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Autore: Nana Kudo    27/06/2013    7 recensioni
Una lacrima solitaria le rigò il viso, mentre l'ennesimo petalo color confetto si andava a staccare dal ramo di un albero lì vicino, sfiorandola, librando e danzando in cielo fino a cadere a terra.
“Avevi detto che da zero comincia tutto” disse a bassa voce. “Senza di esso nulla potrebbe mai esistere” aggiunse, stringendo i pugni, con le lacrime che ad intermittenza cadevano nell’acqua del laghetto creando piccoli cerchi in esso che lentamente si espandevano. “Ma perché io mi ritrovo costantemente ferma a questo punto?”
Genere: Romantico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Zero
Prologo
***

 

 
 
 Il sole splendeva alto nel cielo, in quella tiepida mattina di aprile; donando un aspetto più caldo e vivo a quella Beika che, a quell’ora che in teoria dovrebbe presentarsi inattiva, quasi del tutto ancora spenta, già pullulava di gente e veicoli che di fretta riempivano le strade e i marciapiedi della metropoli.
Sospirò, controllando per l’ennesima volta nel giro di pochi minuti l’orologio da parete sopra la lavagna nera davanti a lei.
La lezione sembrava non interessarle affatto. O meglio, non le interessava proprio. Così come tutte le altre in quegli ultimi giorni.
Così come tutto il resto dopo quel giorno.
La professoressa continuava a spiegare la lezione indisturbata, senza alcun minimo rumore in quella classe, in quello spazio che lei trovava, sentiva e vedeva vuoto; in quei minuti e secondi che lei trovava persi, inutili.
Spostò le iridi chiare al di fuori di quel vetro spesso e trasparente, osservando disinteressata l’ennesimo petalo di ciliegio che librava libero nel cielo fino a cullarsi sul duro e freddo terreno.
Freddo.. come tutto, come lei, dopo quello che era successo.
 
“Ehi, calmati!” provò a dirle, notando le lacrime scorrere lungo il viso dell’amica d’infanzia; lacrime che non accennavano a scemare, mentre il suo viso rimaneva basso verso l’asfalto del marciapiede, mentre tutto intorno a loro, le macchine, gli autobus, e le persone continuavano le loro vite e faccende come se niente fosse.
“Calmarmi? Ma non lo capisci? Tu sei un detective, no?” rispose improvvisamente, alzando il capo verso la fonte di tutto quel dolore, di tutta quella delusione o forse, semplicemente illusione che le aveva fatto provare; riflettendo i sui occhi, velati di lacrime salate e amare, in quelli puri e confusi del detective di fronte a lei.“Se ti definisci tale, allora perché non provi a capire cosa c’è nel mio cuore?! Baka!” urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, per poi correre via, scappare e fuggire, fuggire da quell’utopia che aveva tanto sperato, sognato e che l’aveva illusa, facendola sentire male, delusa, spenta.. facendola scappare via come una codarda pur di non doverla più affrontare, sperando così di dimenticarla.
Corse, ignorando le continue urla di qualcuno dietro di lei che la chiamava, ignorandolo, continuando a correre come se fosse l’unica cosa che in quel momento riuscisse e potesse fare.
Corse, nonostante continuasse a sbattere contro persone cui volti non aveva mai visto in vita sua, e non credeva avesse mai comunque rivisto, senza badare al dolore delle botte, sulle sue spalle, e sulle sue gambe che non ne potevano più di correre.
Corse, completamente in balia di quel dolore che il cuore le recava, senza riuscire a bloccarlo nemmeno per un secondo.
Corse… fino a quando qualcosa di caldo e forte non le afferrò il braccio, costringendola a fermarsi.
Sapeva chi era, sapeva che era lui, ma nonostante tutto, non voleva sentirlo. Non voleva illudersi più.
“No! Lasciami andare!” continuò ad urlare, cercando in tutti i modi di liberarsi dalla presa del diciassettenne, agitandosi sperando rinunciasse e la lasciasse andare.
“Sei veramente impulsiva!” le urlò contro, calmando per un istante la brunetta che lo guardò allibita e spaesata. “Un caso difficile e disperato, lo sai?” lei un caso difficile e complicato? In quel momento avrebbe tanto voluto dire lo stesso di lui, che non le lasciava mai nemmeno un indizio per farle capire o anche solo intuire come si sentisse, cosa provasse. Ma per qualche strana ragione rimase in silenzio, senza muoversi, aspettando che dalle sue labbra uscisse altro. “Con tutte queste emozioni fuorvianti, anche se fossi Holmes mi sarebbe impossibile da capire!” urlò, attirando l’attenzione di qualche passante curioso che comunque difficilmente sarebbe riuscito a decifrare le parole del detective, mentre la sua presa continuava a stringersi sul braccio della karateka, mentre i suoi occhi blu cobalto continuavano sicuri a guardare dritti in quelli violacei dell’altra, mentre una leggera tinta rossastra gli colorava il viso. “Il cuore della ragazza che amo... Come si può dedurre accuratamente qualcosa di simile?” *
 
