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Autore: cristy31    28/06/2013    4 recensioni
Maria Antonietta incontra Alain durante la sua prigionia e lui le racconta di Oscar e Andrè. è una piccola storia scritta sul momento. dedicata a una donna che ha sofferto tanto e non è mai stata realmente felice.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, Marie Antoinette
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero una arciduchessa. Ero una principessa. Ero una regina.
Ma non fui mai ciò che realmente il mio cuore desiderava.
Non fui mai felice.
Se, in questo fatidico giorno, rivivo la mia vita vedo solo tristezza e mai un barlume di felicità.
I miei figli mi sono stati sottratti da questo stato, da questa gente che finalmente mi ha fatto aprire gli occhi per vedere che la mia vita non è stata niente in confronto a ciò che hanno dovuto subire i miei sudditi.
In questo giorno non posso non pensare a Oscar.
Era la persona a me più cara in mezzo a un mare di cialtroni che miravano solo al potere. Come per tutto il resto io non me ne sono mai accorta.
Me la ricordo ancora il primo giorno che la vidi. Bella come non mai nella sua bianca uniforme. Era fiera la mia bella Oscar, pensavo che fosse un uomo, infatti ci rimasi quasi male quando venni a sapere che era una ragazza.
Mi protesse da tanti pericoli, la prima volta da quei banditi che volevano uccidermi prima ancora di arrivare a palazzo. Ricordo che c ‘era il sole e io non volevo che mi facessero togliere l’anello di mia madre. Una cameriera mi venne vicino e mi disse che potevano cambiarci di vestiti, io sarei diventata una domestica e lei la principessa. Volevo fare una sorpresa ai francesi. Ero ingenua allora…lo feci e scoprì che era solo un inganno.
Il cavallo che si imbizzarrì e che mi stata per portare in acqua. Oscar mi salvò e in quell’occasione rischiò di morire dissanguata per salvare il suo Andrè.
Si perché io lo vidi subito che quei due erano fatti l’uno per l’altro. E dopo…dopo scoprì di avere ragione:
Diversi mesi fa vennero dei soldati della guardia a parlare con quelli che difendono la mia prigione…tra questi anche quelli comandati da Oscar.
Sentì ciò che si dicevano due uomini:
-      Alain…cos’è questa storia che vuoi andartene?-
-      Arthur ti ho già detto che ho sempre sognato fare il contadino. E adesso sono stanco della guerra e di tutti i suoi mali, voglio un po’ di pace!-
-      Si ma tu sei il nostro capo e non ci puoi abbandonare! Rimarremmo da soli senza di te.-
-      Allora prendi tu il mio posto…non me la sento più di combattere da quando sono…da quando sono morti Oscar e Andrè. Voglio andare in campagna e fare il contadino…vicino alle tombe di Diane e mia madre.- 
-      Va bene Alain, se è questo quello che desideri…-
Io dopo aver sentito nominare Oscar decisi di sapere qualcosa in più sulla sua morte…quindi chiamai i due soldati, Arthur era alto, magro, con i capelli castano scuro e con gli occhi azzurri ma piccoli, che mi guardavano con disprezzo, lo stesso sguardo di tutti gli altri, non erano lipidi e innocenti come quelli di Oscar.
Alain invece era più alto di Arthur, grosso e muscoloso con i capelli corvini, e gli occhi neri…con una luce stanca, affaticata, debole.
-cosa desiderate “maestà”?- disse Arthur canzonando la parola maestà e si mise a ridere da solo. Alain non rise.
-prima…prima stavate parlando di madamigella Oscar e di Andrè , sapete dirmi qualcosa di loro?-
-Certo, io mi chiamo Alain de Soisson, ero un soldato di Oscar. Arthur vai pure con gli altri io arrivo tra poco.- Arthur se ne andò ci lasciò soli.
- ve ne prego raccontatemi qualcosa di loro!-
Lui iniziò a raccontare:
