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Autore: Strawberry88    28/06/2013    4 recensioni
Ragazzi dotati di Poteri Magici si ritroveranno tutti insieme alla Cameron High School.
Buoni e cattivi.
Amori e litigi.
Amicizie e sentimenti.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La carrozza reale si fermò dinanzi alla stazione. Jazmine scese aiutata dal suo personale maggiordomo Fredric, il quale la scortò sino ai binari, controllando sul tabellone dove recarsi. 
La principessa Jazmine era emozionata di partire verso la scuola di magia Cameron High School. Lì avrebbe imparato a gestire i suoi poteri per essere in grado di diventare la Perfetta Regina di Aquarein e per riuscire a proteggere la sua città nonché il suo popolo. 
Il maggiordomo consegnò i bagagli della principessa all’addetto, assicurandosi che quello non gli rovinasse, poi si avviò assieme alla ragazza verso i vagoni passeggeri. Si arrestarono di fronte a una delle molteplici porte.
«Fredric, ora puoi andare. Posso cavarmela da sola, adesso.»
«Ai suoi ordini, principessa.» pronunciò facendo un mezzo inchino.
«Ci rivediamo a Natale, però ora voglio un abbraccio.»
E il maggiordomo non poté disobbedire; si avvicinò alla ragazzina e lei gli si lanciò addosso, cingendolo tra le sue braccia.
«Okey. Adesso vado.»
Salutò il maggiordomo e salì sul treno. Il vagone era vuoto, quindi si scelse un posto a caso e, per passare il tempo, guardò fuori dal finestrino.
Dalla sua posizione si poteva vedere un piccolo laghetto e le rane che lo abitavano; Jazmine le guardò sorridente.
Sapeva che si sarebbe trovata bene in quella scuola, a contatto con ragazzi della sua età e magici come lei.
 
 
«Ti prego, mamma! Non mettermi in imbarazzo.» si lamentò Justin.
«Alzati quei pantaloni, allora.» rispose lei.
«Per lui è la nuova moda portarsi il pantaloni sotto le ginocchia.» scherzò Jade, la sorella.
«Non sono così bassi!»
«Ragazze, lasciatelo in pace.» lo difese suo padre.
La famiglia Bieber era una famiglia come tante, a parte il fatto che avevano dei poteri magici. Vivevano a Stratford, in Canada, e lì si trovavano molto bene. I figli frequentavano la terza media quando a maggio arrivarono le lettere di ammissione alla Cameron High School. I genitori, Pattie e Jeremy, avevano anch’essi studiato in quella scuola, perciò erano molto orgogliosi che Justin e Jade fossero stati accettati.
Justin salutò i genitori dando un veloce bacio sulla guancia alla madre e facendo il segno militare al padre mentre Jade si concesse un lungo abbraccio ad entrambi i genitori.
Dopo questi riti si avviarono entrambi al treno, salendo sul primo vagone. Seduta su uno dei posti centrali si trovava una ragazza con i capelli rossi che guardava fuori. 
Jade, senza pensarci, si avvicinò e si presentò.
«Ciao! Mi chiamo Jade Bieber e sono del primo anno!» esclamò euforica, facendo spaventare l’altra.
«Ciao anche a te. - rispose quella, guardandola sbigottita - Io sono Jazmine e anche io sono al primo anno.»
«Possiamo sederci qui con te?» domandò Jade, indicando i posti davanti a quello di Jazmine.
«Certo.» disse sorridendo alla ragazza.
Jade e Justin si accomodarono.
«Scusa mia sorella. Alcune volte si lascia prendere dall’eccitazione di una nuova esperienza. Comunque sono Justin.»
«Piacere di conoscervi.» parlò Jaz riferita ai due fratelli.
«Parlo con gli animali.» disse Jade.
«Jey, non interessa a nessuno.» la rimproverò il fratello.
«A me sì. Io ho il potere dell’Acqua.» si intromise la principessa.
«Justin ama fare il guastafeste. Lui domina l’Elettricità ed è abbastanza antipatico a volte.»
«Non è vero! Solo con te lo sono.» disse lui, accarezzando la guancia della sorella.
 
