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Autore: Scarlett_Meredith    29/06/2013    6 recensioni
"...Fra loro c'era un patto, un'alleanza segreta e silenziosa di cui nessuno aveva mai fatto parola, ma che era stata concordata nel momento in cui, tre anni prima, Chuck era morto e Mia era nata..."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Nuovo personaggio, Serena Van Der Woodsen | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass, Blair Waldorf/Nate Archibald
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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ANGOLO AUTRICE: Non prendetemi per matta, ma avevo una terribile voglia di scrivere qualcosa di drammatico, soprattutto per vedere cosa avrei potuto combinare.
Per questa storia ho preso spunto da un falso finale della sesta stagione di Gossip Girl, che girava qualche tempo fa sul web e (se non mi sbaglio) anche sul profilo Twitter di Leighton Meester.
La Fanfiction è ambientata tre anni dopo l'incidente di Chuck e Blair, avvenuto nella decima puntata della quinta stagione.
Per non mettervi troppa confusione in testa, vorrei specificare che Blair non ha perso il bambino, che è morto Chuck e che inoltre, nella limousine, poco prima dell'incidente, Blair gli ha rivelato di aspettare un figlio suo e non di Louis.
Spero che la storia vi piaccia e che mi lasciate un commentino!
Baci.






Mia Eleanor Waldorf, sorridendo, saltellava fra gli invitati della cerimonia, con il vestito rosa confetto che le vorticava attorno. I lisci capelli scuri erano stati raccolti in una morbida treccia dietro la testa e alla fine sua nonna l'aveva convinta a mettere le scarpe con il fiocco che lei non sopportava. Quel giorno era molto importante, le aveva detto, e non poteva passare il tempo a lamentarsi o a piangere, perché ormai era una signorina.
Mia era felice.
Negli occhi color nocciola, tanto simili a quelli di suo padre, brillava una luce speciale.
Ogni volta che qualcuno la fermava per accarezzarle una guancia, per sistemarle l'abito oppure per impedirle di combinare un disastro, lei sgattaiolava via, ridendo e agitando le braccia. E se qualcuno le domandava quanti anni avesse, mostrava tre dita della mano sinistra con orgoglio, sentendosi finalmente grande.
Mia piaceva a tutti.
Non c'era nessuno al mondo che non l'adorasse. Eppure, a volte, capitava che qualcuno la guardasse con compassione, ripensando al suo destino già segnato e alla tragica disgrazia che si sarebbe portata dietro per sempre.
Sua madre in quel momento era stranamente tranquilla. Seduta sul letto di una stanza vuota e fredda, ancora in lingerie, aspettava di essere colta dall'ansia.
Stava per sposarsi. E non sentiva niente.
Nessun'emozione, nessuna paura. Niente di niente.
Sapeva che quello era un matrimonio senza amore.
Blair gli voleva molto bene, ma Nate non era mai stato quello giusto. Era il compagno dell'infanzia, il ragazzo del liceo, il suo migliore amico e il primo dolce fidanzato, ma non sarebbe mai stato l'amore della sua vita.
Si alzò sospirando e lanciò un'occhiata disinteressata all'abito che avrebbe indossato di lì a poco, ancora chiuso nella sua custodia blu. Era il primo che aveva provato, quando era entrata nel negozio di Vera Wang per sceglierne uno, accompagnata da Serena e Dorota.
Entrambe si erano stupite della sua decisione e con aria sognante avevano immaginato il momento in cui Blair avrebbe pronunciato il fatidico "si". Lei invece desiderava solo uscire al più presto, chiudere il vestito nella stessa scatola in cui aveva nascosto i suoi sentimenti e smettere di pensare a quello che sarebbe successo.
Si avvicinò alla finestra e si sporse sul davanzale per guardare fuori. In quel momento le veniva in mente soltanto che l'intera situazione era troppo strana per essere vera.
Blair aveva amato Chuck, avrebbe dovuto sposare Louis e invece era finita con Nate.
Anche lui sapeva che Blair non l'avrebbe mai amato. Era consapevole del fatto che i suoi baci erano finti, che lei non l'avrebbe mai desiderato davvero e che non sentiva assolutamente niente per lui. Ma non gli importava.
Fra loro c'era un patto, un'alleanza segreta e silenziosa di cui nessuno aveva mai fatto parola, ma che era stata concordata nel momento in cui, tre anni prima, Chuck era morto e Mia era nata.
In fondo, lei aveva bisogno di un padre, Blair aveva bisogno di qualcuno che le stesse accanto e a Nate bastava sapere che il suo migliore amico avrebbe fatto la stessa cosa, che sarebbe stato d'accordo, che sarebbe stato fiero di tutti loro.
Louis aveva annullato i preparativi per le nozze e aveva rinunciato volentieri alla bambina, non appena aveva scoperto che non era sua figlia.
