Arriviamo alla festa alle nove e un quarto. La festa iniziava alle nove perciò una ventina di invitati sono già arrivati. Alle dieci meno un quarto la casa è piena. Ci saranno all’incirca 120 persone, eppure il mio sguardo ne cerca solo una. Rimango seduta a cercare degli occhi verdi, in mezzo al buio. Dopo un po, Ceci, che sembrava avermi dimenticato, si ricorda di me. ‘Dai! Vieni a ballare!’ ‘No, Ceci non me la sento’ ‘Dai che ti diverti!’ ‘Ceci non…’ Prevedibilmente dieci secondi dopo mi ritrovo in mezzo alla pista. Ceci ci mette meno di due minuti a dimenticarsi completamente di me per andare a ballare con un ragazzo e per cominciare a fare l’oca con lui, come suo solito. Voglio andarmene da quel casino. Voglio scappare. Voglio urlare a tutte quelle persone di lasciarmi passare. Nessuno mi ascolterebbe. Sono bloccata. E poi, improvvisamente, sento quel vuoto che precede una crisi di panico. Comincio a spintonare le persone, senza curarmi dei loro urletti di disappunto, e mi getto verso la porta più vicina. Sto per afferrare la maniglia quando sento una mano calda afferrarmi il polso. Mi giro di scatto, sicura di scoppiare. Vedo Harry. ‘Carolina, giusto?’ Domanda con un sorriso. Lo guardo, spalanco gli occhi e inizio a respirare a fatica. Il sorriso scompare dal volto di Harry. ‘Vieni, usciamo.’ Mi fa passare dalla porta in fretta e sbuchiamo in un vicolo semi-buio. ‘ehi… tranquilla…’ Mi fa sedere sul marciapiede mentre sento le lacrime rigarmi il volto. ‘stai calma…stai calma…’ Inizio a tremare. Mi prende la mano. Comincio a respirare a scatti. ‘Stai tranquilla, va tutto bene, va tutto bene’ Ormai ho il viso gonfio di lacrime e sento, come ogni volta, che non ce la farò. Penso che questa volta non sopravvivrò. ‘Va tutto bene…Sono qui…Non ti lascio’ Inizio a calmarmi. I singhiozzi mutano in lacrime silenziose. ‘E’ finita…è finita…stai bene…’ Harry mi abbraccia. Quando mi lascia sento come se la crisi dovesse ricominciare. Ma non ricomincia. Allora cos’è? Cos’è quella sensazione così simile al vuoto? ‘Stai tremando…’ Con un movimento rapido Harry si toglie la felpa blu e me la appoggia sulle spalle. Rimaniamo per qualche minuti in silenzio, non ho il coraggio di guardarlo. Non sono mai stata così imbarazzata in tutta la mia vita. Dopo un po alzo lo sguardo e mi accorgo che mi sta fissando, mentre ancora tiene la mano sulla mia spalla. ‘Scusa…’ Bisbiglio, cercando di asciugarmi le lacrime. ‘Non ti devi scusare…non è colpa tua…’ ‘Scusa…’ Dico ancora, perché è tutto quello che riesco a proferire. Harry si siede accanto a me. ‘Vuoi tornare alla festa?’ Domando io. ‘No.’ ‘Non sei obbligato a restare qui…davvero…’ ‘Lo so.’ ‘E allora come mai non vai?’ ‘Voglio stare con te, non mi piacciono queste feste.’ ‘E cosa vuoi fare?’ ‘Raccontami.’ ‘Raccontami di cosa?’ ‘Raccontami di te.’