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Autore: EmmaStarr    28/06/2013    4 recensioni
“Hestia! Ti stai sporcando, faremo tardi!” gemette Dorcas, rincorrendola per fermarla.
“Conoscendoti, avrai portato indietro tutti gli orologi per farmi credere che siamo in ritardo, come l'ultima volta.” la accusò Hestia, pulendo il vestito con un colpo di bacchetta.
“Sì, l'ho fatto, e siamo comunque in ritardo! Perché secondo quegli orologi siamo in ritardo di cinquantotto minuti, quindi vuol dire che...” gridò Dorcas, in preda all'agitazione.
“Vuol dire che abbiamo ben due minuti, calma. Sai quante cose si fanno, in due minuti? Non gridare, ti si rovina la pelle.” fece Hestia, innocente, carezzando il profilo delle guance dell'amica con fare materno.
“Io non ti conosco.” borbottò Dorcas, sistemandosi i corti capelli davanti allo specchio. Ignorarla, doveva solo ignorarla. E magari si sarebbe svegliata e quell'incubo sarebbe terminato.
Magari.
* * *
E no, non sono completamente fuori di testa. Ho solo scritto una Hestia/Gideon che è anche Dorcas/Fabian, che male c'è?
...
Già, fuori di testa. E tanto. Ma se foste così gentili da lasciarmi un commento... Ho dei biscotti, sapete? Tanti ù.ù
* * *
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Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dorcas Meadowes, Fabian Prewett, Gideon Prewett, Hestia Jones
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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NOME EmmaStarr
TITOLO: Can you feel the love tonight?
PERSONAGGI: Dorcas Meadowes, Hestia Jones, Gideon Prewett, Fabian Prewett (non guardatemi così, poi vi spiego!)
(eventuali)COPPIE: Gideon/Hestia, Fabian/Dorcas (e non mi importa se non li avete mai sentiti, aspettate!)
RATING: verde
GENERE: romantico, accenni di comico e un vaghissimo sentore di fluff
CONTENUTO PACCHETTI SCELTI: il pacchetto nastro azzurro conteneva come obbligo coppia het; il pacchetto margherita di stoffa conteneva come obbligo la old generation
BREVE DESCRIZIONE DELL’ABITO: Accidenti alla mia sfortuna... Un vestito lungo di seta rossa con un nastro azzurro (uhg!) intorno alla vita e una margherita di stoffa come fermaglio per capelli. Ma l'abbinamento osé sarà spiegato, abbiate fede.
AVVERTIMENTI: missing moments
NdA: ok, ora non chiedetemi perché io abbia allegramente a
bbandonato i miei Malandrini per darmi a... questo. Perché non chiedere a volte è la nostra unica possibilità di salvezza. È solo che volevo tentare cose nuove, e giusto l'altro giorno dicevo a mia sorella che di questi personaggi non sapevo niente di niente... Bé, inventa che ti passa ù.ù E così ho inventato questi tizi praticamente dal vuoto cosmico (perché le fanfiction su di loro sono così poche? Cioè, se c'è Dorcas la accoppiano a Sirius, e io volevo essere originale ù.ù) Il vestito non lo indossano subito, sarà una cosa graduale... E ok, scusate se è venuta fuori così lunga. ho passato le prime... tipo due pagine a delineare i personaggi! ç.ç Detto ciò niente, spero vi piaccia - e spero anche che perdonate la mia totale incapacità di fare titoli decenti... Non c'entra assolutamente niente, se non per il fatto che è notte e che è tutta la settimana che ascolto Elton John.
Un bacione, vostra
Emma ^^

 

 

CAN YOU FEEL THE LOVE TONIGHT?

 

“Hestia! Sono ore che sei là dentro, saresti così gentile da uscire?” chiese una voce proveniente da qualche parte fuori dal bagno.

“Ti supplico, non farmi questo! Non sono pronta!” gemette la ragazza in questione, riprendendo a pettinarsi con più foga del dovuto.

