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Autore: SilverKiria    27/06/2013    6 recensioni
Dal brano:
[Le sue labbra erano cacciatrici: lo cercavano e si ritraevano, lo agognavano per poi nascondersi.]
[Scorpius ghignò, vincitore, e Albus sapeva che non poteva biasimarlo: qualsiasi cosa Albus dicesse, lo voleva troppo per potersi effettivamente rifiutare di andare avanti.
Era debole… lui era la sua debolezza.]
ScorpiusxAlbus
(La storia partecipa al contest "Qual è la miglior Edita che abbiate mai scritto?" indetto sul forum di EFP da PhoenixQuill)
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Le sue labbra erano cacciatrici: lo cercavano e si ritraevano, lo agognavano per poi nascondersi.
Albus sentiva il sudore scendergli sulla schiena e le mani di lui raccoglierlo mentre lo stringeva a sé, sicuro come poche volte lo era stato.
Albus sapeva che Scorpius era così convinto solo perché Draco lo aveva fatto arrabbiare; era il suo modo, forse fin troppo infantile, di fargliela inconsciamente pagare al padre: fare qualcosa che lo avrebbe reso furioso, senza che lui potesse opporsi.
E la cosa che lo avrebbe imbestialito di più sarebbe sicuramente stata la visione di suo figlio, Scorpius Hyperion Malfoy, unico erede della famiglia Malfoy, che stringeva a sé con bramosia il figlio del suo antico nemico, Harry Potter.
Era uno scontro di corpi in cui Scorpius alternava un forza animalesca e brutale ad una delicatezza innaturalmente dolce, nel tentativo di far godere prima Albus e solo poi perseguire il proprio piacere.
Scorpius lo spinse addosso al muro del loro Dormitorio, facendo pressione sulla schiena del moro affinché i loro corpi collimassero meglio, e strattonando le tende verde-argentee con l’altra mano, nel vano tentativo di non urlare di piacere, quel potentissimo piacere nato dal segreto, covato dallo sbaglio, alimentato dal peccato…agognato dall’amore.
Scorpius guidò Albus verso il letto a baldacchino, ma questo fece una leggera e poco convinta ribellione, riuscendo però a slacciare le labbra dall’altro abbastanza a lungo per formulare una frase di senso compiuto.
- Scorp, non è questo che vuoi. Lo so, non sei in te ora. Sei incazzato con Draco ma non è questo il modo di reagire. –
Scorpius ghignò, vincitore, e Albus sapeva che non poteva biasimarlo: qualsiasi cosa Albus dicesse, lo voleva troppo per potersi effettivamente rifiutare di andare avanti.
Era debole… lui era la sua debolezza.
- E sentiamo, quale sarebbe il miglior modo per…reagire? – gli sussurrò malizioso il biondo, iniziando a giocare con la cerniera dei jeans di Albus, facendolo fremere di piacere.
- Scorp, questo non è ciò che vuoi. – disse Albus, tentando di rimanere abbastanza serio e cercando di non pensare alla mano di Scorpius che giocava con il suo ombelico, abbassandosi sempre di più.
- Io so cosa voglio Potter. –
Ecco fatto, l’aveva chiamato Potter, con quel suo tono di supponenza e comando.
Albus lo spinse via e andò a recuperare la camicia slacciatogli dal biondo quando aveva iniziato a surriscaldarsi l’aria.
Lo sentì chiaramente sbuffare d’impazienza e sorrise mellifluo di nascosto, riconoscendo come Scorpius fosse decisamente infantile in molti comportamenti: quando non aveva ciò che voleva, si arrabbiava come un bambino a cui era stato proibito il giocattolo tanto voluto.
- Credi che non lo sappia? –
Albus rimase un secondo sorpreso dal tono decisamente serio e, se lo stava immaginando lui?, ferito che la voce di Scorpius aveva assunto.
Si voltò e lo vide seduto sul bordo del letto di Perkins, il petto nudo ancora rosso dove l’aveva strattonato, i jeans a vita bassa che facevano vedere il bordo dei boxer.
Se ne stava lì, col volto tra le mani scompigliandosi i capelli biondo cenere con una mano.
Albus dovette trattenersi dal saltargli addosso: non seppe perché ma il vederlo così vulnerabile lo eccitava.
Ciò che però stava dicendo, quello lo meravigliava ancora di più.
- Credi che non sappia che questa è solo una stupida vendetta verso quell’idiota? Credi che non lo sappia che sia inutile? Eppure mi fa sentire meglio. E’ come se ciò che faccio dentro questa stanza, solo questo, non fosse sotto il suo controllo. Sceglie che lavoro farò, chi frequenterò…perfino con chi mi posso vedere! Ma cazzo, questo non lo può controllare. –
E gli occhi del biondo si puntarono in quelli del moro, il grigio parve brillare alla luce del sole riflesso in quelli di un verde incredibile di Albus.
- Ciò che provo quando sto con te…lui non lo può controllare. –
Albus gli si sedette accanto e gli accarezzò dolcemente il volto.
- Se ciò che provi per me è così importante, diglielo. –
Albus lo vide sorprendersi, inorridire, diventare esterrefatto, ma non smise mai di sorridere.
- Sei impazzito?! Mi ucciderà, mi crucierà, lui…-
Albus gli baciò dolcemente le labbra, solo per un secondo.
Quando si staccò gli prese le mani saldamente tra  le sue e continuò: - Se sei davvero stanco di essere controllato ribellati Scorp. Io sono qui, sarò sempre qui per te. Non sei costretto a sposare Alastia se non vuoi. E’ la tua vita Scorp, non la sua. –
Scorpius lo abbracciò di scatto e Albus lo strinse a sé, protettivo.
Al moro parve di sentire una lacrima scivolargli sotto il colletto della camicia, ma non l’avrebbe mai ammesso.
- Sei la mia debolezza – mormorò Albus, inconsciamente.
Sperò che lui non l’avesse sentito, ma gli vennero i brividi quando invece udì il soffio caldo del suo respiro nelle orecchie.
- No. Siamo l’uno la forza dell’altro. –


Fan Fiction nata dopo quella che è stata una giornata no, ma che ha almeno portato l'ispirazione per scrivere una delle mie prime vere slash. Amo questa coppia ed è la prima volta che mi azzardo a scriverci su, spero di non aver combinato un disastro e mi auguro che mi farete sapere cosa ne pensate! Grazie mille a chiunque lo farà ;)

La storia partecipa al contest "Qual è la miglior Edita che abbiate mai scritto?" indetto sul forum di EFP da PhoenixQuill

 
  
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