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Autore: avalonne    30/06/2013    2 recensioni
La storia è ambientata al sesto anno di Harry Potter, Katie Bell, tornata a scuola dopo essere stata maledetta dalla collana destinata a Silente si sente fragile e insicura.
George Weasley, invece, ha già aperto il negozio con Fred a Hogsmeade, ma è tornato a Hogwarts per un pomeriggio.
Una chiacchierata tra amici per provare a essere un po' più seri e per riprendere coraggio!
Storia partecipante al Contest: "Improvvisamente improvviso" di Hece
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Katie Bell
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Storia partecipante al Contest: "Improvvisamente improvviso" indetto da Hece.


Nickname sul forum e su EFP: avalonne
Pacchetto utilizzato: I- George/Katie, 7- Hogwarts, VIOLA- Non augurarti che sia più facile, augurati di essere più forte.[Jim Rohn], OSSIDIANA- Muffliato 
Rating: verde
Avvertimenti: Missing moment
Note: Tra gli avvertimenti ho messo missing moment, ma non sono sicura sia corretto. Diciamo che è qualcosa che probabilmente non è mai successo, ma non è neppure contrario a quanto scritto dalla Rowling. La storia è ambientata al sesto anno di Harry Potter, che corrisponde al settimo di Katie Bell. La ragazza è già stata maledetta dalla collana di Malfoy ed è tornata a scuola dopo la guarigione. George Weasley, invece, ha già aperto il negozio con Fred a Hogsmeade, anche se dubito che Silente gli abbia mai dato il permesso di contattare la Sprite. Mi sono immaginata una Katie spaventata dopo il trauma della maledizione, tanto da aver paura di tornare in squadra (durante la sua assenza era stata sostituita da Dean Thomas). Di Katie sappiamo che è una ragazza abbastanza sfortunata e che è stata usata come cavia dai gemelli Weasley, per cui ho dedotto che fosse una vittima prediletta dei loro scherzi. Il mio George forse è un po’ troppo serio, ma in alcuni casi ritengo che possa anche smettere di scherzare; spero di non averlo reso troppo melenso.
Genere: introspettivo, commedia
 
 

Afraid

 
Non poteva farci nulla: aveva paura.
Tutto il suo coraggio Grifondoro sembrava essere stato assorbito da quella dannata collana, ogni ombra, ogni sussurro, ogni rumore, la faceva sussultare.
- Katie! - La ragazza fece un salto e si nascose prontamente dietro la sua borsa, come se questa potesse proteggerla. Illusa.
- Non volevo spaventarti.
Era Ginny, soltanto Ginny Weasley, che la guardava preoccupata.
- Non è nulla, ero solo sovrappensiero. - Cercò di mentire Katie, ma dire le bugie non era proprio nel suo stile, tanto che divenne rossa come un pomodoro e iniziò a mordicchiarsi nervosamente le unghie.
- Harry voleva sapere se hai intenzione di tornare a giocare. - continuò la sua compagna di squadra, osservandola attentamente. - Ma non c’è bisogno che tu mi risponda adesso, pensaci pure con calma.
La squadra di Quidditch, certo. Tornare a giocare avrebbe significato essere nuovamente esposta a bolidi, cadute sul terreno, falli degli avversari e soprattutto sarebbe stata un bersaglio perfetto se qualcuno le avesse voluto lanciare un incantesimo. L’ansia che si era ormai impadronita di lei gridava “no” con tutte le sue forze, ma qualcosa della vecchia Katie era ancora presente. Giocare a Quidditch significava tutti quei rischi, ma anche libertà, leggerezza, adrenalina e felicità.
- Io… sì, ci penserò, ma credo proprio di voler tornare in squadra. Grazie Ginny!
- Figurati, ci vediamo in giro, e mi raccomando, stai tranquilla! - Cercò di calmarla la Weasley, ma entrambe sapevano che non sarebbe stato così facile.
 
