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Autore: Ninriel    29/06/2013    1 recensioni
Una ragazza snob, una madre inquietante e una casa da sogno. Questa è la vita di Allison. Ma non tutto è come sembra. Non se lei ha dei tatuaggi sulla schiena, tatuaggi che sono sulla sua pelle fin dalla sua nascita, e che nessuno si sa spiegare. Non se un giorno come gli altri appare un ragazzo che nessuno ha mai visto, che le fa scoprire un mondo un mondo misterioso, un mondo in cui tra bene e male non c'è più differenza. Non mondo in cui tutto è possibile. Il loro mondo.
--[DAL CAPITOLO 1 ]--
La ragazza raccolse i lunghi capelli in un asciugamano, e scostando l'accappatoio si guardò la schiena, riflessa nello specchio.
Sotto i suoi occhi, si stagliava un intrico di linee vorticose, nere come la pece, che terminavano in quattro punte spigolose, due appoggiate sulle spalle e sulle scapole, due arrotolate morbidamente sui fianchi.
[...] Quando le osservava, le veniva in mente una sola parola per descrivere quelle strane linee, così aguzze e impenetrabili, eppure così aggraziate: Ali.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Allison si protese sul tavolino, poggiando la mano sulla spalla di Trevor, ma nel movimento rovesciò il suo bicchiere di frullato che pur essendo semivuoto riuscì a bagnargli i pantaloni.La ragazza lo guardò mortificata mentre tentava di limitare i danni.
-Oddio! Scusami Scusami!- Lo implorò alzandosi velocemente e aggirando il tavolo per aiutarlo. 
-Doveva essere un abbracciò di conforto? Perchè se volevi distogliermi dai pensieri malinconici che mi affollavano la testa ci sei riuscita alla grande.- Il ragazzo parlò senza rancore e con sincerità. Era inutile ormai sostenere di essere immune ai sensi di nostalgia, quando invece era esattamente l'opposto e la ragazza se ne era già accorta.
Allison lo prese per un braccio costringendolo ad alzarsi, e lui non capì perchè, finchè non vide il cameriere appostato dietro la sua sedia, pronto a ripulire tutto. 
I due si scusarono ripetutamente ed indietreggiarono lentamente fino alla porta, assumendo un atteggiamento indifferente. Quando furono fuori, al sicuro dagli sguardi curiosi della gente agli altri tavoli, Trevor  guardò la ragazza stringendo le labbra, e lei temette fosse arrabbiato fino a quando scoppiò in una risata liberatoria, contagiandola dopo pochi attimi. 
In poco tempo si ritrovarono con le lacrime agli occhi, accasciati su una panchina lungo il marciapiede senza riuscire a smettere di ridacchiare.
Non era il disastro del bar il motivo per cui stavano ridendo, benchè fosse stata quella la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. 
Era da molto tempo che Allison non si divertiva così, e trovarsi a condividere quel momento con Trevor le faceva piacere più di quanto volesse ammettere. Anche il ragazzo doveva pensarla allo stesso modo, perchè continuava a darle amichevoli pacche sulla schiena come per farla smettere, anche se ciò scatenava nuove ondate di ilarità in entrambi. Il sole era calato, e pur essendoci ancora luce già si avvertiva il fresco caratteristico delle sere di maggio.
Allison rabbrividì. -Credo sia meglio tornare. I miei genitori mi staranno di sicuro aspettando.- Annunciò alzandosi dalla panchina, scuotendo la testa per far cadere i capelli lungo la schiena.- Trevor la imitò, camminando a fianco a lei mentre la accompagnava alla macchina. 
Avevano raggiunto il bar ciascuno con la propria vettura, e durante l'andata aveva pensato più volte di raggingere gli amici e passare il pomeriggio con loro invece che con la ragazza, anche se la curiosità di vedere come sarebbe finito il loro "quasi appuntamento" aveva avuto la meglio. 
