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Autore: ErikJake    29/06/2013    0 recensioni
La riscoperta del viaggio attraverso un mondo fantastico, i valori dei guerrieri e dei maghi, la lotta costante tra il bene ed il male e la follia di quest' ultimo. La famiglia legata a demoni e a due mondi paralleli
^_Recensite per favore...._^
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                Alba
         La nuova speranza

             

*Squillo di telefono *
-Pron..to..?-
 -Erik stavi dormendo?- 
-Si e vorrei… contin…uare -
Tirò un grande sbadiglio.
-Josh… cosa vuoi?-
Stava quasi riaddormentandosi, col cellulare ancora in mano
-Sai che giorno è oggi?-
-No non ne… ho idea… dimme...lo  tu..- 
-Ehy, non ti riaddormentare!!!-
-Sono… sveglio…-
Aveva richiuso gli occhi
-Erik oggi è martedì… ed è il primo giorno di scuola-
Di colpo balzò dal letto e urlò imbestialito contro il suo povero amico
 -Josh!!-
Era davvero furioso
 -Ti aspetto in classe a dopo Erik!!! Hahaha-
Josh la prendeva sul ridere, ma per Erik non c’ era niente da ridere
-Dimenticavo. Non far tardi oggi! Ho sentito nei corridoi che ci  sarà una nuova alunna quest’ anno in classe nostra!-
Lasciò il telefono sul letto mentre il suo amico continuava a parlare, e non si accorse che Erik in fretta e furia si stava vestendo, trovò il suo zaino e qualche quaderno avanzato dallo scorso anno e si catapultò fuori dalla sua camera alla velocità della luce; dimenticandosi completamente di Josh al telefono. Scese le scale, attraversò correndo la cucina dove c’ erano i suoi genitori seduti a far colazione e molto velocemente li salutò
-Ciao mamma!! Ciao papà!!!-
-Cara ma dove corre nostro figlio?-
-Credo si sia ricordato che oggi ha la scuola…-
- E non ha fatto neanche colazione…Mha questi giovani d’oggi non li capisco proprio-
Corse via di casa per raggiungere in più fretta possibile la scuola.
Lui è Erik, Erik Lim. Aveva sedici anni. Era abbastanza alto, di corporatura robusta, occhi castani che ispiravano simpatia al solo suo sguardo. Anche i capelli erano castani scuro, con una fila da un lato loro scendevano ricoprendo metà fronte, fino al sopracciglio destro. Indossava una polo bianca, un paio di jeans blu e un paio di mocassini blu.
Venti minuti dopo arrivò al cortile della scuola, salutò il bidello e di corsa salì le scale, trovando forse quasi per caso la sua classe. Aprì di botto la porta guardandosi attorno e disse
-Si!!!Ce l’ho fatta non c'è ancora!!-
Tutti lo guardarono attoniti, solo Josh glie lo disse
-Erik… girati..-
-Girarmi?!?-
Si girò e sbianchì quasi dalla paura. Trovò l’ ultima persona che voleva vedere in quel momento, la sua professoressa
-Anche il primo giorno non ti smentisci! Vero Erik!?!-
-Signorina Ansley... mi scusi, mi scusi, mi scusi…-
Si gettò quasi ai suoi piedi per chiedere perdono
-Per questa volta passi, perché è il primo giorno, ma da domani se non arrivi in orario ti faccio stare fuori tutta l’ora!-
-Agl’ ordini signorina Ansley-
-E smettila! Non so come sei riuscito ad arrivare fin qui! E siamo in terza!-
La professoressa Ansley si mise alla cattedra ed iniziò la lezione annunciando una novità
-Ho un’ annuncio da farvi. Silenzio! Bene… Quest’anno abbiamo una nuova compagna di classe-
Gli fece cenno di fare un passo avanti
-Prego, vieni qui e presentati alla classe-
Timidamente si affiancò alla Ansley e spiccicò poche parole
-Mi chiamo Emily, ho quindici anni, e mi sono appena trasferita da un’altra città-
Era evidente che non voleva stare lì davanti a tutti. Tutti i ragazzi della classe la guardavano estasiati perché era molto carina. Indossava un’ abito di colore celeste, aveva dei lunghi capelli neri raccolti da alcuni ferretti, due occhi neri e grandi e un sorriso che quasi ti rapiva.
