Hoola.
Yep, sono ancora io con un'altra fan fiction.
Uhm, questa è già stata pubblicata una volta, cancellata, e ripostata adesso.
Subirà senz'altro dei cambiamenti e...niente, hope you like it. :3
Ditemi ciò che ne pensate per favore, così saprò come muovermi all'interno di questa storia! :D
ps: non lascerò stare Sleeping with ghosts, tranquilli/e.
Baacione.
Buona lettura (?) :D
-Prefazione.
Tutto
torna.
Gli
abbracci negati;
gli amori violati; i baci negati; gli
affetti mai avuti.
E
poi ancora, le
persone che ti hanno deluso; coloro che ti
hanno tradito; coloro che ti hanno amato.
Tutti
tornano.
Anche
i morti, che
si infilano e strisciano nei tuoi sogni,
nei tuoi incubi più terrificanti, nelle tue paure
più reali.
Tutti
tornano.
Tutti,
eccetto le
persone che davvero vorresti accanto a te.
Quelli,
di norma
(quale norma poi?), non tornano mai.
Mi
guardai attorno e
vidi i volti devastati delle nostre
famiglie, mie e di Isabella.
Vidi
i Salvatore,
famiglia reale, distrutti dopo aver
perso la figlia proprio quando l’avevano
ritrovata.
Vidi
noi, i Cullen,
ugualmente distrutti.
Tutto
torna.
Anche
la resa dei
conti, è arrivata.
In
punto di morte,
mi chiese: “ Non morire.”
Ma
come posso vivere
senza di lei?
Tutto
torna.
Anche
io
tornerò da te amore mio.
Mi
piegai sulle
gambe, pronto per fare il salto che avrebbe
dato inizio alla battaglia, quando una voce mi interruppe.
“Spero
possiate perdonare il mio ritardo.”
Tutti
tornano.
Anche
i morti.
E
tra le mie labbra
sorridenti proruppe un ringhio.
Che
la battaglia
abbia inizio.
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#1
E’ solo
l’inizio.
Dopo
il buio la luce.
Solitamente
è così.
Eppure,
in questo luogo infinitamente desolato c’è solo il
buio.
Il
buio mischiato al palpitante rumore della mia paura,
mentre corro a perdifiato lungo il bosco.
La
luna è piena, i corvi gracchiano, gli alberi sono una
terribile gabbia che mi imprigionano e mi uccidono lentamente, mentre
mille
voci parlano e sussurrano.
Corro,
inciampo, mi rialzo, corro.
Le
mie gambe, prima ancora della mia mente, hanno
pianificato uno schema preciso da compiere.
Eppure
le voci continuano a perseguitarmi.
Non
mi lasciano scampo.
Mi
inseguono.
“Isabelle, sei
così bella, piccola”. Vedo chiaramente il fantasma
di un uomo dai capelli scuri
con gli occhi e la carnagione pallida, che crea un contrasto
meraviglioso e
terrificante. Prova a toccarmi.
Urlo
inconsapevolmente, proseguendo con lo schema.
Corro,
inciampo, mi rialzo, corro.
“Torna
da me, torna”. Una donna bionda dagli occhi verdi, mi
chiama. Mi tende le mani. Mi supplica. Mi affascina… scopre
i denti, scheggiati
e ricolmi di carie.
Mi disgusta.
Corro,
inciampo, mi rialzo, corro.
“Hai
ucciso mio marito.”
A
quel sussurro, di fronte a quest’altro fantasma, mi fermo.
E’
incinta, al suo fianco steso a terra un uomo da cui dalla
bocca fuoriescono vermi e sangue e… lettere. Lettere scritte
con una perfetta
calligrafia.
“Hai
ucciso mio marito!” urlò la donna che, con un
salto,
portò le sue mani alla mia gola.
Mi
svegliai urlando.
Cercai
con passo malfermo l’interruttore della luce e, con
calma scioccante mi sedetti nuovamente a letto.
“Era
un incubo, Bella. Soltanto un incubo.” Mi ripetei.
