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Autore: reilin    01/07/2013    2 recensioni
«Sento che ci sta sfuggendo qualcosa di importante, Mutandine, ma cosa? Cosa?», sbuffa Hunt mentre sfoglia nervosamente uno dei numerosi fascicoli che ingombrano la sua scrivania.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Drake, Gene Hunt, Viv James
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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the touch of your hand
It's just the touch of your hand behind a closed door

"Dobbiamo assolutamente scoprire in che cosa consiste questa maledetta Operazione Rose", le ha detto, " È necessario riesaminare con attenzione tutte le prove che abbiamo raccolto per incastrare SuperMac", ha aggiunto, "Mi posso fidare solo di te", ha concluso... morale della favola: sono le due di una afosa notte londinese di metà agosto e lei è bloccata in centrale nell'ufficio di Gene Hunt invece di essere nel suo letto a fare un meritato sonno di bellezza. Beh, in realtà non è che abbia poi tanta voglia di tornare al suo appartamento: nonostante il Clown non abbia più tormentato i suoi sogni dal giorno della morte dei suoi genitori, non appena si addormenta,  la voce e l'immagine sofferente della sua Molly non le danno tregua, rendendo angosciose le sue notti. Tutto sommato, quindi, non è poi male tenersi occupata con il lavoro, se non fosse per l'insopportabile cappa di fumo del cigarillo dell'ispettore capo che aleggia nella stanza e che rende l'aria ancora più calda ed irrespirabile.

«Sento che ci sta sfuggendo qualcosa di importante, Mutandine, ma cosa? Cosa?», sbuffa Hunt mentre sfoglia nervosamente uno dei numerosi fascicoli che ingombrano la sua scrivania.
«Io direi che abbiamo proprio bisogno di una tazza di caffè, Capo...», commenta la poliziotta stropicciandosi gli occhi e dirigendosi verso il cucinino della stazione di polizia.
Alex ha appena messo il bollitore sul fornello quando Gene  arriva di sorpresa alle sue spalle, facendola sobbalzare: «Mutandine, sei sicura di sapere come si faccia il caffè? Per quanto mi fidi di te come poliziotta, non so mica se posso fidarmi delle tue doti di casalinga... non voglio morire avvelenato, io!», la canzona divertito. La donna incrocia le braccia al petto e gli rivolge uno sguardo piccato, ma prima che riesca ad aprire la bocca, un suono secco e fortissimo rimbomba nella stanza.  Un'improvvisa folata di vento è passata attraverso le finestre  lasciate aperte del commissariato e, creando una corrente d'aria, ha fatto chiudere improvvisamente e con violenza la porta alle loro spalle. L'ispettrice si dirige verso di essa per riaprirla ma incontra una grande resistenza: «Non si apre!», commenta esasperata al punto che, paradossalmente, le viene quasi da ridere.
«Lascia fare a me, Drake! Qui ci vuole la forza maschia!», le intima l'uomo mentre la scansa senza troppa grazia dalla porta.
Dopo una ventina di minuti di tentativi e spinte, la situazione è praticamente immutata: «La fottuta porta non ne vuole sapere!», ringhia fra i denti mentre si asciuga il sudore dalla fronte. Alex non riesce a trattenere un risolino mentre gli rivolge uno sguardo che grida: "Te l'avevo detto!".
«Non fare quella faccia divertita, Mutandine Bollenti, spegni il fottuto bollitore piuttosto: qui dentro si muore di caldo!», le ordina mentre si toglie nervosamente la cravatta e la getta sul tavolo. Dopo aver fatto quanto le è stato ordinato, la donna si dirige verso la piccola finestra dello stanzino e con stupore scopre che non c'è una maniglia per aprirla, così chiede spiegazioni ad Hunt: «Come funziona questa cosa, Capo?».
«La finestra è maledettamente sigillata, Mutandine, ecco come fottutamente funziona! », le risponde lui brusco.
Questa informazione è decisamente troppo per lei, che va su tutte le furie: «Maledizione, ma come si può mettere una finestra sigillata in una cucina? È completamente senza senso!», poi inizia a battere pugni sulla porta, sperando di richiamare l'attenzione di qualcuno: «Aiuto! C'è qualcuno? Siamo rimasti chiusi dentro! Aiuto! Viv? Bammo? Shaz? Che qualcuno mi risponda!», e continua così per minuti e minuti, fino a che non le fanno male le mani e la gola. Quando, sconsolata, si volta indietro, Gene è seduto scompostamente su una sedia con i piedi sul tavolo e si sta ventagliando con il poster della tennista a sedere fuori che era appeso al muro; a terra, accanto ai suoi stivali in pelle di coccodrillo, giace sgualcita anche la sua camicia grigia. Alex si prende un attimo per osservarlo con attenzione prima che lui se ne accorga: è la seconda volta che si trova in una simile situazione con lui... almeno questa volta, rispetto alla disavventura nel sotterraneo di  Edgehampton, non rischiano di morire soffocati!
«Cos'hai da guardare, Mutandine? Non riesci a togliermi gli occhi di dosso, eh?», la provoca lui.
«La verità è che stavo ammirando la tua maglia della salute, è davvero molto sexy, Capo...», replica l'ispettrice, continuando il gioco delle provocazioni. In realtà non sta del tutto mentendo: Gene in maglietta di cotone e catena d'oro al collo è quanto di più trash e allo stesso tempo intrigante le sia capitato di vedere da tanto, tanto tempo.
«Mi fa piacere che tu sappia riconoscere il fascino di un vero uomo quando lo vedi, Drake, però dovresti toglierti qualcosa anche tu: non è mica giusto che tu sia la sola a godere di una piacevole vista in questa circostanza...», esclama l'altro, sornione.
«Ma quanto siamo modesti, eh, Detective Capo Hunt? Mi dispiace per te, ma non ho davvero alcuna intenzione di togliermi  nulla!», gli dice rivolgendogli quello che lui definisce il suo "sguardo da puttanella snob".
Tre quarti d'ora dopo la temperatura nello stanzino è rovente ed Alex è in un bagno di sudore: i suoi ricci scuri e la frangia sono appiccicati al  viso e  la sua camicetta in seta bianca è così zuppa da essere diventata quasi trasparente, mostrando la sua biancheria di pizzo nero. «Al diavolo questo maledetto caldo e te, Gene Hunt! Guarda pure quanto ti pare, io non ce la faccio più!», sbotta, quasi strappandosi di dosso la blusa e gettandola via senza curarsene.
«Ora sì che si ragiona, Drake!», esclama soddisfatto Hunt alzandosi in piedi e posizionandosi di fronte a lei. «Solo mi domando... quel tuo amichetto smilzo dai capelli biondi non sarà geloso che tu ti faccia vedere così da un altro uomo?».
«Quale amichetto, Capo?», gli domanda lei facendosi vento con una mano.
«Dai che  hai capito! Quel russo che l'altra sera era da Luigi, com'è che si chiama? Boris», la incalza, sovrastandola con la sua presenza.
«Te l'ho già detto che non è il mio amichetto, Gene, e poi tu non sei un altro uomo, sei il mio capo...», lo provoca Alex piantando i suoi occhi scuri in quelli chiarissimi dell'ispettore.
Gene si avvicina ancora di più a lei e con studiata lentezza la fa sedere sul tavolo che si trova dietro di lei, poi mentre con una mano le solleva i capelli dalla nuca, con l'altra le fa vento con il poster che ha staccato dal muro. «Mutandine, Mutandine, quando capirai che  non devi mai e poi mai sottovalutarmi!», le sussurra in un orecchio.
«Dici che non dovrei, Capo?», domanda la donna, spostando una ciocca di capelli dalla fronte del Leone di Manchester.
«Mai, Mutandine», replica lui prima di annullare ogni distanza fra loro e zittirla - finalmente - con un bacio.