“Hestia! È anche il mio bagno!” si lamentò ancora la voce.

“Dovevi pensarci prima di venire a vivere con me, Dorcas.” rispose filosoficamente lei, tentando di indossare gli orecchini e contemporaneamente di infilare una scarpa.

“Ma se sei stata tu a presentarti davanti alla mia porta non più tardi di tre mesi fa! Devo andare in bagno, per favore!”

Hestia rise, facendo scuotere la sua cascata di riccioli ramati. “Oh, se è così suppongo che tu possa entrare... Però io non esco finché non sono pronta, è chiaro?” disse, facendo girare la chiave della porta del bagno.

“Sia lodato il cielo.” esalò la sua coinquilina, sfrecciando verso il gabinetto.

Il motivo per cui due ragazze come Dorcas Meadows e Hestia Jones riuscissero a convivere sotto lo stesso tetto era sconosciuto ai più.

Dorcas era una ragazza dolce, generosa, disponibile, ma con un bel caratterino: era estremamente possessiva e, se offesa, poteva rimanerlo per un bel pezzo. Teneva molto alla puntualità e all'ordine, amava i colori tenui che ben si intonavano al suo caschetto biondo e ai suoi occhi azzurri.

Al contrario, Hestia era una ragazza solare ed allegra, disordinata fino allo spasmo e perennemente in ritardo.

Piuttosto che beige o celeste, amava indossare colori sgargianti e decisamente poco ordinari, e in qualche modo tutto ciò si intonava al suo viso a cuore e ai suoi curiosi occhi marroni.

Hestia veniva da una famiglia di Babbani che disapprovavano la sua vita da strega. Era per questo che tre mesi prima si era rifugiata a casa di Dorcas, sua migliore amica fin dai tempi di Hogwarts.

Tutti sapevano della grande tragedia avvenuta da poco in casa Meadows: Ornella e Thomas, i genitori di Dorcas, erano morti quattro mesi prima durante un attacco dei Mangiamorte.

Forse era per questo che Dorcas evitava di cacciare la sua disordinata ed espansiva amica a calci nel sedere tutte le volte in cui trovava la cucina più simile ad un campo di battaglia che ad una stanza, o quando faceva tardi ad un appuntamento.

Decisamente, Hestia e Dorcas avevano ben poco in comune.

Eppure questo non aveva impedito loro di diventare amiche per la pelle dal primo momento in cui si erano conosciute.

Il carattere di una compensava quello dell'altra, ed era davvero raro vederle separate.

Una passione in comune, però, ce l'avevano: si trattava dell'amore spassionato per i bei componenti della famiglia Prewett.

Erano entrambe d'accordo sul fatto che i due ragazzi fossero incredibilmente affascinanti.

Ma se Dorcas preferiva il calmo, dolce fratello minore Fabian, Hestia stravedeva invece per il maggiore, il pigro, allegro, scansafatiche e perennemente in ritardo Gideon.

Il fatto che Fabian avesse un anno più di loro e Gideon addirittura due non le aveva fermate: organizzare appuntamenti a quattro, sfruttare le uscite ad Hogsmeade, intercettare ogni loro amico aveva fatto sì che entrambi i ragazzi cadessero ai loro piedi.

Ed ora si apprestavano a festeggiare il loro terzo anniversario, ovviamente lo stesso giorno per entrambe le felici coppiette.

Certo, sempre che Hestia si fosse sbrigata.

“Sei pronta?” si lamentò Dorcas, spingendo l'amica da un lato per lavarsi le mani.

E così facendo vide per la prima volta da quel mattino il completo che l'amica aveva scelto di indossare.

Jeans? Hestia, fai sul serio? Jeans, maglietta gialla e cintura? Oh, Signore.” borbottò, appoggiandosi al bordo del lavandino.