-Ora cara va  a sederti… sei sfortunata, capiti proprio vicino a Erik. Mi raccomando di non farti infettare da lui. Hahaha. Tu Erik dopo le lezioni farai a Emily da guida facendogli visitare tutta la scuola-
-Si professoressa!-
La Ansley sospirò e disse
-Non ci posso fare niente sei un caso disperato… Comunque iniziamo, oggi visto che è il primo giorno non inizierò il programma, ci limiteremo a parlare di cosa avete fatto nelle vacanze e dei compiti che non avete fatto-
La gioranata scolastica volò quasi in un lampo. L’ ultima campanella suonò e tutti se ne andarono. Erik si alzò dal suo banco si sgranchì un po’ e disse
-Allora Emily ti va di bere una cioccolata o un caffè?-
-Ma la caffetteria non è chiusa?-
-Tu dimmi se hai voglia poi al resto ci penso io-
-Bhè… un po’ di cioccolata calda adesso non mi farebbe male… fa un freddo fuori-
-Allora vieni con me su…-
La prese per mano e camminarono tra i corridoi, mostrando ad Emily le aule, fino alla caffetteria. Erik accese la luce e rivolgendosi alla ragazza disse
-Prendi posto, io accendo la macchinetta e ti preparo un’ ottima cioccolata e un buon caffè per me-
-Grazie! Mi siederò lì-
Prese posto sulla poltroncina in un’ angolo della caffetteria. Posò il suo giubbotto e cartella sulla poltroncina a fianco, con la mano spazzò un po’ il tavolino. C’ erano diversi distributori di cibo e bevande, il bancone del bar, la macchinetta dove stava operando Erik, tavoli, sedie, poltroncine e tutta la parete divisoria tra atrio e caffetteria era fatta con vetrate. Era tutto molto bello e congeniato tra colori e stili diversi. Erik si sedette davanti a lei, posò il suo caffè sul tavolino e servì la cioccolata a Emily. Ne bevve subito un sorso e disse
-Ma è squisita!-
Erik fiero disse
-Lo fatta io perciò è buonissima!!-
La ragazza rise ma non di lui, e Erik rise con lui
-Ma non dovremmo finire di visitare la scuola?-
-In tutto questo piano ci sono solo classi, al secondo piano classi quattro bagni e al nostro piano, il terzo, ci sono cinque classi e il resto laboratori. Ti è piaciuto il giro!?-
-Hahaha. Si moltissimo!-
-Dimmi un po di te, Emily…-
Stava per parlare quando la sua attenzione fu bruscamente distolta da un qualcosa. Prese Erik per le spalle e lo fece cadere sulle poltroncine invece lei si accucciò sotto il tavolo. Una lancia spaccò una vetrata dietro di lei e si conficcò nella poltroncina dove era seduto Erik. Anche lui si mise sotto il tavolo, ed era davvero molto terrorizzato
-Ma.. cosa è stato!?-
-Un vecchio amico… Pensavo di avere più tempo a mia disposizione, ma a quanto pare ti hanno già trovato. Non ci voleva! Tu rimani qui sotto e per nessuna ragione non muoverti e non parlare!!-
Emily uscì da sotto il tavolo prese la lancia conficcata nella poltroncina e disse nervosamente
-Uroro! Fatti vedere vile demone!!-
Dall’ ombra di un tavolino si spalancarono due piccoli occhi di colore rosso. Subito dopo si elevò, sempre dall’ ombra, una testa e poi un corpo. Era una figura nera, occhi rossi e coda biforcuta ma era di statura piccola. Levitando da terra disse
-A quanto pare ci reincontriamo, Principessa Ametista!-
-Non pronunciare il mio nome con la tua sudicia bocca-
-Oh… non sei felice di vedermi? Bhè non mi interessa!! Sono venuto per il ragazzo! Il mio padrone reclama la sua anima!!-
-Zitto! Non parlare!-
Erik che assisteva da sotto al tavolo inpaurito decise di scappare da quel nascondiglio, considerato da lui precario come rifugio, per andare a nascondersi dietro il bancone. Ma fu inevitabile che quella creatura di nome Ororo lo vide
-Eccoti!!-
Si lanciò verso di lui ma fu fermato tempestivamente da Emily che con la lancia diede un potente colpo sulla testa di Ororo che lo fece cadere a terra conficcandosi di poco la faccia nel pavimento. Nonostante il potente colpo che gli era stato inflitto, si rialzò e disse