-      Conobbi Andrè in una locanda, ci ubriacammo e dopo un po’ di chiacchere diventammo amici. Lo incontrai una seconda volta sempre nella stessa locanda, Voleva assolutamente arruolarsi nella guardia metropolitana. Io lo aiutai a arruolarsi, poi un giorno, il maledetto giorno in cui lei mi stregò il cuore, capii perché si era voluto arruolare. Per amore. Per amore di Oscar. Per tutto il tempo io gli dissi che lei non era una donna da amare. Ma in realtà io lo ripetevo a me. Quando la prima volta lei entrò nelle nostre camerate e mi guardò negli occhi io sentii un brivido e fui molto sollevato quando scoprii che era una donna, sapete, pensavo di essere diventato gay. Era una donna, si, la donna di Andrè. Per questo la sfidai il giorno che avevano arrestato Gerard, un soldato che aveva venduto il suo fucile, volevo dimostrare a me stesso che lei era come tutte le nobili. Invece no, lei era pura non avrebbe mai venduto un soldato. Così mi rassegnai a vivere con il peso sul cuore di essermi innamorato di lei. Mi sembrava di aver tradito Andrè. Dopo però riuscii a dimenticarla, vederla felice con il suo Andrè mi bastò, il mio cuore era più leggero.  E fui felice come non ero da troppo tempo quando lei dichiarò davanti a tutti che Andrè era il suo uomo. Almeno loro sono stati felici, per poco, ma felici di vivere il loro amore, un amore di quelli che non si dimenticano, che li ascolti in una fiaba e non li dimentichi più, la loro storia, sono sicuro, verrà raccontata, raccontata e raccontata per generazioni, farà sognare le persone innamorate, sospirare uomini e donne di tutte le età, darà speranza dell’esistenza del vero amore ai cinici… la loro è stata una fiaba diversa. Non c’è il lieto fine.
quando dovevamo decidere se combattere con o contro il popolo lei ci stupì tutti dicendo che potevamo rimanere uniti e combattere per ciò che amavamo, per i nostri ideali, per la libertà, per l’uguaglianza e per la fraternità…ma il cammino per tutto questo era disseminato di ostacoli mortali, di vittime innocenti, come loro. Il tredici Luglio 1789 Andrè venne colpito da una pallottola indirizzata a Oscar era molto grave e al tramonto di quel giorno si spense, salvando Oscar, come aveva sempre desiderato, ma per Oscar il colpo fu troppo duro: durante la presa della Bastiglia non fece caso o non volle fare caso a i soldati dentro la fortezza che la stavano puntando, lei guardava una colomba che stava passando in quel momento, la colpirono, noi soldati la portammo in una stradina e lì lei mi diede l’ordine di prendere il suo posto e di continuare a sparare io non le dissi addio, la chiamai solo per l’ultima volta comandante, mio comandante, un giorno ci ritroveremo tutti in un posto migliore, senza guerre ne rivoluzioni, senza ranghi. Un giorno ci ritroveremo tutti lì al cospetto del vero Re di tutto. Ecco questo è quello che vi so dire su di loro- il suo sguardo quando raccontava era perso nel passato, uno sguardo sognatore, triste.
-      Grazie, mi siete stato molto utile.-
Se ne andò, senza proferir parola, ma intravidi una lacrima scendere dai sui occhi neri. Rosalie oggi mi sta raccontando ciò che sa lei su Oscar. Ha finito. Io le consegno la rosa che ho fatto con della stoffa che ho trovato qui nella cella, le dico che deve colorarla del colore preferito di madamigella. Mi stanno venendo a prendere. Adesso è il mio momento, morirò felice sapendo che anche a mia Oscar morì felice, ma morirò con onore,
morirò come la regina Maria Antonietta di Francia!

 

fine

 questa è la storia, spero vi sia piaciuta e come sempre accetto commenti positivi e negativi.
un bacione, Cristy31

  
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