Quando arrivarono al parcheggio, la decappottabile della ragazza era bagnata d'umdità, la stessa chiaramente percepibile nell'aria.  Allison si strinse le braccia al petto, prima di rendersi conto che la macchina non  si sarebbe aperta da sola.
- Allora.... come ti è sembrato l'appuntamento? All'altezza delle aspettative?- Chiese mentre frugava nella borsa alla ricerca delle chiavi. Trevor la guardò sorridendo.
-Quindi era un appuntamento. - Osservò, sorridendo trionfante.
-Sei stato tu a chiamarlo così. Io avrei detto uscita tra amici, ma se tu chiami "appuntamento" il prendere un frullato con una ragazza che non è interessata a te, allora appuntamento sia- ribattè piccata. Sapeva di aver detto quelle parole solo per contraddirlo, e non perchè fossero vere, anzi. Durante il pomeriggio aveva più volte accarezzato l'idea che fossero realmente usciti insieme, scacciandola subito dopo. 
Era improbabile che Trevor uscisse con lei, e a rafforzare questa convinzione c'era il fatto che non fosse stato lui a proporre l'uscita. Però è stato lui a chiamarlo appuntamento, e tu non hai fatto nulla di serio per dissuaderlo.Una vocina maligna le risuonò in testa, e Allison potè sentire distintamente il resto della frase mentre cercava di escluderla. Anche un bradipo si sarebbe accorto che pendevi dalle sue labbra... ha-ha. Non ti sarai innamorata vero? Nooooo, Allison non si innamora mai. La voce continuava a prenderla in giro anche dal recesso in cui era stata confinata, e la ragazza dovette fare appello a tutta la sua pazienza per ignorare i sussurri maliziosi. 
Quando alzò lo sguardo dalla borsa,  senza essere riuscita a trovare le chiavi, si accorse che Trevor stava parlando. -...Concludere un appuntamento.- 
Lo guardò cercando di dare alla frase un senso compiuto, senza riuscirci. -Scusa, non riesco a trovare le chiavi. Stavi dicendo?- Si scusò goffamente mentre tornava alla ricerca dell'unico modo per lasciare il parcheggio. 
Il ragazzo si avvicinò, fino a trovarsi di fronte a lei. -Ho detto: io conosco  un unico modo per concludere un appuntamento- 
Allison aprì la bocca per parlare, ma ebbe appena il tempo di prendere un respiro per rispondere che il ragazzo si avventò sulle sue labbra. O così le sembrò, perchè un momento prima stava guardando la borsa, un momento dopo si era ritrovata a baciarlo. La ragazza non ebbe il tempo di opporsi, e neanche ne aveva l'intenzione, perciò rispose alle attenzioni che il ragazzo dava con la stessa intensità. Era tutto fuorchè un bacio casto, e questo le confondeva idee più di quanto già non lo fossero. Trevor aveva dato l'impressione che fosse l'unico modo in cui un appuntamento sarebbe potuto finire, come se il bacio fosse solo un obbligo, una regola, ma le sue mani poggiate sulla sua schiena, e le  braccia che la cingevano al proprio petto, raccontavano tutta un altra storia.
Allison aveva già baciato altri ragazzi prima di quel momento, sia per amore, che per semplice affetto, per far ingelosire o per una scommessa, ma del resto era così che si faceva quando si era popolari. Non c'erano vere e proprie regole, più un tacito codice: Stai al gioco, ed il gioco verrà da te. 
Ora trovarsi a baciare Trevor era come aprire il bocciolo di un fiore: era sempre stata attratta dai colori accesi dei petali, e solo ora si rendeva conto che il vero tesoro erano i pistilli pieni di polline. Le sue labbra si muovevano all'unisono con quelle di lui, ed il suo corpo minuto era premuto contro il suo, il seno a contatto con i pettorali. Le mani della ragazza avevano cominciato a muoversi lungo la schiena di lui, afferrandolo dalle spalle per premersi contro il suo corpo più di quanto già non fosse, e fermandosi solo dopo aver avvertito un imbarazzante rigonfiamento alla base dei jeans del ragazzo. 
