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Autore: Without_Loved    30/06/2013    2 recensioni
[Questa fan fiction partecipa al contest “Let’s go have some craic” di Caffelatte e Bloody Alice]
Guel, l'angioletto di Celestia scopre nuovi sentimenti per qualcuno di inaspettato, ma non riesce a capire se siano veri oppure no... Intanto anche a Notturnia qualcosa sta cambiando, tutto grazie a una partita persa dal popolo di Celestia che ospiterà per una settimana i propri rivali. Nuovi sentimenti nasceranno tra i due eterni rivali che si giurano odio da secoli.
{GuelXBelzebù
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Destra/Desuta, Sael/Sein
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Autore/Autori: Without_Loved
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Prompt: Profano... Questa è la mia parola, spero che sia giusta
Pairing: Guel x Belzebù
Parole: 4969 parole
Eventuali note: ho scelto questa coppia, perchè mi sembrava che stessino bene insieme. In fondo un angelo che ama un diavolo ultimamente va di moda, ma io ho voluto tralasciare questo particolare per lasciar spazio a una Guel diversa, infatti leggendo in giro c'è scritto che ama Sael, ma ho osato mettendola con quello che ritengo che sia il più bello tra i Notturniani: Belzebù... Lascio a voi giudici la parola finale...
 
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☆ The last dream of two worlds 
 
 
Era una bella giornata a Celestia e come ogni giorno la vita scorreva pacificamente; Sael stava parlando con Winel ed Ekadel restava come ogni giorno in cucina a preparare i suoi manicaretti, mentre tutti gli altri erano intenti a creare ghirlande di fiori da appendere in ogni angolo del palazzo; Guel si divertiva sempre un mondo a creare quegli intrecci, soprattutto per poi metterli in testa a uno dei poveri ragazzi obbligandoli a indossarla tutto il santo giorno: è vero, era una ragazza dolce e solare, ma mai farla arrabbiare.
-Sael… Oggi c’è un vento strano- disse Winel, osservando il cielo richiamando l’attenzione di tutti; aveva proprio ragione, infatti, le candide nuvole si stavano colorando di nero, come se qualcosa stesse per succedere, ma niente di buono; Guel e tutti gli altri si dovettero coprire gli occhi dalla borella che arrivò, per fortuna non durò più di tanto, circa cinque secondi, ma fu in grado di coprire i loro nemici che erano venuti lì. Non appena poterono ritornare a osservare il loro prato notarono che gli splendidi fiori stavano appassendo proprio di fronte a loro; la prima reazione di Guel fu di controllare se anche quelle che teneva in mano avessero subito lo stesso mutamento, e fu così, per cui tornò a fissare la nuvola nera che si stava stagliando di fronte a loro, da cui uscirono gli abitanti di Notturnia.
-Ma guarda qui chi c’è… Sael, vecchio mio… Ora siamo noi i padroni di questo posto e voi ci farete da servi- disse sorridendo Deastra mentre si poneva su trono in cui mettevano la sposa; è vero, avevano perso la sfida che facevano ogni cinquecento anni per riscaldarsi prima del grande risveglio del loro signore, anche se mancavano altrettanti anni. Tutti gli angeli li stavano osservando con la coda dell’occhio, lo sapevano che avendo sprecato la possibilità di vincere dovevano sottostare ai loro ordini, ma non gli andavano bene come stessero trattando la loro bella dimora: in meno di dieci minuti dal loro arrivo era già diventato catastrofico, stavano buttando all’aria ogni cosa che trovavano e occupavano le loro stanze. Sael osservava la scena sbigottito, come tutti gli altri del resto, ma fu Guel che intervenne per prima, chiedendo di lasciare stare le loro cose e di non urlare, peccato che fu azzittita da Arachnes che si parò davanti con aria minacciosa facendola piangere.