“Parla quella... Vestito bianco, spalline larghe, scollatura zero e... Nastro azzurro in vita? Vestita così non hai il permesso di criticare la scelta che ho fatto in ben quaranta minuti di trance.” affermò l'amica, decisa.

“Lo ripeterò, visto che probabilmente non mi hai sentita. Sei pronta, Hestia?” disse Dorcas, alzando gli occhi al cielo.

“Orecchini... Scarpe.... Mi allacci il vestito? Sono pronta, ecco, sono pronta. Ahia! Non la pelle, non la pelle! La zip!” si lamentò Hestia, saltellando e tentando di sfregarsi la schiena con la mano.

L'unico problema era il rossetto ancora stretto nel suo pugno.

“Hestia! Ti stai sporcando, faremo tardi!” gemette Dorcas, rincorrendola per fermarla.

“Conoscendoti, avrai portato indietro tutti gli orologi per farmi credere che siamo in ritardo, come l'ultima volta.” la accusò Hestia, pulendo il vestito con un colpo di bacchetta.

“Sì, l'ho fatto, e siamo comunque in ritardo! Perché secondo quegli orologi siamo in ritardo di cinquantotto minuti, quindi vuol dire che...” gridò Dorcas, in preda all'agitazione.

“Vuol dire che abbiamo ben due minuti, calma. Sai quante cose si fanno, in due minuti? Non gridare, ti si rovina la pelle.” fece Hestia, innocente, carezzando il profilo delle guance dell'amica con fare materno.

“Io non ti conosco.” borbottò Dorcas, sistemandosi i corti capelli davanti allo specchio. Ignorarla, doveva solo ignorarla. E magari si sarebbe svegliata e quell'incubo sarebbe terminato.

Magari.

“Bene. Borsa, bacchetta, Polvere... Pronta! E in anticipo di ben due minuti! Andiamo.” affermò Hestia, prendendo l'amica per un braccio.

Stavano per infilarsi nel camino, e Dorcas ancora stentava a crederci, quando Hestia saltò fuori con espressione terrorizzata.

“Oddio! Mi sono dimenticata! Aspetta qua!” gridò, correndo verso la propria stanza.

Che, pensò Dorcas amareggiata, più che stanza era un labirinto. Possibile che in soli tre mesi fosse passata da stanza degli ospiti a tana di Ippogrifo?

Sette minuti dopo, Hestia tornò indietro con un sorriso di scuse. “Il mio regalo.” disse, a mo' di spiegazione.

“Ritardo di cinque minuti.” sibilò Dorcas, afferrando la Polvere Volante con un gesto brusco.

“I cinque minuti accademici sono sempre concessi, su, non fare quella faccia.” implorò Hestia.

“Villa Prewett.” borbottò l'altra con voce imbronciata, e qualche secondo dopo nella grande casa non c'era più nessuno.

 

* * *

 

Gideon stava rovistando freneticamente in un vecchio baule polveroso.

“Ehi! Si può sapere cosa stai facendo? Guarda che tra pochissimo arrivano!” gridò una voce dal piano di sotto.

Gideon rifletté velocemente: poteva fingere di non averlo sentito. Poteva fare come se niente fosse e continuare a rovistare in quel baule finché non lo avesse trovato.

Poteva farlo, ma molto probabilmente suo fratello Fabian sarebbe salito a controllare.

E se fosse salito, e se avesse scoperto quello che Gideon stava facendo...

Meglio di no.

Oppure poteva chiudere la porta con un incantesimo! Sì, perché non ci aveva pensato subito, un incantesimo, e...

“Pronto! Gideon, sei sordo o cosa? Muoviti, faremo tardi.” lo avvisò il fratello sbucando dalla porta.

“Come facciamo a fare tardi, se l'appuntamento è qui a casa nostra?” chiese il maggiore, imbronciato.

“Possiamo, se non ci facciamo trovare davanti al camino alle sette!” ribatté Fabian.

“Per le sette? Scherzi? Se c'è Hestia, scommetto che non arrivano prima delle sette e cinque.” disse Gideon, sicuro.

