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Autore: Youki    20/09/2004    14 recensioni
Una notte oscura, il freddo pungente, una foresta silenziosa...Sesshomaru vaga senza meta, ignaro del nemico che lo attende in agguato...il gelo del suo cuore... SONGFIC-Somewhere I Belong, Linkin Park
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL GELO DEL CUORE

Nel buio della foresta una figura argentea vagava senza meta.
In cielo brillavano fioche alcune stelle e pesanti nuvole scure si rincorrevano senza sosta, mostrando solo a tratti la pallida falce di luna.
All’improvviso, come se solo allora si fosse reso conto di camminare, l’uomo si fermò ed il movimento brusco fece tintinnare sinistramente la sua corazza. I suoi occhi d’ambra scrutarono attentamente la radura in cui era sbucato e le sue sensibilissime orecchie si tesero per captare un qualsiasi suono.
Non percepì nulla.
Quel luogo surreale era statico e silenzioso come se fosse dipinto. O morto.
Nessun rumore, nessun odore, nulla che si muovesse.
D’un tratto una brezza leggera si levò da est, e, sibilando tra i rami spogli degli alberi, rinforzò, scompigliandogli la folta chioma argentea.
Era inverno inoltrato.
Sesshomaru annusò l’aria tersa e gelida che recava con sè solo l’odore della neve imminente.

-Dove mi trovo?-

Quella domanda, posta inconsciamente ad alta voce, rimase per un attimo sospesa nell’aria, prima di esser trascinata via dal vento, rimanendo senza risposta.
Il giovane youkai non aveva idea di dove si trovasse o di come fosse giunto lì. Si sentiva come se si fosse addormentato e al suo risveglio si fosse ritrovato a camminare in quel bosco, come un sonnambulo. Forse era proprio così.
Sobbalzò al pensiero.
Quella situazione sfuggiva completamente al suo controllo e ciò non gli piaceva, lo faceva sentire profondamente a disagio. Ma era quella situazione o quel luogo a farlo sentire così?
Il suo sguardo sondò nuovamente la radura e ora notò un baluginio confuso alla sua destra. Era il riflesso della luna sull’acqua di un lago, ma fino ad un attimo prima avrebbe giurato che non ci fosse alcun lago lì. Ora poteva sentire vagamente l’odore dell’acqua e il suo leggero sciabordio sulla riva bassa e rocciosa. Proprio sotto i suoi occhi, al centro delle acque scure, apparvero dal nulla piccole luci ammiccanti che, come danzando, si avvicinarono a riva, verso di lui.
‘Lucciole?’ si chiese Sesshomaru stupito, preparandosi al contrattacco. Il fatto che ci fossero delle lucciole in pieno inverno era più che sospetto, anche se non percepiva la presenza di alcuno youkai. Anzi, in verità non percepiva la presenza di nessuno, ma il suo istinto gli diceva di stare all’erta, perchè qualcosa stava per accadere...
Lo sciame di lucciole, raggiunta la riva, cominciò a danzargli attorno, avvolgendolo in una nuvola dorata. Troppo tardi Sesshomaru si rese conto di essere in trappola. Era incapace di muoversi, ipnotizzato dalla danza ondeggiante degli insetti attorno a lui. Sentì la sua mente come assopirsi, cadere nel torpore... Cosa gli stava succedendo? Qualcuno lo stava attaccando?
No, non c’era nessuno lì. Solo il freddo e il nulla...
Era solo e stava cominciando ad apprezzare quel torpore che lo aveva colto: gli sembrava di essere isolato dal mondo intero, lì, in quel luogo buio e freddo, il nulla fuori e dentro di lui.

WHEN THIS BEGAN
I HAD NOTHING TO SAY
AND I'D GET LOST IN THE NOTHINGNESS INSIDE OF ME
I WAS CONFUSED

Stava per abbandonarsi a quel riposante vuoto quando il vento parlò.

Non ti senti solo?