-Non fare caso ad Arachnes a lei piace fare così- disse una voce alle sue spalle rivelandosi Belzebù; era corso da lei subito dopo averla vista scappare in lacrime, non sapeva perché, ma non li piaceva il comportamento della sua compagna di squadra, troppo egocentrico anche per una di Notturnia; per questo era andato fin dalla Celestina, sia per consolarla sia per spiegarle il perché del comportamento che spesso teneva la verde. Parlarono per un po’ di tempo, tanto che il tramonto non tardò ad arrivare e con lui anche la brezza della sera, che li rinfrescò i volti; Belzebù non avrebbe mai pensato di stare così bene, soprattutto con un’eterna rivale, ma anche che fosse così affascinante soprattutto con l’aria che le scompigliava i capelli, ma non si accorse che stava arrossendo, anzi continuò a parlare con lei senza che niente fosse successo, finché Ekadel non li richiamò per la cena.
-E’ stato molto bello parlare con te, non pensavo che uno di Notturnia potesse esprimersi così bene, soprattutto in fatto di sentimenti- sorrise lei, iniziando ad alzarsi per poi dirigersi verso la sontuosa tavola che era stata adornata a festa; quando entrambi arrivarono d’innanzi al ripiano la prima cosa che videro, fu un Deastra arrabbiato, borbottava con Sael del fatto che non era come voleva lui, in fondo ai diavoletti piacevano le cose orribili, che spesso erano descritte come obbrobriose, per questo, voleva che anche quel pezzo di legno fosse adornato come voleva lui, non con quell’orribile gusto che avevano gli altri; per evitare successivi litigi ci pensarono Guel e Aiel a sistemare il tutto.
-Spero che almeno la cena sia molto meglio della tavola- sussurrò sempre Deastra che ricevette un’occhiata di fuoco da tutti i suoi nemici; tutti gli angioletti servirono a tavola senza parlare, solo sussurrando un semplice “tenga” quando mettevano giù i piatti; non appena, per sbaglio, Guel sfiorò la mano di Belzebù, sentì un calore strano, quello che solo un umano può provare: amore, sfortunatamente lei non poteva capirlo, poiché vigilavano regole molto severe: la prima era quella di non innamorarsi di un’abitante di Notturnia e secondo che non potevano sapere dei sentimenti se non quelli di protezione. Anche Belzebù provò la stessa sensazione e inconsciamente si mise una mano sul cuore, per sua sfortuna Arachnes lo notò, sussurrandoli che anche a lei il cibo faceva schifo, ma non per quello si faceva venire un attacco di cuore; il compagno scosse la testa riferendole che non era per quello, così cercò di finire il discorso che si stava rivelando alquanto strano, poiché la ragazza li aveva messo una mano sulla coscia per poi iniziare ad accarezzarla: tutta Notturnia sapeva della cotta verso Belzebù, ma aspettavano che si dichiarasse lei com’era sempre stato per il loro popolo.
-Senti Arachnes, siamo compagni di squadra e tra noi non ci potrà mai essere nulla- detto questo si alzò dal posto la-sciando lì tutto quello che li rimaneva nel piatto, in sostanza tutto, perché era solo al primo e questa cosa dispiacque moltissimo a Guel, che raccolse i frammenti del bicchiere che era caduto dalla mano del Notturniano quando la compagna aveva azzardato quel gesto, sembrava che raccogliesse il cuore dell’appena rifiutata diavolessa. Quando finì di raccogliere i cocci dal pavimento, andò in cucina a buttarli e si ritrovò a pochi centimetri dalla bocca del suo rivale, ma subito scivolò per terra, per fortuna che Belzebù aveva i riflessi pronti e riuscì a prenderla; rimasero così a lungo, almeno finche non furono richiamati dai loro rispettivi capitani per disputare una partita in notturna, tanto per occupare il tempo, così decisero all’unanimità di andare prima uno e poi l’altro, per non destare sospetti, anche se non era successo niente.
Dopo quella sera i due non si rincontrarono più, in fondo l’angioletto era stata messa in cucina e poteva uscire ogni tanto, mentre l’altro si stava allenando con tutta la sua squadra, per cui era impossibile incontrarsi; Guel guardava il cielo limpido della sua cara Celestia, ma molto spesso le nuvole sembravano prendere la forma di Belzebù, per tanto tornava a sistemare l’immensa stanza piena di pentole e fornelli, che erano sempre pieni di cibo e d’altro per saziare la fame di Deastra, che, anche se non si vedeva quando si trovava di fronte a un piatto pieno di leccornie varie non riusciva a trattenersi, sembrava un maiale, per sua disgrazia era Sael a dover pulire tutto.
