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Autore: books addicted    28/06/2013    7 recensioni
"Dopodiché continuano a camminare e una consapevolezza si fa strada nella testa di Finnick.
Dovunque saranno e qualunque cosa faranno, la affronteranno così.
Mano nella mano.
Sempre e comunque insieme."
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"Annie lo guarda negli occhi e ci crede davvero. Crede davvero che un giorno forse riusciranno ad amarsi liberamente, senza pericoli e rischi. Perché il solo fatto di essere arrivati sino a quel punto le dà forza. Il solo fatto di aver attraversato tutte quelle esperienze, di aver condiviso lacrime e risate le dà la consapevolezza che il loro amore è forte e che finchè saranno insieme niente li potrà dividere."
***
Piccoli momenti Fannie,prima e dopo i loro Giochi, fino al momento in cui Finnick muore.
Spero vi piaccia. Buona lettura :)
Genere: Angst, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-Sei preoccupata Annie?
Finnick le accarezza dolcemente i capelli bagnati districandole i nodi.
-Lo sono tutti, Finn- risponde secca la ragazza minuta al suo fianco.
-Ehi Ann non c'è bisogno di essere acidi- scherza il ragazzo- sono tutti preoccupati, anche io- continua imitando il tono di Annie.
Lei si lascia scappare una risatina e si volta a guardare il mare, soprendendosi come sempre della sensazione di essere a casa.
-Non sono acida- dice a un tratto seria.
-Stai scherzando vero?- ride divertito Finnick- l'acidità è il tuo forte.
Lei si alza, fingendo di essere arrabbiata. Finnick ride ancora più forte e si porta una mano alla pancia.
-Quando la smetti di prendermi in giro, fammi un fischio- urla la ragazza che già si era allontanata lasciando le impronte sulla sabbia del Distretto 4. 
-Dai Annie. Non sol acida ma anche permalosa-grida Finnick rincorrendola.  
Lei si volta sorpresa ma si ritrova ad un palmo di naso dai famosi occhi verdemare di Finn il risultato è una rovinosa caduta di Annie all'indietro.
O-E imbranata.
-Oggi è il giorno 'Prendi in giro Annie più che puoi'?chiede in tono ferme deciso la ragazza, lasciando trasparire  il suo divertimento.
 -No- dice Finnick con la faccia fintamente stupita- cosa te lo fa pensare? 
Finnick continua a ridere e accenna a voler continuare così per molto. 
Annie lo fissa di sottecchi.
I capelli color bronzo gli incorniciano il viso e brillano ancora di più illuminati dai raggi del sole che li accarezzano. 
Gli occhi sono davvero i famosi occhi verdemare per cui ogni ragazza del Distretto 4 cade ai suoi piedi. Annie no. Annie vede il mare nei suoi occhi. Quel mare che fa parte di loro, che li rende vivi di una speranza e di libertà che sembra non possederanno mai.
A volte Annie si stupisce della semplicità di questo pensiero ma ne è pienamente certa: Finnick Odair è il ragazzo più bello che abbia mai visto. 
Il suo fisico scolpito, il suo sorriso che mostra i denti perfettamente allineati, le piccole fossette che gli si formano sulle guance quando ride. 
Annie ma che stai facendo? si rimprovera mentalmente la ragazza, Domani c'è la Mietitura e tu pensi a un ragazzo?
-Annie sei in trance o cosa?- chiede fingendosi preoccupato, il ragazzo.
-No. Sto pensando a quanto sei scemo- replica lei alzandosi e sorridendo. 
Si incamminano insieme sulla spiaggia mentre il sole sta sorgendo. 
Potrebbero essere due ragazzi qualunque. Ma non lo sono.
Loro sono Finnick ed Annie. 
Quelli che il Distretto additano come i piccioncini innamorati. Ma tra loro non c'è amore. C'è molto, ma molto di più.
Ormai sono arrivati davanti casa di Annie e stanno discutendo sul pesce comprato dal vecchio Dean.
D'un tratto la ragazza si slancia per abbracciare Finnick. Lui è sorpreso dal gesto ma dopo qualche secondo stringe le sue braccia intorno ai suoi fianchi. 
-Annie, Annie ascoltami- dice scostandosi e prendendole il viso tra le mania- Hai solo 12 anni. C'è solo una volta il tuo nome. Non ti estrarranno ok?- continua schioccandole dolcemente un bacio sulla fronte.
Lei annuisce ma silenziose lacrime le bagnano gli occhi.
-Cerca di non farti estrarre Odair- dice sorridendo e baciandolo sulla guancia. 
Finnick è ancora più sorpreso. La fissa e se non distogliesse lo sguardo, penserebbe di avere la bocca aperta, come uno stupido ragazzino in preda alla sua prima cotta. 
Lei è ormai di fronte la porta di casa.
-E tu di non cadere di nuovo, Cresta. 
Qualche ora dopo sono entrambi in Piazza ad aspettare l'inizio della Mietitura.
Finnick ha gli occhi puntati su Annie, che sembra sempre più nervosa.
Lei guarda terrorizzata il palco, mentre Eveline, l'accompagnatrice del 4, continua a parlare. 
All' improvviso sbotta in un eccitato "Prima le signore". Si avvicina pericolosamente nella boccia di vetro e il cuore di Annie inizia a battere sempre più forte. Le sue mani indugiano tra i bigliettini, ma finalmente ne pesca uno. Avvicina la bocca al microfono e Annie potrebbe giurare che il cuore le stia uscendo dal petto.
-Sarah Lock- squittisce divertita. Una ragazza di 17 anni esce dalla fila e si posiziona sul palco soddisfatta. Annie tira un sospiro di sollievo. 
-Finnick Odair. 
È un incubo vero? Non sta succedendo sul serio. Non può essere stato estratto. 
Lo vede incamminarsi con la testa china verso il palco. 
Adesso è lì sul palco, pronto a partecipare alla 65esima edizione degli Hunger Games. 
Le rivolge un'ultima triste occhiata. 
Un'unica lacrima gli scende sul volto.
La guarda per quella che sa essere l'ultima volta. 
La sua dolce e piccola Annie. 
Dopodiché entra nel Palazzo di Giustizia, scomparendo dalla vista di un Annie confusa e stracolma di un dolore causatole dal vuoto per la perdita del suo Finnick.
 
