Harry
Potter
e il
Menhir filosofale
CAPITOLO
1- Il bambino sopravvissuto e il prigioniero di Azkaban
I
Dursley, di Privet Drive n° 4, erano orgogliosi di poter
affermare di essere veramente noiosi, e grazie tante.
Erano le
ultime persone da cui ci si potesse aspettare una
festa. Erano proprio noiosi.
Harry
non sapeva quello che lo aspettava ad essere lasciato sulla soglia di quella
casa di gente tanto noiosa.
Si
svegliò di soprassalto (inizia già da piccolo!) iniziò a strillare come un
ossesso in preda alla rabbia: come avevano potuto quel matto in moto, quel
vecchio barbuto e quella befana col cappello a punta in puro stile pufflandia,
lasciarlo su quegli scalini ad aspettare cha quelli che abitavano in quella
casa si svegliassero per venire a prenderselo?! Divorato dall’ira starnutì e
involontariamente fece crollare la casa.
Harry
Potter era rimasto orfano. Senza neanche più un parente.
La casa
dei suoi genitori era crollata allo stesso modo. Con Lily, James, Harry e Voldemort
(che era venuto a farsi una partita a scala 40)
dentro. Tutti morti. Almeno così sembrava, tutti tranne lui. L’unico assassino
dei suoi genitori. Era lui. E solo lui meritava di andare ad Azkaban. Invece ci andò un tizio
innocente chiamato Sirius Black che passò di lì proprio quando la casa crollò e
non c’era nessun altro a parte lui e Peter, ma Peter fu furbo. Si tagliò un
dito e scappò via in formato topo. Ed oltre a dare la
colpa a lui per la morte dei Potter gli diedero la colpa dell’assassinio di
Peter e della fuga di gas in quella stessa strada (che uccise 13 persone che
girarono l’angolo proprio in quell’istante).
Come si
può vedere Harry fece una strage e diventò famoso e Sirius era un povero sfigato.
Ma
torniamo a noi: Silente non sapeva più cosa fare: ora nel suo piano perfetto
c’era più di una pecca.
Così decise di adottare Harry. Per evitare altre stragi più che altro.
Fu così
che Harry divenne figlio del più grande mago del mondo
nonché preside di Hogwarts, la scuola di magia e stregoneria.