Felice

La vera felicità costa poco: se è cara, non è di buona qualità.
François-René de Chateaubriand, Memorie d'oltretomba
 

Ginny è – molto semplicemente – felice.

Ha parecchi motivi per essere felice, del resto.
Ha un marito e tre figli meravigliosi. E' insieme alla sua famiglia. E' il suo compleanno.

Un bel treno di otto*... o qualcosa di simile, ecco. Secondo Harry è un modo di dire babbano che significa “aver avuto fortuna”.

E, in effetti, è così. Ha avuto fortuna, ed ora è felice.

Abbracciata a sua madre, con occhi vigili controlla James che -almeno così sembra- sta istigando Albus verso qualcosa di pericoloso. Lily è in braccio a suo padre, che fa smorfie strane per farla ridere.

Stranamente, sono gli unici in salotto. Il resto dell'allegra brigata è sparso ai piani superiori, o in giardino. Sente le risate levarsi dai vari angoli della casa, e non può far altro che sorridere di riflesso.

Harry le si avvicina, facendo scendere Lily, che sbuffa, un po' infastidita, ma che poi corre verso i fratelli pregandoli di farla partecipare allo strano gioco che James sembra stare preparando. La vocetta acuta si mescola ai suoni allegri di una famiglia riunita.

Le iridi verdi di suo marito brillano sotto le lenti, e con un'occhiata eloquente sua madre si dilegua, sparendo in cucina e lasciandola con un bacio sulla guancia.

Le abbraccia la vita, avvicinandola al suo fianco. Lei si sistema meglio contro il suo petto, incrociando le braccia sullo stomaco -proprio dove sono le sue mani- e sfiorandogli le dita.
Piega la testa all'indietro, osservando il suo volto al contrario. E' sorprendentemente buffo -i capelli scompigliati, gli occhi ridenti, la bocca incurvata-, e Ginny non può fare a meno di sorridere apertamente.

Socchiude le labbra per parlare, il tono solo un sussurro.

«Sai, fino a qualche anno fa non avrei mai pensato di passare il compleanno nel mio salotto, abbracciata ad Harry Potter e con tre stupendi piccoletti davanti...» si volta fra le sue braccia, raggomitolandosi contro il suo sterno.

Inspira profondamente. Harry profuma di resina e di fumo del camino. Quando scoppia a ridere, il rumore le rimbomba nelle orecchie.
Lo sente piegarsi fino a lambirle il lobo, mormorando una risposta.

«Qualche anno fa c'erano tante cose che sembravano impossibili. Eppure siamo qui. Non sei felice?»

Ginny si stacca da lui abbastanza da poterlo guardare negli occhi. Lui le restituisce lo sguardo.
Inclina la testa, continuando ad osservarla mentre inarca le sopracciglia.

«Se fossi infelice non sarei qui, non credi?» Harry le risponde, ma lei non sente perché un inquietante schiocco molto simile a una piccola esplosione ha invaso il salotto.

Sobbalza, irrigidendosi.

«James. Sirius. Potter. Tu non vuoi sapere cosa ti farò se quando mi giro tua sorella è saltata in aria, vero?»

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N/A - Note dell'Autrice

*Ovviamente intendo il famoso “terno al lotto”... povere espressioni Babbane storpiate.

Buonsalve, lettori. ^.^
Spero che siate ancora all'ascolto dopo questa immersione lampo in un'ipotetica quotidianità di casa Weasley... fin troppo zuccherosa *_*
Devo avvertirvi che è il mio primissimo esperimento sul Fandom... quindi risparmiate la verdura marcia, per cortesia, e limitatevi ai sassi  ù.ù
E, quindi... ecco qui. Finite le NdA.
A presto (forse),
Soqquadro

P.S. Harry e Ginny vi salutano... certo, mi hanno appena lanciato una fattura, ma...