 
Harry e i suoi genitori erano seduti a un tavolo nel bar della stazione. Per il ragazzo era la prima che viaggiava senza genitori e non era mai stato lontano da loro per tanto tempo, quindi era molto agitato, tanto che la notte si era girato e rigirato nel letto senza riuscire ad addormentarsi.
«Harry, piccolo, rilassati. Sono sicura che troverai molti amici. Ci rivedremo a Natale.» lo rassicurò la madre, o almeno ci provò.
«Ha ragione tua mamma. Lì sono tutti come te, non credo siano così cattivi come qui. Non sarai più lo strano.»
Ma neanche il padre riuscì a tirarlo su di morale.
«Io vado. Devo stare un po’ da solo.» disse lui alzandosi dalla sedia, seguito dai genitori.
«Okey. Fai buon viaggio e chiamaci quando vuoi.» la madre lo abbracciò con l’intenzione di non lasciarlo molto presto.
«Anne, ora mollalo.» rise Robin.
«Grazie, papà. Ci vediamo o sentiamo… Ciao.» si allontanò velocemente.
Quando arrivò al binario c’erano già molti studenti che chiacchieravano tra loro e si salutavano. Dopo aver sentito un gruppo di ragazzi ridere, per paura che le risate fossero rivolte a lui, si affrettò a salire sul treno.
Prese posto su uno dei tanti sedili viola e bianchi di quel vagone, senza accorgersi dei pochi studenti che stavano parlando tra loro. Si girò verso di loro appena gli sentì ridere.
Due ragazze e un ragazzo stavano osservando un bicchiere vuoto che si riempì stranamente senza l’ausilio di un altro recipiente.
«Figo, eh?» parlò qualcuno.
Harry alzò lo sguardo verso una delle due ragazze, quella più frizzante, accorgendosi che quella stava rivolgendo la parola a lui.
«Come?» chiese, confuso.
«Il bicchiere che si riempie da solo, non è figo?»
«Ah! Sì, molto figo. Chi è che ci riesce?»
«Mi chiamo Jazmine.» si presentò la principessa.
Harry si alzò dal suo sedile e si andò a sedere su quello affianco a Jazmine.
«Harry.» disse lui.
«Anche tu sei al primo anno?» chiese Jade
«Sì.»
«Io sono Jade e parlo con gli animali.»
«Ho il potere della Natura.»
Justin si avvicinò con il viso all’orecchio di Harry.
«Non ti preoccupare, prima o poi si addormenta e non parla più con nessuno. - sussurrò, facendo sorridere l’altro ragazzo - Comunque sono Justin.»
 
 
Non aveva mai amato leggere, ma vista la sua bocciatura l’anno precedente, decise che, forse, era meglio sapere il regolamento scolastico.
Stava aspettando il suo migliore amico, anch’esso ripetente, sulle panchine che costeggiavano il binario. 
«Ehi, cosa fai?» gli chiese qualcuno.
Alzò lo sguardo e sorrise vedendo Louis, il suo migliore amico; si mise in piedi e lo salutò con un ghigno.
«Leggo.»
«Leggi? Zayn Malik sa leggere?» chiese il ragazzo.
«A quanto pare, sì, io so leggere. Non pensavo fosse possibile.»
«E cosa leggi?» gli domandò ancora.
«Il regolamento scolastico. Da quanto scritto, molestare gli altri studenti nelle docce della palestra è contro le regole. Non voglio essere bocciato un’altra volta.»
«Almeno non siamo stati gli unici a essere stati puniti. Se non sbaglio anche quel tipo è stato segato.»
«Sì, ma quest’anno ci sarà un suo amico, anzi, il suo migliore amico e questo qua non mi piace per niente.»
«Ci sono io. Puoi sempre contare su di me.»
Zayn si girò per cercare una porta da dove salire ma quando vide il ragazzo di cui parlava con il suo migliore amico si bloccò. 
 
