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Autore: katysstories93    27/06/2013    5 recensioni
Scesi dal bus, ero arrivata, lo sguardo mi cadde su un cartello stradale.. "HOLMES CHAPEL" .. Dove lo avevo già sentito? [...] La portiera dell'auto maledetta si aprì lasciando intravedere dei ricci castani. Alla vista della persona che poco prima avevo insultato mi bloccai, portando una mano sulla bocca e pregando nel profondo che non conoscesse l'italiano.
Genere: Commedia, Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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26 giugno 2013
 
Sdraiata sul letto non posso far altro che pensare a questa mattina. Guardo l’orologio. Le 16.00. E pensare che meno di 6 ore fa ero a scuola, chiusa in una stanza. Davanti a me sei professori, dietro, gli amici con cui avevo condiviso i miei 5 anni di liceo facevano il tifo per me. Il battito accelerato, la tensione, le domande dei professori, le mie risposte, la stretta di mano, i saluti, e l’uscita da quella maledetta stanza; non ci sarei più tornata. Adesso che è tutto finito mi viene da sorridere, ma ripenso a questi ultimi giorni, che strazio! Studio, studio e ancora studio. Forse non riesco ancora a capacitarmi di aver finito la scuola. “Adesso sono una disoccupata anche io” penso. “Che cosa farò?”.
 
Fino a un paio di mesi fa la risposta mi sembrava così ovvia. Sarei andata all’Università, a studiare Lingue, ne ero certa. E allora perché adesso sono qui a pensare al mio futuro? Forse non era la cosa che volevo veramente fare. Stoppai la musica, mi distraeva. Non appena le note dei Coldplay cessarono, la risposta si fece chiara. Non riuscivo a pensare all’Italia adesso, all’Università, allo studio, ai libri. Chiusi gli occhi, pensai alla città che più mi era rimasta nel cuore: Londra. Nella mia mente iniziarono ad affollarsi immagini nitide. Londra, la sua nebbia, il suo clima, la pioggia, le infinite scale della metropolitana, Starbucks, i vicoli di Portobello, Oxford Street e i suoi negozi, il suono del Big Ben, i cartelloni pubblicitari di Piccadilly Circus, il fish and chips, i taxi, gli autobus rossi, il tè, il Tamigi, la precisione.. la perfezione! Istintivamente mi battei una mano sulla fronte "Ma che diavolo.." pensai "Mamma mi uccide! Non mi lasceranno mai andare!"
 
 
30 giugno 2013
 
L'Idea di Londra non mi abbandona, non faccio altro che pensarci. Il suo ricordo non mi lascia, dopo 3 anni rimane nitido nella mia mente e nel mio cuore. Di punto in bianco decido che a cena avrei affrontato l'argomento con i miei genitori.

"Che pazza!" dissi tra me e me "Mi uccideranno.."
 
"E' pronto!" la voce di mia madre mi obbligò a uscire dalla doccia. Mi asciugai e mi vestii velocemente. In cucina, mi attendevano i miei genitori e una pizza. Mi sedetti. Come se fosse la cosa più naturale del mondo, iniziai col dire "Io non voglio più fare l'Università..", lo sguardo di papà mi fulminò. Non so come, trovai il coraggio di proseguire.. "Ci ho pensato tanto e credo che stare qui non sia quello che voglio". Silenzio. I miei non proferivano parola, questo rendeva tutto più difficile. Gli spiegai di Londra, della mia idea di andare là per l'estate, due mesi, se non avessi trovato nulla sarei tornata in Italia. Rimasero stupiti. Papà non disse nulla, mamma era preoccupata, ma sapevo di aver vinto. Per un istante pensai a loro, ai miei amici, a mio fratello, a mia sorella, a quello che avrebbero pensato gli altri, poi mi convinsi che stavo facendo la cosa giusta. Tranquillizzai mamma e papà che avrei usato i miei risparmi. 
 
Dopo cena, mi fiondai al pc in cerca del biglietto aereo. Sarei atterrata a Stansted, a un'ora dal centro. Inoltre papà mi aveva detto che una sua collega possedeva diversi monolocali a Londra che affittava agli studenti. Lo pregai di chiamarla e di chiedere informazioni. L'indomani arrivò la notizia che i due monolocali in centro erano già occupati per i prossimi due mesi. Ne rimaneva uno a 5 km dalla città. Mi accontentai senza pensarci troppo. Trovai il biglietto a 76 euro, sarei partita tra una settimana. La gioia!
 
La sera stessa, euforica, iniziai a preparare le valigie, ne avevo due, più un bagaglio a mano. Iniziai a metterci tutto ciò che mi veniva in mente, nel giro di una settimana era piena zeppa di cose. 
 
3 Luglio 2013
 
Suonò la sveglia. "Ci siamo". Guardai l'orologio assonnata, erano le 4.00 di mattina. Con assoluta calma mi sedetti sul letto. Era il giorno della partenza. Non ero agitata, solo impaziente e un po ansiosa, era come se dovessi incontrare un vecchio amico che non vedevo da tempo. Ricordo l'abbraccio di mamma e papà, la mia perquisizione durante il check-in e l'attesa snervante dell'aereo. Salita a bordo mi misi comoda e lessi l'indirizzo del monolocale, mi chiesi come avrei fatto a trovarlo. Avevo un pessimo senso dell'orientamento. Decisi che me ne sarei preoccupata in seguito. Presi l'iPod, PLAY, le note di "One thing" iniziarono a riempire le mie orecchie. Due ore dopo atterrammo all'aeroporto di Stansted. Istintivamente guardai fuori dal finestrino.. Pioveva.. sorrisi.
 
Dopo aver sbrigato le ultime formalità mi avviai verso l'uscita per aspettare il bus che avrebbe dovuto portarmi a casa. Salii e mi accomodai al primo posto, chiesi informazioni al conducente riguardo la mia fermata. Dopo all'incirca un'ora, l'uomo mi chiamò risvegliandomi dai miei pensieri. Ringraziai e scesi. Aveva smesso di piovere, ma il vento freddo mi colse impreparata perciò tirai su la zip della giacca a vento. Ero arrivata, lo sguardo mi cadde su un cartello stradale.. "HOLMES CHAPEL" .. Dove lo avevo già sentito?
  
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