La campanella, precisa come un orologio svizzero, suonò, dichiarando la fine dell’ora, così come della giornata scolastica.
Le sue labbra si curvarono in un sorriso amaro, senza dare alcuna importanza a ciò. Diversamente da lei, invece, i suoi compagni di classe si lasciarono ad un sospiro di sollievo, cominciando a riporre libri e quant’altro nelle rispettive cartelle, lasciando l’aula.
“Ran, andiamo?” sentì la voce di Sonoko chiamarla.
Non si voltò nemmeno.
Si limitò ad annuire lievemente col capo prendendo la sua cartella, e alzandosi dalla sedia con il viso più spento di prima… con la mente più assente di prima.
 
 “Per quanto riguarda l’amore è uguale a zero..” tornò a parlare Shinichi,  lasciandole andare il braccio dopo tanto tempo. “Non farmi ridere! Dì questo alla regina del tennis: zero è dove tutto ha inizio!” cominciò, puntandole l’indice e con un lieve rossore sul viso, ma comunque convinto e deciso delle sue  parole. “Se non si parte da esso, nulla può mai essere esistito, e nulla può mai essere raggiunto! Dille questo!”*
 
Camminò affiancata dalla giovane ereditiera per le vie del centro, circondata da persone che a differenza sua sorridevano e ridevano.
Che a differenza sua erano accesi come una fiamma, la luce, mentre lei era spenta come il ghiaccio, il buio.
“Ran” provò a richiamarla la bionda, sorridendole dolcemente. “Ti va di-” provò a chiederle, prima di essere preceduta proprio dalla stessa Ran.
“Scusa ma oggi volevo fare un giro al parco” rispose. Sapeva già cosa le stava per chiedere.
Credeva che con un’uscita e qualche vestito si sarebbe sentita meglio, sarebbe riuscita a dimenticare tutto, ma si sbagliava.
“Ah” sospirò l’amica, guardando dinanzi a sé per poi sorridere e riportare lo sguardo all’altra. “Che ne dici se ci andiamo insieme? Così ti faccio compagnia e non stai da sola. Eh? Che ne dici?”
“Scusa” fu l’unica parola che si lasciò sfuggire.
Aumentò il passo sorpassando Sonoko, cominciando ad avviarsi per il parco e confondendosi tra la gente.
“Ran? Ran?!” provò a richiamarla la liceale, facendosi spazio tra i passanti, ma rimanendo delusa nel non trovarla da nessuna parte. “Ran?!” urlò ancora, spostando la visuale da destra e sinistra e viceversa per svariate volte, senza alcun risultato però.
Si lasciò ad un sospiro, incrociando le braccia e tornando a casa da sola.
 
“Ti prego, smettila di piangere!” provò a calmarla Shinichi, sperando di fermare quelle lacrime preferendo un tono allegro.
“Ma come puoi essere così insensibile?” disse di rimando la karateka, fulminandolo con ancora le lacrime agli occhi e le mani chiuse in pugni.
Si lasciò a una risata, il detective, portando un braccio dietro la testa.
“Quando vedi spesso scene così, ci fai l’abitudine purtroppo!”
“Non è possibile” rispose quasi delusa da quella risposta la brunetta, ritornando a piangere come poco prima.
“E’ meglio dimenticare tutto quanto” smise di ridere il ragazzo, sperando di riuscire a calmare quella che riteneva la sua amica d’infanzia. “Avanti, provaci anche tu, Ran!”
“Non ci riesco, è impossibile!” gli sbottò contro l’altra, ancora vittima dei singhiozzi.
Si fermarono entrambi, una con le mani a coprirsi il viso, e l’altro con la speranza che l’amica si calmasse presto.
Era concentrato sulla figura di quella, fino a quando un uomo dalla corporatura robusta e completamente vestito di nero non gli passò di fronte.
Spostò immediatamente l’attenzione da Ran, portandola su quell’individuo che intraprese, correndo, un vicolo buio poco più avanti.
Non se ne accorse nemmeno, tanto aveva la mente ancora impegnata sull’immagine di quel cadavere e il resto del caso. Non se ne accorse nemmeno, che l’amico aveva cominciato a squadrare quei due strani ma alquanto famigliari tizi con espressione piuttosto seria e curiosa, con quell’espressione che assumeva ogni qualvolta gli si presentava di fronte un caso da risolvere.
Non se ne accorse nemmeno, fino a quando non sentì i suoi passi allontanarsi e la sua voce richiamarla.
“Ehm scusa Ran, vai avanti tu intanto!” le urlò, correndo nella stessa direzione per cui aveva corso prima l’uomo completamente vestito di nero.
“A-Aspetta!” provò a fermarlo, cominciando a seguirlo.. ma qualcosa la costrinse a non continuare. Le si era slacciata la scarpa.
“Ci vediamo dopo!” le disse prima di sparire nel buio di quel vicolo, Shinichi. “Aspettami eh!”**
 