 
Guardò l’orologio per la decima volta e poi rivolse lo sguardo all’atrio della stazione, aspettando di vedere il suo migliore amico, il quale entrò nell’edificio correndo. 
Niall scosse la testa: Sean era sempre in ritardo.
«Scusa. Sono in ritardo.»
«Non mi dire.» disse freddamente Niall.
Il ragazzo più grande si girò e Sean lo seguì in silenzio. Salirono su un vagone e si guardarono intorno per trovare due posti liberi. Quando gli trovarono, attraversarono il corridoio per raggiungerli e, mentre camminavano, sentivano commenti positivi da parte delle ragazze, come: “Quello è Niall Horan. Oddio che figo!”, ma sembrava che il diretto interessato non le sentisse o forse non gli importavano.
Si sedettero su due sedili , l’uno di fronte all’altro, e Sean sorrise a Niall.
«Perché quella faccia allegra?» gli chiese scocciato, senza guardarlo.
Il più piccolo diventò subito serio.
«E tu perché sei così freddo anche con me?» chiese con lo stesso tono.
Sean aprì la cerniera del suo zaino ed estrasse il suo Mp3, poi si infilò le cuffiette e guardò fuori.
Lui voleva un mondo di bene a Niall, ma quello sembrava non accorgersene e questa cosa gli dava fastidio. Erano praticamente cresciuti insieme e Sean era sicuramente quello più aperto, mentre Niall, dopo aver scoperto dei suoi genitori e della maledizione che aveva su di sé, non si comportava più come prima. Diventò glaciale, non parlava con nessuno se non con Sean, rare volte.
 
 
Alle otto in punto di quella sera, gli studenti si trovavano nella Sala Grande. La preside era in piedi davanti a un leggio che reggeva un libro dalla copertina argentata.
La donna si presentò e diede il benvenuto a tutti gli alunni; chiese ai ragazzi del primo anno di raggiungerla e di posizionarsi dinanzi a lei.
Iniziò a leggere l'elenco di nomi in ordine alfabetico, indicando in che sezione fossero stati inseriti.
«Bieber Jade, Bieber Justin, Devine Josh, Edwards Peacock, Horan Niall, Malik Zayn, Mars Bruno, O’Donnel Sean, Payne Liam, Styles Harry, Tomlinson Louis, Turner Jazmine, Asya Wonderland. Voi siete stati inseriti nella casa Unicorns
 
 
Gli Unicorns erano stati scortati da due centauri che a scuola fungevano da guardie per la protezione degli studenti in caso di attacchi esterni ma anche interni, nel caso di qualche baruffa tra studenti.
I tredici ragazzi entrarono e si ritrovarono in una saletta arredate con un paio di divani componibili, una libreria che occupava la parete alla destra dell’entrata, vari mobiletti e un camino, il quale era collocato tra due corridoi, uno dipinto di blu e verde mentre l’altro di viola e bianco; ovvero i quattro colori che caratterizzavano la scuola.
«Buona permanenza.» augurò Kawaii, uno dei due centauri.
«Grazie.» risposero gentilmente Jazmine e Jade, incantate da quella prima stanza del dormitorio.
«Buonanotte.» disse Zayn, allontanandosi assieme a Louis verso il corridoio verde e blu.
Tutti i ragazzi gli seguirono, portandosi le valigie con loro.
«Direi che non hanno tanta voglia di presentarsi.» parlò in imbarazzo Jaz.
«Già. - disse una ragazza - Sono Peacock.» 
«Jade!» esclamò.
«Jaz.»
«Io mi chiamo Asya.»
«Che cosa triste che noi ragazze siamo solo in quattro.» disse Peacock.
«Beh, io sono stanca. Andiamo a veder com’è il nostro dormitorio?» chiese Jaz, prendendo i suoi bagagli e avviandosi nel corridoio opposto a quello preso dai ragazzi.
 