-Per oggi abbiamo finito… Potete andare- disse Deastra richiamando colui che definiva il proprio “servo personale” per quel tempo; Belzebù aspettò un momento per poi indirizzarsi nelle cucine, dove in quell’istante c’era solo Guel intenta a cucinare le lasagne, ma quando i loro sguardi s’incontrarono quella sensazione che avevano cercato di nascondere riaffiorò prepotentemente nel loro cuore, tanto da far diventare entrambi rossi, facendoli voltare subito e riprendere quello che stavano facendo. Belzebù si stava dirigendo verso il frigorifero, per prendere una bottiglietta d’acqua quando, a causa del pavimento bagnato dalle gocce d’acqua usate dalla ragazza per ammorbidire la pasta per le lasagne, le cadde addosso facendola cascare sul pavimento; rimasero così per un paio di secondi, finché non sentirono dei passi provenire dal corridoio.
-Guel, come mai non ti si vede più in giro?- chiese con non calanche il ragazzo, appena si rimise in piedi aiutando la ragazza, che si ritrovò a pochi centimetri da lui; su subito ci fu un minuto di silenzio, almeno finché Belzebù non gliela suggerì, facendola tornare alla realtà, rispondendoli semplicemente che era troppo impegnata per uscire e che spesso era rimaneva fino a tardi a pulire; appena finì, la sua frase notò che non si trovava più dentro l’immensa cucina, ma nel prato che circondava la casa, osservò il compagno un po’ attonita chiedendosi mentalmente come aveva fatto a portarla in quel posto senza che lei se ne accorgesse, però non osò pronunciare a lui quelle parole, anche perché si stava godendo l’aria fresca della sera.
-Sai Guel, non vedo il perché non si possa andare d’accordo… In fondo il nostro Signore si risveglia per un giorno ogni mille anni, per cui non vedo il perché non si può essere amici con voi di Celestia- Guel lo guardò sempre più sbigottita, ma fu richiamata dalla voce di Sael che le chiedeva di svegliarsi; forse durante la caduta con Belzebù aveva sbattuto la testa, ma la soluzione l’ebbe solo nel momento in cui i suoi occhi si riaprirono e si ritrovò in cucina distesa sul pavimento con tutti i suoi compagni che la circondavano; appena riprese del tutto coscienza di sé si fece spiegare che cosa era successo e scoprì che era vero che era cascata soltanto che aveva preso lo spigolo del piano cottura. Sfortunatamente il povero angioletto non ricevette nessuna scusa dal diavoletto, ma che ci poteva fare se lui era così, per loro era una cortesia rispondere ed essere gentili, ma per gli altri no; uscì dalla stanza sotto invito di Sael per andare a riposarsi nella sua stanza e per farsi medicare da Ekadel che la stava aspettando in infermeria, soltanto che a metà del corridoio incontrò la causa sia del suo male fisico sia quello dell’anima: Belzebù, che contemporaneamente la stava osservando da capo a piedi, i loro occhi si rincontrarono ancora una volta, ma in quel momento era tutto diverso, giacché non c’erano i suoi compagni poteva essere una persona del tutto nuova, per questo motivo si avvicinarono domandandole se le facesse male la testa e le propose di andare a farsi un giro in città.
Passeggiarono tranquillamente senza parlare fino ad arrivare ai piedi del grande monte, da cui si prendeva la strada per tornare a Celestia e Notturnia; il primo a prendere parola, come ogni volta che erano soli fu proprio il ragazzo, che le fece una serie di domande sulla sua vita, sfortunatamente per lui la ragazza stava ammirando il mondo degli umani che si era evoluto, infatti erano passati circa cinquecento anni da quando l’Inazuma Japan aveva vinto il Football Frontien International aggiudicandosi come miglior squadra del mondo e in quel tempo erano cambiate moltissime cose: le macchine volavano sopra le loro teste, le persone andavano in giro con vestiti molto eccentrici, ma molto fini; certo che loro in mezzo a tutti sembravano veramente antichi, soprattutto perché i loro erano tradizionali.
