Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Rieper    27/06/2013    1 recensioni
Buongiorno cazzo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pareva un altra inutile giornata. Era un altra inutile giornata. Aprii gli occhi. Stessa stanza, caldo afoso e una coperta sudata buttata addosso, mi alzai fino ad arrivare alla finestra, l'aprii e venni investito da un cinguettio cacofonico di decine di uccelli. Li maledissi più che potei, richiusi la finestra e mi ributtai nel letto.
Qualcuno urlò, forte. Ero io. Ero riuscito a svegliarmi da solo come un pazzo e scattando in piedi tirando pugni all'aria, mi guardai allo specchio tremante e mi sedetti con la testa tra le mani. Buongiorno cazzo!

La casa era vuota. Arrivai fino alla vasca e mi ci buttai dentro iniziando a leggere un libro a caso, la storia di un tizio che diventa ricco e va alla ricerca delle sue origini finendo coinvolto in un intrigo alla Dan Brown; sfogliai una ventina di pagine, poi, d'improvviso non riuscii più a muovermi, ero come paralizzato. Cominciai a scivolare verso il fondo. Da sotto il pelo dell'acqua vedevo la luce filtrare dalla finestra chiusa. Tentai di trattenere il respiro per non so quanti secondi, poi l'acqua cominciò lentamente a entrarmi in gola e nelle narici, tentai di urlare, ma ottenni solo di buttare fuori un paio di bolle...
Qualcuno urlò, forte. Ero io. Ero riuscito a svegliarmi da solo come un pazzo e scattando in piedi e tirando pugni all'aria, mi guardai allo specchio tremante e mi sedetti con la testa tra le mani. Buongiorno cazzo!

Mi alzai stancamente e arrivai al pc. Attesi l'avvio, inserii la password (in casa mia c'è l'usanza di non farsi i cazzi propri) e mi misi a sfogliare stancamente tra facebook e le mail, una in particolare mi colpì come un calcio nelle palle, era di Chantal, la mia ragazza:
"Tobias ho bisogno di parlarti, è urgente, il nostro rapporto non sta andando da nessuna parte e da troppo tempo sono stufa della situazione, è meglio che la facciamo finita qui, mi dispiace di dirtelo in questo modo, ma non penso riuscirei a dirtelo guardandoti negli occhi"
Rimasi inebedito ad osservare lo schermo per un po'. Scesi le scale, arrivai in cucina, presi il coltello più grosso che trovai e me lo piantai in pancia. Caddi in ginocchio, tossendo grumi di sangue sulle piastrelle...
Qualcuno urlò, forte. Ero io. Ero riuscito a svegliarmi da solo come un pazzo e scattando in piedi e tirando pugni all'aria, mi guardai allo specchio tremante e mi sedetti con la testa tra le mani. Buongiorno cazzo!

Mi stiracchiai nel letto, mi girai da una parte e dall'altra e cercai ad occhi chiusi di trovare la bottiglia di birra che sapevo essere ancora a metà da qualche parte, la birra calda è uno dei migliori rimedi contro il doposbronza. Così almeno avevo letto da qualche parte. La trovai, ne bevvi una sorsata e come mi aspettavo sapeva di piscio.
Scesi in cucina, aprii il frigorifero e tirai fuori una bottiglia ancora intonsa di vodka, iniziai a bere a canna.
Mi guardai intorno. La casa era ancora vuota, se escludiamo i due gatti che mi guardavano stancamente da sopra il divano, mi misi a fianco a loro, bevvi ancora, inizia ad accarezzarne uno ed ogni volta che lui spingeva la testa verso la mia mano per avere pià coccole io davo un altra sorsata dalla bottiglia Dopo un po' mi addormentai.
Quando rinvenni ero disteso a terra in una pozza del mio stesso vomito, faccia sotto. Non ricordavo nè come nè quando avevo iniziato a stare male. In realtà non importava molto. Il problema principale e che da quella posizione non riuscivo a respirare. Tossii e sentivo che un altro conato stava arrivando con i resti di chissà quale pasto. Svenni.
Qualcuno urlò, forte. Ero io. Ero riuscito a svegliarmi da solo come un pazzo e scattando in piedi e tirando pugni all'aria, mi guardai allo specchio tremante e mi sedetti con la testa tra le mani. Buongiorno cazzo!

Le urla dei bambini dei vicini arrivarono forte da dietro le finestre, la coppia nella casa di fronte aveva appena avuto una neonata che strillava come una matta e i vecchietti in fondo alla strada erano oramai un paio d'anni che avevano la fantastica idea di fare scorrazzare i nipotini (che giuro su Dio mi sembravano sempre più ritardati ogni giorno che passava) nella strada di sotto con le loro biciclette del cazzo a urlare come matti.
Scesi, aprii la porta ed arrivai in strada, attesi che uno dei bambini mi passasse vicino e gli assestai un cazzotto fortissimo sul grugno, facendo finire la bicicletta da una parte e lui dall'altra, picchiò forte la testa sull'asfalto e rimase lì immobile col sangue che cominciava a colare dalle orecchie.
Arrivai al garage proprio quando l'anziano vicino stava urlando vicino al corpo del bambino, presi un forcone, me lo puntai alla gola e premetti forte, fin quando non sentii lo schiocco di qualcosa di rotto...
Pareva un altra inutile giornata. Era un altra inutile giornata. Aprii gli occhi. Stessa stanza, caldo afoso e una coperta sudata buttata addosso, mi alzai fino ad arrivare alla finestra, l'aprii e venni investito da un cinguettio cacofonico di decine di uccelli. Li maledissi più che potei, richiusi la finestra e mi ributtai nel letto.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Rieper