Mia era figlia di Blair e di Chuck, di un'amore perfetto e impossibile, di una serata sbagliata e dannatamente piacevole, di un destino fin troppo sadico.
Era nata prematura tre mesi dopo l'incidente, nello stesso giorno in cui Chuck era uscito dal coma e aveva smesso di respirare. Blair non l'aveva visto morire, ma l'aveva sentito.
L'aveva capito dal modo in cui i dottori la guardavano, dagli sguardi pietosi e dispiaciuti delle infermiere, dal pianto disperato di sua madre e dall'assenza di Serena.
Aveva capito che lui era morto e poi aveva dovuto spingere, tirare fuori le unghie, mettere il cuore e la sofferenza da una parte per dedicarsi totalmente a sua figlia. Aveva avuto una forza incredibile, lo diceva ogni persona che incontrasse, ma lei non era d'accordo.
Pensava che, se fosse stata davvero coraggiosa, avrebbe detto fin dall'inizio a Chuck di portare in grembo suo figlio e si sarebbe arresa davanti alla potenza del loro amore.
Invece non l'aveva fatto.
Aveva mentito, sbagliato, insistito per vivere la sua favola e solamente alla fine, quando aveva perso ogni cosa, era stata costretta a rendersene conto.
Nate aveva deciso di prendersi cura di Blair quando era entrato a farle visita per la prima volta dopo il parto. L'aveva guardata negli occhi, così spenti e tristi, e aveva capito subito che nessuno sarebbe più riuscito a farle battere il cuore. Tuttavia, aveva deciso che era compito suo prendersi cura di lei, per impedire che la vita della piccola Mia fosse rovinata prima ancora che cominciasse.
Dopo il loro primo bacio, nonostante non avesse provato nulla, Blair aveva pianto per ore, sentendosi in colpa e pensando di aver commesso un grave errore. Nate l'aveva tenuta fra le braccia e aveva lasciato che si sfogasse, ripetendole che per lui andava bene qualsiasi cosa e che, se non si sentiva pronta, si sarebbe tirato indietro.
-Allora, tesoro, sei pronta?- chiese Serena, spalancando la porta della camera con un gesto esagerato e plateale, prima di rendersi conto che Blair era ancora mezza nuda.
-Chiudi quella porta, vuoi che tutti vedano le mie mutande in pizzo?- esclamò lei, fulminandola con lo sguardo. Serena sghignazzò mentre ruotava la chiave nella serratura e sventolava i suoi capelli biondi lucenti.
-Hai deciso di sposarti in intimo sexy, B? Non vuoi mettere il vestito? Sono sicura che a Nate piaceresti ugualmente.- scherzò. Blair si limitò a sorridere timidamente, prendendo l'abito nella sua custodia, appoggiato sul letto.
-Aiutami ad indossarlo. È così ingombrante...- si lamentò, senza guardarla.
-Pensavo ti piacesse.- rispose Serena, avvicinandosi.
-Non m'importa.- disse lei seccamente. Era vero.
-D'accordo. Arriverà anche il mio momento, sai?- continuò Serena, sbattendo le lunghe ciglia con un sorriso mellifluo. Blair le pizzicò una gamba, sogghignando.
-Sempre che quell'Humphrey si svegli!- mormorò sotto voce. Serena non le rispose e si fece seria. Blair fece finta di non notarlo e si concentrò sull'abito bianco e vaporoso. Non si sentiva pronta ad affrontare il discorso che la sua amica stava preparando. Non sarebbe mai stata pronta.
-Blair...- cominciò Serena.
-Hai visto Mia? Sta bene? Non le parlo da questa mattina all'alba. Era così contenta.- la interruppe lei con un'espressione falsamente allegra.
-Mia sta benissimo. Tu come stai?- Aveva compreso immediatamente il suo inutile tentativo di sviare la conversazione. La conosceva da troppo tempo per non notare il cambiamento nel suo tono di voce.
-Sto bene, S. Ho un sacco di energie. Potrei scalare una montagna.- rispose Blair, girandosi verso lo specchio per studiare il suo riflesso e per evitare di guardarla. Serena le afferrò un braccio e la costrinse a voltarsi verso di lei.
-Blair. Oggi giurerai di amarlo per tutta la tua vita. Lo sai.- sussurrò.
-Si che lo so, Serena.- ribatté Blair alzando gli occhi al cielo con aria spazientita, mentre tentava di infilare le scarpe.
-E ti senti pronta? Lo ami davvero?- continuò lei con dolcezza.
In quel momento a Blair venne in mente l'incidente. Il modo in cui Chuck si era chinato contro il finestrino opposto per proteggerla, la dolcezza con cui le aveva sfiorato il ventre appena un attimo prima che l'auto finisse fuori strada, la violenza con cui erano stati scaraventati contro l'albero, i baci roventi e passionali che si erano scambiati, mentre confessavano il loro reciproco ed eterno amore.
E poi le lacrime di Nate, i suoi sorrisi timidi, le prime parole dolci e il primo bacio leggero.