-Guel è vero che tu vieni da Celestia, poiché hai la testa tra le nuvole- disse scherzando Belzebù facendo arrossire la ragazza, che balbettò qualcosa d’incomprensibile; forse le parole non le uscivano per l’emozione, sapeva che si era innamorata di lui e quella situazione non la stava aiutando per niente; per questo usò la scusa più insulsa per distrarre il ragazzo almeno per poter riprendere il fiato. Girarono per un po’ per le vie, scoprendo che per fortuna loro c’era il Carnevale, per cui poterono mimetizzarsi tra la folla e continuare indisturbati la loro passeggiata senza che nessuno gli additasse; senza rendersene conto le loro due mani s’incontrarono e si unirono, ma entrambi li lasciarono così com’erano, non le staccarono, giacché non avevano la volontà e la forza per farlo.
-Guarda che belle bancarelle- disse Guel trascinandolo verso una di esse su cui tavolo, brillavano innumerevoli oggetti fatti a mano come braccialetti e collanine; rimasero lì per poco tempo, ma quanto bastava per farle comprare due braccialetti e una collanina entrambi con le ali di un angelo, per poi passare all’altra, soltanto che non c’era niente che le interessasse, per cui andò in quella successiva, portandolo da tutte le parti, almeno finché non fu lui a chiederle una tregua proponendole una bella bibita fresca, per cui si fermarono a un baretto che trovarono lì di fronte, prenotando qualcosa per rinfrescarsi.
-Grazie Belzebù… Anche se non ti conosco bene, posso dire che sei molto gentile per essere uno di Notturnia- disse lei porgendoli una patatina che li avevano portato con le bibite; lui per risposta le sorrise confermando che non era come i suoi compagni, era veramente diverso, non si burlava di lei, anzi la difendeva da Arachnes, proprio come se fosse di un altro mondo, il lato opposto della medaglia. Ogni tanto sorseggiavano la bibita perché era troppo fredda, sfortunatamente il cielo si oscurò improvvisamente e tanto inaspettatamente si mise a piovere, più che una pioggerella era diventato un vero e proprio diluvio, tanto che si dovettero rintanare all’interno del bar con i bicchieri in mano e la ciotola di patatine e salatini nell’altra; da quella buffa situazione ne scaturì una risata, che li fece un po’ avvicinare di più, anche perché la folla si stava accalcando all’interno del locale per ripararsi come avevano fatto loro.
-Meglio che pago e poi usciamo, ma restiamo sotto i balconi, almeno evitiamo di lavarci completamente- suggerì Belzebù iniziando ad allontanarsi dalla ragazza che, intanto si portò verso l’entrata dove lo aspettò; mentre aspettava il ragazzo, chiuse gli occhi ascoltando lo scrosciare dell’acqua, che per poco non la fece addormentare, per fortuna il compagno arrivò afferrandola per mano e insieme uscirono dal locale, portandosi, come suggerito prima, sotto i vari balconi che trovarono lungo la via; certo si bagnarono lo stesso, ma almeno evitarono il peggio. Arrivarono presso la piazza da cui partiva la strada principale per tornare alle pendici del vulcano; purtroppo per loro non c’erano più balconi su cui potersi riparare, per cui si bagnarono molto peggio di quanto previsto dall’abitante di Notturnia, anche perché rimasero molto tempo fermi ad ammirare la fontana che si reggeva nel suo mezzo; si voltarono l’uno di fronte all’altro e in quell’istante successe quello che nessuno dei due si aspettava: si baciarono sotto la pioggia, ma non fu uno come gli altri, anzi rimasero per molto tempo in quella posizione, assaporando ogni minuti e ogni gesto.