La porta del cucinino si apre all'improvviso facendo entrare una folata di aria fresca.
«Per la miseria!», esclama una voce ben conosciuta ai due ispettori. L'imponente figura di Viv, appena arrivato in centrale per iniziare il suo turno, si staglia sull'entrata della stanza.
Alex spinge immediatamente Gene lontano da lei: non sa quanto tempo sia passato da quando lui ha iniziato a baciarla... deve esserne trascorso un bel po' visto che le mani dell'ispettore sembravano essere dappertutto su di lei, ma non troppo, dal momento che ha ancora tutta la sua biancheria addosso e la posizione in cui li ha trovati il poliziotto non è irrimediabilmente compromettente. «Noi... beh, ecco, noi siamo rimasti chiusi qui dentro per ore: è stato un incubo! Grazie Viv!», esclama, mentre, rossa in viso, scende dal tavolino e, più veloce di un baleno, tira giù la gonna ormai completamente sgualcita e raccoglie la sua camicia da terra prima di filare via.
Gene emette un profondo sospiro: ancora un po' e Mutandine sarebbe stata finalmente sua! Viv ed quel suo maledetto vizio di arrivare sempre in orario in centrale!
Senza neanche degnarsi di raccogliere i suoi abiti sparsi per sul pavimento, con passo disinvolto si accinge ad uscire dalla stanza, non prima di essersi fermato accanto all'altro ed avergli detto: «Fanne una sola parola con qualcuno, Biondo, e ti stacco le palle e ne faccio decorazioni per l'albero di Natale, capito?».


Dopo l'ennesima revisione (ma tanto qualcosa mi sfugge sempre, ahimè!), ecco che mi accingo a pubblicare la mia terza oneshot su Ashes to Ashes!
Anche questa fanfic è stata scritta per l'iniziativa Summer Drabble Day della LJ comm 24hours_of_fun con il prompt Cliché #1: due o più personaggi si trovano chiusi in uno spazio ristretto senza aria condizionata durante una calda giornata estiva. Che cosa succede? .
Temporalmente la storia è ambientata in prossimità della puntata 2x06, prima del finale della season 2, comunque!
Qui ho usato i nomignoli italiani: non vogliatemene ma, come ho già scritto, nel bene o nel male io ci sono affezionata!
Scrivere
sull'esagerato UST che regna fra Gene ed Alex mi fa tanto contenta e spero che leggere questa oneshot faccia felici anche voi!
Ringrazio _Ayame_ per aver betato la fanfic ed averle trovato un bel titolo (tratto da Only You degli Yazoo), grazie anche a MARS88 e Vianne1013 per avermi accolto tanto calorosamente in questo piccolo ma meraviglioso fandom!
Bisous,
~reilin
   
 
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