Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Kalahary    12/01/2008    3 recensioni
Dal capitolo 12 "-Male? Oh, Black ha un tappeto rosso sotto i piedi.- (...) Lo guardo allontanarsi tra la folla quando si volta e mi mostra la mano chiusa -Ti aspetto anche per questo!- Inconsciamente porto una mano al mio orecchio, proprio nel punto in cui sta l'altra metà." Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quel giorno non gliel'avrebbe rovinato nessuno

1. CAPITOLO: Quel giorno non gliel’ avrebbe rovinato nessuno

Kalahary

Bury it Sotterrare
I won't let you bury it Non te lo lascerò sotterrare
I won't let you smother it Non te lo lascerò soffocare
I won't let you murder it Non te lo lascerò assassinare
...
I wanted freedom Volevo la libertà

Bound and restricted Legato e limitato

Time is running out - Muse

1 Settembre 1971

-James! Non correre!- la voce di una donne arrivò alle sue orecchie, costringendolo a fermarsi e a voltarsi in dietro.

Un bambino di 11 anni attendeva impaziente che i suoi genitori lo raggiungessero chiedendosi se avessero intenzione di fargli perdere il treno il primissimo giorno di scuola.

-Dai, mamma! Forza, papi! Rischio di arrivare tardi ad Hogwarts, il posto più fantastico, magico del mondo! Non so se mi spiego…-

La madre sorrise comprensiva e accarezzò dolcemente i capelli del figlio. –Tranquillo, siamo in anticipo- poi il sorriso svanì lasciando il posto all’amarezza.

-Su, cara, non fare quella faccia!- Disse un uomo dai capelli scuri cingendo con un braccio il fianco della moglie. Poi guardando il figlio, i cui occhi si erano rannuvolati continuò –Sarà l’esperienza più straordinaria della tua infanzia…-

Il bambino lo interruppe –Infanzia, tsè! Ho già 11 anni!-

Il padre si riscosse –Si, bè, sarà comunque bello, scoprire i passaggi segreti che portano ad Hoghesmead…-parlava guardando un punto lontano, in alto, con aria trasognata -…fare bagni nel lago a mezzanotte…-

-Em, credo che tu gli abbia detto abbastanza- Lo interruppe la donna guardandolo critica.

Il figlio immaginava già cosa sarebbe seguito dopo: un lungo discorso su ciò che doveva e ciò che non doveva fare, la solita solfa. –Si, mamma, hai ragione, ma adesso andiamo!-

La donna sorrise e scosse la testa, quanto le sarebbe mancato il suo bimbo.

-Allora! Come si arriva al binario 9 e ¾? Qui c’è il 9 e qui il 10, adesso?-

-James- lo rimproverò la madre con fare affettuoso –Non urlare così o ti sentiranno tutti i gabbani!-

James continuava a sorridere fremente guardandosi intorno.

-Guarda me e poi fa come me senza destare troppa attenzione, intesi?- disse il padre, seriamente.

Il bambino annuì e spalancò ancor più gli occhi mentre suo padre si appoggiava al muro e spariva con il carrello.

-Forte!-

Non aspettò un attimo di più e si fiondò contro la parete di mattoni…

STONK!

-Ahio!-

-Oddio, James! Ti sei fatto male? Hai pestato la testa? Rispondimi, caro!- La madre si era avvicinata al figlio per accertarsi che tutto fosse a posto.

-Sto bene, sto bene. Ho preso soltanto i bordi del muro.- e sorrise a trentadue denti, quel giorno non gliel’avrebbe rovinato nessuno.

Davanti al treno un bambino dai capelli neri e gli occhi color cioccolato ascoltava a braccia conserte la madre, annuendo e qualche volta pronunciando un “si” seccato.

-…e Sirius, mi raccomando! Vedi di finire nella nobile casata dei Serpeverde! Tutta la tua famiglia è entrata a far parte in quella casa! Speriamo sia così… col carattere che ti ritrovi…- concluse la donna, preoccupata solo del fatto che suo figlio non era come tutti loro. Certo, era fiero ed elegante come il degno erede dei Black, ma non si poteva dire che gli occhi accesi e vivaci fossero una loro caratteristica.

-Se dici così allora stanne certa: non avrai un’altra serpe in casa!- e corse via, salendo sul treno, tanto non avrebbe ottenuto un abbraccio da quella simpaticona di sua madre. Ora il suo problema era ritrovare un vagone senza fissato su chi egli fosse e sull’importanza del sangue. Doveva fuggire da sua cugina e da Lucius Malfoy, vecchio compare di suo fratello Regulus.

