WELCOME TO MY TRUTH
Sentimental days
In a misty clouded haze
Of a memory that now feels untrue
I used to feel disguised
Now I leave the mask behind
Painting pictures that aren't so blue
The pages I've turned are the lessons I've learned
Ha volte,
nascondere la verità agli altri, è un po’ come mentire a sé stessi.
Tony Stark
aveva imparato duramente questa lezione, aveva finito per lottare contro la
persona che, più di tutte, l’aveva trattato da amico e, quei maledetti eventi,
avevano portato quell’amico a morire per una stupida guerra che non aveva
portato nulla se non ulteriore odio e maggiori divisioni.
Avevano
sempre cercato di lottare per evitare che guerre e odio dilaniassero la terra,
eppure, con quella Civil War avevano finito per essere perfettamente uguali
alle persone che tanto odiavano.
Capitan
America,
Steve
Rogers,
il suo eroe,
il suo amico
giaceva
morto al suo fianco, e lui nemmeno in quel momento aveva saputo essere del
tutto sincero,
era riuscito
ad esserlo quasi fino alla fine del suo interminabile discorso,
eppure non
gli era riuscito di dire quelle ultime due parole,
ormai non
aveva più importanza,
lui non
c’era più,
nulla aveva
più importanza.
Somebody bring up the lights I want you to see
(Don't You Feel Sorry For Me)
My life turned around
But I'm still living my dreams
(Yes it's true I've been)
I've been through it all
Hit about a million walls
Welcome to my truth.. I still love
Welcome to my truth.. I still love
“Stark..non
so cos’hai combinato per finire in coma, ma come al solito ci hai lasciato
tutti basiti, è stato un colpo di scena davvero pessimo, anche se da te..c’era
da aspettarselo..”
Tony sentiva
chiaramente una voce, ma non sapeva proprio da dove provenisse.
Stava
riposando nella sua tenda in quel deserto sconfinato e quella voce familiare
aveva iniziato ad arrivargli all’orecchio, si era anche guardato intorno
pensando che fosse qualcuno del campo, ma erano tutti lontani ed indaffarati.
Aveva
sentito chiaramente il cuore iniziare a battere più veloce nel sentire il
proprio cognome pronunciato da quello sconosciuto, eppure non gli sembrava di
conoscere quel timbro vocale.
“..abbiamo
provato in tutti i modi a risvegliarti, ora dipende solo da te..devi trovare il
mondo di uscire dal posto in cui sei finito, mi hanno detto che può aiutarti
sentire le voci delle persone tue amiche, ma non so proprio cosa dire oltre
alle solite cose banali che ti annoiano, forse sarebbe stato meglio far venire
il dottor Banner..”
La voce
sembrava terribilmente affranta e triste, ancora una volta non si seppe
spiegare perché a sua volta fu invaso da una sensazione di distezza, era come
se si sentisse mortificato proprio perché stava causando quel tono di voce
affranto allo sconosciuto:
-Credo che tu abbia sbagliato persona, non credo di conoscerti, e comunque sono
sveglio!-
Ribattè
continuando a guardarsi intorno come se da un momento all’altro dovesse
comparire il proprietario della voce:
-Chi sei?-
“Abbiamo
bisogno di te, Osborn si è impossessato delle tue armature e..e ci manca la tua
presenza, manchi a tutti”
La voce non sembrò udirlo perché continuò il suo monologo imperterrita, si alzò
in piedi ed uscì dalla tenda guardandosi intorno, ma i suoi occhi incontrarono
solo la sabbia del deserto, anche le altre persone di solito presenti
nell’accampamento erano sparite, iniziò a camminare senza una precisa mèta,
alla ricerca di qualsiasi persona potesse impedirgli di continuare a sentire le
voci, probabilmente stava impazzendo e questo voleva evitarlo:
-EHI! Dove
siete!-
Urlò e la
voce presto si perse nell’immensità della distesa desertica, il vento la portò
lontano, dopo un tempo che non seppe bene quantificare si voltò per vedere
quanto si fosse distanziato dal campo e non vide più le tende, nemmeno in
lontananza, la voce aveva smesso di parlare, cercò quindi di tornare indietro
sperando di trovare la strada giusta, ma ben presto si accorse che si era
completamente perso.
“Avrei tanto
voluto evitare ti litigare con te, sei riuscito a diventare mio amico e…mi hai
sempre trattato come una persona e non come il soldato, l’eroe..non mi hai mai
elevato sul un piedistallo, con i tuoi modi mi hai fatto sentire a casa..e non
fuori posto”
Nuovamente
quella voce ed ancora una volta il suo cuore prese a battere più veloce, quasi
fosse in aspettativa di sentire altre parole, a quanto pare era davvero
importante per quella voce, senza rendersi conto accellerò il passo e finì per
inciampare e finire a terra, nella sabbia.