Quando si staccarono, rimasero sopresi da quello che avevano fatto, in fondo nessuno di Notturnia aveva mai baciato nessuno dei loro nemici, per cui era una cosa molto strana; ma non ci pensarono più di tanto; ripresero la loro marcia per ritornare a Celestia, in fondo qualcuno si sarebbe preoccupato, soprattutto il compagno della bionda e Arachnes, che nello stesso tempo stava urlando che non trovava più il suo Belzebù, sfortunatamente per lei sembrava che nessuno la sentisse, poiché ognuno era impegnato in varie attività e non avevano tempo per ascoltarla.
-Guel, senti non ne parliamo più di questa storia… Tra me e te non c’è e non ci sarà mai niente- disse Belzebù mettendosi di fronte a lei, come per pararle la strada, dopo vari minuti di silenzio molto imbarazzante e per risposta ricevette un cenno di consenso con la testa, così ripresero a camminare, almeno finché qualcuno non si pararono davanti facendo urlare la bionda dalla paura, purtroppo aveva ragione a strillare, perché la persona che l’aveva spaventata era proprio Arachnes che era riuscita a trovare il suo amore.
-Belzebù, ma che ci fai qui con una di Celestia? Non dovreste andare in gi…- purtroppo non finì la sua frase perché notò che i due si tenevano per mano e, dopo che glielo fece notare a entrambi, prese il suo amore nell’altra mano, per poi incolpargli in modo da dividere i due; così Guel dovette tornare a casa da sola, ma in fondo era stato un bene per lei, siccome sapeva che cosa le sarebbe successo se fossero arrivati di fronte agli altri mano nella mano, per cui pensò e ripensò a una scusa plausibile da raccontare a Sael, ma conoscendo le regole non doveva mentire, doveva dare solo la realtà anche se in modo diverso; soltanto che in seguito sarebbe dovuta andare a confessarsi per alleviare il peso che, or come ora, aveva sul cuore, sperando che nessuno la facesse parlare per più di tanto, in quanto, conoscendo i suoi punti deboli, conoscevano che cosa la spaventasse.
-Buon giorno…- disse semplicemente entrando nella stanza dove si erano radunati tutti i Day Star, per parlare della situazione che si era creata con l’arrivo degli abitanti di Notturnia, che era andata man mano peggiorando, perché non li lasciavano un minuto libero, non potevano neanche allenarsi, per fortuna che avevano trovato due ore buca, poiché gli altri dovevano andare a prendere alcune cose per festeggiare il compleanno di qualcuno, anche se non gli avevano detto di chi; così fu Sael a iniziare la loro riunione, per cui discussero del più e del meno, cercando anche un modo gentile per dire ai Notturniani di smetterla di prendersela con loro.
-Guel, tu che cosa ne pensi?- a farle la domanda fu Winel, che non l’aveva ancora sentita parlare ed era strano, di solito con loro si sfogava, ma non in quell’istante, giacché se ne stava muta al suo posto; quando si rese conto che tutti la fissavano, propose semplicemente di disputare una partita e se avessero vinto, avrebbero chiesto un trattamento migliore ai Notturniani e questa idea fu approvata da tutti, giacché era la cosa migliore senza che nessuno si facesse male, se non durante la partita. Guel guardò i suoi compagni, anche se le sembrava strano dover tenere tutto dentro, non era da lei mantenere per così un segreto, ma cercò in qualsiasi modo di non farsi osservare negli occhi, anche perché si no avrebbe confessato il tutto; mentre da un’altra parte di Liocott Belzebù stava parlando allegramente con i suoi compagni di squadra discutendo di una probabile partita per ottenere la seconda settimana in quel posto, anche perché li piaceva essere serviti e riveriti.
-Ecco, io penso che l’idea più giusta sia quella di sfidare i Night Star sia la cosa migliore per il momento, mettendo come premio il fatto di restare oppure di andare a seconda di chi vince- intanto che parlava, sorrideva, come se fosse felice e fiera di quello che aveva appena pronunciato, mentre dentro al suo cuore pensava al fatto che non avrebbe più rivisto il ragazzo che le aveva rubato il cuore in così poco tempo; Sael chiese ai suoi amici se l’idea della bionda fosse quella giusta, tanto sapeva che tutti avrebbero acconsentito, e la cosa si rivelò esatta, perché tutti opzionaro per quella scelta, purtroppo nessuno notò il cambiamento radicale del piccolo angelo dagli occhi azzurri.