Allison si staccò di scatto indietreggiando imbarazzata e sperando che lui non capisse il perchè della sua reazione, mentre il volto le si copriva di un rossore intenso.
Trevor la fissò con gli occhi spalancati,  le labbra socchiuse ed il  respiro ancora ansimante. Non ci volle molto perchè capisse ciò che era successo, e alla comprensione seguì la vergogna. - I-io... devo andare- le disse indietreggiando a sua volta, e allontanandosi a passo svelto. Allison lo osservò allontanarsi, senza proferire parola. I suoi passi si sentivano sempre meno, man mano che diveniva più distante, ma la ragazza sentì distintamente un rumore d'acqua in corrispondenza di ogni suo passo. Era come se avesse camminato in una pozzanghera, e le sue scarpe si fossero riempite di fango, producendo quello strano rumore. Trevor non si girò neanche una volta mentre se ne andava.
Allison si voltò verso la macchina, troppo stupita per formulare pensieri coerenti, mentre felicità e incertezze diventavano una cosa sola. Quando mise la mano nella borsa, le chiavi della macchina vennero fuori in un istante, come attratte da una calamita e altrettanto velocemente le sue dita mollarono la presa, facendole cadere.
-Aaah!!- Le chiavi atterrarono in una pozzanghera, mentre la ragazza si stringeva una mano al petto. Erano incandescenti e dalla pozzanghera in cui erano cadute si stavano sollevando sottili rivoli di vapore. 
Quella pozzanghera non c'era. Ne sono sicura. Fu il suo primo pensiero. Ed era vero: quel sottile strato d'acqua si trovava esattamente dove si era fermato Trevor qualche minuto prima. 
 La mano non le faceva male, non le bruciava come avrebbe dovuto, ed Allison si esaminò il palmo. Era liscio, senza segni di bruciatura. Tuttavia c'era qualcosa di strano. La pelle, che avrebbe dovuto essere rosata, era dello stesso colore della fiamma viva, come se all'interno delle vene scorresse magma, e non sangue. 
Così Allison capì. Non erano le chiavi ad essere incandescenti. Era lei. E anche a casa sua, quando si erano sviluppate le fiamme. Non era stato un caso, era stata lei ad accenderle. Lentamente, ma con incredibile chiarezza, una mappa stava prendendo vita nella sua mente, una mappa in cui tutti gli eventi  dell'ultimo mese avevano un senso, e tutti, senza ombra di dubbio, portavano a lei. Perchè era proprio lei, Allison, ad essere la chiave di quel disegno.

vi regalo una senetta tra 


Nota dell'autrice:
Che ne pensate? è di vostro gradimento? fatemi sapere!! i Ringraziamenti li ho fatti nello scorso capitolo, perciò vi regalo una scenetta tra me e Allison ;-)
*Io la guardo sorridendo* - Felice Allison? Ti sei innamorata!!- *rido alla sua faccia stupita*
-Quindi è questo che si prova ad essere innamorati?-*mi chiede*
-Perchè, cosa provi?-
*lei mi guarda mordendosi il labbro* -il cuore mi batte forte ogni volta che ripenso a quei pochi attimi. L'unica cosa a cui riesco a pensare sono i suoi sorrisi, la sua voce,i suoi gesti. Il mio cuore batte forte anche adesso. Non lo senti? Solo pronunciare il suo nome mi manda in visibilio.- 
*Sorrido*- Sì. E questo che si prova quando si è innamorati- *una lacrima le scende sulla guancia. Ed è una lacrima di felicità*
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Bene, conclusi i mie deliri di scrittrice, vi saluto gente!!!
Ci vediamo al prossimo capitolo!!
Ila99
  
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