Mi
coricai nuovamente, portando al volto la maglietta di lui,
sperando che il suo odore possa
riportare la tranquillità necessaria per affrontare le poche
ore di buio
rimaste, poi sarebbe arrivata la luce.
Eppure,
mentre sentii le forze venir meno, mi sembrò di
vedere un verme strisciare sul
muro.
Strinsi
più forte la maglietta di Edward.
«Sorellina,
sveglia!» dal piano di sotto, udii Cam chiamarmi
a gran voce.
«Due
minuti», mormorai conscia che nonostante il tono basso
mi avrebbe sentito ugualmente.
«Due
minuti diventando ore, per te. Dai amore, su.» Cam mi
scoprì, riempendomi il volto di baci.
«Ora
mi alzo, come mai siamo così dolci questa mattina?»
«Diciamo
che ha avuto una bella nottata.»
Disse Robert tra le risate, svettando il
sopracciglio verso l’alto.
Come
Edward…
«E
la tua di nottata com’è stata sorellina?»
Gli
incubi continuano senza sosta a tormentarmi.
Non
riesco più a dormire, a far nulla.
Mi
marchiano a fuoco, mi uccidono, mi mostrano una vita di cui non ero a
conoscenza.
Mostrano
me.
La
vera me.
«Preferisco
mostrarvelo»
Tolsi
lo scudo psichico di cui ero provvista, e gli feci
vedere l’incubo fatto.
«I
ricordi stanno mano a mano riaffiorando.»
«Voi
da soli proprio non potete dirmi nulla, giusto?»
«Non
possiamo Isabella, e lo sai.»
Mi
abbracciarono, confortandomi.
«Oggi
ci aspetterà una bella giornata, andiamo! E..»
Disse
Cam.
«…tu
pigrona, vai a farti una doccia!» continuò Robert.
«Okay,
mi alzo!»
Nel
momento in cui lo feci, a terra cadde la maglietta di
Edward causando uno sguardo di puro dolore non soltanto nei loro occhi,
per di
più nei miei.
«Può
un’assenza essere così presente?»
«Amore,
sono ormai due anni che ti ha lasciato in quel
bosco. Dovresti andare avanti, cercare di dimenticarlo.»
«Lo
so, ma… mi manca.»
Senza
di lui mi sentivo le foglie di un albero in autunno.
Mano
a mano le foglie si staccavano dall’albero per andare alla
deriva, sole.
Io
mi sentivo come le foglie.
Mano
a mano mi sentivo più fragile, più sola,
più confusa.
Avevo
così tante persone accanto a me, eppure mi sentivo sola.
Mi
sentivo alienata dal mondo in cui fino a due settimane fa mi sentivo a
mio agio,
viva.
E
la sensazione che provavo all’altezza del petto, da cosa
è dovuta?
Da
cosa è dovuta quest’ansia, questo dolore, che oggi
è più pressante?
Come
se oggi tutto sarebbe cambiato… tutto cambiato.
Anche
se ero già
cambiata.
Guardai
la figura che raffigurava la superficie riflettente
e non potei non stupirmi del mio nuovo aspetto.
Ero
sempre io, ma non ero io.
Ero
una sconosciuta dall’aria familiare.
Stessi
capelli color mogano mossi sulle punte, eppure
avevano un luce nuova che mai avevano avuto prima.
Stessi
occhi coloro cioccolato, ma più caldi e vivi di prima.
Stesse
bocca, con il labbro superiore leggermente più pieno
di quello inferiore. Eppure più rosse e piene di prima.
Stesso
corpo, eppure più slanciato e sinuoso di prima.
Molte
cose erano cambiate dopo la trasformazione.
Il
mio gusto estetico era decisamente migliorato, cosa che
senz’altro avrebbe fatto piacere ad Alice… se
solo fosse qui.
Scaccia
con un gesto di mano i pensieri decisamente negativi
che vorticavano nella mia mente, e dopo aver afferrato la borsa con
all’interno
i libri, scesi le scale due a due sorridendo ai miei due fratelli.
Che
il primo giorno di College abbia inizio senza di te, amore.