I Day Star finirono poco prima che i loro rivali tornassero la discussione per mandarli via, così si ritrovarono a faccia a faccia tutti quanti, per sua sfortuna Guel si ritrovò di fronte ad Arachnes che la stava guardando con l’aria di sfida o di provocazione, ma questo la piccola non poteva saperlo, poiché nessuno l’aveva osservata mai in malo modo, per cui non riuscì a capire bene che cosa volesse realmente; non ci pensò più di tanto e continuò a fissare il suo capitano, che in contemporanea con Deastra pronunciò la sfida tra le due squadre, anche se al Notturniano non andava giù il fatto di andarsene accettò ben volentieri, ma solo allo scadere della settimana.
-Guel, manca ancora poco alla partita vero?!- chiese Belzebù non appena tutti tornarono ai propri lavori e li lasciarono soli senza accorgersene, certo, avevano lasciato lì l’angioletto perché si era imbambolata e il viola trovò la scusa di volerla spaventare; per cui si trovarono da soli e senza pensarci su si scambiarono un tenero bacio a fior di labbra, ma si staccarono immediatamente appena sentirono in lontananza dei passi che si stavano avvicinando, solo con la scusa di voler stare da soli Guel poté portarlo nel suo luogo preferito: un piccolo laghetto, dove i suoi genitori s’innamorarono e si sposarono; per cui era un posto speciale che aveva promesso di mostrarlo solo alla sua persona ideale.
-E’ fantastico… E’ proprio al confine tra i nostri due regni, per cui non dovrebbe essere difficile incontrarci anche se voi vinceste la partita, cosa del tutto improbabile poiché noi siamo i più forti- sghignazzò Belzebù facendo arrabbiare di poco Guel, che come segno mise il broncio facendo finta di non guardarlo, ma ci pensò lui a farla voltare verso di sé facendola cadere involontariamente sopra di lui, a quasi pochi centimetri dalla propria bocca, ma questa volta non si fermò, anzi avvicinò le sue labbra a quelle della ragazza cedendo al ritmo frenetico del loro cuore, per fortuna della ragazza riuscirono a staccarsi appena in tempo, anche perché doveva rimanere casta fino alla sera del matrimonio.
-Io non so che cosa mi prenda in questo periodo, ma so che non riesco a stare lontano da te… Credo che una distanza ci faccia solo bene- detto questo Guel si alzò dirigendosi verso il palazzo che si stava illuminando a festa, infatti, era pieno di luci di tutti i colori e nell’aria si respirava odore del famoso dolce di Ekadel; purtroppo non riuscì a fare tanti passi giacché si sentì qualcuno afferrarla per le maniche e trascinarla verso il basso, per poi abbassarla verso il suo petto e sussurrarle: “a me non importa se dovrò salire o dovrò scendere ancora più in basso, so solo che voglio stare con te e non so quante prove affronterò, ma ce la farò solo per vedere sul tuo bellissimo volto il sorriso che ho rivisto durante il carnevale”.
Guel alzò un attimo lo sguardo ritrovandosi Belzebù che la stava coccolando come se fosse la cosa più preziosa che avesse tra le braccia, per cui si lasciò accarezzare per tutto il tempo continuando a ripetere che i loro sentimenti erano male e che non potevano accettarli, purtroppo erano al contempo troppo forti perché siano segregati in un angolo e lasciati lì per sempre. Rimasero a coccolarsi per un po’, poi furono richiamati dai propri compagni che voleva iniziare al più presto la festa in onore di Astaroth che compieva gli anni e che stava per tornare, visto che con una scusa un po’ ridicola l’aveva mandato giù a Notturnia e ora, si stava ripresentando per la cena.