“Ma c'è Dorcas, con lei. Andata.” disse Fabian, stringendo la mano del fratello. “Ora, mi spieghi cosa stai facendo?”

Gideon tergiversò. “Cerco.”

“Sì, l'avevo intuito.” commentò Fabian. “Ma che cosa?”

“Sai cosa successe alla rana che voleva sapere tutto?”

“Questo è assurdo.” borbottò il fratello, scuotendo la testa.

“No, ascolta, è interessante! Dicevo, c'era questa rana che voleva sapere tutto. Un giorno chiese alla lucertola... No, non era la lucertola, al... Qual è l'animale che si mangia le rane? Oh, non te lo dovevo dire. Insomma, chiese al lupo, facciamo finta che non era una rana, era un agnello. L'agnello chiese al lupo – non guardarmi così, non me la ricordo – che cosa mangi? E lui rispose: io? Io mangio le rane! Cioè, gli agnelli! Era un agnello, già. E se lo mangiò. Fine.” concluse candidamente Gideon, rimettendosi a frugare nel baule. "La morale è che a volte è meglio non chiedere!" aggiunse poi, senza smettere di cercare.

Fabian dovete far ricorso a tutte le sue energie per non scoppiare a ridere dopo lo sconclusionato racconto del fratello.

Per l'ennesima volta, si chiese cos'avrebbe fatto senza Gideon.

Lui era sempre stato un ragazzo chiuso, introverso. Era stato Gideon ad aiutarlo, sempre: era con Gideon che aveva conosciuto Dorcas, ed era sempre Gideon a impedire che crollasse, ogni giorno, dopo la morte dei loro genitori.

Questo perché Gideon sarà stato pigro, sfaticato, impulsivo e ribelle quanto voleva, ma aveva un gran cuore. E soprattutto aveva la capacità di far sentire bene le persone anche semplicemente parlando.

Certo, era dura vivere con lui per un milione di altri motivi, quali ad esempio la sua pigrizia, la sua immaturità e il fatto che non avesse mai voglia di fare niente...

E questo lo riportò alla realtà. Che cosa stava facendo, lì con quel baule?

“Gideon... Non nego che la storia della rana – pardon, dell'agnello sia stata... educativa, ecco. Prima o poi mi dovrai dire dove l'hai sentita. Però, davvero, mi piacerebbe sapere cosa stai facendo.”

Gideon tentennò.

Beccato. E lui che sperava di aver almeno confuso un po' le acque...

veva sempre supportato,“Sto cercando, te l'ho detto.” disse, vago.

“E io ti ho già detto che l'avevo intuito. Ora ti chiedo chiaro e tondo cosa diavolo stai cercando, fratellone, dopodiché mi risponderai con una risposta di almeno tre minuti.” disse Fabian, respirando piano.

“Ma se Dorcas e Hestia arriv-”

“Gideon!” gridò il minore, perdendo la pazienza.

“Ok, ho capito, scusa! Colpa mia, errore mio, non ero in me mentre accarezzavo l'idea di sfuggire ad una tua richiesta, davvero io non so come la mia mente abbia potuto elaborare un'idea tanto orribile nonché irrealizzabile. Perché tu, fratello mio, amato fratello, fratello che ogni persona vorrebbe come fratello, tu non puoi essere ingannato da futili trucchetti come la storia della rana, cioè, dell'agnello o quello che era. No, tu hai una tale intelligenza e una tale perspicacia – avevi persino intuito che io stessi cercando qualcosa, non ti sfugge niente – che niente e nessuno potrà mai impedirti di capire che... A che minuto siamo?”

Fabian si lasciò cadere sul letto di Gideon, stremato.

“Sei una tortura. Sei una vera e propria tortura, ma me la sono cercata. Però ora se non mi vuoi dover portare con urgenza al San Mugo ti supplico, potresti...”