 
Jade e Jaz arrivarono nella saletta e le accolse l’aria gelida mattutina, poi si accorsero della finestra spalancata.
«Perché è aperta?» chiese la principessa, andandola a chiudere.
«Faceva caldo e abbiamo aperto.» disse ovvio Sean.
«Oh, ma adesso fa anche troppo freddo.» parlò Jade.
«Sono Sean. Scusate per ieri sera ma io e Niall - indicò il ragazzo seduto sul divano - avevamo sonno.»
«Jaz e Jade. Perdonati.»
«Io parlo con gli animali.» disse Jade.
«Dio santo, Jey! Devi dirlo a tutti?» esclamò Justin entrando nella stanza accompagnato da Harry.
Una decina di minuti dopo tutti i ragazzi furono all’interno di quella saletta e si presentarono, chi non l’aveva già fatto.
«Sembrate più grandi di quanto lo eravamo noi, l’anno scorso.» disse Louis, riferito a lui e Zayn.
«Perché? Cosa significa?» chiese Harry.
«Sono stati bocciati.» intervenne Sean.
«Bimbo, ti conviene non intrometterti nelle nostre conversazioni.» disse arrabbiato Zayn, alzandosi dal divano dov’era seduto.
«A te conveniva non minacciare il mio migliore amico. L’hai mai guardato negli occhi, dopo la sorpresa che gli hai fatto quand’era nella doccia? L’hai fatto? Se ci riesci, dimmi cosa ne pensi del tuo capolavoro, Zayn.»
A quelle parole, il ragazzo si risedette e rimase in silenzio, fissando Niall senza espressività nel volto.
«Okey… - disse imbarazzato Louis - Sì, è vero. Io, Zayn e Niall, siamo stati bocciati ed è tutta colpa di Zayn.»
Zayn sorrise malignamente.
«Sono il figlio legittimo di Lucignolo, ma l’essere stato bocciato ha fatto arrabbiare mia madre e mi ha fatto promettere di non combinare guai e di non minacciare più nessuno. Quindi potete stare tranquilli, non vi succederà niente.»
Tutte e quattro le ragazze erano sconvolte da quel dialogo tra Zayn e Sean. Kawaii bussò alla porta e l’aprì senza aspettare il permesso.
«Ragazzi, vi devo scortare in giardino. Ordine della preside.»
Si alzarono e seguirono il centauro nel giardino interno della scuola. La signorina Candy, la preside, aspettò l’arrivo delle altre classi e quando ci furono tutti, cominciò a parlare.
«Visti gli eventi successi l’anno scorso, eventi molto spiacevoli, il consiglio di istituto ha deciso di assumere dieci guardie per la sicurezza all’interno della mia scuola. Avviso tutti voi che, nel caso si ripetessero episodi come quelli già capitati, gli studenti colpevoli saranno spediti all’Ejes, il riformatorio dove seguiranno dei corsi come qui a scuola da noi, con la differenza che lì sono molto più severi. Detto questo, vi potete recare a lezione. Grazie.»
 
 
I centauri accompagnarono le classi nell’atrio principale poi si dileguarono. Gli Unicorns si salutarono per poi dividersi e andare alle proprie lezioni.
Jazmine e Harry, sul treno che gli avrebbe portati alla Cameron, mentre Jade e Justin dormivano, avevano avuto occasione di conoscersi e lei gli aveva confessato di essere la principessa di Aquarein ma l’obbligò a comportarsi con lei come se fosse una ragazza qualunque. Jaz aveva anche legato, durante quella prima notte, con le altre tre studentesse.
Da quello che le avevano detto le ragazze, aveva scoperto che Peacock prevedeva il Futuro, che suo padre era uno scienziato e che sua madre l’aveva allontanata da lui per non farla sottomettere a degli esperimenti; Asya aveva il potere della Telecinesi e adorava alla follia “Alice nel paese delle meraviglie”, infatti aveva un sacco di gadget che riportavano a quel lungometraggio; e infine Jade desiderava diventare una pasticciera.
  
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