-Guel eccoti qui… Forza, bisogna andarsi a cambiare in fretta e furia, perché hanno invitato anche noi- disse Aiel afferrandola per mano per poi portarla con sé verso la sua stanza dove trovarono già l’abito da indossare con relative scarpe e accessori; su subito l’angelo rimase sbigottita dal fatto di trovarsi di fronte a quel magnifico vestito: lungo fino alle ginocchia dal colore bianco e giallo paglierino, con dei decori molto fini e una cintura in vita fatta di fiori, anche tutto il resto degli accessori erano in coordinato; così entrambe le ragazze iniziarono a cambiarsi, aiutandosi di tanto in tanto con il trucco o le zip messe sulla schiena.
Quando furono pronte per uscire notarono che dall’altra parte della stanza c’erano le ragazze di Notturnia che non riuscivano a sistemarsi, così, come atto caritatevole le aiutarono a vestirsi, per poi uscire tutte insieme dalla camera e dirigersi verso la festa, dove trovarono già i ragazzi pronti e in attesa delle donne, ma soprattutto del festeggiato che sembrava ritardare sempre di più; per fortuna che ci mise solo dieci minuti a scendere, visto che si era perso nell’enorme palazzo, finendo addirittura in cucina, dopo un paio di risate la festa poté iniziare.
-Guel, io non so come dirtelo… Per me sei importante e potrei rinunciare addirittura ai miei poteri per te- disse Belzebù mentre la festa proseguiva e si erano ritrovati sul balconcino per prendere un po’ d’aria, perché l’aria all’interno era diventata troppo forte, soprattutto per i ragazzi di Celestia che non erano ancora abituati al caldo; Guel, intanto, non fissava il ragazzo che le aveva parlato, anzi, proprio per niente, stava fissando le stelle, domandandosi quale fosse realmente il suo destino, se stare con il Notturniano, oppure fare finta di niente e continuare la sua vita normale; sfortunatamente le costellazioni sembravano non darle nessun segnale, anche perché a un certo punto si offuscarono, come se la pioggia incombesse su di loro.
-Tornate tutti dentro… Forza e chiudiamo porte e finestre- ordinò Sael, trascinando dentro tutti i ragazzi che si trovavano fuori; siccome solo lui e Deastra sapevano il perché del cambiamento climatico e delle consecutive precipitazioni, tutti gli invitati continuarono a domandarsi che cosa stesse succedendo, così di comune accordo i due rivali spiegarono che questi mutamenti stavano a significare solo che i capi supremi di Celestia e di Notturnia si stavano radunando per decidere le sorti di qualcuno che stava andando contro le loro regole; a questo punto i due diretti interessati si scambiarono degli sguardi, ma non fecero in tempo a girare di tutto gli occhi che si ritrovarono circondati dal nulla assoluto.
-Belzebù ma dove siamo?! Ho paura- disse Guel attaccandosi al braccio del ragazzo, che intanto continuava a guardarsi intorno, come per voler capire che cosa succedesse, almeno finché di fronte a loro non si presentarono i capi di entrambe le due fazioni, solo che quelli di Celestia erano circondati da una luce biancastra, mentre quelli di Notturnia erano nell’ombra, in fondo non si erano mai fatti vedere da nessuno, tanto meno dai loro capitani, per cui era strano che si presentassero di fronte a loro mostrando i loro veri volti.
-Guel… Belzebù… Sappiamo che cosa vi sta succedendo e questo va contro le leggi dei vostri regni… Oggi ci siamo radunati qui per parlarvi delle conseguenze che ne conseguiranno: o vi amerete per sempre e rinuncerete ai vostri poteri oppure vi dimenticherete questa storia- dissero in coro i capi supremi mettendoli di fronte all’ardua scelta, per fortuna si divisero, giacché i buoni portarono Guel in una stanza per parlarle, mentre i cattivi fecero lo stesso con il ragazzo, almeno non potevano contagiarsi a vicenda nelle risposte.
-Guel, lo so che cosa provi per lui, anch’io sono arrivata di fronte a questa decisione, e ho lasciato andare il mio amore, tu non farlo- disse il capo supremo, che era una bella donna, da quanto poteva intravedere; lo stesso, ma al contrario, fecero i Notturniani, cercando di far capire al viola che era sbagliato l’amore per una donna, soprattutto di Celestia, fortunatamente entrambi avevano già la risposta immediata, per cui aspettarono che i loro superiori finissero di parlare per poi ritornare nella grande sala dove si erano separati tempo prima.