Ce l’avrebbe fatta, ne era sicura! Sarebbe andata da Harry e gli avrebbe detto che rivoleva il suo posto in squadra, non era poi così difficile.
Katie si sedette sconsolata: chi voleva prendere in giro? Era terrorizzata! Quel fine settimana non aveva neppure avuto il coraggio di andare a Hogsmeade con le sue amiche ed era rimasta da sola nel parco di Hogwarts. Fu un attimo e intravide l’ombra furtiva muoversi ai lati del suo campo visivo, aprì la bocca per urlare, ma venne gelata. Letteralmente. Una cascata d’acque fredda le piovve in testa magicamente, mentre una risata esplodeva dietro le sue spalle. La paura era nulla in confronto alla rabbia.
- Weasley! - Urlò Katie. Non importava quale dei due fosse, solo uno dei gemelli poteva farle uno scherzo simile.
- Ciao Bell! - Esclamo il ragazzo gioviale.
- Weasley, che ci fai qui, per le mutande di Merlino?
- Per le mutande di Merlino? Io e Fred abbiamo avuto una cattiva influenza su di te!
Non era un’allucinazione: George Weasley era davvero di fronte a lei, sorridente come non mai e l’aveva appena infradiciata completamente.
- Insomma George! Mi vuoi dire che ci fai a Hogwarts? E dov’è Fred? - Chiese la ragazza, al limite della curiosità.
- Ho ricevuto il permesso di Silente per chiedere delle informazioni alla professoressa Sprite su alcune piante che potrebbero esserci molto utili per I Tiri Vispi Weasley. Fred sta badando al negozio! - All’improvviso il ragazzo si fece serio. - Come stai, Katie?
Come stava? Terrorizzata, o almeno lo era fino a che non lo aveva incontrato. Per la prima volta, dal giorno dell’incidente, Katie aveva passato dieci minuti senza aver paura.
- Io… perché me lo chiedi?
- Ginny ha detto che negli ultimi tempi sei strana!
Dritto al punto, senza tergiversare, esattamente il contrario di lei.
- Strana? Io? E perché? - Chiese cercando di sviare la domanda e voltando le spalle al ragazzo. Grave errore.
Qualcosa di morbido e squittente si avvicinò al suo orecchio e questa volta Katie urlò, gridò fino a farsi mancare l’aria nei polmoni, finché non vide George che la guardava allucinato con un tenero animaletto tra le braccia.
- Cos’è quella roba? - Domandò Katie ancora scossa.
- È una Puffola Pigmea e non osare mai più dire che non sei strana, Bell! - Esclamò il ragazzo. Era inusuale vedere George Weasley serio, eppure in quel momento lo era, mentre si sedeva sull’erba umida e invitava l’amica a fare lo stesso.
- Ginny mi ha detto che non sei neppure sicura di voler tornare a giocare a Quidditch!
- No! Io tornerò a giocare a Quidditch, costi quel che costi! - Affermò la ragazza a voce alta.
- Questa è la Bell che ricordavo! Allora vediamo di farla tornare tutta a galla! Eri la nostra vittima preferita di scherzi, insieme a Percy, e dato che quel salame si è venduto al Ministero, - un’ombra scura passò sul viso di George - toccherà lavorare su di te! È per la faccenda della Maledizione, vero?
Katie annuì. Lei e i gemelli Weasley non erano mai stati amici davvero stretti, erano più compagni di squadra e, come aveva detto il ragazzo, lei era una delle loro vittime preferite di scherzi, ma in quel momento George sembrava la persona adatta a cui raccontare tutto, qualcuno che, ne era sicura, non l’avrebbe compatita.
- Ho paura. - Confessò semplicemente. - Ogni attimo, ogni istante della mia vita, da quando sono stata maledetta, ho paura. Anche adesso. Mi vergogno profondamente, perché mi sembra di non essere più degna della Casa di Godric Grifondoro, ma non posso farci nulla.
- Di cosa hai paura, esattamente?
- È questa la cosa assurda: mi fanno paura tantissime cose che prima non mi spaventavano affatto!
- Bene! - Esclamò George, ricevendo in risposta un’occhiata perplessa. - Allora tu ed io le smonteremo una per una! Cominciamo! In guardia! - Il ragazzo si alzò in piedi sguainando la bacchetta.
- Non ho paura di duellare. - Rispose Katie con dolcezza. - Ormai conosco tutti gli Incantesimo di disarmo alla perfezione.
- Che incantesimo ti spaventa?
Lei ricominciò a mordicchiarsi le unghie, sembrava una cosa così sciocca.
- Avanti, a me puoi dirlo! Sai che non ti prenderei mai in giro! Beh, in realtà probabilmente lo farò, ma sai che scherzo, vero?
- Mi terrorizza il Muffliato. - Mormorò lei.
- Il Muffliato?
- Sì, perché se urlassi nessuno mi sentirebbe.
George si avvicinò di nuovo, lentamente, e si risedette di fronte a lei, a pochi centimetri dal suo viso.
- Ti fidi di me? - Sussurrò piano.
Si fidava di George? Non lo sapeva, ma un vago brivido di piacere misto a paura la spinse ad annuire.
- Pronuncia l’incantesimo con me.
Katie fece un sospiro e pronunciò brevemente: - Muffliato.
Ora erano imperturbati. George sorrise: - Sai qual è la cosa bella di questo incantesimo? Proprio quello che ti fa più paura, che puoi urlare per sfogarti senza che nessuno senta altro che un ronzio. Provaci: è la cosa più liberatoria al mondo!
Katie lo guardò strana, ma George sorrideva appena, poi, improvvisamente, gettò la testa all’indietro e lanciò un grido acuto. Sembrava uno strano uccello dalla cresta rossa e Katie si portò automaticamente le mani alle orecchie per proteggersi.
- Ma sei impazzito?
- Perché? - Ribatte il ragazzo sornione - Te l’ho detto, prova: è liberatorio! Inoltre ti aiuterà a combattere le tue paure.
- È molto carino da parte tua, ma non credo che funzionerà. Non sarà facile tornare quella di prima. - Disse Katie sconsolata.
- Nessuno ha detto che debba essere facile: non augurarti che sia più facile, augurati di essere più forte. - George Weasley era serio e probabilmente fu quello ciò che convinse Katie. Aveva ragione lui, una vera Grifondoro non si sarebbe mai tirata indietro davanti ad una sfida, ma l’avrebbe affrontata. Racimolò tutto il suo coraggio e buttò fuori, insieme alla voce, tutta la paura e la rabbia che aveva represso dal giorno in cui era stata maledetta.
- Wow, Bell! - Esclamò George quando si fu ripreso dall’urlo della ragazza - Posso registrarti la prossima volta? La tua splendida voce da usignolo potrebbe esserci utile per qualche scherzo!
Katie arrossì, ma sorrise; erano settimane che non sorrideva tanto come quel giorno.
- Avanti, continuiamo! - La spronò l’amico - Abbiamo molte paure da abbattere e l’Incantesimo Muffliato ci permetterà di farlo con tutta calma! Come vedi, anche superare questo terrore sta avendo i suoi lati positivi, no?
 
