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Autore: barriex    28/06/2013    1 recensioni
dovevo ancora trovare una spiegazione valida al perchè i miei avessero voluto trasferirsi, forse infondo, mi sarebbe piaciuto vivere in Australia
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When all is done - Capitolo 1

 

When all is done
and it’s time for you to walk away.
So when you have today,
You should say all that you have to say.

- Sleeping with Sirens, Roger Rabbit (Scene Two)


“Dammi una valida spiegazione.” sbottò Sam la mia migliore amica.
“Sai come sono fatti i miei, hanno sempre avuto una fissazione per l’Australia” spiegai dando un’occhiata all’ora. Le avevo appena detto che mi sarei trasferita in Australia, la sua reazione era più che motivata.
“Alex, sei l’unica persona che ho.” detto questo la mora si lasciò cadere sul letto.
“Sappi che mi mancherai” dissi velocemente cercando di non far capire che stavo tremando. La mora si alzò di colpo. Vidi per un attimo il suo corpicino traballare, e subito dopo le sue braccia mi stringevano a sé con tutta la forza possibile. In quel momento mi accorsi di come, nonostante le differenze fra noi due, e nonostante ciò che aveva passato, lei restava più forte di me. Dopo essersi staccata si sistemò i lunghi capelli dietro le orecchie, poi sorrise.

“Vado, altrimenti mia mamma mi prepara la valigia lasciando qua tutto quanto” rise e io la seguii, poi l’abbracciai un’ultima volta e corsi verso casa. Appena entrai vidi mia mamma alle prese con mille cianfrusaglie e scatoloni.

“Mamma, vado a finire la valigia e poi vado a letto” dissi salendo le scale “ma tesoro… nah ok vai domani sarà una lunga giornata” le mandai un bacio, prima di sparire in camera. Ci misi un po’ a far stare tutta la roba che era dentro al mio armadio dentro alle due misere valigie, ma alla fine ci riuscii. Finito di fare le valigie mi stesi sul letto e mi addormentai.

“You’re just a little bit..” tirai uno schiaffo al comodino accanto a me, credendo di trovarvi il cellulare, quando mi accorsi che questo non vi era aprii gli occhi e trovai Sam che saltellava in giro per la stanza con il cellulare in mano.
“SAMMMMM” urlai alzandomi e cercando di attirare l’attenzione
“Dimmi” sorrise lei. Che diavolo, come faceva ad essere sempre così felice?
“Potresti spegnere questa musica” chiesi cortesemente afferrando i jeans e il grande maglione di lana che avevo deciso di mettere per il viaggio.
“Sei pazza?” chiese strappandomi i vestiti di mano.
“Sam è novembre fa freddo” dissi riprendendomeli.
“Si, ma in Australia è come se fosse giugno” grugnii infastidita, odiavo avere torto. La osservai mentre frugava nella sua grande borsa.
“Allora, premettendo che non ti ho mai vista con un vestito, ti ho sempre vista con pantaloncini da basket o magliette larghe mi sono permessa..”
“Sam, ancora con questa storia.” ogni volta mi diceva che sarei dovuta essere più femminile visto che sin da quando ero piccola avevo sempre giocato a basket.
“Non so se ti andrà bene, ma comunque.. ecco, è difficile trovare qualcosa che ti vada veramente bene.” disse sfilando dalla borsa un vestito a fiori.
“SAM!”
“Dico solo che hai il fisico di una giocatrice da basket, mica da ballerina” sbuffai e presi il vestito, questa me l’avrebbe pagata. Andai in bagno e lo indossai, avrei preferito mille volte dei jeans e una maglia o più semplicemente una tuta per un viaggio in aereo di 12 ore. Sapevo che se le avessi promesso di metterlo, mi avrebbe fatta andare via vestita come volevo io, uscii dal bagno e la vidi entusiasta.
“Oh mio dio, i tuoi occhi risaltano moltissimo, cioè.. e i capelli, magari se mollassi un pochino quella coda..” disse lei saltellando. Mi fece paura per un attimo, poi tornai a fissarla.
“Sam, devo stare 12 ore in aereo, non è che devo andare ad una sfilata. Ti prometto che lo indosserò sempre, ma ti prego, fammi mettere almeno una tuta.” chiesi quasi supplicando. Alla fine accettò e dopo essermi vestita presi le mie valige e la borsa ed uscii dalla stanza, seguita da Sam. Raggiungemmo l'aereoporto in poco più di 40 minuti. Lì vi erano i genitori di Sam e il fratello.
“Promettetemi che Sam potrà venire a trovarmi” dissi quasi supplicandoli. “E se proprio proprio non vi fidate mandatela con Josh” dissi infine.
“Tranquilla, Alex romperebbe l'anima se non la lasciassimo venire” disse sua mamma.
“Allora” cominciò Josh “seconda soerella, ti rivedrò?” chiese mentre i suoi occhi diventavano lucidi. Mai in 13 anni che lo conoscevo l'avevo visto piangere, nemmeno quando aveva tre anni.
“Josh non piangere” sorridemmo entrambi e ci abbracciammo.
“Sam” dissi pronta a salutare la mora.
“Alex” rispose lei.
“Attenta” dicemmo assieme.
“Allora ciao, ci vediamo” dissi abbracciandola; poi piano mi allontanai cercando di non guardare indietro. Le persone che mi lasciavo alle spalle erano la mia seconda famiglia.

Subito dopo aver fatto il check-in e passato i controlli mi persi per i negozi, mentre i miei facevano fatica a starmi dietro. Ammetto di essere un po' iperattiva, soprattutto se mi si sveglia presto.

“I paseggieri per il volo diretto a Brisbane sono pregati di dirigersi al gate 25” detto questo guardai i miei e presi il bagaglio a mano.
Passati anche gli ultimi controlli salimmo in aereo, presi posto vicino al finestrino, mentre i miei si sedevano accanto a me. Presi le cuffiette e le infilai, perdendomi nella voce di Ed Sheeran.
Prima che l'aereo decollasse Sam mi scrisse un messaggio: -Salutami quei 4 figoni dei 5 Seconds of Summer. Buon viaggio e chiamami appena arrivi-
Feci una smorfia. Erano mesi che mi rompeva, ripetendo ogni volta che dovevo conoscerli e che mi sarebbero piaciuti.
Le risposi velocemente: -Sam non so nemmeno che faccia abbiano, ma cercherò un loro video non appeno atterro. Sciao bela- misi il cellulare in modalità aerea, e chiusi gli occhi, mentre pian piano l'aereo decollava.

 


 

Spazio dell'autore
beh, spero vi piaccia.. uhm e recensite in tanti. :)

- Carlotta

  
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