Mama just killed a man
Put a gun against his head
Pulled my trigger
Now he is dead.
 
Estraggo il tridente dal corpo del tributo del 7, immerso in una pozza di sangue, come i due accanto.
Ho appena ucciso tre ragazzi.
Guardo la mia mano insanguinata  e improvvisamente non mi sento più il ragazzo invincibile di qualche minuto fa. Non sento più l'adrenalina scorrermi nelle bene. 
E solo ora capisco quanto l'area mi abbia trasformato. Sono una loro pedina.
Ho ucciso.
Cosa sono diventato precisamente?
Dov'è il ragazzo spensierato che sorrideva sempre?
Dov'è il mio Distretto e la mia famiglia?
Dove sei tu? 
Annie mi hanno trasformato in un mostro.
Io voglio solo che finisca presto.
Non voglio uccidere più nessuno.
Voglio riabbracciarti e vedere il mare nei tuoi occhi. 
Voglio sentire la tua mano piccola e delicata nella mia. 
Spara il colpo di cannone.
Quante volte deve succedere?
Quanti ragazzi devo uccidere per rivederti?
Annie voglio uscire da qui.
Cammino lentamente, stando all'erta.
Continuo a ripetermi che uccido per necessità, che se voglio tornare a casa devo farlo.
Non sono un mostro.

Ma ormai non ci credo più di tanto.
 