George, come era prevedibile, era un pozzo di risorse. Grazie alla Polvere Buiopesto Peruviana Katie riuscì, se non a vincere, almeno ad affrontare la paura del buio che l’aveva colta da qualche tempo a quella parte e la piccola e innocente Puffola Pigmea fu utilissima per superare il terrore che la ragazza aveva di qualunque cosa le sfiorasse la base del collo.
Il pomeriggio passò tranquillo, il primo da molto tempo per Katie e fu strano, per lei, salutare George Weasley quando fu il momento.
- Allora? - Le chiese il ragazzo - Posso dire a Fred che sei tornata la nostra vittima di scherzi preferita?
- Non so se mi conviene rispondere a questa domanda, Weasley! - Celiò Kate, poi tornò seria - Grazie, mi aiutato a superare quasi tutte le mie paure.
- Quasi? Questo è un affronto! Un Weasley non lascia mai un’opera a metà! Qual è la tua ultima e più segreta paura?
La ragazza non rispose. Come poteva dire all’amico che, con Voldemort uscito allo scoperto e la guerra ormai imminente, aveva paura di morire senza aver mai baciato un ragazzo?
- Vai Weasley, tuo fratello si starà preoccupando!
- Dirò a Fred che sono stato trattenuto da un’avvenente strega, lui capirà!
Katie arrossì e lo spinse via, sempre più sicura che non gli avrebbe mai rivelato la sua ultima paura.
- Ciao George! - Esclamò, poi si voltò diretta al castello.
Qualcosa le sfiorò il collo, ma questa volta lei non si spaventò.
- Povero animaletto, lo vuoi lasciare in pac…
Non finì la frase perché voltandosi si accorse che lo sfioramento che aveva sentito non era la Puffola Pigmea, ma un ciuffo di capelli di George, poi le sue labbra vicinissime al suo orecchio che mormoravano: - Ehi Bell, non posso lasciarti andare via così!
Katie si girò, con il cuore che le batteva a mille e una seconda doccia gelata la prese in pieno!
- Weasley! Io ti ammazzo! - Si scagliò contro il ragazzo, decisa a vendicarsi alla Babbana, ma George le bloccò i pugni e se la tirò contro il petto.
- Scusa, Bell, ma eri troppo bella arrabbiata e bagnata! - E la baciò.
Quando si staccarono erano entrambi stupiti e senza fiato.
- Io… Mi aspetto di vederti alla prossima partita! - Concluse George, le orecchie rosse come i capelli.
- Ci sarò! - Rispose Katie.
Ci sarebbe stata, ormai non aveva più alcuna paura a bloccarla.

  
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