-Io... Si. Lo amo. Anche se... in un modo diverso da come amo Chuck.- rispose dopo qualche minuto, mentre la voce le si spezzava sull'ultima parola e le lacrime che si era imposta di non versare, le riempivano il viso e scendevano bollenti lungo le guance.
-Guarda che stupida! Sto rovinando il trucco. Lasciami sola, Serena. Hai fatto abbastanza.- sbottò Blair, cercando di arrabbiarsi e di dare la colpa a qualcuno, per non dover fare i conti con quello che le passava per la mente.
Serena l'abbracciò con uno scatto improvviso e ignorò i suoi tentativi di allontanarsi, finché non la sentì cedere e abbandonarsi ad un gran pianto liberatorio.
-Mi dispiace, Blair. Mi dispiace tanto. Sei stata così forte che io non capisco dove tu abbia potuto trovare tanto coraggio.- bisbigliò, stringendola.
-Pensi che se ci stesse guardando... Pensi che sarebbe felice? Pensi che si arrabbierebbe? Lo faccio per Mia. Lei...- singhiozzò Blair, abbassando lo sguardo e sentendo le guance avvampare. I dubbi la tormentavano da giorni.
-Penso che sarebbe immensamente orgoglioso di te. Penso che ti vorrebbe vedere sorridente e felice. Penso che sarebbe fiero di tutti i tuoi sforzi. Perché sei la madre migliore del mondo.- rispose Serena , sollevandole il viso per stamparle un bacio sulla fronte. Blair si allontanò per ricomporsi.
Si vergognava di essere andata a letto con Nate nonostante non lo amasse, si vergognava di aver provato a dimenticare Chuck e di aver desiderato, in un attimo di estrema sofferenza, che lui non fosse mai esistito o di non averlo mai incontrato.
-Vuoi davvero farlo? Vuoi sposarti?- chiese Serena per l'ultima volta.
Blair pensò al momento in cui lui le aveva chiesto di sposarlo. Quella mattina Mia non era vivace come al solito. Blair era riuscita a farla parlare solo molte ore più tardi e lei aveva domandato a sua madre perché Nate non viveva insieme a loro come tutti gli altri papà. Lei le aveva risposto con delicatezza, cercando di non farsi prendere dal panico, che il suo vero papà era in cielo, ma che Nate le voleva bene come gliene avrebbe voluto Chuck. La sera, Nate si era inginocchiato davanti ad una Blair particolarmente imbarazzata e le aveva chiesto il permesso di passare il resto della sua vita insieme a loro.
Blair sapeva che Nathaniel non l'amava.
Era soltanto un ragazzo estremamente gentile. Era il ragazzo perfetto. L'aveva fatto per Chuck, ne era certa. Perché Mia fosse felice, al sicuro e perché Blair si sentisse protetta. -Si. Lui ha rinunciato alla sua vita per noi. Si. Voglio sposarlo.- rispose lei, guardando la camera vuota per l'ultima volta, prima di aprire la porta e di richiudersela poi alle spalle con forza, come se ci avesse lasciato dentro tutte le lacrime, i ripensamenti e le paure.
Fece tre passi in avanti, senza dire nulla e poi si fermò un istante per sistemare i capelli. Sentiva il pianoforte suonare note profonde e vide Cyrus e Roman correrle incontro per accompagnarla all'altare. La marcia nuziale era cominciata ed era arrivato il momento di andare incontro al suo futuro.
Serena la precedeva, avvolta nel suo vestito azzurro, con un bouquet di peonie bianche in mano e gli occhi lucidi. Blair intercettò lo sguardo innamorato che stava riservando a Dan, che la fissava intensamente pochi metri più avanti, e le venne voglia di ridere.
Poi vide Nathaniel e i suoi grandi occhi azzurri che la scrutavano.
Avvertì uno strano peso avvolgerle le gambe tremanti e sentì l'incertezza impadronirsi del suo corpo. Quello non era l'uomo che amava. Strinse la presa sul suo bouquet di peonie rosa e sul braccio di suo padre, cercando di nascondere il volto nel velo.
-Chuck.- sussurrò, con una voce tanto flebile che nessuno se ne accorse. -Ti prego, stammi accanto.- Continuava a sentirsi una stupida, perché sapeva che lui non era lì. Finché le parve di vederlo, in piedi accanto a sua figlia, con un gran sorriso dipinto sul volto, mentre batteva le mani insieme a tutti gli altri.*
-Sono qui.- le parve di sentirgli dire. -Accanto a te. Accanto a voi. Sempre.-
E Blair continuò a camminare, percorrendo la navata con un senso di pienezza e con un sorriso, finalmente felice.






*normalmente la sposa non è accolta all'altare con un applauso, ma mi piaceva l'idea che Chuck, nel 'sogno' di Blair, si unisse alla felicità degli altri partecipando vivacemente ai festeggiamenti.
  
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