                                                                           ******

-Finn! Tanti auguri!- urla una voce al piano di sotto.
Come non riconoscerla? È così pura e cristallina. Non si potrebbe mai confondere.
Finnick non la potrebbe mai confondere. 
-Finn! Dove diavolo sei?-grida ancora Annie. 
Il ragazzo è di sopra, nella sua camera da letto, con una valigia davanti gli occhi appannati di lacrime.
Che bel 16esimo compleanno.
-Finnick Odair, dimmi immediatamente dove sei o giuro che me ne vado- dice una voce sempre più vicina al giovane. Si sentono dei passi fuori nel corridoio e la porta si apre, lasciando entrare la ragazza più bella che Finnick abbia mai visto.
Il vestito azzurro le calza a pennello e un sottile nastro è intrecciato tra i capelli castani.
Gli occhi brillanti e felici fino a pochi secondi fa, ora sono confusi alla vista di quel disordine.
-Finn che succede? Perché c'è una valigia sul letto?- domanda pensierosa la ragazza, avanzando cautamente.
Finnick non è in grado di rispondere. 
Non riesce a guardarla negli occhi e dirglielo. Non oggi.
-Finn perché non rispondi? Tutto bene?- le domande sono sempre più insistenti e il giovane sa perfettamente di non poterle evitare per molto.
-Si Ann. Tutto bene. Andiamo di sotto, adesso- risponde sorridendo per la prima volta in quella giornata. 
Ad Annie non poteva mai negare un sorriso.
La ragazza lo segue fino in cucina, dove entrambi si lasciano cadere su una sedia.
-Ero passata per farti gli auguri e per andare insieme giù in spiaggia. 16 anni sono una data importante- dice Annie incerta. 
Sta guardando Finnick di sottecchi e non riesce a capire il suo comportamento. Fino al giorno prima era il Finnick di sempre.
Quello sorridente e ironico. Che non si lasciava abbattere da nulla.
Adesso è irriconoscibile. Con quegli occhi arrossati e l'aria spossata.
-Grazie Annie. Sei sempre così dolce- replica lui, accarezzandole di sfuggita una guancia.
La ragazza al contatto arrossisce imbarazzata.
-Finnick- inizia a dire- Finnick ascoltami per favore- urla al ragazzo che intanto si è alzato in piedi e con le mani in tasca guarda fuori dalla finestra.
Si alza anche lei e gli va incontro decisa.
-Finnick ti ho detto di ascoltarmi! Spiegami cos'è successo!- ormai è infervorata e veramente furiosa con il ragazzo che non sembra per niente essere scalfito da quelle parole.
Vorrebbe parlare. Vorrebbe dirle tutto. Ma meno sa, meglio è.
-Niente Annie. Davvero- sorride Finnick, cercando di apparire sincero.
-Non sei bravo a dire cazzate, Finn- ribatte freddamente la ragazza- Cosa c'è? Pensi sia troppo piccola per capire?- chiede ironicamente- Certo. Sono troppo piccola per tutto- conclude incrociando le braccia e guardandolo in attesa di una risposta che tarda ad arrivare e che probabilmente non arriverà mai. 
-Per tutto cosa?- chiede Finnick, stupito dal l'affermazione della ragazza e felice di abbandonare per un momento l'argomento.
-Niente lascia stare- sbotta Annie.
-Annie tu non sei piccola- sussurra lui- Sei perfetta.
La frase di Finnick colpisce Annie in pieno viso e vorrebbe solo abbracciarlo e dirgli che va tutto bene, nonostante non sappia cosa è successo, proprio come aveva fatto lui quella mattina di circa due anni prima.
-Non pensare di addolcirmi- è tutto quello che riesce a dire.
-Lo sai che lo penso sul serio- il ragazzo sorride scuotendo la testa.
-Va bene- dice Annie arrossendo violentemente-ora dimmi che succede.
