Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: ShewantstobeaneaglE    28/06/2013    0 recensioni
Non era cambiato assolutamente niente.
Era tutto uguale a quell'anno ormai lontano.
Si sorrisero e lui nuovamente la baciò sulle labbra.
Senti il suo respiro sul suo collo
E in un baleno si sentì l'uomo più fortunato del mondo
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                       Like  A   Hurricane 

Nicholas Jonas uscì dall'edificio chiudendo velocemente la zip della sua felpa; era stato imprudente non portarsi qualcosa di più pesante.
Non aveva ancora imparato che in una mattinata di  metà settembre il tempo poteva cambiare da un momento all'altro?  Sì avviò
noncurante delle occhiate altrui  per le strade affollate di Los Angeles. Quanto odiava quel posto ... Fino a un paio di anni prima aveva
consevato sempre un ottimo ricordo di quella città ricordandosi delle poche volte nelle quali avevano raggiunto i suoi nonni per Natale o
per la vigilia di Capodanno. A volte gli capitava di chiudere gli occhi e di immaginarsi tredici prima anni in compagnia dei suoi fratelli,
dei suoi amici  con i nasi incollati vicino alle vetrine del negozio di giocattoli  in quella cittadina del New Jersey dov'era cresciuto. Nella sua
immaginazione le scene scorrevano lente e a moviola come sulla pellicola di un film: il negozio dei dolciumi che emanava un delizioso odore di
mele caramellate, il negozio dei videogiochi dalle mille luci e ... casa sua. Nicholas ebbe un brivido. Da quanto non tornava a casa sua? ...
 beh, circa da quando aveva litigato con  i suoi quindi  da un anno. Anzi, per essere preciso da un anno e tre settimane. Non sapevano
proprio niente di lui ... Anche se magari avrebbe voluto parlare.
Nicholas si scosse velocemente e fu come se quei pensieri scivolassero su di lui per finire fra i piedi delle altre persone nel tram.
E mentre da una parte si convinceva che non gli mancava proprio nessuno, dall'altra moriva dalla voglia di riabbracciare tutti.

Amanda Smith era una semplice ragazza della California. O almeno così si definiva... Non pensava di essere nulla di particolare, nè di essere
 importante per la società. Nessuno glielo aveva mai detto e lei, che aveva una scarsa autostima pensava di non essere chissà che. Pochi amici,  
una in particolare Laurenbrie, nessun fidanzato e una vita pressocchè monotona. Casa, lavoro,casa, lavoro e una volta al mese supermercato.
Oggi toccava a lei il turno al bar e quindi si era vestita di malavoglia e indossando il cappellino con lo sponsor del bar si era avviata sbuffando.
Avrebbe tanto desiderato studiare e stava cercando di mettere qualche spicciolo da parte per Stanford, anzi " la tanto sognata Stanford".
Avrebbe voluto studiare legge. Sarebbe stato il massimo per lei. per lei, solo ed esclusivamente per lei, dato che i suoi, avevano deciso un paio
di anni prima che la loro figlia avrebbe benissimo potuto vedersela da sola e guadagnarsi da vivere con il suo sudore. L'avevano sbattuta dentro
quella topaia e non si erano fatti più vedere. Amanda pensava sempre al suo passato quando percorreva le strade di L.A. e per arrivare
 a lavoro e a volte tentava di ripulirsi il viso con le mani cercando di amalgamare di nuovo quanto meglio potesse il fondotinta sulle guance rigate di lacrime.
Entrò nel bar noncurante degli altri che la guardavano e velocemente si infilò dietro il bancone indossando il grembiule e preparandosi per una
nuova pesante giornata. Scorse Lauren da lontano e si limitò ad un cenno distratto con la mano. Non era una che sprecava fiato. Lauren come sempre si
avvicinò a lei con l'espressione preocuupata di quella ragazza che vede che la sua migliore amica sta peggiorando sempre di più. Le prese la mano
e per poco la bocca di Amanda non si inarcò all'insù per regalare un sorriso.
<<  Se vuoi il tuo turno lo faccio io stamattina, sembra che tu abbia un po' di febbre..>>. Amanda si limitò a fare spallucce e continuò a versare caffè.
<<  Amanda, non puoi lavorare in queste condizioni... >>. Questa volta Amanda sembrò addirittura non ascoltare.
Era una cosa che faceva spesso non ascoltare. Non ascoltava niente e nessuno ed era convinta di farlo per sempre.

La pioggia incominciò a picchiettare insistentemente sulle vetrine e sulla felpa ormai fradicia di Nicholas, che per giunta, a causa del suo odio sfrenato per la
pioggia, per poco non si scontrò con due placidi vecchietti che ammiravano le sontuose vetrine centrali con uno sguardo interrogativo ed un po' sprezzante.
Nicholas per un attimo sembrò accennare un sorriso, ma poco dopo rendendosene conto ritornò alla sua solita smorfia di disappunto accentuata dal suo fastidio
per il clima. Non amava molto sorridere e se lo faceva se ne vergognava, non apprezzando lui per primo la smorfia secondo lui informe che si disegnava sul suo viso
quando tentava di sorridere.
I suoi pensieri furono interrotti da un ticchettio proveniente dalla sua schiena che conosceva fin troppo bene e spalancando gli occhi si rese conto di dover trovare
assolutamente un luogo dove fermarsi per usare il bagno. Alzando finalmente gli occhi dalla starada bagnata nonostante di fronte a lui ci fossero centinaia di negozi
pieni di gente , il suo sguardo scelse di posarsi sull'insegna luminosa di un bar ornato con mille coloratissime lucine natalizie. Evitando questa volta di farsi trasportare
dai ricordi inutili di un passato ormai volato via, si avvicinò alla finestra e poggiando la mano sul vetro per osservare meglio notò che il luogo non era molto affollato tranne
per le mamme che dopo aver preso i propri figli da scuola erano lì per concedere a sè e a quelli qualche chiacchiera frizzante.
Ormai convinto da quella visione tranquilla, Nicholas deciso poggiò la mano sulla maniglia di ottone e spingendo, non appena il suo corpo varcò la soia, venne invaso
da calore diffuso misto a cannella che si sostituì a vaniglia quando si avvicinò alla cassa per ordinare qualcosa e chiedere dove fosse la toilette.
<< Buongiorno, mi scusi vorrei ordinare ... >>
<< Certo, può accomodarsi e scegliere ciò che vuole dal menu che vede sul tavolino e tra poco ritiro l'ordinazione ... >> la cassiera gli parlò rivolgendogli uno sguardo gentile.
<< Grazie , ehm ... Scusi se glielo chiedo ma dov'è il bagno? >> chiese Nicholas leggermente imbarazzato grattandosi la nuca
<< Non si preoccupi, comunque ... e' l'ultima porta a destra >> disse quella sorridendo per l'imbarazzo del ragazzo
<< Incantevole , grazie mille >>
<< Di nulla >> rispose quella con un sorriso abbozzato arricciandosi una treccia bionda.





Hi Guys!
So che non ci sono stata per un po' di tempo  * coff coff * ma ora sono tornata!! * resuscita dal regno dei morti * Ho scritto questa fanfic e vorrei che mì diciate cosa ne pensate di questo capitolo e se
la trama vi ha incuriosito.

Fatemi sapere mi raccomando !
Taaanto amore
LexuS



   
 
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