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Autore: Michaelis Ashley Warblers    30/06/2013    3 recensioni
Come sempre Blaine si svegliò in piena notte, nel suo letto spaventato. Non era riuscito a superare quel trauma.
Ormai da un mese a quella parte si svegliava in piena notte, tremante e piangente. Le immagini di continuavano a scorrergli nella testa come un film a rallentatore. Scena dopo scena si riproponeva nella sua mente, niente gli avrebbe fatto dimenticare quelle sensazioni ne era sicuro.
Genere: Angst, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fan fiction partecipa al Seblaine Challenge, organizzato dal gruppo Seblaine Events

 

Nightmare.


PROMPT: Angst  - demenziale.

Come sempre Blaine si svegliò in piena notte, nel suo letto spaventato. Non era riuscito a superare quel trauma.
Ormai da un mese a quella parte si svegliava in piena notte, tremante e piangente. Le immagini di continuavano a scorrergli nella testa come un film a rallentatore. Scena dopo scena si riproponeva nella sua mente, niente gli avrebbe fatto dimenticare quelle sensazioni ne era sicuro.
 
Ogni volta che si svegliava era preso da una vera  e propria crisi di panico. Si sentiva solo, il peso di quella sofferenza lo schiacciava e nessuno lo aiutava. Voleva gridare,  ma non ne aveva la forza in quanto il suo grido sarebbe stato un sordo sibilo nell’eco della notte.
 
Le lacrime solcavano il suo volto ininterrottamente, nonostante il caldo, aveva freddo. Tanto freddo troppo freddo. La paura di non farcela lo assaliva ogni volta, durante ogni attacco.
 
Nel buio della sua camera si rannicchiava nel lenzuolo e continuava a piangere ed avere paura in silenzio. Tanto nessuno poteva o voleva sentirlo. Chi vuole sentire un uomo che piange e si dispera perché ha paura?
 
Le tenebre erano le sue più grandi alleate, poteva fare quello che voleva senza essere visto, senza essere  sentito, senza essere giudicato. Era una specie di creatura notturna. Le sue notti insonni lo portavano ad essere distrutto la mattina seguente, ma a nessuno importava. Nessuno lo aveva notato. Viveva da solo, era solo.
 
Una sera, obbligato dal suo amico Trent, uscì e si recò ad un appuntamento con tutti i Warblers. Da bravi ragazzi quali erano, decisero di andare a cena fuori e poi avrebbero fatto un giro per i locali che offrivano la prima bevuta gratis.
 
La prima fermata fu Subway, dove si ingozzarono, quasi come se dovessero affogare nel cibo i loro problemi e i loro dispiaceri. Forse qualcuno di loro doveva davvero farlo.
 
Il sabato sera era facile ubriacarsi gratis, molti locali per farsi pubblicità offrivano la prima bevuta gratis. Ovviamente tutti i ragazzi ebbero la stessa idea. Approfittare delle bevute gratis. Era semplice ingannare il problema. Tutti prendevano la bevuta gratis e poi a rotazione uno di loro consumava la bevuta nel locale attuale. Cambio locale cambio contribuente. Facile molto facile. Alla fine della serata ti ritrovi con litri e litri di alcool nello stomaco e non sai nemmeno come hai fatto.
Questo successe a Blaine, solo che lui oltre ai litri di alcool nello stomaco si trovò accanto, nel suo letto, un bellissimo ragazzo. Come ci era finito li? Non se lo ricordava proprio. Lui e le bevande alcoliche non avevano  un buon rapporto, ma nonostante ciò continuava a bere. Aveva bisogno di dimenticare. Non poteva e non voleva più soffrire. L’alcool lo aiutava a dimenticare, e dimenticava proprio tutto.
 
Si alzò dal suo letto in silenzio, cercando di non svegliare il suo ospite. La testa scoppiava, ma ci era abituato, era come se fosse uscito da una delle sue crisi. Si diresse verso il bagno e dall’armadietto delle medicine estrasse un’aspirina la diluì nell’acqua e la bevve. Prima di tornare dal suo ospite si ricompose, si lavò i denti ed il viso.
 
