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Autore: Ena_min    27/06/2013    6 recensioni
Jongkey
Kibum sentì il suo nome e si risvegliò sull’ asfalto caldo. Non si ricordava bene cosa era successo.
Sentiva solo tanto dolore, tanto bruciore all’ altezza della coscia. Fece per alzarsi ma il male glielo impedì.
Si guardò i pantaloni ora tutti sgualciti e impregnati di sangue.
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa one shot l' avevo già pubblicata.. Ma era sparita e ora l' ho rimessa!! xD
C'erano state anche alcune recensioni.. E mi dispiace un sacco che non ci siano più ç_ç Voglioc he comunque sappiate che le ho apprezzate un sacco!!!
Spero che chi avrà voglia di leggere di nuovo possa lasciare una recensione e un commento.. Mi farebbe veramente piacere sapere cosa ne pensate di questa storia.
Buona lettura!


“Sono solo altri due giorni, daii … non ti arrabbiare.. Poi mi sarà affidato un altro lavoro e non la dovrò più vedere, ok??” Lo rassicurò Jong, pregando dentro di sé, che l’ altro non si arrabbiasse ancora.
“Bene. Allora niente coccole per i prossimi due giorni.” Disse Kibum a braccia conserte mentre il suo viso prendeva la forma corrucciata di chi voleva farsi vedere arrabbiato.
“Ohhhh Daiiii!!! Lo sai che non è colpa mia. Io sono un fotografo, lei una modella e il mio capo una sanguisuga. Non ho altra scelta” Piagnucolò il moro. “Sai che se potessi farei foto solo a te! Io ti amo. Non ti abbandonerò mai… Per una papera come lei poi. Dai su… dammi un bacino.” Si sporse verso l’ altro sedile.
“Guarda avanti scimmione. Non vorrai farci fare un incidente.” Lo respinse l’ altro.
“va bene… Però a casa un bacino me lo dai!” Concluse il moro.
Le labbra del biondo si mossero in un accenno di sorriso. Come poteva fare a non essere geloso? Mica se lo poteva far scappare. Aveva tutta quella paura di perdere quella metà di sé che aveva con tanta fatica conquistato.
Stavano insieme da ormai 3 anni. Convivevano da 1.
Per Kibum l’ inizio della loro relazione fù un periodo molto duro. I suoi genitori gli volsero le spalle appena scoprirono della sua omosessualità, e quelli di Jong cercarono di allontanarlo da loro figlio costringendolo, addirittura, a cambiare città.
Fù difficile, faticoso, estremamente straziante vivere con il rifiuto degli altri. Erano soltanto loro due. Visti di malocchio da tutti. Giudicati e additati come diversi, come non umani, da chi di umano aveva solo l’ aspetto!
Stavano ritornando a casa dopo una giornata di shopping. Quella strada desolata li avrebbe portati a destinazione in non più di 20 minuti.
“Sono troppo belli quei pantaloni che ti ho comprato.. eh Jonghy??” Chiese il più giovane facendo finta che la mini litigata di prima non fosse mai avvenuta.
“Certo che sono troppo belli.. Me li hai comprati tu” Il moro alzò gli occhi al cielo.   Sempre la stessa storia. Ma ormai ne era abituato. Ormai non cercava neanche più di scappare ogni qualvolta che il biondo gli chiedeva di andare a fare compere. In un modo o nell’ altro  l’ avrebbe costretto ad accompagnarlo.
“Ti ho visto”
“Cosa?” Jong si girò a guardarlo
“Hai alzato gli occhi al cielo” disse Kibum offeso!
“Non è vero”
“si che è vero”
“provalo”
“hai fatto così!” Il biondo imitò il fidanzato. L’ altro  guardava dal posto del guidatore mentre Kibum alzando gli occhi al cielo e facendoli roteare lo imitava.
Jong si mise a ridere. E non lo vide. O meglio, lo vide troppo tardi.
Qualcosa attraversò la strada. Un cervo, un cane. Non aveva importanza in quel momento visto che Jong perse il controllo dell’ auto.
Kibum capì tutto così velocemente. Spalancò gli occhi invaso dal panico.
Si girò verso Jong… allarmato pure lui.
Un grido. Il suono del metallo contro l’ asfalto. Il dosso più avanti non aiutò.
L’ auto, come se fosse stata scaraventata da una forza invisibile che voleva il male, si girò di lato finendo poi, per fermarsi completamente sottosopra. Ora le ruote proiettate verso il cielo non facevano intravedere nessuna speranza di salvezza.