“Dirti che stavo cercando questo meraviglioso aggeggio di famiglia che avevo visto un millennio fa e che ho tutte le intenzioni di regalare a Hestia per l'anniversario? Sì, potrei dirtelo, ma il tuo intuito è talmente sviluppato che so che potrai cavartela da solo, dammi retta.”

Fabian si voltò, stupefatto.

Suo fratello brandiva un fermaglio a forma di margherita, vagamente stropicciato ma ancora in buono stato.

Gideon, palesemente soddisfatto di sé, si alzò spolverandosi i pantaloni.

“Bene, direi che è fatta. Ore?”

Fabian ci mise un po' a realizzare che Gideon intendeva regalare ad Hestia un fermaglio per capelli di seconda mano trovato all'ultimo minuto e incartato con un pezzo di giornale trovato dentro al baule come regalo per il loro terzo anniversario, ma dopo aver incassato la cosa alzò le spalle.

Tipico, da parte sua.

“Le sette e tre. Scendiamo.” propose.

“La scommessa vale ancora, vero?” chiese Gideon, prima di Smaterializzarsi.

Fabian sospirò. Tipico di suo fratello anche Smaterializzarsi per non fare due passi in croce.

Lo raggiunse pochi secondi dopo, scendendo dalle scale.

Come ogni persona normale, avrebbe aggiunto.

“Sette e quattro... Sento che vincerò!” lo accolse Gideon, elettrizzato.

L'orologio scoccò le sette e cinque nel momento in cui due ragazze si fiondarono all'interno della sala.

 

* * *

 

“In perfetto orario!” esclamò soddisfatta la più alta, sorridendo.

“Col cavolo.” borbottò l'altra, spolverandosi il vestito. “Scusami, tesoro, eravamo in orario ma Hestia...”

“Ho vinto!” la interruppe Gideon, festeggiando.

“Vinto cosa?” si informò Hestia.

“Scommettevamo sul vostro ritardo, amore. Non deludi mai, sei fantastica.” proclamò Gideon, stampandole un veloce bacio in bocca.

“Questo lo so, ma... Non dovresti dirmi qualcos'altro?”

Gideon la guardò strano, poi fissò Fabian, che alzò gli occhi al cielo sussurrando qualcosa.

“Buon anniversario, amore.” ripeté subito il maggiore, scostandosi i capelli marroni dalla fronte con un'espressione irresistibile dipinta addosso.

“Fingerò che tu abbia pensato da solo a questa frase, così come fingerò che tu non abbia scommesso con tuo fratello su quanto io abbia fatto arrivare in ritardo Dorcas. Invece, che si mangia?” chiese Hestia, sorridendo.

“Se la mia signora vuole seguirmi in cucina...” disse Gideon, accennando un inchino.

Gli Elfi Domestici di Villa Prewett avevano fatto davvero un ottimo lavoro con la cena, quella sera.

La tavola era imbandita con ogni leccornia, e la cena fu decisamente piacevole.

Dopo l'ultima portata, infine, Hestia si tappò la bocca per nascondere un rumore non proprio educato.

“Hestia!” sibilò Dorcas, dandole una gomitata nelle costole.

“Avevo la mano!” si offese quella. “Che altro potevo fare, se non mettere la mano davanti alla bocca? Potevo uscire e andare in bagno, ma avrei fatto in tempo?”

“Sicuramente no.” la anticipò Gideon. “E mi avresti privato per un momento della tua incredibile bellezza, mia dolce donzella. I miei occhi non avrebbero retto il colpo.” proclamò, drammatico.

“Ma sentilo. Piuttosto, non è il momento dei tanto attesi regali?” lo interruppe Fabian, prima che il fratello partisse con un altro dei suoi sproloqui.

Non aveva una resistenza infinita, per quelli.

“Giusto! Prima le signore.” disse Hestia, tirando fuori dalla borsa un qualcosa accartocciato in tutta fretta nella carta di giornale.

Fabian sorrise: quei due erano decisamente fatti l'uno per l'altra.