Il ragazzo si gira nuovamente verso la finestra e i suoi occhi osservano in silenzio i confini del mare.
-Mi ascolti? Perché non rispondi? Dì qualcosa!- urla Annie. Si sforza a stare tranquilla ma quella sensazione opprimente della distanza di Finnick la distrugge.
-Annie io..- inizia a dire lui voltandosi verso la ragazza e guardandola negli occhi- io vorrei restare per il mio compleanno, ma devo andare via.
Annie lo guarda non troppo sorpresa. Fino a questo punto c'era arrivata.
-Perché? Dove devi andare Finn? A me puoi dire tutto lo sai- lo sta ormai supplicando. La sua mano si intreccia con quella di Finnick e la stringe.
-Annie no. In questo caso è meglio se non sai, credimi- sussurra lui, abbassando il volto.
-Dimmi almeno dove- ormai i due sono vicinissimi e i loro cuori stanno impazzendo.
Finnick è combattuto. Da un lato vorrebbe davvero dirglielo. Dirle ogni cosa. Dall'altro sa perfettamente che è un pericolo e che se tiene davvero a lei è meglio che non sappia nulla.
Alla fine opta una via di mezzo.
Libera la sua mano e inizia a camminare per la stanza.
-Stamattina mi hanno chiamato da Capitol City e mi hanno detto che devo andare là- la frase è pronunciata velocemente ma ogni singola parola provoca una fitta di dolore al ragazzo che si è fermato per guardare la reazione di Annie.
Lei d'altro canto appare grandemente sconcertata.
-Capitol City? Perché?- chiede scettica.
-È tutto quello che so- ribatte velocemente lui. 
Non è vero Finnick. Sai perché devi andare là. Te ne vergogni.
-E quando torni?- domanda Annie sospettosa.
-Hanno detto che starò lì fino a tempo indeterminato- risponde lui seccato da tutta quella situazione.
-Indeterminato? Ma Finnick..- prova a dire la ragazza con gli occhi lucidi- tra un mese c'è la Mietitura- dichiara forse più a sè stessa che a lui.
-Lo so, Annie- replica Finnick- probabilmente tornerò ma adesso ho 16 anni. Durante i giochi dovrò essere a Capitol City.
Adesso ha 16 anni, pensa Annie. Continua a ripetersi questa frase in testa come se ripetendola possa capire meglio il significato.
Che sciocca sei stata, Annie. Ora ha 16 anni e questo significa una sola cosa: Mentore.
-Oh Finn!- geme gettandosi tra le sue braccia- mi dispiace così tanto.
Per qualche minuto rimangono in quel modo, stretti l'uno all'altra, mentre lui le accarezza delicatamente i capelli.
-Non mi ci fare pensare, mi manca qualche ora- sorride a un tratto lui- facciamo un giro in spiaggia.
La ragazza annuisce distrattamente e le loro mani ansiose si cercano.
-Non capisco una cosa, Finn- dice improvvisamente Annie- gli Hunger Games iniziano tra un mese. Perché devi andare lì adesso?
Diglielo, Finnick. Merita di sapere. Diglielo.
-Non lo so, Annie. Lo scoprirò, suppongo- ribatte con una voce tremante.
Sei un bugiardo, Finnick. Non riesci nemmeno a dirlo a lei.
Camminano velocemente per arrivare subito in spiaggia, l'unico luogo veramente amato dai due e probabilmente da ogni abitante del Distretto. L'unico luogo in cui si poteva assaporare, guardando l'orizzonte e la distesa blu, quel po' di libertà che gli era stata negata.
-Vuoi una zolletta, Ann?- chiede tirando fuori dalla tasca una manciata di zollette di zucchero.
Annie sorride e ne prende qualcuna.
Dopodiché continuano a camminare e una consapevolezza si fa strada nella testa di Finnick.
Dovunque saranno e qualunque cosa faranno, la affronteranno così.
Mano nella mano.
Sempre e comunque insieme.
 