Però all’ interno dell’ auto che prima contava due persone, ora ne era presente solo una.
“Kibummm!!!! Kibumm svegliatì!!”
Kibum sentì il suo nome e si risvegliò sull’ asfalto caldo. Non si ricordava bene cosa era successo.
Sentiva solo tanto dolore, tanto bruciore all’ altezza della coscia. Fece per alzarsi ma il male glielo impedì.
Si guardò i pantaloni ora tutti sgualciti e impregnati di sangue.
Si ricordò della decisione che aveva preso pochi minuti prima. L’ adrenalina e la paura del momento gli avevano dato la forza di slacciarsi la cintura e di aprire lo sportello della macchina.
Mentre questa si stava capovolgendo Kibum si era buttato in cerca di salvezza, in cerca della luce, in cerca della vita. Voleva tanto vivere. Voleva continuare a vedere il sorriso del suo amato. Sentire il calore dei suoi abbracci. Baciare le sue tenere labbra e vivere all’ infinito per stare al suo fianco.
Si ritrovò lì, disteso a pensare al nulla. Quando si ricordò di lui. Alzò gli occhi pieni di lacrime. Quegli occhi che cercavano una risposta bella, all’orribile domanda che il suo cervello poneva: “dove è Jong”?
Sentì di nuovo qualcuno chiamarlo. Volse lo sguardo nella direzione da cui proveniva il suono.
Davanti a sé vide la macchina ferma in modo innaturale. Il tettino a contatto con l’ asfalto e Jong ancora dentro.
Urlò.
Non avrebbe mai voluto vedere una cosa così.
Cercò di alzarsi di nuovo e questa volta ce la fece. Con le lacrime che gli rigavano le bianche gote si rimise in piedi come  sostenuto dalla forza dell’ amore. Non riusciva a camminare bene. La ferita alla coscia era profonda e il dolore allucinante.
Però sapeva che doveva farlo! Jong aveva bisogno di lui. Doveva salvarlo, doveva liberarlo, doveva essere lì per lui!
Un passo alla volta arrivò alla macchina.
Jong gli sorrise, come per rassicurarlo. “Non piangere, sto bene… Va tutto bene Kibum. Cerca solo di aprire lo sportello!”
Le mani tremanti di Kibum afferrarono il manico della portiera dalla parte del guidatore. Tirarono con tutta la loro forza. Ma qualcosa non andava. Non riuscì ad aprirla. Non riuscì a fare l’ unica cosa che potesse aiutare Jong.
Si mise a gridare aiuto. Si mise a piangere ancora più forte.
Si girò verso Jong. Si abbassò a terrà e, dalla finestra rotta, lo vide svenuto.
A testa in giù il moro era fermato dalla cintura di sicurezza che aveva deciso di bloccarsi. A testa in giù il più grande stava perdendo sangue da chissà quale delle tante ferite. A testa in giù Jong se ne stava per andare.
Urlò ancora una volta. Più forte che poté. Sperando che quell’ urlo potesse essere sentito da qualcuno, sperando che quell’ urlo potesse riportare indietro il tempo in modo che Kibum potesse evitare l’ incidente. In modo che tutto ritornasse come prima. Quando non c’era niente a separarli.
Kibum entrò velocemente dentro la macchina, sfinito, con le lacrime che gli rigavano ancora il viso pallido, con la mano tremante e il cuore pesante, cosi pesante che sembrava contenesse tutte le ancoscie di questo mondo , così pieno di brutte cose!
Allungò la mano verso il viso sanguinante di Jong, che ancora aveva gli occhi chiusi. Lo accarezzò delicatamente, come se quel suo tocco potesse riportarlo da lui.
In un attimo vide la sua borsa marrone non poco distante.
Immediatamente riprese il controllo di se stesso. La sua mente ritornò a lavorare. Pensò che poteva farcela, dovava farcela in qualche modo!
Velocemente prese la borsa e, rovescando tutto perterra trovò quello che stava cercando.
Il suo cellulare per fortuna non si era rotto e, anche se in mezzo al nulla, grazie a Dio il segnale prendeva.
Compose velocemente il numero dei pompieri.
Piangendò li spiegò la situazione e li implorò di arrivare velocemente .
Ulando al telefono sperò che non fosse già troppo tardi per ritornare alla vita normale!