“Wow, ma grazie! È uno di quegli aggeggi per cambiare il colore dei capelli e degli occhi, forte! Amore, sei un mito. Nocturn Alley?” chiese Gideon, interessato, rigirandosi l'oggetto tra le mani.

“Hestia!” esclamò Dorcas, scandalizzata.

“Ehm intendevo, Diagon, Diagon Alley.” si corresse subito il ragazzo, imbarazzato.

“Bene... Tocca a me!” disse subito Dorcas, e tirò fuori dalla borsa una scatola incartata.

“Oh, grazie, non dovevi!” disse Fabian, prima di scartare il pacchetto. “Non ci credo! Il nuovo Kit di Pozioni! Dorcas, grazie mille!” esclamò, gli occhi che luccicavano dalla felicità.

Le Pozioni erano la sua passione da sempre.

“È il mio turno, mia signora!” affermò Gideon, estraendo il suo pacchetto incartato nella carta di giornale.

“Sono anime gemelle. Non c'è dubbio.” sbuffò Dorcas, alzando gli occhi al cielo.

“No! Ma che bello è? Grazie, Gideon!” fece Hestia, indossando subito il fermaglio a forma di margherita.

“Somiglia a quello padroncina Genévieve...” pigolò una voce da dietro di loro.

“Febby! Che hai detto?” si incuriosì Gideon, voltandosi verso l'Elfo Domestico che aveva parlato.

“La padroncina Genévieve.” ripeté con forza quello. “Una vostra antenata. Quel fermaglio apparteneva a lei, posso mostrarvi il quadro...” propose esitante.

“Sì! Dai, Gid, andiamo!” implorò Hestia.

“Ogni suo desiderio è un ordine.” proclamò Gideon, alzandosi in piedi. “Venite anche voi?”

“Sono proprio curiosa.” affermò Dorcas, e seguirono tutti l'Elfo.

“Eccoci. È questa qui.” disse Febby quando furono davanti ad un quadro in un corridoio che Gideon e Fabian nemmeno sapevano di avere.

La donna era bellissima: indossava un lungo vestito di raso rosso che scendeva fino ai piedi, stretto in vita da un nastro azzurro.

In testa portava un fermaglio identico a quello che ora svettava sugli indomabili ricci di Hestia.

“Wow... Un abbinamento un po' azzardato...” fece Dorcas, dubbiosa. “Rosso, azzurro...”

“Oh, sì, la padroncina amava indossare colori strani.” spiegò l'Elfo, una punta di orgoglio nella voce.

“Mi sta già simpatica.” affermò Hestia, divertita. “Guarda, Dorcas. Aveva un fermaglio come il mio, e un nastro come il tuo! Dite un po', ma questo vestito ce l'avete ancora?”

L'Elfo ci pensò su, ma Gideon lo precedette. “Certo! Dove credi che abbia trovato quel fermaglio? Sta tutto in soffitta, volevo regalarti quello ma mi sembrava un po'... troppo. Quindi ho preso solo il baule con gli accessori e l'ho portato in camera. Venite.” affermò, guidando tutti verso la soffitta.

Intanto l'Elfo continuava a raccontare dettagli sulla padroncina Genévieve.

“Era una ragazza davvero speciale: nonostante il suo tempo, non aveva paura di infrangere le regole che riteneva sbagliate. Arrivava sempre in ritardo e aveva sempre il sorriso sulle labbra.”

“Ho già detto che la amo?” chiese Hestia.

“La padroncina ha vissuto molto a lungo e si sapeva far amare da tutti. Aveva una vera passione per il vestito con cui si è fatta dipingere, diceva che lo avrebbe tramandato nel secoli ad ogni sua discendente. Purtroppo però non aveva figlie femmine, e dopo la sua morte il vestito è andato smarrito, oltre che smembrato. Il nastro da una parte, il fermaglio dall'altra... Febby non aveva mai visto quel fermaglio prima d'ora.” ammise l'Elfo, guardandolo quasi con referenza.

