha detto ai poliziotti che vuole vederti. È impazzito, Hiro, e ancora una volta il destino del mondo dipende da noi. Anzi, da te, perché Sylar ci ha fatto anche sapere che se vedrà me o Nathan o chiunque altro entrare dalla porta della banca, farà saltare la testa ai 3 ostaggi, uno dei quali, fra parentesi, è il piccolo Micah, il figlio di Niki. Te la ricordi, Niki?

Hiro non si era mosso per tutta la durata della conversazione, e non aveva intenzione di farlo ora. Qualunque cosa gli avesse detto Peter Petrelli, lui non avrebbe mosso un dito per aiutare quella gente. Non voleva più problemi, che ci pensassero loro, i Petrelli o qualcun altro, a fermare quel pazzoide di Sylar. Lui l’aveva già fatto una volta, e gli era bastato.

Peter lo guardò per un po’, e alla fine si arrese.

-Va bene, Hiro, non muovere un dito. Lascia che quella gente muoia, tanto ho sempre saputo che eri un povero sfigato-.

A quelle parole, il giapponese alzò lo sguardo, furioso, ma Peter era già uscito.

 

Nathan vide due persone uscire da quella porta: suo fratello e dietro Hiro, che aveva imbracciato la spada. Peter gli sorrise, mentre Hiro gli gridava:

-Vieni qui Peter Petrelli!!! **!!###.....-

Nathan si scostò dalla parete, e chiese al giapponese che intenzioni aveva.

Hiro lo guardò, e Nathan seppe che sarebbe venuto con loro.

  
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