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Autore: V@le    10/01/2008    7 recensioni
Seguito di "Rassegnazione" e "Promesse mantenute"
Amore: Dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva, volta ad assicurare felicità o benessere o voluttà... ma davvero si sa cosa sia l'amore?
[NaruXHina/accenno pairing NejiXTenten]
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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naruhina3
AFORISMI
(seguito di Promesse mantenute)


Un vero amore non sa parlare.
Con il grande mazzo di fiori braccio, aprì la porta e diede il buongiorno al ragazzo steso sul letto. Dopo essersi liberata le mani, scostò le tende per far entrare la luce del sole nella stanza e preparò subito la medicina della mattina. Il mezzo sorriso del paziente era più che sufficiente per soddisfarla.
"Allora quando potrai cominciare a lavorare sul serio?" chiese Neji dopo aver bevuto l'acido miscuglio senza fare una piega.
"Mi consegneranno il certificato tra una settimana, ma poi dovrò studiare ancora per un anno prima di diventare un infermiera a tutti gli effetti."
"E poi?"
"E poi..." si sedette ai piedi del letto, scostandosi dal visto i lisci capelli corvini "continuerò a studiare per divenatre medico."
Il ragazzo incrociò le braccia.
"E tua padre cosa ne pensa?"
"Non lo so, ma non mi importa se approva o meno. E' una delle poche cose che sono sicura di volere e non mollo: capo Hyuga si rassegnerà."
Neji spostò lo sguardo oltre la finestra, pensando di non aver mai sentito parlare così la cugina.
Entrambi poi si voltarono di scatto verso la porta, avendo sentito qualcuno bussare.
"Non farlo entrare, chiunque sia" ordinò subito il ragazzo.
"Lo dici tutti i giorni: perché non vuoi vedere nessuno? E poi questa persona l'hai già mandata via più di una volta..."
Cioè dal giorno in cui sei in ospedale, visto che si presenta puntualmente ogni mattina, pensò Hinata già pronta con la mano sulla maniglia della porta.
Dopo qualche attimo di silenzio ricevette l'assenso e aprì.
Una pallida e tesa Tenten varcò la soglia della camera.
"Buongiorno Neji" disse piano, come timorosa "scusa se ti disturbo, ma volevo vedere come stavi."
"Io..." la piccola pausa non aveva nulla che indicasse sorpresa, ma la cugina era riuscita a coglierla nel piccolo scatto che solo lei aveva percepito "...io sto meglio. Credo che tra non molto mi dimetteranno."
"Oh, bene, sono contenta..." Tenten sembrava aver ripreso un po' il suo colorito naturale  "lo dirò anche al maestro e a Rock Lee. Hanno chiesto tanto di te. Ma ora forse è meglio che vada, immagino dovrai riposare" si girò verso Hinata per salutarla, poi si diresse verso il corridoio.
Nel mentre aveva regnato il silenzio.
"Aspetta."
La giovane Hyuga era certa di aver sentito l'amica deglutire dopo essersi fermata di colpo.
"Resta ancora un po'" poi Neji aggiunse subito "voglio sapere che succede al villaggio, dove sono gli altri e cose così."
Tre secondi più tardi Tenten era seduta vicino al letto, pronta a rispondere a ogni genere di domanda. Tranne una, naturalmente. Ma non era un problema: non le sarebbe stata posta, almeno non quel giorno.
Hinata, sorridente, lasciò la stanza senza che se ne accorgessero. Sorrideva così spesso ormai che le sembrava del tutto naturale sembrare sempre serena.
E non era un sorriso di circostanza: era il suo vero sorriso, di quelli che, se rivolti alla persona giusta, erano talmente potenti da far sciogliere la neve.
Uscì dall'ospedale e si diresse verso l'ufficio del Quinto Hokage.