“Bé, adesso andiamo noi ad assemblarlo tutto.” affermò Dorcas con decisione. “Che importa se il nastro non è quello giusto?”

“Ben detto! Siamo arrivati.” li informò Gideon, spalancando la porta della soffitta.

Girarono un po' per l'immensa stanza, finché non furono davanti ad un manichino nero, immobile da chissà quanto tempo.

Il vestito che indossava era decisamente quello del quadro.

“È proprio lui!” esclamò Dorcas, eccitata.

“Fermaglio...” fece Hestia, concentrata, appuntando il suo regalo di anniversario sul capo del manichino.

“...E nastro!” concluse Dorcas, legando il suo nastro intorno alla vita del manichino.

Fecero un passo indietro per ammirare il risultato.

“Direi che la nostra antenata sarebbe fiera di voi, ragazze.” assicurò Fabian.

“Peccato che non ci siano eredi disposte ad indossarlo...” sospirò Febby.

“A questo si rimedia!” affermò Gideon, meditabondo. “Per esempio, se tu diventassi la signora Hestia Prewett saresti come una sua discendente...”

La ragazza ci mise un po' a realizzare quello che aveva appena sentito.

“Cioè...”

“È un sì?”
“Oh, ma io... Certo, certo che sì! Wow!” gridò Hestia, saltando al collo del suo neo-fidanzato.

“Però non ho l'anello...” sussurrò lui con tono di scuse. “Se ti do un budget te lo vai a comprare?”

“O vieni anche tu o non se ne fa niente.” sussurrò lei di rimando, prima di stampargli un bacio sulle labbra.

Intanto gli altri due scuotevano la testa, rassegnati.

“Che razza di proposta di matrimonio...” si lamentò Dorcas.

“Sai, non è mai stato un tipo classico... Ehi, non ti ho ancora dato il mio regalo!” ricordò Fabian.

Frugò un po' nelle tasche, poi tirò fuori una piccola scatolina d'argento.

Si inginocchiò.

“Dorcas, anche se dopo la scenata di Gideon sembrerà un po' antiquato, oltre che un'idea rubata, vorresti...” aprì la scatola, mostrando un anello scintillante.

“Sì! Sì, sì, !” gridò Dorcas, saltando in braccio anche a lui.

“... Copioni.” borbottò Gideon, facendo scendere Hestia.

“E noiosi.” gli diede man forte quella.

“Una richiesta così banale...”

“Manca di originalità.”

“Ma se a loro sta bene così...”

Hestia alzò le spalle. “Non è divertente se non ci ascoltano.”

“Decisamente no.” assentì Gideon, sorridendo.

Nessuno di loro era mai stato più felice.






Angolo autrice:
Sinceramente, ma ce n'era davvero bisogno? No, perché io mi vergogno un po'...
Oh, amen. Sentite, questi personaggi secondari mi hanno sempre incuriosita, soprattutto perché alla fin fine te li inventi come ti pare, no? E a me loro piacciono così. Certo, può darsi che non ve ne freghi un emerito niente di questi tizi sconosciuti, e avreste anche tutte le ragioni della terra, ma... Perché allora mi è saltato in testa di scrivere di loro?
Ma prima di rispondere, ditemi... Perché a voi è saltato in testa di leggere di loro?
Ecco. Siamo tutti sulla stessa barca, quindi io mi limiterei ad amare questi tipetti apposta perché sono tanto sconosciuti.
Tutto questo discorso assurdo e sconclusionato perché... boh :3
Spero che vi sia piaciuta, e ormai che TU, unico tizio che PER SBAGLIO sei finito a leggere questa storia, l'hai conclusa, il minimo che puoi fare è armarti si santa Pietà e pensare "siccome sono l'unico, tanto vale recensirgliela, no?"
Ecco, grazie ^^
A presto e un bacione, vostra
Emma ^^

  
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