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Autore: Evola Who    30/06/2013    4 recensioni
La storia parla dell’ultimo incontro tra John e Paul del 24 aprile 1976 a New York
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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24 aprile 1976

Quando Paul tornò con la chitarra in mano, John era seduto per terra con le gambe incrociate, girato di spalle e con in mano la cornetta del telefono.

Paul rimase fermo a fissarlo, poi John si girò, si guardarono e lui gli fece segno di restare ancora li e terminò la telefonata dicendo: “Sean, ora papà deve andare a letto.” Rise e continuò: “Dai, Sean! Ci sentiremo domani, prometto! Quindi buonanotte!.... Si anche io ti voglio bene! Salutami la mamma!... Buonanotte Sean!” e chiuse la telefonata. Paul intanto sorrise per la tenerezza della conversazione.
John si alzò e andò di fronte a Paul e si sorrisero. Si guardarono a lungo, ma John ruppe il silenzio: “Mi guardi senza dire niente fino a fare la muffa o mi vuoi dire qualcosa?” Paul rise e disse: “Sai, John? Avresti potuto fare un esempio più intelligente!” John lo guardò con sfida e disse: “Ah si? Per esempio?” Paul fece finta di pensarci: “Non lo so… per esempio ‘fissarmi finché non divento di pietra come faceva Medusa’!” e sorrise soddisfatto.



“Tu e i tuoi esempi del cavolo!” disse John, scocciato dall’amico, poi domandò:


“Pensavo che volessi andartene senza disturbarmi.”

“Si ma… pensavo che eri ancora in vena per quei 3,000 dollari.”
 
John disse molto serio: “Paul… non voglio farlo, non voglio farlo.” Paul era sorpreso e anche un po’ deluso: “Cosa? Perché? Eravamo molto eccitati di farlo. Come mai cambi idea?”

“Pensaci: andare lì, al Saturday Night Live a suonare qualche canzone e sconvolgere il mondo intero per 3,000 dollari? Non mi sembra il caso!” disse John, sorridendo e guardando in basso. Paul sorrise e disse: “Già! Forse non è proprio il caso!!” e rise.

Poi John disse serio: “E poi ho altri motivi per non andarci.” Paul guardò, non sorrise e ascoltò con attenzione.

John continuò a guadare in basso: “Non sono ancora pronto per ritornare in scena, per suonare e tornare sui giornali. Voglio… restare a casa, uscire per strada, con la gente che mi saluta, stare con Sean per tutto il girono e… a me piace molto! Adoro il modo in cui vivo! E se un giorno avessi voglia di suonare, lo farò! Ma per ora voglio vivere come padre a tempo pieno.” E sorrise.

Paul capì e era molto comprensivo. Poi John domandò: “Perché non lo fai anche tu?”

Paul rimase perplesso e domandò: “Che cosa?”

“Tu hai una fattoria in Scozia, giusto? Perché non lasci tutto per un po’, stai con la famiglia, coltivi pomodori o qualsiasi cosa che si fa in una fattoria.”

Paul rise ma John continuò: “Oppure annulli il concerto e te ne vai in Scozia subito!” Paul rispose ridendo: “Adesso non posso farlo, John! Magari un giorno lo farò, ma ora ho voglia di lavorare!”

“Che vuoi fare? Lavorare fino a 70 anni?” disse John ridendo.

“Forse si!” disse Paul sorridendo.

“Beh… la vita è tua!” disse John ricambiando il sorriso. Poi tese la mano a Paul dicendo: “Allora ci vediamo!”
Paul strinse la mano e disse: “Ci vediamo, John!” ma con un gesto veloce lo abbracciò. John era sorpreso ma anche molto contento, lo strinse ed entrambi erano felici.

“John, posso dirti una cosa senza che tu mi prenda in giro?” domandò Paul serio.

“Hey! Ti sto abbracciando e neanche ti ho baciato!” disse John scherzando e rise.

Paul sospirò e disse con tutta la sincerità del mondo: “Ti voglio bene, John! Sei sempre stato il mio migliore amico! Anche quando eri un bastardo impulsivo del cavolo! Ma poi pensavi al tuo atteggiamento e chiedevi scusa alle persone a cui hai detto cose che non contavano. Sei sempre un ragazzo simpatico, gentile, scherzoso e intelligente!"

“Si ma quello bello eri tu!” disse John scherzando e risero insieme.

“Comunque anche se quando abbiamo litigato, ci siamo presi in giro, odiati e altre cose….ti ho sempre ammirato per il tuo coraggio! Ti voglio bene, John!” Quando si staccarono, John era felice per le parole di Paul, con un sorriso sulle labbra e disse scherzando: “ Sai, Paul? Con questo discorso dei sentimenti ho l’impressione che stai diventando gay!” e rise.

“Però… anche io ti ho sempre ammirato… e so che hai fatto altre cose migliori di ‘Yesterday’ quindi… ti voglio bene anche io, Paul!” disse John sincero e serio.
 
Si guardarono, poi Paul disse triste: “Beh… si è fatto tardi. Devo andare.”

“Okay.” disse John
.
Quando Paul aprì la porta disse: “Sai? Forse dobbiamo trascorrere più spesso queste giornate insieme!”

“Cioè fumare erba, andare fuori in pub italiano e confondere un ragazzo?”

“Hai dimenticato quando facevi lo stupido davanti ai poliziotti!” disse Paul.

“Beh, almeno non ci hanno arrestato!” e risero insieme.

“Allora ci vediamo, John!”

“Ci vediamo, Paul!” Si sorrisero, Paul uscì per andare all’ascensore e schiacciò il pulsante.

John lo vide andare via, ma poi lo chiamò: “Hey Paul!” Lui si girò e disse: “Si?”

“Non dire a nessuno del bacio in ascensore!” disse imbarazzato.

Paul rise: “Okay!”

“Buon concerto!” disse John. L’ascensore arrivò, Paul entrò e disse: “Grazie.” E poi si chiusero le porte.

E quello fu l’ultimo incontro tra John Lennon e Paul McCartney.

Due musicisti, due cantati, due leggende e due grandi amici.

Un angelo in cielo e un angelo in terra.
 




 

FINE

Note della autirce:
vorei rigraziare a Kia85 che ha coretto i capitoli della storia e anche delle miei altre storie. qundi il merito non è tutto mio ma anche di Kia85. Grazie mille a Kia

 

   
 
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