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Autore: Mery00    30/06/2013    9 recensioni
Il ragazzo dagli occhi verdi, si accorse di me solo a metà serata, eppure ne ero convinta l’avevo già visto, come se lo conoscessi da sempre.
- E lei chi è? – disse più a tutti gli altri che a me . – Mia sorella.- disse Louis scandendo bene le parole. – Harry – sorridendomi e mostrando di nuovo le sue dolci fossette – Mey – risposi a mia volta.
Fu lì che incominciò tutto :)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Remember, you can be happy.

Capitolo 1.


Scappavo via da tutti, scappavo via dai miei amici, da mia madre, e dopo una lunga corsa, un ragazzo, senza identità, un ragazzo girato di spalle, una giacchetta di un colore che non riuscii a identificare, riccio, mi avvicinavo sempre di più allungando la mano verso di lui e poi scompariva ed io cadevo in un enorme vortice nero.
*Drink*


Misi una mano sul comodino cercando qualche modo di bloccare la sveglia e quando ci fui finalmente riuscita, mi alzai a malavoglia.
Afferrai i miei occhiali mettendoli sul viso, li avevo sempre odiati ma ne avevo bisogno.
Aprii l’armadio afferrai i primi jeans e la prima maglietta che trovai, non m’interessava vestirmi bene, basta che ero vestita.
Incamminandomi verso la porta, notai una valigia, quella valigia che mia madre mi aveva obbligato a fare volendomi spedire a Londra, da mio fratello. Che bello c’è andare a vivere in un paese dove piove sempre, così deprimente quasi quanto la mia vita.
Mio padre e mia sorella sono morti, e per poco non ho rischiato di perdere mio fratello in un incidente tre mesi fa, lui appena ha trovato le forze per riprendersi è andato via, lasciandomi sola con mia madre, lei non ci ha pensato un attimo a rifarsi una vita, e si è trovata un altro uomo, secondo lei più bello di mio padre, ma per me lui è solo più ricco di mio padre.
“ Mey, preparati tra due ore, ha l’aereo!” sentii urlare mia madre, non le risposi, mi voleva solo fuori le palle per vivere una vita felice e serena con quello stronzo del mio patrigno.
Presi la valigia portandola al piano inferiore, avvicinandola alla porta, poi andai in cucina “Sei pronta, di già?” mi chiese, non le risposi neanche sta volta. Aprii il frigo prendendo un succo qualsiasi, lo versai in un bicchiere e lo bevvi lentamente. “Amore lo sai che lo sto facendo per te, voglio che dimentichi un po’ tutto”, la fulminai con lo sguardo “ Sì, certo tu mi vuoi solo fuori dalle palle per poterti scopare in santa pace quel coglione che ti sei andata a trovare”. Mia madre mi guardò infuriata, non so, dove trovò la forza di non mollarmi un ceffone, ma infondo era ciò che pensavo. “Resterai lì solo per un po’ ” disse recuperando la calma, “Per sempre non è un po’’ le risposi. “Mey, ti ho già detto che starai lì solo per questa estate” la guardai sfidandola con lo sguardo “ Di certo qui non ci torno più” tirò un sospiro per mantenere la calma “Piccola, lo so che è difficile ma lo devi superare” mi sputò lì su due piedi “Piccola mi chiamava solo papà tu non ne hai il diritto”, “Ma.. ma..”  “Ma niente, tu ti sei voluta rifare una vita , vivitela, buona fortuna mamma.” Presi la mia valigia e uscii da casa, chiamai un taxi che mi portò in aeroporto.
Entrai nel grande aeroporto di New York, vivevo in una piccola cittadina a circa 40 km da lì.
L’aereo sarebbe partito tra un’ora, avevo tutto il tempo per fare i vari controlli con calma.


Salii sull’aereo, il volo sarebbe stato lungo, perciò misi le mie cuffiette e ascoltai un po’ di musica, senza pensare, libera per una volta.

*ALLACCIARE LE CINTURE DI SICUREZZA L’AEREO STA PER ATTERARE* una voce metallica mi svegliò da un sonno profondo. Allacciai la mia cintura e guardai dal finestrino, l’aereo si abbassava pian piano, e Londra era sempre più vicina. La mia ‘nuova vita’ come aveva osato definirla mia madre, era sempre più vicina.
Raccolsi i miei lunghi capelli biondi su un lato, afferrai il mio bagaglio.
Mentre attraversavo l’aeroporto, vidi una testolina castana che mi faceva strani segni con le mani, capii che era Louis solo quando incrociai i suoi occhi azzurri. Corsi da lui, buttando il bagaglio non so dove, lo abbracciai fortissimo, lui mi strinse ancora più forte afferrandomi per i fianchi, mentre io incrociai le gambe intorno al suo bacino, ci stringemmo in un abbraccio immenso, mi scesero le lacrime, solo allora mi resi conto che tutta la sofferenza era rimasta nella mia vecchia casa, ora lui era con me, lui che era potuto scappare, ma sapevo che c’era sempre per me. Continuavo a piangere come una bambina, mi resi conto quanto mi mancasse nostra sorella Patricia, quanto mi mancasse mio padre, ma quanto ero fortunata ad avere ancora lui. Ci staccammo un nano secondo e lo osservai i suoi occhi azzurri, identici ai miei erano come i miei, lucidi, provavamo le stesse emozioni e si vedeva. Mi passò il pollice sulla guancia asciugando le lacrime, “mi sei mancata, piccola.” Mi disse, lui poteva chiamarmi così, lui era il mio fratellone, lui era una seconda figura paterna, lui era tutto quello che avevo in quel momento, e tutto quello che avevo bisogno.

Quando decidemmo di staccarci Louis con una mano prese la mia valigia e con l’altra mi abbraccio, trasportandomi verso la macchina.


*SPAZIO AUTRICE*
Yepp! Sono ritornata con una nuova storia, mi hanno cancellato la precedente, e appena riavrò il mio computer spero di poter continuare :) Spero che questa avrà successo quanto quella eliminata.
BACIONI A TUTTE:D
   
 
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