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Autore: Wild_Demigods    29/06/2013    4 recensioni
Crossover tra i due libri di Rick Rioradn. Percy e i suoi, con Carter e i suoi. Più due personaggi molto carini e molto pazzi inventati da me.
DAL TESTO:
Hathor.
Afrodite.
Due nomi. L'inizio del disastro.
Ok, non ci avete capito nulla, vero? Chissà perché me lo aspettavo. Credo che inizierò con il presentarmi.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fonte texture: Avalon Graphics :3 https://www.facebook.com/pages/Avalon-Graphics%D8%AA/185847364887652
atterro il tipo che prova a spiegarmi che succede.

Puntata orribile di masterchef. Tipi strani di colpo in soggiorno. Rischio di rissa con uno sconosciuto.

Tante grazie Destino, per aver rovinato anche l'unico momento di pace familiare che avevo!

“Contegno, Dallas, Contegno” erano le parole preferite di mia madre. Con un gesto elegante aprii la porta della cucina, nascondendo la smorfia dietro un falso sorriso.

-Prego, accomodatevi. -

Solo mentre il ragazzo che stavo per prendere a pugni mi passò accanto, notai che aveva una spada ricurva, che ricordava una falce per il grano, appesa alla cintura. Lasciai passare la bionda e la tipa che dicevano essere Bast (mai sentita cavolata più grande.), e fermai Reina.

-Resta sulla porta. Quel tipo è armato.-

Mormorai, serrando le dita sul suo gomito. Non volevo farle capire quanto fossi terrorizzato. Reina era la mia sorellina, da una vita io ero quello che la proteggeva. Non avevamo nessuno, io e lei, se non noi stessi.

Feci due passi avanti nella cucina, ma senza mettermi a sedere. Trassi un profondo respiro, fissando gli occhi su quei tizi.

-Che ne dite di spiegare, prima che vi buttiamo fuori a calci?

-Noi vorremmo parlare con Reina Shaw.- La voce della donna-falsa Bast era alterata. Sentii tutti i muscoli entrare in tensione, come se l'aria elettrica della stanza non bastasse.

-Quindi io dovrei uscire?-

Borbottai, con gli occhi che mandavano lampi. La donna annuì, con guardandomi con aria di superiorità. Feci un passo avanti, pronto a colpirla con foga.

Quel tpo, Carter, si piazzò di nuovo fra me e quella donna, con le mani alzate.

-Le cose di cui dobbiamo parlare sono... private...-

Provò a convincermi, deglutendo. Non ci stavo vedendo più. Da una vita trattenevo le mie emozioni, sempre troppo forti, amplificate. Ma adesso basta.

Fissai i miei occhi neri come ossidiana in quelli dell'altro ragazzo, stabilendo un contatto flebile, poi sempre maggiore.

-Io non penso che queste cose siano private. Ho ragione?

-S..Sì..

-Posso benissimo ascoltarle, giusto?

-Giusto.

-Altrimenti ve ne andrete da casa nostra, immediatamente.

-C...certo!-

Mi ero ripromesso di non farlo. Di non usare quella specie di.. tono vocale. Ogni volta che lo usavo le persone facevano tutto quello che dicevo. La cosa mi lasciava pieno di sconcerto e anche piuttosto inquieto.

-Carter!- Era la voce della bionda. Mi rivolsi a lei, con un impercettibile sospiro.

-Sadie ane, non sei d'accordo con quello che ho detto?

-No.. io... cioè, sì, ovvio che sono d'accordo.-

Mancava solo la donna. Iniziava a girarmi la testa, e lo sguardo stupito e aggressivo di “Bast” non lasciava presagire nulla di buono.

-Cosa hai fatto, ragazzino?

-Ho parlato, non senti?- provai, con voce stanca. Sentii immediatamente il braccio di Rei sorreggermi, la preoccupazione nel suo petto.

Un ultimo sforzo...

-Che ne dite di farvi un bel sonnellino? Siete molto stanchi...-

Infusi nelle parole tutta l'energia che mi era rimasta, tutta la forza di cui disponevo, per Reina.

Il primo a crollare addormentato fu Carter. Prima sbadigliò, poi si accasciò a terra e si addormentò. La bionda, Sadie, mi guardò stupita, rendendosi di colpo conto di avere molto sonno. E un attimo dopo ronfava sopra il ragazzo.

-Li... Li hai stesi, Las.-

Guardai mia sorella e feci spallucce. Cos'altro potevo fare? Avrei dovuto lasciare che facessero chissà cosa, tanto che erano armati, con Reina? Nemmeno per idea.

Mi appoggiai al tavolo, spossato, quando il tintinnio del campanello mi fece quasi saltare per aria. Ero teso come le corde del violino che avevo in camera.

Reina mi precedette alla porta. Dannazione, se erano altri tipi come quelli di ora... non potevo lasciarla andare. Corsi, o meglio, arrancai dietro a lei, con una smorfia preoccupata in faccia. Rei prese il vaso con i fiori sul tavolino accanto alla porta e spalancò la porta, tenendolo sopra la testa.

-Ehi, Rei! Sono io!-

Trassi un enorme sospiro di sollievo, affiancando mia sorella. Era Christopher, il mio migliore amico. Nessuno aveva mai capito come facessi io, il ragazzo perfetto, il modello della bellezza, della grazia, eccetera, ad essere amico con Chris, che era (all'apparenza) scorbutico e brutto, per di più zoppicante.

Eppure con me era simpatico, aperto e gentile. Era... vero, a differenza di tutti gli altri, a parte Reina.

Mi avvicinai a Chris, stanco, ma prima di potergli dare una pacca sulla spalla, gli crollai tra le braccia. Per poco il mio amico non cadde all'indietro, per colpa della sua malfermità sulle gambe.

-Che succede? Dallas!-

Sentii solo che mi portava dentro, aiutato da mia sorella, e mi appoggiavano sul divano.

-Tre... tizi. In cucina... stesi.-

Borbottai, stremato.

 

N.d.A ed ecco a voi il secondo capitolo, scritto dal punto di vista del nostro bel Dallas v.v I fan di Percy Jackson avranno già capito chi è Christopher e che potere ha usato Las, non è vero? xD
Se la caveranno tra tutte queste stranezze tutte in un colpo, i nostri due bellissimi fratelli Shaw? v.v
una recensione, anche critica, ci farebbe tanto piacere <3
detto ciò vi lasciamo, e alla prossima settimana :3
  
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