-E quindi vuoi la lotta!? Io ti eliminerò e il ragazzo morirà, così lui potrà rivivere!-
-No! io te lo impedirò!-
Si lanciarono l’ uno contro l’ altra in uno scontro senza risparmio di alcun colpo. Erik stava assistendo allo scontro ed aveva terrore di quello che gli poteva accadere
-Basta mi sono stancata!-
Schioccò le dita e disse
-Aret som des Erik-
Ororo capì le intenzioni di Emily e si fiondò dietro il bancone dove aveva già scorto Erik facendo finta di nulla per non far intervenire Emily
-No!!! Non puoi sparire!!!-
Erik fu avvolto da una luce e proprio quando Ororo stava per afferrargli la mano, Erik sparì nel nulla
-Tu! Stupida ragazzina!-
-Io? Una ragazzina? Ho visto nascere e morire generazioni di demoni. Ora posso liberamente sfruttare i miei poteri! Sceptrum sam neil!-
La lancia si disintegrò lasciando posto ad un grande scettro di colore bianco con una gemma alla sommità e due piccole alette bianche laterali. Ororo appena vide lo scettro tra le mani di Emily cercò di scappare. Puntò il suo scettro verso Ororo e disse
-Ma dove vai!?!? Imperium caelestris-
-Cosa mi hai fatto!?-
-Ho preso controllo del tuo corpo ed ora è giunta la tua fine. Quando arriverai da Shimo portagli i miei saluti e digli che l’ Ancestrale è sotto la mia ala protettiva! Digli che il suo pupillo non rivivrà mai e poi mai, fin quando io sarò viva. Addio caro Ororo. Sepultura mortifichem-
La gemma alla sommità dello scettro sprigionò una gran luce che avvolse il copro di Ororo. La luce era come viva e lo strinse a tal punto da lacerargli le fino a dividere il suo corpo dalla sua nera anima
-Ecco il tuo vero io, questa piccola sfera di fumo nero è la tua anima. Ora fatti raccogliere dal tuo padrone o vai a Vevez! Non c’è posto qui per te-
L’ anima di Ororo era scomparsa. Emily creò un cerchio di luce e disse
-Bene anche questa è fatta.Andiamo alla ricerca di Erik. Appena sarò dall’ altra parte invierò delle guardie a cercarlo…-
Attraversò il cerchio facendosi come abbracciare da lui. Intanto Erik era finito da qualche parte dall’ altro lato
-Aaahh!!!-
*Boom* cadde a terra
-Aio! Che male!!-
Si rialzò da terra ancora tutto dolorante, si guardò attorno ed esclamò
-Dove sono finito!?!? Emily!!! -
Era finito chissà dove. Era tutto diverso da quello che conosceva. Il paesaggio circostante era pieno di vita, luce e verde. Solo gli animali e insetti erano uguali non sapeva dove stesse andando e ne dove il sentiero conducesse alla fine
-Chissà da quanto sto camminando...Chissà dove sto andando...E ho moltissima fame-
Si accasciò a terra dalla stanchezza e si mise a vedere il cielo e pensò
-Ehy però... Non è così malaccio questo posto... Potrei anche farmici l’ abitudine di rimanere qui-
Gli si posò sulla fronte una bellissima farfalla molto colorata, qualche istante e poi riprese il volo. Si era fatta sera e ancora si lamentava di aver fame
-Io ho ancora fame! E adesso anche freddo *etciù*, ecco ci mancava anche questa!!-
Era disperato. In lontananza si sentirono rumori di passi e persone che parlvano. Li sentì. Si alzò in piedi e con le braccia ed urla si faceva notare
-Finalmente qualcuno!! Mi sapranno sicuramente aiutare. Ehy!! Sono qui!!-
Era molto speranzoso in un’ aiuto; ma quando si vide davanti degli gnomi vestiti in uniforme e armati fino ai denti cambiò stato, da speranzoso a impaurito. Gli gridarono contro in coro
-Eccolo è lui! Prendiamolo!-
-Ah cosa!?!? Aiuto!!!-
Stava per scappare via ma lo stordirono con una freccetta soporifera sparata da uno dei gnomi. Se lo caricarono in spalla e lo portarono via lungo un sentiero un po’ nascosto.