Quando tornò in camera, con sua grande sorpresa trovò il letto vuoto. Nessuna traccia del suo ospite. Niente che facesse pensare alla presenza di un estraneo in casa. Anderson credette di aver avuto un’allucinazione provocatagli dalla sbronza colossale del giorno prima. Decise di non raccontare a nessuno la sua esperienza.
 
Il sabato successivo, stessa routine, ristorante, bevute e casa. Anche stavolta quando riaprì gli occhi trovò il ragazzo del Sabato precedente sdraiato e addormentato accanto a lui nel suo letto. Decise che avrebbe aspettato che si svegliasse per parlargli. Questo però non successe perché il mal di testa di Blaine lo portò ad addormentarsi prima di poter chiedere spiegazioni allo sconosciuto ospite frequentatore del suo letto.
 
Al suo definitivo risveglio l’estraneo era di nuovo sparito, e di nuovo nessuna traccia che facesse pensare alla presenza di uno sconosciuto.  Stava impazzendo lo sentiva.
 
Si rese conto che quando lo sconosciuto, o meglio la visione, dormiva con lui non aveva una delle sue crisi. Non sapeva perché ma la cosa lo faceva sentire protetto, ma allo stesso tempo lo spaventava perché non sapeva se quello che accadeva fosse reale o solo una sua immaginazione.
 
C’era un solo modo per saperlo: aspettare Sabato. Ovviamente si ripromise di non bere. Ovviamente fallì. Anche quel sabato tornò a casa ubriaco come una spugna. Ovviamente la Domenica mattina trovò nel suo letto il solito ragazzo. Quella storia andava avanti ormai da un mese. Blaine si sentiva folle ogni momento in più che passava. Non capiva se fosse realtà o finzione. Decise di allungare una mano e accarezzare i capelli del ragazzo. Erano reali. Erano così morbidi e così profumati. La cosa lo rassicurò. Non stava diventando pazzo.
 
Sotto il tocco delle sue mani l’altro ragazzo si svegliò e gli rivolse un sorriso a metà tra l’assonnato e il provocante. Il cuore di Anderson perse un battito.
 
<< Ti faccio sempre lo stesso effetto, anche se non ti ricordi mai di me. >> rispose l’estraneo a quella tacita domanda.
 
<< Chi – chi sei? >> chiese Blaine esitante.
 
No, non doveva sentirsi esitante. Era casa sua, erano nel suo letto. Aveva il diritto di sapere chi fosse l’altra persona.
 
L’estraneo rise.
 
<< Ecco che ci risiamo. Me lo chiedi tutti i Sabati. Sono Sebastian Smythe. Ho la tua stessa età  e ci incontriamo sempre allo Scandals. Ogni volta è la stessa storia. >>
 
<< Tu. Tu sei reale vero? Non sto impazzendo? >>
 
<< Blaine, devo venire li e dimostrarti ancora se sono vero? >> ammiccò.
 
Il cuore di Blaine perse un altro battito.
 
<< No scusa, è che ogni volta che torno in camera non ti trovo mai. Quindi credevo di essere pazzo. >>

<< Non sono uno che ama dormire nei letti di chi si scopa. >>
 
<< Questo non ti autorizza a farmi credere di essere impazzito. Potevi lasciare almeno un biglietto con scritto “ Arrivederci e grazie “ >>
 
<< E secondo te io dove trovo i fogli in casa tua? >>
Quella mattina Blaine e il suo amico Sebastian fecero colazione. Parlarono come non avevano mai fatto. Si avvicinarono. Per la prima volta dopo quel trauma Anderson stava di nuovo cominciando a vivere.
 
Alla sua routine del Sabato aggiunse Sebastian.
 
Nel giro di mesi divenne la sua routine del Sabato, della Domenica, del Lunedì, del Martedì, del Mercoledì, del Giovedì, del Venerdì.
 
Blaine stava bene con Sebastian.
 
Sebastian stava bene con Blaine.
 