Dopo la chiamata  lasciò il telefono per terra e dando forza a se stesso si avvicinò ancora una volta a Jong.
Lo chiamò per nome e gli diede qualche colpetto sulla faccia per svegliarlo.
Ma niente.. Qualcuno per Jong aveva deciso che non si sarebbe svegliato.
"TI prego Jong.. Ti prego, non mi lasciare.. ho bisogno di te! Non ce la posso fare senza di te! svegliati Jong!!! SVEGLIATI!"
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Le lacrime calde si fecero, ancora un volta, strada fra le gote bianche del biondo.
Improvvisamente qualcosa di strano attirò la sua attenzione.
Sentì un forte suono, che quasi gli ruppe i timpani.
SI spaventò tanto! E per quella stessa paura strinse ancora più forte la mano fredda di Jong, sperando che essa potesse trascinarlo via da tutto quello!
"un esplosione" Kibum capì subito che non rimaneva ancora tanto tempo.  Capì che tutto sarebbe andato bene o tutto sarebbe andato male. E del bene ne dubitava!
Alzò il viso e fortunatamente vide qualcosa che gli fece accennare un sorriso.
Jong aveva aperto gli occhi e lo stava guardando!
Probabilmente non aveva ancora ben chiaro la situazione pericolosa. La macchina sarebbe potuta esplodere da un momento all' altro. Ma tutto quello per Kibum veniva dopo. In quel momento la cosa più importante era che Jong era sveglio. Era che Jong aveva aperto gli occhi e gli stava sorridendo debolmente! Quel sorriso così dolce che avrebbe rassicurato anche il più paranoico tra gli esseri umani!
"Sto bene Kibum, sto bene" disse con un filo di voce notando la grande preoccupazione del più giovane!
"Dai Kibum... non piangere. Ora usciamo di quà ok?" continuò allungando la mano e asciugando le calde lacrime di Kibum!
"Dai, prova a togliermi la cintura."
Kibum abbassò e alzò la testa in segno di assenso. Si mosse velocemente dentro l' auto, scivolando delicatamente vicino al corpo di Jong. Afferò la cintura e provò a schiacciare il pulsante che avrebbe dovuto liberare il più grande da quell' oggetto che doveva salvare le vite ma che in quel momento cercava di rubarne una!
Ma ancora una volta fallì!
La cintura era bloccata e da quella posizione innaturale era impossibile liberarsi.
Si girò verso Jong con gli occhi supplicanti come per invocare perdono.
Jong gli sorrideva ancora una volta.
"Non è colpa tua"
Ad un tratto però, Kibum trovò un pezzettino di finestrino. Lo prese velocemente e cercò di tagliare la cintura.
COn le fiamme intorno e con il calore che si insediava tra i loro corpi, Jong e Kibum stavano cercando di sopravvivere al loro destino.
Kibum odiava quel destino che si stava avvicinando. Non voleva!
Preso dalla paura e dalla rabbia per quel fato così crudele sfregò con ancora più forza il vestro contro la cintura. Ma, l' unica cosa che esso tagliò fu il palmo bianco della sua mano.
Il dolore si fece sentire così forte che Kibum non riuscì a trattenere un gridolino stridulo e le sue lacrime salate ricominciarono a cadere dai suoi occhi felini!
Jong fermò subito la sua mano. Prese il pezzo di vetro e lo buttò via. Non sopportava vedere Kibum farsi male. Non sopportava vedere Kibum farsi male per lui.
Lo avvicinò a se. Gli accarezzò la guancia e gli sorrise debolmente ancora una volta. Kibum pensò che quella potesse essere l' ultima volta, l' ultima occasino per rivedere quel sorriso. Così lo osservò, lo disegnò nella mente e giurò che non lo avrebbe mai dimenticato!
"Ti ricordi la prima volta che ci siamo visti Kibum?" Disse Jong con un filo di voce.
"Ti ricordi la prima volta in cui ci siamo scambiati un bacio?" Coninuò cercando di controllare la sua voce tremolante.
"Kibum... Ti ricordi quando ti ho detto ti amo per la prima volta? Sotto quell' albero così grande che sembrava proteggerci da tutto?" fece una pausa.
Il più giovane non disse nulla. Si limitò a tuffarsi nei suoi occhi profondi. Cercando di non perdersi neanche una parola, neanche un suono, neanche un accento della voce di Jong.