Quando Erik si risvegliò era in una stanza bellissima e molto grande. Si sedette di scatto sul letto e gridò energicamente
- Aiuto!!! ...Aspetta calmo Erik sei in una stanza...Una grande stanza...Devo uscire...Devo scappare da qua e chiamare la polizia-
Aprì la porta energicamente e dietro c’erano due enormi guardie. Richiuse subito la porta per paura
-E ora come me ne vado..?-
Sentì bussare alla porta una volta. Non aprì. Bussarono una seconda volte e poi anche una terza, si spalancò la porta ed una di quelle guardie entrò in camera e prese di peso Erik. Lo caricò in spalla, uscirono dalla stanza e camminò tra i corridoi ed Erik si dimenava e implorava di lasciarlo libero promettendogli perfino soldi. Arrivarono davanti a una grande porta, la guardia lasciò cadere Erik per terra e gli fece cenno di entrare. Vi entrò senza far storie solo per cercare una via di salvezza. Era in una grande sala, enormi quadri alle pareti, candelabri d’ oro, una grandissima vetrata che occupava i tre quarti della parete e nel mezzo di questa splendida sala c’ era un grande trono tutto d’oro. Una voce femminile lo chiamò da fuori, al grande terrazzo
-Erik.. Vieni qui, sono qui fuori!-
Raggiunse la voce e appoggiata al parapetto c’ era una ragazza di spalle. Lei si girò e di fronte a lui c’ era una ragazza bellissima, alta, lunghi capelli neri fino ai lombi raccolti in un diadema d’ oro con delle pietre preziose, una tunica color blu, una cintura d’ oro e in mano uno scettro che iniziava dai suoi piedi e finiva al livello del suo petto, era davvero bellissima. Ma c’ era una cosa in particolare di lei che subito spiccò agli occhi di Erik. Il suo sorriso
-Emily?-

 
                   Capitolo 1°
                L’inizio di me

             
 
 -Erik... Sorpreso di vedermi?-
-Non sai cosa ho passato nelle ultime ore!!-
-Oh... perdonami. Dovevo raggiungerti qualche mese fa... non oggi a scuola. Pensavo di avere almeno qualche settimana per dirti tutto quello che ho da dirti con la debita calma-
-Non mi interessa!! Mi devi delle spiegazioni e anche subito!-
-Bene sono a tua disposizione...-
-Incominciamo col dirmi col chi sei veramente! Io non credo più ad una tua parola-
-Su vieni qui, affacciati anche tu.... Non stare lì impalato sotto la porta del balcone-
Camminò verso di lei, rimase in piedi dietro il parapetto costituito da piccole colonne. Vide tutto quello che circondava il castello e rimase sbalordito. Emily disse orgogliosa
-Lo vedi tutto questo? Ogni singolo albero, abitante, animale, casa o qualsiasi cosa sia?-
-Bhe si, come farei a non vederlo... è tutto così spettacolare-
-E’ tutto mio.. Lo costruirono i miei genitori e i genitori dei miei genitori e così via sino al mio primo avo, con le loro sole forze-
-Sai... avevo un sospetto che questo paradiso fosse tuo. Il primo indizio mi è stato dato da quei lunghi corridoi che costituiscono questo immenso castello-
-Si.... Erik ma hai fame?-
-Si avrei un leggero languorino...-
Entrarono dentro, dove dei servitori portarono un tavolo per loro due, si sedettero a tavola ed Emily battè le mani e disse
-Che il pranzo sia servito!-
-Finalmente una cosa che mi piace!-
Circa venti camerieri uscirono da tre porte, vestendo l’intero tavolo con tovaglie, candelabri, bicchieri, posate e piatti, altri portarono pietanze di ogni genere.