Mama life has just began 
And now I'v gone and throw it all away.
 
Sono solo un ragazzo. Continuo a ripetermelo mentre il mare del mio Distretto mi sfreccia accanto, allontanandosi sempre più da me.
Non so quando lo rivedrò. Mi ha sempre dato forza. Sin da piccolo la carica che il mare mi trasmetteva era inesplicabile. 
Non ti avevo incontrata, ancora.
Da quel giorno ci sei stata tu. Con i tuoi occhi verdi. Il tuo sorriso sincero. Le tue parole dolci. Non ho mai avuto bisogno di nient'altro.
Ero tornato per te. Ce l'avevo fatta. Pensavo di essere scampato al pericolo.
 Ma, dal momento in cui la voce di Claudius Templesmith aveva annunciato la mia vittoria, Capitol City mi aveva in pugno.
La mia vita è appena cominciata e adesso sono su uno stupido treno per la capitale e sono costretto ad accantonare tutto. 
Non volevo succedesse. 
Non voglio essere schiavo di Snow. 
Non voglio vendere il mio corpo. 
Continuo a rimproverare la mia ingenuità.
L'Arena era solo un preliminare.
L'ho capito solo ora.
Vorrei che quest'incubo finisse. 
Ma una vocina nella mia testa mi sussurra che non finirà tanto presto. 


                                                                        ******
 
Finnick ed Annie escono dalla mensa del Distretto 13 per la loro famosa passeggiata. Le loro mani sono intrecciate e sulle loro dita spicca il luccichio delle loro fedi. Camminano senza parlare, perché a loro non serve parlare per comunicare cosa provano. Sono innamorati e adesso sposati. Parlare sembra quasi superfluo. Ma Finnick non sa come altro dirglielo.
-Ann ti devo dire una cosa- dice improvvisamente il ragazzo passandosi una mano tra i capelli color bronzo.
Annie sorride e per tutta risposta inizia a canticchiare tra sé e sé, senza rispondere.
-Ascoltami, per favore. È davvero importante- continua lui, richiamando la sua attenzione. Lascia la mano di Annie e le prende il viso tra le mani.
Gli occhi di Annie si alzano e incontrano quelli di Finnick illuminandosi di una luce rara, riservata solo a quei momenti.
Ma è solo un attimo prima che si velino di lacrime.
-Non farlo, Finn. Non lasciarmi di nuovo- sussurra appoggiando la sua testa sul petto del marito.
Per qualche secondo rimangono così. Lei continua ad ascoltare il battito del cuore di Finnick che riesce sempre a tranquillizzarla.
-Io non ti vorrei lasciare, Annie. Ma lo devo fare. Per te, per lui- Finnick le accarezza dolcemente il ventre- per noi- conclude attirandola a sé e poggiando le proprie labbra sulle sue, strappandole un breve bacio.
-Lo so perfettamente. Ma il rischio è alto. Io non posso, non voglio, lasciarti andare. Non ora che ti ho ritrovato- replica lei mentre le lacrime iniziano a bagnarle il volto.
Finnick odia vederla piangere. Odia vedere le lacrime sgorgare da quegli occhi verdi. Ma in questo caso non può fare nulla. Deve andare in guerra per combattere per un mondo migliore. Lo fa per loro.
-Sembra quasi che non siamo destinati a stare insieme. Tra noi è un addio continuo- osserva Annie, sorridendo amaramente e interrompendo il corso dei pensieri di Finnick.
-No Annie. Non pensarlo nemmeno. Io ti amo e non mi importa se il destino non ci vuole insieme. Il nostro amore è più forte. Più forte di qualsiasi cosa altra cosa- ribatte lui, afferrandole una mano e stringendola.
Annie lo guarda negli occhi e ci crede davvero. Crede davvero che un giorno forse riusciranno ad amarsi liberamente, senza pericoli e rischi. Perché il solo fatto di essere arrivati sino a quel punto le dà forza. Il solo fatto di aver attraversato tutte quelle esperienze, di aver condiviso lacrime e risate le dà la consapevolezza che il loro amore è forte e che finchè saranno insieme niente li potrà dividere.
-Finnick io voglio solo che tu sia pienamente convinto della tua scelta- mormora con la voce tremante di paura.
Dì di no. Dimmi che vuoi rimanere con me.
-Si, Annie. Sono convinto. Voglio e devo farlo.
E finalmente le loro labbra si trovano per un altro bacio perché Annie non ne ha mai abbastanza, ad Annie non basta mai Finnick. Vuole sempre di più.
-Ma quella passeggiata famosa?- chiede lei riprendendo fiato mentre le dita di lui le scorrono sul collo.
Si morde un labbro, prima di afferrarlo per i capelli rubandogli un altro bacio.
-Io sto così bene, qui- risponde Finnick senza staccare gli occhi da lei- come ogni volta che sto con te.
Annie arrossisce e per un attimo dimentica tutto quanto. È così stanca di avere sempre paura. Per un attimo vuole semplicemente non pensare. E la sua mente si riempie di lei e Finnick. Perché è l’unica cosa di cui realmente le importa.
-Se ci becca uno del 13, ci uccide, come minimo- ride Annie, strattonandolo e costringendolo ad andare verso la loro abitazione.
-Da quando sei diventata così giudiziosa?- chiede divertito Finnick.
-Tu mi farai perdere il senno un giorno, Odair- risponde mentre le loro labbra si avvicinano di nuovo mentre entrambi scoppiano a ridere a crepapelle.
Corrono felici come bambini. E tra una risata e un bacio arrivano a destinazione e dopo essersi chiusi la porta alle spalle, si lasciano andare completamente.
Ma Annie non ce la fa. Non riesce più a mostrarsi tranquilla.
Deve dirglielo.
-Finn, ho paura- sbotta improvvisamente.
Un’ombra passa sul volto del ragazzo, che cerca di risollevarle il morale.
-Vuoi una zolletta?- domanda tirandone fuori una manciata dalla tasca.
-Idiota!- scoppia a ridere lei. Perché Finnick è così. Riesce sempre a strappare una risata ad Annie ed Annie non è mai pronta a negargliela.
-Ti amo, Ann.
-Ti amo anch’io, Odair.
Dopodiché si stringono e le loro labbra si incontrano di nuovo.
E in pochi secondi non si potrebbe più dire dove inizia il corpo di uno e finisce quello dell’altra.
È così che affrontano la vita.
Insieme.
 
