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Autore: GuineverexXx    30/06/2013    1 recensioni
Allora care ragazze... Forse alcuni si ricorderanno di questa storia. È stata scritta da AriStone06 che è per l'appunto la sottoscritta in un altro profilo. Ma passiamo alla trama, per le spiegazioni le troverete nel primo capitolo.
Christine, neo-diplomata francese si troverà catapultata in America per il suo primo anno di università insieme a quelli del suo corso. Più precisamente ad Atlanta dove vi passerà ben trecentosessantacinque giorni della sua esistenza. Ma che succederà se come "famiglia" ad ospitarla si ritroverà solo un trentenne dagli occhi di ghiaccio e i capelli indomabili? Come la prenderà? Ma soprattutto cosa succederà? Il motivo del perchè le hanno affibbiato il nostro amato Ian è ancora all'oscuro per lei.
Ian con un compito ben preciso da svolgere, si ritroverà una bella gatta da pelare dato che la nostra Chris non è la solita timida ragazzina che si fa abbindolare dagli occhi cerulei dell'attore. Che tra l'altro, neanche conosce.
Storia completamente revisionata ;) Vi aspetto!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note : Allora ragazzi/e ho deciso di riscrivere da capo questa storia perché sinceramente mi scocciava a lasciarla incompiuta. Sarà modificata completamente e da come capirete via leggendo, il mio modo di scrivere è cambiato e spero vi piaccia di più :3 L'account di AriStone06 (o Nada650) ho deciso di lasciarlo - non lo eliminerò dato che è pieno di ricordi, ma semplicemente non ci entrerò più - e ne ho creato uno nuovo con l'intenzione di scrivere altre storie più interessanti. Ma questa - dato che era la più popolare delle mie storie e tra l'altro la mia preferita - ho deciso di riscriverla. Anche la protagonista è stata cambiata : di nome, di faccia e anche di voce. Spero che le mie vecchie lettrici mi seguiranno anche qui, anche se prevedo il peggio T.T come minimo mi vorrete morta per aver lasciato la storia incompiuta per un anno e passa. Ma ora sono qui per rifarmi :3 
Ci sentiamo giù! Vi lascio alla storia allora ;)



 

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L'aveva fatto. Alla fine era riuscita a rovinarmi la vita come aveva sempre sperato. Sapevo per certo che tra i suoi compiti e le sue ambizioni, quello di mettere fine alla vita di Damon Salvatore era il primo della lista. Il motivo? Beh nel telefilm il caro vampiro aveva volutamente ammazzato – e senza alcuna pietà – la dolce Lexi, alias Arielle Kebbel che non era altri che la sua migliore amica nella vita reale. Il fatto però è che nella vita reale non c'era alcun Damon Salvatore, ma solo un povero Ian Somerhalder alle prese con gli attacchi isterici della sua manager.

<< Senti Ian, capisco che la cosa ti reca non poche preoccupazioni, ma non ho altra scelta. >> sentenziò con un cipiglio severo sul viso. Era irremovibile la ragazza e la cosa mi fece letteralmente cadere le braccia. Non poteva essere seria, non doveva. C'era di mezzo la mia libertà, la mia privacy. L'unico porto sicuro nella mia vita lontano dai paparazzi era la mia umile dimora, che ora era minacciata da un essere ancora sconosciuto a me. Un essere non gradito che doveva essere cacciato via al più presto.

<< Kate, per favore ascoltami bene. >> appoggiai una mano sulla sua spalla per farle capire quanto la situazione fosse grave. << Perchè te lo dirò una sola volta: quella ragazzina non la voglio in casa mia. >>

<< Vorrai dire casa sua per esattamente... quanti erano? >> fece retorica con finta aria pensosa. << Trecentosessantacinque giorni. >> sorrise beffarda facendo dietrofront e andando dritta verso la macchinetta del caffé appostata nel set.

<< Diamine Kate! Che caspita dovrei dire a Nina?! Amore scusa, ma da domani verrà a vivere da me una diciottenne arrapata con gli ormoni a mille. Oh lo so che volevi convivere con me, ma vedi questa ragazzina ha ufficialmente preso il tuo posto a casa. >> il tutto accompagnato con dei gesti plateali che indicavano tutta la mia disperazione. Se credeva che avrei portato a casa mia una sconosciuta di mia spontanea volontà, si sbagliava di grosso. Ero un attore perdinci, non una balia! E sapevo per certo che quella ragazza mi avrebbe rovinato l'esistenza.

