27/06/2013
5 recensionidammi un bacio, e ne riparliamo!
Aya stava correndo sotto la pioggia. Solita sfortuna, non le andava mai una giusta.
—quella mattina aveva preso zero spaccato in matematica, come al solito, e si era dovuta sorbire le chiacchere di quella vecchia strega che aveva come insegnante.
—dopo la scuola, aveva ricevuto una pallonata in faccia, dall'allenatore di calcio, Endou: e menomale che era un campione del gioco, lui!
—come se non bastasse, Kyousuke sembrava ignorarla, nonostante stavano sempre a stretto contatto, visto che lei era la manager della squadra.
Nella sua corsa verso casa, scivolò per terra, sporcando la maglia di fango. Perfetto! Ora poteva affermare con sicurezza che era la giornata peggiore dell'anno.
Sospirò, e mentre si stava alzando, constatò che qualcuno le stava tendendo una mano: Tsurugi Kyousuke.
Quel tizio sempre silenzioso, che sembrava non provare sentimenti, che le provocava ogni giorno mini-infarti quando le stava accanto, e fitte dolorose quando parlava con qualche altra ragazza.
«Tsurugi-sama!» esclamò, balbettando.
«Proprio io.» lo vide, tutto bell'asciutto, sotto all'ombrello.
«Grazie per l'aiuto.» disse Aya, alzandosi con l'aiuto del ragazzo.
Kyousuke continuò a camminare fino a quando si girò verso la ragazza.
«Vuoi metterti sotto l'ombrello? Cos'aspetti?»
«Sì!» corse verso di lui.
Arrivarono alla casa del ragazzo, che le chiese se voleva entrare. Più che chiederglielo, sembrava che glielo ordinasse. Appena arrivata la fece sistemare sul divano, nonostante fosse fradicia, e le porse un asciugamano. «Grazie, Kyou-chan.» il nominato arrossì.
«Come diavolo mi hai chiamato!?» chiese, arrossendo, anche se poco.
«Ah beh, allora hai un cuore e dei sentimenti. Sei appena arrossito.» rise lei.
«Che cose stupide che dici. Mi pare ovvio che abbia dei sentimenti, sono umano non un alieno, baka.» disse infastidito, Tsurugi. «E poi come mi hai chiamato!?» chiese, arrabbiato.
«Lascia perdere, Kyou-chan.» disse, ripetendo quel nomignolo odioso.
«Va bene, puoi chiamarmi così, ma solo ad una condizione, ovviamente.»
«Uh, quale?»
«Dammi un bacio.» Aya arrossì.
Beh, non era stata tanto male quella giornata.
—quella mattina aveva preso zero spaccato in matematica, come al solito, e si era dovuta sorbire le chiacchere di quella vecchia strega che aveva come insegnante.
—dopo la scuola, aveva ricevuto una pallonata in faccia, dall'allenatore di calcio, Endou: e menomale che era un campione del gioco, lui!
—come se non bastasse, Kyousuke sembrava ignorarla, nonostante stavano sempre a stretto contatto, visto che lei era la manager della squadra.
Nella sua corsa verso casa, scivolò per terra, sporcando la maglia di fango. Perfetto! Ora poteva affermare con sicurezza che era la giornata peggiore dell'anno.
Sospirò, e mentre si stava alzando, constatò che qualcuno le stava tendendo una mano: Tsurugi Kyousuke.
Quel tizio sempre silenzioso, che sembrava non provare sentimenti, che le provocava ogni giorno mini-infarti quando le stava accanto, e fitte dolorose quando parlava con qualche altra ragazza.
«Tsurugi-sama!» esclamò, balbettando.
«Proprio io.» lo vide, tutto bell'asciutto, sotto all'ombrello.
«Grazie per l'aiuto.» disse Aya, alzandosi con l'aiuto del ragazzo.
Kyousuke continuò a camminare fino a quando si girò verso la ragazza.
«Vuoi metterti sotto l'ombrello? Cos'aspetti?»
«Sì!» corse verso di lui.
Arrivarono alla casa del ragazzo, che le chiese se voleva entrare. Più che chiederglielo, sembrava che glielo ordinasse. Appena arrivata la fece sistemare sul divano, nonostante fosse fradicia, e le porse un asciugamano. «Grazie, Kyou-chan.» il nominato arrossì.
«Come diavolo mi hai chiamato!?» chiese, arrossendo, anche se poco.
«Ah beh, allora hai un cuore e dei sentimenti. Sei appena arrossito.» rise lei.
«Che cose stupide che dici. Mi pare ovvio che abbia dei sentimenti, sono umano non un alieno, baka.» disse infastidito, Tsurugi. «E poi come mi hai chiamato!?» chiese, arrabbiato.
«Lascia perdere, Kyou-chan.» disse, ripetendo quel nomignolo odioso.
«Va bene, puoi chiamarmi così, ma solo ad una condizione, ovviamente.»
«Uh, quale?»
«Dammi un bacio.» Aya arrossì.
Beh, non era stata tanto male quella giornata.
Due piccioni con una fava. {Cit. Midorikawa}
Ohayo, people! Storia dedicata alla mia adorabile Aya-chan, per il suo compleanno, nonostante io sia in ritardo. Potrai mai perdonarmi? Spero di sì! Anche perché questa cosa che ti ho dedicato, vabeh, fa schifo, hahah.
La parte che adoro è la citazione di Midorikawa: DOVEVO INFILARLA PER FORZA CAPITO GENTAH.
Ja nee!- c: