Dopo la pausa mostruosa la vostra Tenten è
tornata con un'altra NejiTen! XP
Devo ammettere che è la prima un pò spinta che scrivo ma
non ho messo rating rosso visto che non mi sembrava proprio il caso.
Giudicate voi e datemi le vostre opinioni.
Baci e Buona lettura!
Era mattina.
Dormivo abbracciata a qualcosa di caldo.
Sentii dei baci alla base del collo e dei capelli solleticarmi l’addome
nudo.
Mugugnai qualcosa sorridendo appena ancora intontita dal sonno.
Sentii la sua voce bassa e roca sussurrarmi a un orecchio.
“’giorno Tenten”
Socchiusi gli occhi e poi li aprii entrambi con lentezza sorridendo al mio
compagno.
Anche lui piegò le labbra in un leggero sorriso e portò una mano sul mio fianco
nudo mentre con l’altro braccio si sorreggeva
sopra di me osservandomi negli occhi.
“’giorno Neji…”
Il sorriso mi si spense quando lui mi fece una carezza e mi baciò dolcemente le
labbra.
Il solito saluto mattutino.
Quello che infrangeva sempre i miei sogni e uccideva ogni mia speranza.
Non disse nulla e si fece leva con i gomiti sul letto rialzandosi da sopra di
me.
Quella sera gli avevo chiesto di rimanere così prima di addormentarci.
Lui aveva acconsentito senza replicare.
Volevo sentirlo vicino come non potevo averlo sempre.
Fece scivolare le lenzuola via dal suo corpo e di conseguenza dal mio
sottostante.
Mi diede un bacio più passionale sulle labbra e si staccò guardandomi negli occhi impassibile con qualcosa di triste nei suoi
occhi come del resto nei miei.
Odiavo la mattina.
Lui mi diceva sempre che assomigliavo al sole.
Il mio sorriso risplendeva e la mia vivacità rasserenava tutti.
Ma adesso non era più così.
Perché la mia vera vita non era più quella per le strade di Konoha o in
missione sotto il sole cocente.
No.
La mia vita ormai era diventata quella notturna.
Quella nella quale la signora Luna ci proteggeva da occhi indiscreti e nel
quale il buio univa ogni notte i nostri respiri.
Entrambi amanti.
Entrambi legati da un amore contrastato.
Ognuno aveva detto il proprio “si, lo
voglio” con costrizione quel giorno.
La casata non avrebbe accettato la nostra unione come lo fa silenziosa la notte
con la sua ebbrezza.
Sapevo che era tutto sbagliato nella sua poca logica ma
ogni sera non riuscivo a non cedere alle sue labbra e mi ritrovavo sempre con
quel misto di paura se fossimo stati scoperti.
Sapevo che era tutto un errore e neanche i nostri compagni se lo meritavano, ma
li ingannavamo solo per il nostro bene: non avremmo resistito uno
lontanodall’altro, ne eravamo a conoscenza.
Ma Lee non si meritava questo.
Hinata non meritava questo.
E ogni notte versavo due lacrime mentre mi univo a
Neji.
Una per entrambi.
Per perdonarci.
Ma io non sapevo bloccarmi, non sapevo pacare la voglia di lui e ogni notte
sentivo quella stessa voglia di entrambi bruciare mentre
le nostre lingue si univano in una danza armoniosa e passionale nel quale ogni
cosa intorno veniva buttata fuori dai nostri pensieri.
Dentro di me sentivo sempre ardere un fuoco che non riuscivo mai a controllare.
Io provavo a spegnere le fiamme ma quando prendevo quel ventaglio che era il
mio autocontrollo, le fiamme si alzavano e mi avvolgevano del tutto lasciandomi
concedere solo urla di piacere.
E ogni notte si ripeteva.
E io odiavo il giorno.
Odiavo tutto ciò che mi tenesse lontano da lui.
E finalmente capivo cosa fossero i sorrisi falsi.
Quelli che rivolgevo sempre a chi incontravo prima di ritrovarmi con lui.
Adesso che lo vedevo rimettersi la casacca lo guardai tristemente stringendo le
ginocchia al petto.
Si voltò non dicendo nulla e continuando a vestirsi di fretta.
“devi proprio andare? Non puoi restare ancora un po’?”
Lo guardai speranzosa mentre mi saliva il solito
groppo alla gola e sentivo le mani prudere per la rabbia.
Sembrava sempre tutto troppo ingiusto o forse lo era
sempre solo con noi?
Lui mi venne incontro guardandomi con dispiacere.
“no, Tenten. Sai che adesso tornerà Lee con il suo team e Hinata-sama si
starà per svegliare.”
Abbassai il capo sentendomi sprofondare mentre il
cuore sembrava essere stato trafitto da una pugnalata; quella che mi infliggeva
quello stupido sole ogni mattina.
“si. Scusa. Sono una stupida.”
Sentii due dita alzarmi il volto rigato da qualche lacrima.
Poi impressi quel solito momento nei miei pensieri e nelle mie memorie mentre
lui mi rubava vorace le labbra straziandomi con un solo bacio.
Si staccò afferrando la borsa e caricandosela su una spalla.
Mi guardò l’ultima volta e uscì dalla finestra come fosse
un ladro.
Perché in fondo… un ladro si nasconde da chi vuole derubare e da chi non
agisce come lui.
Un amante… un amante si nasconde da chi lo ama e da chi potrebbe odiarlo
per ciò che compie.
Un ladro di amore che non gli appartiene.
È questo che eravamo.
E la nostra passione si sarebbe celata ancora un’altra notte seguita da
tante altre.
Rubando piacere e soffrendo pene.
Come sono andata? bocciata?
commentate per favore,
besos Ten