Il giovane si guardò attorno senza tuttavia scorgere anima viva. Il sospiro del vento era l’unico suono percepibile.
‘Perchè dovrei sentirmi solo?’ fu la domanda che gli salì alla mente.
Non finì neppure di terminare quel pensiero semicosciente, che sentì qualcosa pungere dolorosamente nel profondo del proprio animo e dal buio dentro di lui apparve lontana una fioca luce.

AND I LET IT ALL OUT TO FIND /THAT I'M
NOT THE ONLY PERSON WITH THESE THINGS IN MIND
INSIDE OF ME
Come una bolla d’aria essa risalì velocemente fino alla superficie ed esplose liberando il proprio contenuto.

‘Rin...’

Ti senti ancora solo?

BUT ALL THE VACANCY THE WORDS REVEALED
IS THE ONLY REAL THING THAT I'VE GOT LEFT TO FEEL

Quel sussurro fu la chiave che aprì le porte ai ricordi. La sua mente fu improvvisamente piena di risate, giochi, sorrisi e sguardi innocenti e puri. Il volto della piccola umana che già da qualche tempo lo seguiva fiduciosa si presentò e si ripresentò ai suoi occhi con ogni espressione, mentre la voce infantile e cristallina della bambina esprimeva il suo desiderio ad una stella cadente.
-Voglio rimanere per sempre al fianco di Shessomaru-sama.-
Quelle parole...che Rin avesse veramente espresso quel desiderio? Che volesse veramente stare accanto a lui per sempre. Ma perchè? Perchè lei non lo temeva? Perchè aveva tanta fiducia in lui?
E perchè lui non riusciva ad allontanarla? Anzi, non ci aveva mai nemmeno provato...
Lui, che aveva sempre disprezzato e odiato gli inutili esseri umani, ora non si voleva separare da quella bambina?
Una volta le cose erano molto diverse...

NOTHING TO LOSE
JUST STUCK/HOLLOW AND ALONE
AND THE FAULT IS MY OWN
AND THE FAULT IS MY OWN

Ora non sei più solo

L’ennesimo sussurro del vento gli provocò un brivido gelido lungo la schiena.

‘Cosa mi sta succedendo?’

Era sempre stato solo, sempre, da quando era nato. No, si corresse, non esattamente: era stato solo da quando era nato Inuyasha. Da allora tutto era cambiato, soprattutto suo padre, che fino a poco tempo prima lo aveva guardato con orgoglio, per poi invece allontanarlo, condannando la freddezza, la spietatezza e tutte quelle qualità che lui stesso aveva coltivato nel proprio figlio primogenito.
Un’ondata di gelida rabbia fece digrignare i denti al giovane youkai.
Cosa diamine andava a pensare? Non gli importava nulla di suo padre. Era un debole: si era innamorato di una stupida, inutile umana...Non aveva bisogno del suo affetto, del suo amore.

-L’amore è un sentimento inutile. E’ per i deboli.-

Inutile? chiese il vento.

-Allora cosa stai cercando tu qui?- Ora chi aveva parlato non era il vento. La voce era quella di una donna e pareva essere molto vicina. Sesshomaru si accorse di avere di nuovo gli occhi chiusi, mentre qualcosa, con tocco leggero, gli sfiorava una guancia.
Aprì gli occhi di scatto e solo per un istante gli parve di vedere il volto pallido di una donna che gli sorrideva. Sbattè più volte le palpebre, interdetto, ma nel bosco regnava di nuovo il buio, rischiarato solo dalla miriade di lucciole che ancora gli danzavano intorno.

-Chi sei?- chiese con voce fredda. Non percepiva nessuna presenza, ma i suoi occhi non si erano sbagliati: lì c’era qualcuno.

Cosa stai cercando? ribattè di nuovo la voce, ora un ronzio, che sembrava provenire dalle lucciole attorno a lui.

Sesshomaru esitò un attimo prima di rispondere, ma poi fu fermo nel pronunciare quell’unica parola.