-Allora Erik dimmi un po’ che cosa vuoi sapere?-
-No Emyly, ...ora.. cibo, dopo parlare-
Lo disse mentre si ingozzava. Era quasi disgustoso agl’ occhi di Emily
-Va bene Erik però gradirei che mi chiami più Emily, il mio vero nome è Ametista-
Il sole tramantò, abbagliando tutto il paesaggio dei suoi colori spettacolari. I due finirono quel lussuoso pranzo dopo molto tempo, e lei gli disse
-Ora che abbiamo finito seguimi...-
Si alzarono da tavola, uscirono dalla sala del trono e salirono per molte scalinate maromoree. Ametista portò Erik in un’ altro terrazzo che si trovava in un’ alta torre e aveva un’ altro magnifico panorama. C’era un paesaggio ancora più vado ed Erik aveva davanti a se tutto il regno. Lei disse
-Bene Erik vieni qui affacciamoci sul mio regno ed è anche ora che tu sappia tutto quanto...-
-Bene era ora!-
Si sedettero su delle sedie bianche accanto ad un tavolino
-Ero venuta sulla Terra per cercarti, ma non sono stata rapida nel farlo. Quella creatura che io ho chiamato Ororo insieme ad altre ancor peggiori di lui ti hanno trovato. Io vorrei che tu ti fermassi qui, nel mio mondo per molto tempo per imparare ogni tecnica possibile che questo mio, nostro mondo ha da offrirti... Devi sapere, che è molto difficile dirtelo... quasi un secolo fa, tuo padre...Dominik-
-Mio padre!?-
La interruppe
-Si, calma, calma Erik ora ti spiego tutto. Tuo padre Dominik forse a quell’epoca era un ragazzo di circa sedici anni ed era molto fortunato, riuscì a trovare un portale che collega la Terra al mio mondo, non ho idea di come sia potuto accadere visto che ogni collegamento è nascosto agl’ occhi umani. Una volta qui vagò per qualche giorno prima che io lo trovai e lo presi sotto la mia ala. Sapeva che questo era un mondo magico e mi pregò di insegnarli la magia. Gl’ anni erano passati di un lampo, precisamente quattro anni. Lui non voleva far più ritorno sulla Terra allora io decisi di creare un’ altro lui. Lo mandai sulla Terra interrompendo tutte le ricerche che le vostre guardie conducevano per trovarlo. Quel “clone” conobbe una ragazza che sarebbe divenuta poi tua madre. La magia che scorreva nelle vene di Dominik passarono dal suo doppio a te. Lui ebbe un’ ottima conoscenza di tutta la magia di Imshan, cioè questo mondo, facendola diventare quasi sua linfa vitale. In un giorno come gli altri a scuola fu preso di mira da alcuni ragazzi, lui accecato dalla rabbia e stanco di quella situazione perse il sopravvento una magia tanto potente quanto oscura in lui ed evocò a se gli deii Enderedros dio della luce e della creazione, Hima il dio serpente della protezione e la dea Erka dea degli elementi conosciuti. Ma non finì qui. Il suo lato negativo sprigionatosi richiamò come un lamento Shimo, il dio delle ombre e della distruzione con a seguito i suoi due generali Draconico e Virgo. Gli dei evocati erano fuoriosi e si rivoltavano al sol pensiero di essere stati evocati da un’ umano, stavano per distruggere l’ intera Imshan. Fortunamente io e dei miei evocatori siamo intervenuti in tempo, ma alcuni di loro perirono. Io piangendo sui loro corpi chiamai Dominik mostro e lo bandii dal mio regno. Da lì in poi Dominik non fu più lo stesso. Shimo lo prese con sè e spronato da quest’ ultimo Dominik gettò