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Autore: Itry_towrite    30/06/2013    1 recensioni
“No, è solo che… Ti ho già visto da qualche parte.”
“Oh sai, i giorni pari mi trasformo in Taylor Swift, quelli dispari in Sasha Grey. Mi avrai visto in qualche film!”
Leanne affronta la vita con sarcasmo. E' la sua corazza e nessuno è mai riuscito a toglierla, nemmeno il suo migliore amico. Forse Sam ci riuscirà. O forse a 17 anni si è troppo giovani per incontrare l'amore vero.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La sveglia suonava alle 6:30 con la sua solita grazia. E indovinate chi era in ritardo?

Mi catapultai giù dal letto. Era un mercoledì qualunque. Odio i mercoledì.
E odiavo la scuola e il fatto di doverci passare tutte quelle ore.
“LEANNEEE!” Buongiorno anche a te mamma!
Mi vestii di corsa e di corsa andai a mangiare. Non avevo la forza di parlare la mattina, così finii il mio succo, presi la borsa e volai fuori. Sapevo che l’autobus era già alla fermata.
“Ciao mà ciao Cì ciao Lì” Traduzione: ciao mamma ciao Charlie ciao Liam.
Mia mamma, mia sorella e mio fratello.
37, 12 e 8 anni. La mia famiglia incasinata.
Afferrai il mio cappello e avvistai l’autobus in lontananza e, manco fossi Bolt in persona, corsi con tutte le mie forze.
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0,9 minuti. Che potenza ragazzi, manco fosse stata l’ultima scialuppa del Titanic. Inutile dire che l’autobus distava circa 40 metri dal mio cancello e non che avessi fatto chissà quale percorso.
MA SHHHHH! Avevo una reputazione.
Seduta, mentre il respiro cercava di tornare regolare, mi chiedevo che cosa stesse aspettando il signor autista. Voglio dire, io sono qui, possiamo anche andare.
Dai.
Su!

TI VUOI MUOVERE?
Mi sporsi per capire il problema quando il problema lo vidi eccome.
Era un ragazzo che camminava a passo di lumaca. Forse le lumache erano più veloci.
Guardai rapidamente l’autobus e constatai che era praticamente pieno e considerai che il tipo mi avrebbe chiesto di sedermi. Grande. Non ero proprio in vena di socializzare quella mattina. Ma nemmeno le altre.
Sentii gli angeli cantare mentre il tizio prendeva posto.
“Posso?” Se proprio devi.
“Si.” Spostai la borsa e mi appiccicai al finestrino.
Tornai alle mie cuffie quando mi sentii leggermente osservata. Mi girai e notai che il ragazzo mi stava fissando. Insistentemente.
“C’è qualche problema?” Chiesi abbastanza acida.
“No, è solo che… Ti ho già visto da qualche parte.”
“Oh sai, i giorni pari mi trasformo in Taylor Swift, quelli dispari in Sasha Grey. Mi avrai visto in qualche film!” Non mi preoccupai della reazione che avrebbe potuto suscitare la mia risposta e feci per rimettermi le cuffie quando lui scoppiò a ridere.
“Ma no! Intendevo a scuola. Frequenti il corso di teatro e sei al terzo anno. Lee… Leah…”
“LEANNE. Leanne Marshall. Sei uno stalker?” Lo guardai insospettita.
Rise di nuovo. Aveva un bellissimo sorriso.
“No, sono nuovo e sono al quarto anno. Ti ho visto in aula teatro. Sei davvero brava.”
“Lo so!” Dissi sorridendo sarcasticamente e arrossendo. Nessuno mi aveva mai detto che ero brava.
“Modesta!”
“Sarcasmo. In realtà faccio schifo ma ho una reputazione da difendere. Sasha rallegra molte persone” dissi preparandomi per scendere.
Lui scoppiò a ridere e mi fece passare per prima.
“Credo di aver capito il motivo per cui tu sia così brava a recitare. “
Scesi le scale dell’autobus e mi sistemai la borsa prima di girarmi verso di lui.
“E’ tutto nel DNA. In realtà c’è un segreto ma se te lo dicessi, dopo dovrei ucciderti.”
“Sei una ragazza affascinante, Lee.” Disse questo mentre iniziava a dirigersi verso l’ingresso.
“Aspetta, hai detto affascinante? Di solito mi dicono ben altro.”
“Ma io ho un segreto.”
“Ah si? E quale sarebbe?” Dissi affrettando il passo per stargli vicino. Cavolo, non ho le gambe così lunghe, rallenta caro.
“Potrei dirtelo… Ma poi dovrei ucciderti!” Così dicendo si voltò verso di me e camminando all’indietro mi salutò con un gesto della mano andando in classe.
Tutti a me gli strambi di prima mattina?
 
 
Mi diressi verso il mio armadietto, con la mia solita camminata frettolosa, il cellulare in mano e la bottiglietta d’acqua nell’altra, mentre cercavo di bere, scrivere a mia madre che avevo preso il pranzo e non uccidere nessuno. Perché camminare normalmente era troppo mainstream.
Aprii l’armadietto e ci buttai a casaccio tutto quello che avevo in mano, cercai di sistemare alla bell’e meglio il casino che c’era dentro e girai l’anta per rimettere il lucidalabbra (e controllare l’orario, che dopo 5 mesi di scuola non avevo ancora imparato), ma mentre mi osservavo nello specchietto mi apparve la sagoma di Jay, il mio migliore amico.
“BUOOOOONGIORNO LEANNE”
Feci un balzo di 30 centimetri e mi girai di scatto
“MA TI SEI RINCOGLIONITO?  VUOI FARMI VENIRE UN INFARTO DI PRIMA MATTINA, STRONZO?!”
Quanto ero dolce.
“Buongiorno anche a te amore mio” disse Jay dandomi un bacio sulla guancia.
“Vai a farti fottere, stronzo”
Mi girai e finalmente misi quel fottuto lucidalabbra mentre mi riprendevo.


James Evans era il mio migliore amico praticamente da quando eravamo nella pancia delle nostre madri. Entrambe erano patite dei concerti rock e si erano conosciute a un concerto di una cover band dei Pink Floyd mentre noi crescevamo li dentro. Ci sono foto disastrose a ricordare quel giorno e a volte mi chiedo non sia stata quella serata a rendermi… Così. Eravamo nati insieme (in realtà ero io più grande di una settimana) e non c’è momento importante che mi ricordi a cui lui non fosse presente.
C’era al mio primo compleanno, io c’ero al suo diploma delle elementari, c’era alla mia prima festa in piscina, c’ero la prima volta che vide un film horror (non mi ha fatto dormire da una settimana per gli incubi), c’era quando Liam mi aveva spezzato il cuore e c’ero quando aveva beccato Cherish a baciare Martin, quarterback della scuola, il giorno del ballo delle matricole.
Eravamo inseparabili, e io senza di lui ero persa. Mi capiva più di chiunque altro, mi conosceva come nessuno, avevamo un’intesa che pochi hanno.
Vi starete chiedendo perché non stessimo insieme, ecco me lo chiedevo pure io. Non che mi piacesse, ma non so, a una parte di me piaceva pensare che se fosse dovuto succedere qualcosa sarebbe successo naturalmente.
Anche perché innamorarmi di James sarebbe stato solo un altro inutile problema, perché non avrebbe mai ricambiato.
  
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