-Potere.-
-Cerchi nel luogo sbagliato, allora.- di nuovo la donna apparve per una frazione di secondo e tutto ciò che il giovane potè cogliere di lei, fu uno sguardo severo, di rimprovero.

La neve cominciò a cadere e le lucciole si dileguarono lasciando il posto ai soffici fiocchi bianchi.
Anche se le lucciole se ne erano andate, Sesshomaru ancora non riusciva a muoversi liberamente. Un gelo terribile gli pervadeva le membra e lo teneva inchiodato in quel punto.

‘Cos’è questo gelo?’

Solitudine

‘Cos’è questo luogo buio e freddo?’

Il tuo cuore

Di nuovo il vento aveva parlato, rispondendo ai suoi stessi pensieri.
Sesshomaru emise un sibilo di fastidio, espirando tra i denti. Quel luogo, dove non risuciva ad esercitare il controllo nemmeno su se stesso, non gli piaceva per niente! Voleva andarsene.
Perchè i ricordi di suo padre non lo abbandonavano? Perchè continuavano a torturarlo? Non gli importava nulla di suo padre! Nulla!

Ma allora perchè fa così male?

I WANT TO HEAL
I WANT TO FEEL
WHAT I THOUGHT WAS NEVER REAL
I WANT TO LET GO OF THE PAIN I'VE HELD SO LONG
I WANT TO HEAL
I WANT TO FEEL
LIKE I'M CLOSE TO SOMETHING REAL
I WANT TO FIND SOMETHING I'VE WANTED ALL ALONG
SOMEWHERE I BELONG

-Basta! Voglio andarmene!- non poteva sopportare la debolezza che si stava insinuando nelle sue solide barriere.

Nessuno ti trattiene...Ma dove vuoi andare?

-Dannata...Mostrati! E combatti!-

-Io sono qui- la donna riapparve a pochi centimetri da lui, vicinissima ed eterea, per poi scomparire appena dopo aver terminato -ma non per combattere.-

-Perchè mi tieni prigioniero?-

Non sono io, sei tu stesso a non voler andare

Che sciocchezze stava dicendo quell’essere, qualunque cosa fosse? A che gioco stava giocando? Voleva forse sconfiggerlo facendo leva sui suoi ricordi, cercando il suo punto debole?
Se era così, si sbagliava di grosso. Forse per un attimo era riuscita ad intaccare la sua dura corazza, ma ora che lui era all’erta non le avrebbe concesso altre possibilità! Amore, solitudine...tutte sciocchezze! Uno youkai come lui non aveva bisogno di nessuno!

-Non c’è dunque amore nel tuo cuore?- quando la misteriosa donna riapparve, Sesshomaru balzò all’attacco, rompendo i vincoli che lo tenevano immobilizzato. I suoi artigli fendettero l’aria e la figura eterea si dissolse, così com’era comparsa.

-Uhmpf!- sibilò tra sè lo youkai, a denti stretti.

Il vento cambiò direzione e vorticò caoticamente nella radura, sollevando verso l’alto la neve che ora imbiancava il terreno. Al centro di quel vortice prese forma una figura indistinta, indubbiamente la sua avversaria. I suoi tratti erano indefiniti e cangianti, come se non ne avesse di propri e l’unica costante del suo aspetto era l’ampio kimono blu che fluttuava a poca distanza da terra.

-Ti ho detto che non sono qui per combattere. Non servirebbe a nulla.-

-Cosa vuoi da me, allora? Chi sei?- ringhiò di rimando il giovane youkai.

Senza scomporsi la donna-spettro fissò il proprio sguardo in quello di Sesshomaru.
In esso egli riconobbe mille sguardi: quello di suo fratello, quello di Rin, quello di Jaken, di suo padre...e di tutti coloro che aveva incontrato nella sua lunga vita di demone. Ciò che Sesshomaru capì, fu che la maggior parte di quegli sguardi erano di odio, di terrore, o diffidenza.Gli occhi di quella donna assunsero in pochi istanti l’espressione e il colore degli occhi di tutte quelle persone e alla fine, quando ella parlò, la sua voce fu fredda e tagliente.