Guel ascoltava i battiti del suo cuore accelerare a ogni suo passo, mentre la figura di Belzebù diventava sempre più nitida, fino a essere focalizzata; in seguito si ritrovò di fronte l’uno all’altro e, solo dopo aver visto le loro future vite, sia insieme sia non, volevano fargli vedere come fossero state in ambe due i casi, così da aiutarli nella scelta.
-Belzebù… Mi dispiace, ma io amo la mia vita e non so che cosa mi sia successo, ma la mia vita preferirei viverla…- non finì in tempo la frase che entrambi furono avvolti da una luce biancastra che li fece svenire, tanto da non far vedere il posto in cui li avevano trasportati, in modo da non far capire a nessuno dei due quale fosse stata la loro scelta; svolazzarono per un po’ fino a che non si distesero su un letto, mentre dalla radio si sentirono le parole della canzone “Qualcosa di grande” dei Lunapop.
 
 
“Cos’è successo la tua luce, la tua luce si è
oscurata, con qualcuno che conosco e
ti ha portata via da me.
Cos’è successo, la tua stella, la tua stella si
è eclissata e ora provaci dal buoi a
brillare senza me!!!”
 
-Buon giorno Guel, è questo che tu hai scelto? Di cadere nell’oscurità con me?!- disse Belzebù abbracciandola dolce-mente, rimasero così senz’altro parlare, solo delle flebili parole di ringraziamento, poi si alzarono dal letto matrimoniale che condividevano e si diressero verso la cucina, per poi iniziare la loro vera vita insieme, anche perché avevano scelto entrambi la stessa identica cosa: una vita felice insieme con dei bambini, che contemporaneamente gli avevano raggiunti a tavola, erano due un maschio di due anni, assomigliante a Guel e la femmina uguale al padre di poche settimane; finito la colazione, l’uomo si rintanò nella sua stanza per scrivere qualcosa che lasciò alla fine sul cuscino di Guel, che lo trovò quando andò a sistemare il letto.
 
Cara moglie mia,
anche se so che avresti preferito passare il resto della vita con i tuoi amici di Celestia, mentre hai preferito di stare con me e di cadere nell’oscurità.
Voglio solo dirti che sei una donna forte, ti amo per questo, mi rendi fiero e felice di essere il tuo sposo e padre dei tuoi figli; tempo fa non avrei mai pensato di scrivere queste parole per un angelo, ma tu sei per me la cosa più  bella, quella da cui non staccarsi più.
Ti voglio ringraziare per avermi reso padre e partecipe della tua vita, tempo fa mi hai detto che la distanza ci avrebbe fatto bene, ma non credo che avessi ragione, anche perché io senza di te non so più vivere, sei la mia roccia,
Abbiamo fatto la scelta giusta e grazie di essere caduta insieme con me, ora sei parte della mia vita come io sono la tua.
Ti amo piccolo angelo che non ha mai smesso di volare.
Tuo marito Belzebù
 
A Guel scesero delle piccole lacrime di gioia per poi correre di fuori dalla casa e raggiungere il marito saltandoli in braccio; intanto non si accorse che vicino a loro si trovarono i loro compagni di squadra che stavano festeggiando la loro decisione, confermandoli la decisione di una pace duratura tra i due regni, almeno fino al risveglio del Signore di Notturnia; così festeggiarono per tutto il giorno e mostrarono a tutti i due bambini. Ora si che la loro vita trascorreva felice come avevano sognato da sempre.
 


Fine.
 
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Angolo pazzo:
eccomi qui a partecipare al primo contest su questo sito, di solito andavo sul mio forum ma era su altro... Beh, che dire... Ho osato e forse un pò troppo, ma mi piaceva tantissimo questa coppia che, anche se non porterà a casa nessun premio, secondo me stava benissimo insieme.
Per quanto riguarda le altre storie su Inazuma state tranquilli/e sono già pronti da un pò e mi serve solo la connessione stabile per continuarle ad aggiornare.
Detto questo vi dico solo ciao.
Baci Baci,
Without_Loved.
   
 
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