"Sei la persona più importante della mia vita. Ti amo così tanto. Non ho rimpianti se devo pensare a noi due. Farei tutto quello che abbiamo fatto insieme all' infinito. Non ti dimenticare di me, Kibum. Portami nel tuo cuore. Pensado a quanto grande era il mio amore per te. Vivi Kibum, vivi!  Sarai in grado di farlo vero?" Un' altro sorriso. Ora però era un sorriso triste. DI quelli che fai prima di dire addio ad un amico. Quelli che mascherano le lacrime e camuffano la tristezza in rassegnazione.
Jong si avvicinò ancora di più al più piccolo. Gli accarezzò ancora una volta la guacia bianca. Così candida che pareva neve! Avvicinò il suo viso e, chiudendo gli occhi, baciò le lebbra di Kibum.
Kibum fece lo stesso. Chiudendo gli occhi cercò di memorizzare anche questo momento nella sua mente così stanca e straziata. Assaporò quel bacio così gentile e delicato e, sfinito da tutto ciò, fece cadere le ultime lacrime silenziose.
"Ora vai Kibum.. Esci dalla macchina. Non c'è tanto tempo! Dai vai e conservami per sempre nel tuo cuore. Vivi Kibum, vivi!" Disse Jong dopo aver staccato le sue labbra dal quelle del più piccolo.
Kibum prese la sua mano e la srinse forte. "Non ci penso neanche! Non mi muovo senza di te Jong! IO NON MI MUOVO!" Urlò in preda al panico.
"Ti prego Kibum. ti prego!" Lo incitò ancora una volta Jong fissandolo con occhi supplichevoli.
Improvvisamente entrambi sentirono un suono strano provenire dall' esterno dell' auto.
Finalmente i pompieri erano arrivati!
"Non abbiamo molto tempo. Salviamo il biondo almeno."  A quelle parole Kibum si irrigidì. Come potevano. No! Non potevano!.
Strinse ancora più forte la mano di del moro che cercava di spintonarlo via.
Kibum urlava. Piangeva. Supplicava di non essere mandato via, di non essere salvato!
Sentì qualcosa afferrarlo per le gambe. Capì che era un pompiere. Gridando il nome di Jong scalciava. Gridando quel nome che tante volte aveva pronunciato cercava di aggrapparsi alla mano dell' altro.
"Ti prego.. Non mi mandare via. Ti prego. Non voglio lasciarti. JONG!"
Un altro sorriso. Un "addio" che Kibum potè leggere dal labiale. Le loro mani si staccarono. Le loro vite si separarono.
Kibum venne trascinato fuori dall' auto in fiamme. E tra le braccia del pompiere vide la macchina andare in mille pezzi.
Ascoltò il suo straziante dei pezzi di metallo venire a contatto con l' asfalto freddo. Sentì il suo cuore fermarsi e rifiutarsi di ripartire. Vide tutta la loro storia. Come aveva detto Jong... il primo incontro, il primo bacio, il primo ti amo passarono davanti ai suoi occhi che ormai non riuscivano neanche più a piangere.
Cade a terra. Stanito, col cuore a pezzi, morto dentro. Non sentì neanche il pompiere che gli poggiava una coperta sulle spalle e cecava di farlo rialzare per medicargli le ferite.
Kibum non esisteva più. Kibum viveva, ma era come se la sua anima fosse volata via con quella di Jong.
*****
3 mesi dopo
"-Vivi Kibum, vivi!- era questo che mi avevi detto, Jong. Ma.. io non ce la faccio a vivere. Io sono morto. Mi hai portato via con te. Non voglio continuare. Sto venendo da te. Mi stai aspettando vero? Tra qualche minuto sono lì!" un sorriso triste si dipinse sul suo volto mentre dal palazzone di 7 piani guardava di sotto il suo destino.
"Non sono riuscito a farlo. Sono un debole. Eri tu la mia forza. Lì dove sei adesso ci ricongiungeremo. Non arrabbiarti. Quando arrivo non farti trovare col muso lungo ok?" Fece un passo in avanti.
Tra le mani la loro prima foto insieme. La riguardò un ultima volta. Tra i ricordi riprese quello che conteneva la voce di Jong.
Si lasciò andare. Gli occhi chiusi e le labbra piegate in un accenno di sorriso. Con la foto sopra il cuore. E con l' immagine di Jong che lo baciava, davanti agli occhi!


So che mi uccidereste tutti... xD CHiedo perdono!!!!
Ricordate di farmi sapere se vi è piaciuta! <3
Ena~
 
  
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