Mama
Didn't mean to make you cry
If I'm not back this time tomorrow
Carry on carry on as if nothing can really matters.
 
E così finisce tutto qui. In delle luride tubature di Capitol City. 
Mi dispiace così tanto, Ann. 
Te l'avevo promesso. 
Ti avevo detto che sarei tornato. 
Che saremmo stato sempre insieme. 
Anzi sempre sempre, come piaceva dire a te. Perché a noi non bastava il sempre, ce n'era bisogno di un altro. 
Che avrei insegnato a nostro figlio come si nuota e si pesca. 
E invece sono qui, mentre degli alligatori dilaniano il mio corpo.
Il dolore di non poter rivedere più i tuoi occhi verdi, di non poterti stringere più , di non poterti più baciare, mi distrugge.
I sensi di colpa mi divorano.
E mentre la mia vita mi passa davanti, penso per un’ultima volt a che ti amo.
Ma tutto questo è solo un attimo.
E alla fine non fa così male. 
Sapere che tu sei nel 13 sana e salva. Sapere che ho fatto tutto il possibile per salvarti.
Sapere che il nostro amore non finisce qui.
Il solo tuo pensiero, rende questa morte più dolce.
E ricordati, Ann: insieme, anche dopo la morte.
 
 
 






Nda:
Salve popolo di EFP!
Se siete arrivati fin qui spero davvero che questa OS vi sia piaciuta. L’ho scritta di getto, oggi e chiedo scusa per eventuali errori, specie dei tempi verbali.
Io tento sempre di scrivere riguardo altri personaggi ma la Fannie è la mia coppia preferita e mi ritrovo sempre a scrivere su di loro.
Ho deciso di inserire quealche strofa di Bohemian Rapsody dei Queen perché oltre al fatto che adoro questa canzone, l’ho trovata perfetta per le diverse situazioni.
Bene, ho finito di annoiarvi.
Fatemi sapere cosa ne pensate perché il vostro parere è sempre importante.
Grazie <3
  
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