-Chi sei tu.-

Sesshomaru rimase senza parole, sconvolto da quelle semplici parole.

AND I'VE GOT NOTHING TO SAY
I CAN'T BELIEVE I DIDN'T FALL RIGHT DOWN ON MY FACE
I WAS CONFUSED
LOOKING EVERYWHERE/ONLY TO FIND THAT IT'S
NOT THE WAY I HAD IMAGINED IT ALL IN MY MIND
SO WHAT AM I
WHAT DO I HAVE BUT NEGATIVITY
'CAUSE I CAN'T JUSTIFY THE
WAY EVERYONE IS LOOKING AT ME
NOTHING TO LOSE
NOTHING TO GAIN/HOLLOW AND ALONE
AND THE FAULT IS MY OWN
THE FAULT IS MY OWN

-Tu non sai chi sei.- asserì ora in tono più dolce la donna -E non sai veramente cosa vuoi.-

‘Che sia veramente così? Sento un gran vuoto dentro di me...’

-Tu non vuoi sapere cosa c’è nel tuo cuore, per questo non sai chi sei.-

Perchè quelle parole lo avevano tanto colpito? Come potevano ferirlo tanto delle semplici parole? E cos’era quella consapevolezza che sentiva crescere dentro di sè?

I WILL NEVER KNOW
MYSELF UNTIL I DO THIS ON MY OWN
AND I WILL NEVER FEEL
ANYTHING ELSE UNTIL MY WOUNDS ARE HEALED

Sesshomaru si guardò attorno e scoprì che le prime luci dell’alba rischiaravano ormai l’orizzonte: ora più distintamente potè vedere quanto quel luogo fosse desolato e freddo. Gli alberi erano tutti completamente spogli, o morti, il lago alla sua destra era nero e gelato, il cielo plumbeo, l’aria fredda e tagliente.

‘Questo è veramente il mio cuore?’ si chiese, desolato, mentre un moto di ribellione cominciava ad agitarsi in lui.

I WILL NEVER BE
ANYTHING 'TIL I BREAK AWAY FROM ME
AND I WILL BREAK AWAY
I'LL FIND MYSELF TODAY

Vedendo l’espressione che era apparsa sul bel volto dello youkai, la donna sorrise mentre dalle sue iridi scompariva qualsiasi colore. Anche i suoi tratti smisero di cambiare e il vento cessò all’improvviso, lasciandole ricadere sulle spalle i lunghi capelli corvini. Tuttavia il lungo kimono continuò a fluttuare ed i suoi piedi non toccarono mai il terreno.
La neve smise di cadere e, anzi, cominciò a sciogliersi.
La notte aveva ormai ceduto il posto ad una luminosa mattina ed il sole campeggiava luminoso in un cielo azzurro ora sgombro di nubi. La foresta sembrava come rinata e piccole gemme ornavano i rami spogli degli alberi, mentre piccoli fiori facevano capolino tra le chiazze di neve.

-Hai dunque trovato ciò che hai cercato per tutto questo tempo?- chiese dolcemente lo spettro.

Sesshomaru annuì debolmente.

-Pensavo di volere il potere...-

E invece cercavi l’amore

Sesshomaru, assorto a contemplare la foresta, si girò di scatto verso la donna, solo per scoprire che non v’era più traccia di lei.
Il cinguettio degli uccelli si levò gioioso come un inno alla primavera e i raggi del sole brillarono vividi e gli ferirono gli occhi, costringendolo a chiuderli e a ripararsi con una mano.