il mondo in guerra solo per vendicarsi di me. A capo delle truppe di Imshan c’ ero io e gli altri re. Morirono in migliaia tra i nostri e i suoi, tra cui anche dei miei amici re e i sopravvisuti morirono dopo la guerra. Col sangue versato su quel campo ormai sterile creaii una magia che imprigionò Dominik in una cupola di sangue ma prima che essa si chiuse lui mi fece una promessa “Tu che mi hai fatto diventare quello che io ora sono, tu che mi hai dato tutto questo, un giorno verrò da te e ti ucciderò La mia paura era talmente forte che in un atto di disperazione, raccolsi le mie ultime forze e colpii violentemente la barriera creando un’ onda d’urto al suo interno. Lui svenne ed io pensaii a come poterlo distruggere, ma io lo amavo e non ebbi il coraggio di ucciderlo.  Presi la sua anima. Cantai vittoria troppo presto, Virgo e Draconico, presero quel corpo senza vita e sparirono in una nube di fumo rubandomi anche quel poco che rimaneva del mio amore. Pensai che fosse tutto finito, pensaii che Shimo si sarebbe occupato di Dominik uccidendolo ma non fu così. La pace durò trentadue anni nostri e sedici anni terrestri.Ora le ombre si sono risvegliate per ghermire la tua anima e donarla a tuo padre. Erik so che è difficile ma questo è il tuo destino. Riunisci i regni ancora su Imshan e elimina Dominik....Hey Erik.. mi ascolti?!-
Sul volto di Erik si leggeva il suo essere sconvolto e se ne ritornò nella sua camera senza dire niente. Ametista parlò tra se e se con aria affranta
-Capisco... ancora non lo accetta... spero che lo accetterai però...-
Quella sera Erik era tornato nella sua stanza contrariato da quello che aveva sentito e
cercava di addormentarsi ma senza riuscirci. Decise così di andare un po’ per il castello per distrarsi un po’. Trovò l’armeria, le cucine dove si fermò per un po’, i moltpeplici bagni, sale enormi, ed una gigantesca biblioteca dove su ogni parete c’erano scaffali in legno che ricoprivano tutta la parete ed erano stracolmi di libri. Forse c’erano centinaia di migliaia di libri, riposti in centinaia di scaffali. Ne prese alcuni, trovò un piano di appoggio e si mise a sfogliarli, ma non capiva niente di quello che era scritto perchè era una lingua assai strana
-Sembrano scritture come quelle sul mio libro di storia, questi sembrano geloglifici, questi caratteri sumeri, babilonesi, addirittura dei cuneiformi... ci sono anche questi simboli strani ma sembrano quasi geometrici... vedrò solo le figure allora...-
Guardando solo le figure lui quasi riusciva a capire il senso di un paragrafo o dell’ intero libro. Ogni figura che vedeva si appassionava sempre di più. Notò un vecchio libro, nascosto un po’ da tutto e da tutti, dalla copertina un pò disfatta che gli catturò subito l’ attenzione, andò a prenderlo
-Vediamo un po come si chiama-
Tolse un pò di polvere dal libro e lo aprì
-Anche questo è scritto nello stesso modo degl’ altri... uffa. Ehy ma cosa...-
Le scritture del libro si modificarono in italiano
-Benissimo ora sono in grado di leggerlo!! Lesse la prima pagina Sangue al sangue corpo al corpo, oscuro senti la mia voce, leggi le mie parole, guarda dentro di me, prendi la mia anima come un tuo trofeo, le voci di Imshan sono qui!Inquietante... continuiamo a leggere-