La donna dai lunghi capelli biondi diede un ultimo sguardo ai fogli che aveva sulla scrivania, per poi metterli da parte e tornare a guardare Hinata congiungendo le mani.
"Hai fatto davvero un ottimo lavoro. All'ultimo test sei passata col massimo dei voti e la prova pratica è stata buona. Ti sei assicurata il certificato."
La ragazza sorrise e abbassò il capo in segno di rispetto.
"Potrai cominciare a lavorare tra dieci giorni. Giusto in tempo: un ragazzo verrà trasferito nel nostro ospedale dal villaggio vicino, sarà il tuo primo incarico."
"Sì" dopo aver salutato si diresse verso la porta.
"Non vuoi sapere neanche chi è il tuo futuro paziente?"
Hinata si frmò e rivolse lo sguardo all'Hokage.
"Ha importanza? Chiunque sia, io ho il dovere di seguirlo e curarlo."
"Certamente, ma essendo uno dei tuoi amici..."
"Chi?" chiese di scatto la ragazza, per poi coprirsi la bocca con una mano "oh, mi scusi, non volevo interromperla..."
"Tranquilla. Si tratta di Sasuke Uchiha: è rimasto ferito durante la missione assegnatagli quatro mesi fa'. Tornerà la prossima settimana insieme a Sakura Haruno e Naruto Uzumaki."
L'espressione serena abbandonò il candido volto di Hinata e la malinconia più pesante le pressò sulle guance. La sorpresa l'aveva presa in pieno petto e tanto forte era stato il colpo ch si dovette appoggiare alla sedia.
"Tutto bene, Hyuga?"
"Sì... certo" rispose lei lentamente sorridendo.
Salutò per la seconda volta e uscì frettolosamente. Appena fu in strada, batté forte le dita sulle labbra.
No, no, no! Il sorriso di circostanza era ritornato! Perché diavolo...
Sospirò e s'incamminò verso casa, ma a metà strada si sedette su una panchina e rimase a guardare la gente passare. Era così assorta che sobbalzò quando Tenten la salutò.
"Come è andata con Neji?" le chiese poi.
"Bene. Anzi benissimo. Credo di non aver mai parlato tanto con lui."
"Ma non gli hai ancora detto niente."
"No. Ma mi basta sapere che la pensa come me. Vuol dire che non siamo poi tanto diversi. E la cosa mi solleva: è come remare nella stessa direzione e... come se prima o poi ci si debba incontarre per forza, no?"
L'amore vero è il cammino in due verso la luce di un ideale comune.
"Certo."
Tenten le si sedette accanto e le osservò attentamente il volto.
"Credevo che avessi messo da parte il tuo sorriso di rassegnazione. Sicura che va tutto bene?"
Hinata passò i successivi venti minuti a rassicurare l'amica che andava tutto bene. Quando poi si salutarono, dovette impiegare il resto della giornata a rassicurare se stessa.

L'amore allo stato puro è quello non corrisposto.
Là seduta nel giardino di casa sua, con lo sguardo perso nel vuoto, le ginocchia strette al petto, si lasciava scompigliare i capelli dal vento nella vana speranza che facesse volare via tutte le sue preoccupazioni e angosce. Ma vana, appunto.
Così Naruto sarebbe tornato...
Se lo immaginava arrivare al villaggio, mano nella mano con la sua Sakura, di cui era tanto innamoranto... restando pur sempre ignaro delle occhiate clandestine e dei sorrisi di circostanza.
E pensare che, al posto suo, lei non avrebbe fatto altro che amarlo e stargli vicino, senza finzioni o falsità. Ma non era al posto suo.

Amarlo... che parola strana...
Amore! Ecco un volume in una parola, un oceano in una lacrima, un turbine in un sospiro, un millennio in un secondo.
Non avrebbe mai pensato che innamorarsi di qualcuno avrebbe comportato così tanta sofferenza.
Ma non solo.
Aveva scoperto cosa voleva fare della propria vita, non era più sottomessa al padre, di ogni cosa era ormai abituata a guardare il lato migliore. E soprattutto aveva capito che il sentimento provato per tanti anni l'aveva resa migliore e fatta maturare. E poi...
E' meglio avere amato e perduto che non avere mai amato.
Ma ancora non capiva quel mistero che era l'amore. Non lo comprendeva dentro di sé, né tantomeno fuori.
Suo padre una volta le aveva detto che per poter trasmettere una cosa bisogna sapere che cosa sia, altrimenti resta solo un concetto.
Ma l'amore in lei era tutt'altro che un concetto. Forse sapeva cosa fosse, ma non sapeva di saperlo...
Sentiva quasi la mente contorcersi dallo sforzo di ragionarci. Abbandonò il capo sulle ginocchia.
Che l'amore è tutto è tutto ciò che sappiamo dell'amore.

Si alzò e decise di fare una passeggiata.

Le strade erano tranquille quella sera. Era a spasso da ormai mezz'ora quando Ino sbucò da un angolo e la salutò con un largo sorriso.
"Ciao! Allora vieni anche tu?"
Hinata inclinò leggermente da un lato la testa con aria interrogativa.
"Dove scusa?"
Non udì una risposta, bensì si sentì prendere per il polso e trascinare via. Poco dopo erano alle porte del villaggio, con altri loro amici.
"Perché sono tutti qui?" chiese totalmente ignara la giovane Hyuga.
Ino, sempre sorridente, indicò delle ombre che sembravano avvicinarsi alle porte.
L'altra deglutì sonoramente.
"Sono loro, proprio loro!" esclamò la biondina saltellando eccitata.
Quando finalmente le luci del villaggio illuminarono le figure, Hinata sentì il cuore mancare un battito e la lingua intrecciarsi.


Fine del terzo episodio.


N.d.A. Le frasi in corsivo sono aforuismi dei seguenti autori (nell'odine in cui compaiono): William Shakespeare, J. d'Hormoy, Alessandro Morandotti, Tupper, Butler, Emily Dickinson.
L'accenno al pairing Neji/Tenten è dedicato a ragazza_innamorata
.
V@le



  
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