Quando riuscì a riaprirli si ritrovò seduto a terra, con la schiena appoggiata al tronco dell’albero sotto il quale si era addormentato la sera prima.
Con la mano si parò gli occhi dai raggi del sole che, filtrando tra le fronde rigogliose, lo colpivano dritto in viso. Era quella luce ad averlo destato. Dunque era stato tutto un sogno...
Era stato tutto uno stupido sogno. Tuttavia era strano: lui non sognava quasi mai.
Davanti a lui, accanto al focolare ormai spento, Jaken si stava agitando nel sonno. Lo youkai si alzò e con un leggero colpo del piede destò il proprio servo.
Jaken aprì di scatto i suoi occhi gialli da rettile e, con sguardo riconoscente, li fissò in quelli del suo padrone.

-Sesshomaru-sama! Mi avete salvato!-

-Stavi solo sognando.-

Il piccolo demone allargò gli occhi per la sorpresa, mentre realizzava ciò che gli era successo.

-Stavo sognando...? Ma certo...- si guardò intorno, riconoscendo il piccolo accampamento che lui stesso aveva allestito la sera prima -Fiuu! Per fortuna! Non mi piacerebbe per niente incontrare sul serio quella terribile donna-spettro!- farfugliò poi, portandosi le mani alla testa.

-Donna...spettro?- Sesshomaru fermò i suoi passi e si volse a guardare Jaken, improvvisamente interessato.
-Sì, siì...Era terribile a vedersi, con quei suoi occhi incolori e gelidi! E poi fluttuava per aria, avvolta in un kimono blu...e mi aveva preso e mi stava torturando...- rabbrividì.

Tutto preso dal terribile ricordo, Jaken non notò la sorpresa di Sesshomaru, che si stava chiedendo se fosse poi davvero stato tutto un semplice sogno.

-Hai idea di chi fosse quella donna?- volle sapere.

Sorpreso dalla domanda, Jaken ci pensò un attimo su prima di rispondere.

-Ho sentito qualche storia su uno spettro che vaga in questa regione e che infesta i sogni...Si dice che possa vedere sin nel profondo del cuore delle persone e che, a sua discrezione, renda le loro notti piacevoli o piene di incubi terribili...Forse era proprio lei quella che ho incontrato...E non deve avermi preso in simpatia...-

‘Dunque un sogno, ma non un semplice sogno’

Sesshomaru si allontanò da Jaken e i suoi passi lo portarono dall’altro lato del focolare, dove una piccola figura dormiva ancora beatametne, avvolta in una coperta per ripararsi dall’umidità della notte.

‘Rin’

Quella bambina, innocente e indifesa, si era messa completamente nelle sue mani. Si fidava di lui. Sopportava ogni disagio pur di stargli accanto.

-Voglio rimanere per sempre al fianco di Shessomaru-sama.-

Che quanto la misteriosa donna gli aveva mostrato nel sogno fosse vero? Che Rin desiderasse veramente questo? E cos’era quel calore che sentiva nel profondo a quel pensiero?
In quel momento la piccola aprì lentamente gli occhi, destandosi. Si stirò come una gattina, stropicciandosi gli occhi e quando sollevò lo sguardo, vide che Sesshomaru la stava osservando.
Sorrise felice:

-Sai, Sesshomaru-sama? Ho fatto un bellissimo sogno stanotte! Tu eri il mio principe e mi portavi nel tuo castello!-

Sesshomaru distolse lo sguardo e lo lasciò vagare in alto, nel cielo terso dell’estate.
Rin non potè vedere l’ombra di un sorriso sfiorare le sue labbra...

’E’ questo il luogo in cui desidero stare.’

I WANT TO HEAL
I WANT TO FEEL LIKE I'M
SOMEWHERE I BELONG

‘Non conta la meta, ma con chi fai il viaggio.’


***********************FINE!!!****************************

Ed eccoci giunti al termine...Che ve ne pare? E' la mia prima songfic (anno 2003) ed è anche rimasta l’unica...Lo so che è poco movimentata, ma spero non vi abbia fatto proprio schifo schifo...
Lasciate un commentino, comunque...
Grazie a tutti ^_^
Youki(htpp://www.youki-laportadellalba.splinder.com)
  
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