Girò la prima pagina
Le verità di Imshan...Imshan?..Ah si il nome di questo mondo-
Il libro si chiuse su se stesso e poi, sempre da solo, si aprì alla sessantaseiesima pagina
-“Profezia trentanovesima... di certo non erano imprecisi a scrivere questo libro-
Lesse la profezia
-“I dieci obelischi, posti nei dieci regni, sorreggono l’intero firmamento. Recuperando dieci artefatti, uno per regno, si da vita a un nuovo potere. Se verrano distrutte le dieci Colonne del Firmamento Imshan collasserà su di essa fino a distruggersi, ed anche il suo pianeta gemello, la Terra, si distruggerà”... Molto confortante... Ah si!! Penso di averne intravisto una prima.. Andiamo un pò avanti forse troverò qualcosa di più bello di questo scenario quasi apocalittico.. “Profezia cinquantesima. Il vecchio male risorgerà dalle sue ceneri per riprendersi ciò che brama. Distruggerà ogni valle, montagna e creature di Imshan che gli si opporrà” Una migliore ci deve pur stare..-
Era ancora più sconfortato. Andò alla fine del libro
-Sono arrivato alla fine... Profezia duecentoquarantesima versi Ancestrali.
L’ Ancestrale unica persona di tutta Imshan e di tutte le dimensioni conosciute in grado di poter eliminare il male. Sangue del suo sangue, carne della sua carne, farà ritorno a Imshan  riunirà tutti i poteri di tutti i regni e nell’ultima grande guerra egli vincerà. Il sangue dei demoni versati al suolo darà nuova vita e inizio a Imshan e tutte le creature corrotte saranno purificate ed egli andrà nell’olimpo degli deii da vittorioso”
-Basta!-
Chiuse il vecchio libro violentemente. Bussarono alla porta. Entrò la principessa
-Erik... posso..?-
-Perchè non dovresti... -
-Ti va di parlare?-
-Senti io non voglio il futuro di due mondi nelle mie mani, ho solo sedici anni i miei pensieri sono altri non certo di fare guerre e uccidere il mio sencondo padre-
-Ti capisco ho centoventi anni, questa è stata la mia punizione l’ immortalità del corpo e dell’ anima. Mi è stata inflitta dagli stessi deii. Ho visto nascere e morire la mia famiglia, i miei affetti più cari. Non sai quanto ho sofferto, e ora che lui il mio amato verrà usato da Shimo come un’ arma al sol pensiero mi si stringe il cuore. Lo so che è un compito arduo per un ragazzo e persino sei anche suo figlio ma tu sei l’unico che può sconfiggerlo tu sei parte di lui hai dei suoi poteri.... Io... non so più che fare sono disperata-
Si gettò al collo di Erik mettendosi a piangere
-Questa è la decisione più importante che io abbia mai preso... Domani crea un mio clone, insegnami tutto quello che sai e io cercherò di salvare Imshan e la Terra-
-Dici sul serio Erik!?-
-Si te lo prometto principessa. È una mia promessa!-
Si rialzò, si asciugò le lacrime e disse
-Grazie, davvero grazie. A nome dei popoli di questo mondo ti ringrazio. Domani farò come tu hai detto, sperando che gli dei questa volta mi sorridano. Tu andrai a scuola imparerai quello che il mio regno ti offre, il resto lo imparerai affrontando il tuo viaggio di crescita. Ora vado... sai ho un pò di sonno...-
Diede un bacio sulla fronte di del ragazzo e se ne andò. Erik rimase lì a leggere per metà della notte. Quando si stancò andò nella sua camera a dormire ­
  
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