Le gambe continuavano a muoversi da sole, come se fossero al di fuori del suo controllo, come se fossero divise dalla mente che se ne stava in tutt’altro mondo, proprio come quella sera.
Arrivò innanzi ad un piccolo laghetto, la cui visuale era stupenda e, dall’altra sponda, vistava un tempio dall’aria maestosa e imponente.
 
“Pronto?” disse, rispondendo a quella chiamata mentre finiva di preparare la cena.
“Angel?” sentì la voce dall’altro capo del telefono, avendo come l’impressione di averla già sentita altrove e di conoscerla.
Non passò molto tempo, prima che il tonfo di un oggetto caduto a terra e della porcellana andare in mille pezzi si diffuse per tutta l’abitazione.
 
Lasciò cadere a terra la borsa che aveva portato in mano dal tragitto da scuola fino a lì, senza preoccuparsi minimamente di ciò che c’era al suo interno, avvicinandosi ancora di più a quella distesa azzurrina davanti a lei.
 
“Shinichi mi ha pregato di dirti… che un giorno, lui starà al tuo fianco per sempre, al costo della vita. Per questo motivo, devi aspettarlo. Vuole che tu l’aspetti con fiducia Ran, lui ritornerà, l’ha giurato”***
 
Una lacrima solitaria le rigò il viso, mentre l'ennesimo petalo color confetto si andava a staccare dal ramo di un albero lì vicino, sfiorandola, librando e danzando in cielo fino a cadere a terra.
“Avevi detto che da zero comincia tutto” disse a bassa voce. “Senza di esso nulla potrebbe mai esistere” aggiunse, stringendo i pugni, con le lacrime che ad intermittenza cadevano nell’acqua del laghetto creando piccoli cerchi in esso che lentamente si espandevano. “Ma perché io mi ritrovo costantemente ferma a questo punto?”




*Episodio 621, File 752
**Episodio 1, File 1
***Episodio 193, (in Italia 208), File 260

Nana's Corner:
Ohayo!! :DD
So benissimo che tra meno di venti minuti rimpiangero il fatto che ho pubblicato questa storia adesso quando avrei dovuto prima finire Akai Ito, che non ho la minima idea di dove troverò il tempo di scrivere due storie allo stesso tempo, e, di nuovo, che avrei dovuto aspettare di finire Akai Ito -.-"
Ma purtroppo mi è venuta l'ispirazione e fino a quando non pubblicavo il capitolo, non sarei riuscita a scrivere altro, quindi.. ^^"
Any way, dopo un bel po' che non mi faccio vedere, rieccomi! :D
Mancata? LOL
No, non credo xD
Comunque, ecco qui il prologo di questa fiction che da mesi avevo in testa e non vedevo l'ora di pubblicare.
Com'è? Eh? :S
Premetto che dal prologo non si capisce nulla e che lascia solo un'idea di ciò che sta succedendo, ma qualunque idea vi siete fatti, sappiate che è sbagliata u.u (o almeno credo LOL)
Potrebbe sembrare qualcosa di letto e visto e riletto e rivisto ma tranquilli, non è così ;)
E' una storia "diversa" dalle altre che ho scritto. 
Che dire, spero questo piccolo (mica tanto ^^") prologo vi sia piaciuto e che vi appia incuriosito abbastanza da continuare a leggere ^^
E.. AH! 
Volevo anche chiedere scusa per non aver recensito molte delle vostre fiction, ma purtroppo sono appena tornata dal mare ieri sera e non ne ho proprio avuto il tempo. Gommen ^^"
Comunque rimedierò presto, promesso :)
Beh, grazie ancora per aver letto, spero vi piaccia il prologo! :D
See ya!!!

XXX,
Nana.
   
 
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