Blaine faceva star bene Sebastian.
 
Sebastian faceva star bene Blaine.
 
Fu tutto un susseguirsi di cose. Dopo un anno Blaine e Sebastian facevano ormai coppia fissa. Si amavano profondamente. Amavano i loro pregi e i loro difetti. Amavano lo stare insieme. Amavano le loro serate. Amavano tutto quello che erano. La loro felicità, però, era sempre minacciata dal segreto di Blaine. Non aveva mai avuto il coraggio di parlarne a nessuno.
 
<< Vestiti elegante Blaine, stasera usciamo solo io e te. >>
 
<< Dove mi porti? >>
 
<< Segreto. >>
 
Arrivati alla macchina Sebastian bendò Blaine per non fargli intuire la loro destinazione.
 
Quando Blaine sentì il motore della macchina spegnersi, fremeva di curiosità. Una volta sbendato si accorse di essere allo Scandals, ma c’era qualcosa di diverso. I suoi amici erano tutti vestiti eleganti e lo aspettavano fuori dal locale.
 
<< Ragazzi, avete sbagliato data. Non è il mio compleanno. >>
 
<< Lo sappiamo Blaine. >> rispose Nick.
 
<< Blaine Devon Anderson. In questo ultimo anno hai fatto di me l’uomo più felice, sereno e fedele della Terra. Vuoi farmi l’onore di rendermi tale persona per sempre? Vuoi sposarmi? >>
 
Sebastian era inginocchiato davanti a Blaine attendendo la sua risposta. Tremava.
 
<< Sì, certo che lo voglio. >>
 
Era il momento più felice della sua vita, fino a quando una bambina con un pesciolino rosso nella boccia non scese dalla macchina. A quella vista Blaine urlò e scappò via. Nessuno capì il motivo del suo atteggiamento. Sebastian lo rincorse e lo afferrò per un polso.
 
<< Che succede? >>
 
Quando Anderson si voltò verso Smythe aveva il viso rigato dalle lacrime.
 
<< Devo confessarti una cosa. Se dopo ciò non vorrai più sposarmi capirò. >>
 
<< Siediti e raccontami tutto. Non dire scemenze. Ti sposerò lo stesso. >>
 
Blaine raccontò a Sebastian cosa accadde quella notte ed il suo fidanzato ascoltò rapito il racconto.
 
<< Capisco. Non hai mai provato a parlarne con qualcuno ? >>
<< Sì, mi ha deriso. Ho smesso di chiedere aiuto. >>
 
Sebastian attirò Blaine a sé e lo strinse finché non si calmò. Tornarono al locale e presero a festeggiare.
 
Passarono mesi prima che una nuova crisi si presentasse a Blaine, ma stavolta non era solo. Suo marito era li con lui.
 
<< Blaine. Ancora? >>
 
<< Sempre. >>
 
<< Ok, ti rendi conto che hai trentadue anni e ancora ti svegli in piena notte piangendo perché Nemo è stato catturato e messo in un acquario? >>
 
<< Non è solo questo. Ci sono anche le peripezie e i mille pericoli che deve affrontare la povera Dory. >>
 
Sebastian scoppiò in una fragorosa risata. Oramai ci era abituato, lo aveva sposato e lo amava anche per quello. Si alzò dal letto prese il dvd di “ Alla ricerca di Nemo “ lo inserì nel  lettore.
 
<< Vieni qui, guardiamolo insieme. Ti farò vedere che finisce bene. >>
 
Per tutta la durata del film Blaine pianse come un bambino di dieci anni e continuò lo stesso a svegliarsi in piena notte piangendo e cantando “ zitto e nuota, nuota e zitto “ abbracciato al suo cuscino, dondolandosi in un angolo della sua camera.
 

Angolo delle note.

Chiedo perdono!
Il demenziale non è il mio forte >.<
Ci ho provato :) Almeno questo me lo dovete riconoscere x)
 
Se siete arrivati fin qui a leggere avete avuto un bel coraggio. Vi ringrazio.
Un bacio a tutti.
 
 

   
 
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