<< Se Nina ti creerà problemi allora lasciala. >> scrollò le spalle con noncuranza ed evitando accuratamente il mio sguardo furente. Sapevo quanto odiava la mia ragazza e non ero mai stato molto propenso a lasciargliela passare liscia, ma per quella volta chiusi un occhio. La questione era ben più grave. << Però Ian è una cosa che dovrà rimanere tra me, te e Julie. Nessun altro deve venirne a conoscenza tanto meno i tuoi colleghi. >> mormorò ad un tratto seria avvicinandosi al mio viso.

<< Perchè io? Insomma perchè non può essere ospitata da una semplice famiglia come i suoi compagni?>>

<< Perchè sto facendo un favore a un mio vecchio amico. >> vidi chiaramente il suo sguardo severo vacillare per un secondo e le sue palpebre fremere per qualcosa a me ignoto. Tasto dolente…

<< Senti Kate, dato che, da quanto ho capito sono obbligato a fare questa cosa >> borbottai le ultime parole portandomi stancamente una mano sugli occhi. << dovrei saperne di più. Insomma chi me lo dice che non è una fanatica di The Vampire Diaries pronta ad un assalto programmato in camera mia? >>

<< Oh cielo Ian, ma di che ti preoccupi? Hai più di trent'anni, non riesci nemmeno a badare una diciottenne? >> esclamò esasperata, avviandosi a passo spedito verso il mio camerino.

<< Che dire, non era la fase adolescenziale quella più difficile da tenere a bada? >> feci ironico entrando dopo di lei in quello spazio ampio. Si girò verso di me, ritornando severa e composta. Se dovevo essere sincero, in tutta la mia carriera non l'avevo mai vista così seria e la cosa mi preoccupò più della ragazzina stessa.

<< L'amico di cui ti parlavo è suo zio. >> alzai entrambe le sopracciglia esortandola a continuare con un'occhiata. << La ragazza... è talentuosa per così dire. Anzi togli il “per così dire”, lei lo è. >> iniziò, prendendo tra le mani una bambola di porcellana appoggiata sopra il davanzale. Doveva essere un regalo dei miei fans. Un brivido mi passò lungo la spina dorsale non appena feci mente locale. Quella poteva anche essere una bambola wodoo per quel che ne sapevo. Un modo per farmi innamorare di qualche psicopatica. Ma cancellai subito quell'idea malsana, dandomi dello stupido per aver giudicato i miei fans.
<< Ma diciamo che i suoi genitori non sono propensi a lasciarla nelle mani di alcuna casa discografica. >> continuò, guadagnandosi nuovamente la mia più totale attenzione. Casa discografica...

<< Dunque il talento di cui parlavi è il canto? >>
<< Non solo... >> si girò nuovamente verso di me, facendo oscillare i suoi capelli rossi e rendendosi inconsapevolmente più sexy di quanto fosse. Già, dovevo ammettere che all'inizio della mia carriera ci avevo provato spudoratamente con lei, ma a quanto mi aveva fatto capire era fermamente professionale la ragazza. Dunque lasciai correre la mia cottarella insensata, facendo diventare la mia manager la mia migliore amica. << Suo zio è un professore di teatro e solo un paio di anni fa ha scoperto le sue doti per la recitazione. Ma i suoi genitori furono contrari anche su questo. Così decise di farle qualche lezione di recitazione in segreto dall'età di quindici anni fino all'anno scorso. Fu proprio lei a bloccare i corsi, lasciando perplesso suo zio. >>

<< E dunque? >> volevo passare al sodo, capire perchè fossi io ad ospitarla da me.
<< Hai il compito di aiutarla Ian. I suoi genitori le hanno inculcato idee malsane, tra cui fare degli studi che mai avrebbe fatto di sua spontanea volontà. Dovrai esortarla ad entrare nel mondo dello spettacolo senza che lei sospetti nulla. Altrimenti potrebbe prenderla male e ritornare in Francia. >>


<< Perchè fai tutto questo? >> questa era la domanda che più premeva per uscirmi dalle labbra. Perchè si premurava per far emergere quella ragazza? Nel mondo c'erano altre persone con medesimi problemi, ma scovarli non era di certo il nostro compito. Dovevano uscire da soli, di loro spontanea volontà.

