Rotten
Loneliness
*Cold
light above us
Hope fills the heart
And fades away
Skin white as winter
As the sky returns to grey*
Boris
lo stringe a sé, respirando sulla sua spalla nuda.
D'istinto, posa le labbra sulla pelle bianca -imperfetta, macchiata da
chiare
efelidi- e ne assorbe il calore, il sapore appena aspro -c'è il sudore,
l'aroma
del bagnoschiuma- e l'odore.
Resta fermo, immobile in quell'istante costruito su di un silenzio
stanco, con
la sola preghiera di poter sparire e, trasformandosi in pulviscolo
nella luce
fredda del nuovo giorno, di riuscire ad assecondare il desiderio di
posarsi
senza vergogna, senza pudore alcuno su ogni lembo del corpo che trattiene
contro di sé.
Riempire la sua camera, la sua casa, i suoi polmoni.
Entrare in lui, restargli dentro e morire col suo ultimo respiro.
Yurij tace, sorridendo appena ad occhi socchiusi.
Allunga un braccio, forse insicuro.
Vorrebbe passare le dita fra i capelli del compagno, ma un freno che sa
di
stupidità ed ottusità gli trattiene la mano, mordendola coi suoi aguzzi
denti
scolpiti dall'insicurezza.
Allora, la chiude in un pugno, lasciandola ricadere lungo un fianco
-troppo
distante da quella di Boris.
Ed improvvisamente c'è freddo.
Un gelo infido che gli si insinua sotto la pelle e lo costringe a
sollevarsi
-allontana il ragazzo da sé con forza, afferrandolo per le spalle,
scrollandosi
di dosso il suo respiro, il suo peso, il suo cuore.
"Allontanati".
È una preghiera che gli muore sulla punta della lingua.
Guarda dritto negli occhi verdi dell'altro, poi solleva i suoi contro
il
soffitto -bianco, infinitamente bianco- e li chiude, come accecato.
Il freddo lo abbraccia.
Sente quelle dita di ghiaccio stringersi attorno al suo cuore ed
accarezzarlo
lascivo.
Ah, le vede, intrise di sangue nel suo torace
squarciato che scavano,
scavano, scavano...
Non osa fissarlo negli occhi: potrebbe rubargli la vita, succhiarla via
in un
morso sulle sue cosce, sulle sue mani, sulle sue braccia...
Allora si alza, nudo.
I muscoli della schiena, tesi sulle scapole, si irrigidiscono.
Yurij si volta e lo guarda.
Boris, che è rimasto ad osservarlo senza proferire una sola parola,
quasi
scomparendo nel grigiore del cielo che si staglia contro la finestra
aperta alle
sue spalle, trattiene a stento una risata.
È amara, ha il sapore della ruggine e gli irrigidisce le labbra.
«Fino alla fine... non riuscirò a donarti nulla».
Il tono di Yurij ha un che di disperato.
Nel parlare, ha atteso, bloccandosi come per scegliere le parole più
adatte ed inutili:
non riesce a spiegare il peso morto che giace sulla sua anima, soffocandola.
L'altro giovane, però, non risponde.
Ha rubato al compagno tutto ciò che ha potuto: baci nel buio, amplessi
frenetici, il sapore della sua pelle e l'odore del suo corpo.
Ha tracciato con le dita il disegno del suo profilo, memorizzandone
ogni
peculiarità: le labbra screpolate, gli occhi sempre arrossati, le vene
sulle
mani gonfie, il collo del piede pronunciato...
Ma non gli basta.
E non può far nulla per impadronirsi di lui, nutrirsi
di lui.
Yurij, a quel punto, interpreta il silenzio del ragazzo come una sorta
di
rassegnata (in)compresione.
China lo sguardo e si volta, per dirigersi in bagno.
Allora e solo allora Boris esplode in quella risata trattenuta e folle
che gli
ha inacidito la bocca e marcito i denti.
Si passa una mano tra i capelli -forse ne strappa via alcuni- ed
infine,
esausto, ricade ad occhi chiusi sul letto.
Non avverte nulla oltre al proprio calore, oltre al proprio cuore.
È come se Yurij non ci fosse mai stato.
Ha solo lasciato una scia che sa di sesso -e forse di cupo
isolamento.
«Volevo solo riempire quel buco nel tuo petto: mi sarebbe bastato
questo e
null'altro».
Ma è un bisbiglio che viene ascoltato solo dai primi fiocchi
di neve
dell'inverno, mentre il gelo, quello vero, tappa le
orecchie di Yurij:
"Sono
qui per te,
chiudi gli occhi e lasciati divorare: ti mostrerò il vuoto e la
bellezza della
solitudine che marcisce, amore mio."
*Owari*
Non scriverò mai una Boris x Yurij degna di questo
nome. *cries*
Ma devo ammettere che mi piace abbastanza: ho voluto soffermarmi su dei
particolari e su un momento indefinito che però li rendessero più veri
e vivi e
che mostrassero concretamente la distanza tra i due. °ò°
Poi è nata dal nulla, in momento di pura ispirazione, quindi mi sono
messa giù
a scrivere. XD
Spero sia piaciuta almeno un po'!
Un bacio!
Iria.
P.S: la strofa all'inizio è dalla canzone "Anthem Of The Angels" dei
Breaking Benjamin! ^^