Ma non importava, per quattro mesi non avrebbe visto sua madre ne quell’altezzoso di suo padre. Forse un po’ gli dispiaceva per il fratellino più piccolo, ma lui non aveva problemi a casa, la madre lo coccolava e lo viziava. Sarebbe stato bene anche lì.

Ormai cosa importava? Sarebbe iniziata una nuova vita ed era certo che le mura di quella scuola sarebbero state più accoglienti di quelle di casa.

Un bambino dai capelli biondi e gli occhi chiari guardava eccitato il treno davanti a lui, domandandosi cosa l’attendesse oltre la porta del vagone.

-Remus…- La madre pronunciò il suo nome con infinita dolcezza, ancora incerta se Hogwarts fosse il posto giusto per suo figlio.

Il bambino si voltò verso la donna con aria interrogativa, alzando le sopracciglia. La madre si abbassò e mise le sue mani sulle spalle del figlio.

-Remus… se avessi bisogno di qualcosa puoi chiedere a Silente o mandarci un gufo; non esiteremo a venire per aiutarti.-

Il padre, un uomo alto dall’apparenza gentile, comprendeva perfettamente ciò che angustiava nel profondo il bimbo – Ti farai amici che ti vorranno bene per quello che vali, per la fiducia che ricambierai con loro… Non preoccuparti!-

Il bambino sorrise e guardò di nuovo il treno –Starò benone là! Su, mamma, non piangere!-

-Non sto piangendo- replicò la madre asciugandosi una lacrima.

-Ok… io adesso vado…- disse Remus.

La madre si tirò su e l’abbracciò. Il padre si limitò ad accarezzargli i capelli e a sorridere tranquillo.

Salì sul treno e si sedette nel primo scompartimento vuoto. Chissà come sarebbe stato.

Guardò fuori dal vetro, il sole era sorto da un pezzo ma la sua avventura doveva ancora iniziare.

-No, perché devo andarci? Io me ne sto bene a casa!-

Un bambino piagnucolava davanti all’entrata della stazione, mano nella mano con sua madre. Fu quest’ultima a rispondergli con un tono dolce e al contempo esasperato –Dai, Peter, devi solo andare ad Hogwarts! Prima non vedevi l’ora di arrivare!-

-In verità solo tu e papà avevate questa gran voglia di spedirmi via!-

-Ma no, cosa dici, Peter? Lo sai che ti vogliamo bene!-

-Allora perché non mi tenete a casa?-

La madre gli sorrise e riprese a camminare, ma il figlio la guardava con occhi acquosi in cerca di una risposta –Vogliamo darti un’istruzione e Hogwarts è il posto migliore per il nostro piccola mago!-

Il bambino abbassò la testa di colpo ed arrossì. -Non credo che possa diventare così bravo come intendete voi- mugugnò.

-L’ importante è che ti impegni e ti applichi, poi bè… il risultato si vedrà!-

Un omette basso con gli occhi uguali al figlio continuò -Avrai degli amici che non ti tradiranno mai, ti capiranno e ti proteggeranno.-

Il bimbo si rincuorò e camminò più deciso verso il binario 9 e ¾. Suo padre aveva ragione, avrebbe trovato dei veri amici. Era la prospettiva più rosea in quel giorno di settembre.

-Dai, mamma, sbrigati!-

-Lily, calmati!- Una bambina dai capelli rosso scuro si fermò a guardare la madre. Era agitata ed euforica al contempo. Severus l’aspettava davanti al binario 10 cinque minuti prima.

La donna dai capelli rossi come quelli della figlia continuava ad alzare il collo in cerca del binario giusto.

-Ecco Severus!- esclamò la bambina scorgendo una figura magrolina vicino ad un treno. –Bè… io vado, mamma!-

-Lily… mi spiace tanto che Petunia non sia potuta venire…-

-Già- commentò la figlia –ci sarebbe qui anche papà se lei avesse voluto venire…-

La madre abbracciò la figlia teneramente, mentre Lily arrossiva e sussurrava -Grazie…-

La madre le diede una pacca sulla spalla e la bimba rese il suo carrello.

Non sapeva perché ma quel giorno la sua vita sarebbe cambiata per sempre.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Kalahary