Si voltò per
vedere in cosa fosse inciappato e, tra la sabbia, scorse quello che sembrava un
pezzo di metallo rosso, si avvicinò e, con entrambi i palmi, si mise a
disotterrare l’oggetto che, alla fine, si rivelò essere un scudo con al centro
una stella argentata.
Era
importante.
Sentiva
perfettamente che quell’oggetto era legato a qualcosa di molto importante che
doveva ricordare!
Tangled in a web
With a pain hard to forget
That was a time that I've now put to rest
Oh, the pages I've turned are the lessons I've learned
Sentimental days
In a mist of clouded haze
Of a memory that now feels untrue
Steve era
stato tutto il giorno accanto a Stark, gli aveva parlato cercando in qualche
maniera di non risultare noioso, ma alla fine aveva finito per tornare a
parlare di emozioni e sentimenti, sincuramente Stark non avrebbe approvato, non
gli era mai piaciuto parlare troppo di sé quando si trattava di scoprirsi umani
ed in grado di provare emozioni.
Fuori ormai
il sole era calato ed era giunta per lui l’ora di andare per poter svolgere
almeno parte dei suoi incarichi, Peter o Banner gli avrebbero presto dato il
cambio per vegliare a loro volta l’amico:
-Io..devo
andare ora, comincia ad essere tardi e devo lavorare, mi hai sempre detto che
ero troppo ligio al dovere, sarai felice di sapere che..grazie a te sto
scappando da molti doveri..-
Accennò
appena un risata arricciando un sorriso malinconico sulle labbra:
-..tu sei
più importante di qualsiasi dovere verso la nazione…Stark…-
Rogers si
alzò in piedi e si chinò per poter accare delicatamente i capelli dell’amico in
un gesto delicato d’affetto:
-..cerca di
svegliarti…non sei il tipo di persona da andarsene nel bel mezzo di una
partita…soprattutto quando sta perdendo…-
Chiuse gli occhi per un istante, gli faceva impressione vedere Stark in quelle
condizioni, non avrebbe mai pensato di poterlo vedere in quelle condizioni così
gravi, prese un lungo respiro e cercò di avere la voce più ferma possibile:
-..torna..da..me..-
Riuscì
infine a sillabare con gli occhi azzurri lucidi, alzò la mani destra per
asciugarli ed impedire così alle lacrime di scendere, si era promesso di non
avere cedimenti e di rimane forte per Stark, inoltre se si fosse ripreso l’avrebbe
di sicuro preso in giro per i suoi eccessivi sentimentalismi.
-..io..vado..-
Terminò
prendendo la giacca dalla sedia ed iniziando a voltarsi per dirigersi verso la
porta a poco meno di tre passi.
Somebody bring up the lights I want you to see
(Don't you feel sorry for me)
My life turned around but I'm still living my dreams
(Yes it's true I've been)
I've been through with all, hit about a million walls
Welcome to my truth... I still love
Welcome to my truth... but I still love?
“Resta”
Quella parola arrivò alle orecchie di Steve solo grazie al silenzio in cui
giaceva l’ospedale a quell’ora, per un istante penso anche di averlo sognato,
ma un istante dopo si rese conto che la sua mano più vicina al letto era
stretta da quella gelida di Stark, si voltò incredulo e posò gli occhi
spalancati sull’amico incontrandone gli occhi semi-aperti:
-Stark!-
Quasi lo urlò per lo stupore, si chinò sul lettino per poter premere il bottone
e chiamare così i dottori, doveva visitarlo per assicurarsi che fosse tutto a
posto!
-..no..-
La voce di Tony era molto bassa e roca, strinse appena la presa sulla sua mano
per attirarne l’attenzione, Rogers si fermò tornando a guardarlo:
-Ma devono visitarti! Eri in coma, devono..devono
assicurarsi che tu non abbia riportato danni-
Stark faticava a parlare per via dei macchinari a
cui era stato attaccato, ma cercò comunque il modo di tranquillizzare l’agitato
capitano:
-..va tutto bene, non…sono messo…così…male-
Accennò un sorriso, seppur quel gesto gli costò
molto sforzo dato era ancora terribilmente intontito ed il dolore per le varie
contusioni, non provato durante il coma, era arrivato tutto insieme al cervello
come una micidiale onda:
-..resta…qui..-
Nel
dire quelle parole strinse la mano del biondi, quasi avesse il timore che se ne
adasse malgrado la sua richiesta, Steve lo continuò a fissare preoccupato, ma
alla fine tornò a sedersi prendendo tra le mani quella di Stark per scaldarla:
-Va
bene, ma se vedo che stai male chiamo le infermiere, cerca..di risposare..-
Tony
accennò appena una risata:
-Non
avrò dormito per 70 anni, ma credo di averne abbastanza anch’io..-
Mormorò
sempre a fatica sotto lo sguardo da chioccia del capitano, ne incontrò gli
occhi preoccupati che, a quelle sue ultime parole, si calmarono ed anche le
labbra perennemente serie del biondo si colorarono di un sorriso:
-Posso
capirti..-