Mi aspettavo di tutto, tranne quella sua reazione. Arrossì fino all'inverosimile facendomi insospettire ancora di più.
<< Quello cos'era? >> la indicai avvicinandomi furtivo. << Sei arrossita?! >> non mi resi neanche conto di aver urlato, facendola sobbalzare sul posto. Katherine Moore era arrossita. La frigida Katherine, quella fredda con sempre uno strato di ghiaccio ad avvolgerla : era arrossita.

<< Senti Ian, questi non sono affari tuoi. Sono la tua manager e il tuo compito è questo. Buon lavoro. >> detto questo e senza degnarmi più di un solo sguardo, uscì dal camerino sbattendo la porta. Qui gatta ci cova...

 

***

 

Atlanta. America... Chi l'avrebbe mai detto che il mio primo anno d'università l'avrei passato in una scuola americana insieme alla mia classe. Un piccolo sorriso m'incurvò le labbra, immaginando come sarebbe stata la mia vita dall'altra parte dell'oceano. Ero eccitata all'idea, ma anche terribilmente spaventata. Mi chiedevo se ce l'avrei fatta nel mondo del commercio. Se sarei riuscita a diventare ciò che i miei genitori desideravano di più al mondo. Sapevo che la loro più grande ambizione era di vedermi con una fruttuosa carriera e un marito al fianco invidiabile per i suoi soldi.

Quella era la loro idea di felicità. Ma lo sarebbe stato anche per me? Quella era la definizione di una vita felice fatta d'amore e soddisfazioni? Lo speravo. Perchè stavo andando incontro a quella felicità che mai in quel momento mi era mai sembrata così astratta e lontana.

<< Certo che l'oceano visto da qua su fa impressione. >> sussurrò una voce vicina che avrei riconosciuto fra mille. Mi girai verso la fonte, riservandogli un sorriso pieno di dolcezza.
<< Hai paura amore? >> tutti nel liceo erano rimasti basiti per il mio repentino cambiamento con Danier, che non era altri che il mio ragazzo. Perchè? Diciamo solamente che non potevo definirmi una santarellina, anzi. Ero sempre stata una ragazza spiccata e con la lingua tagliente. L'ironia l'avevo ormai trasformata come mia possibile religione. E vedermi così addomesticata in compagnia del mio ragazzo, lasciava interdetti non pochi.

Il fatto è che ero follemente innamorata di lui dalla prima liceo e fu solo in quarta che si decise a chiedermi di uscire insieme. Per tutti quegli anni non aveva fatto altro che ignorarmi e la cosa mi sorprese. All'inizio credevo che fosse solo uno stupido scherzo, ma il suo sguardo serio mi fece desistere dallo scoppiargli a ridere in faccia. Il fatto per cui lui m'ignorava era per l'appunto la mia spiccata ironia sempre presente e avevo sentito dire che lui detestava le ragazze che si comportavano in tale maniera. Ma pertanto mi aveva chiesto di uscire, dunque dovevo in qualche modo cambiare per lui. Lui l'aveva fatto per me.

Ricambiò il mio sorriso, appoggiandosi stancamente sul suo sedile chiudendo gli occhi. Lo guardai di sottecchi premurandomi che si addormentasse prima di tirare fuori carta e penna. Sentivo il bisogno insistente di rilasciare i miei pensieri insieme all'inchiostro.

Iniziai dunque a scrivere quella che doveva essere la mia decima canzone. Di tanto in tanto lanciavo occhiatine verso Daniel rassicurandomi che stesse dormendo profondamente. Mancavano ancora tre ore all'atterraggio e avevo tutto il tempo disponibile per terminare quella canzone che mi premeva da quando eravamo entrati in aeroporto.

C'era un motivo del perchè non potevo mostrarmi a scrivere le mie canzoni davanti al mio ragazzo: lui non tollerava certe sciocchezze. Proprio come i miei genitori e dunque mi ero rassegnata all'idea che nessuno dovesse sapere delle mie canzoni. E mi ero anche rassegnata all'idea che le mie canzoni non potessero avere futuro. Con un sorriso triste a incresparmi le labbra guardai fuori dalla finestra.

America... non so perchè, ma sento che mi porterai fortuna.

 

***

 

Mmmmh ... allora? Che ne dite? Vale la pena ricominciarla da capo? Spero di si :)
Un bacio mie care <3

   
 
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