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Autore: Telyn    01/07/2013    2 recensioni
I compleanni di Ted Remus Lupin in funzione dei budini azzurri (guest star: James Sirius Potter)
Scritta anche questa per il compleanno della magnifica DLH (Happy birthday baby :3 )
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Sirius Potter, Teddy Lupin | Coppie: James Sirius/ Teddy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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specchietto, che ormai chi non lo mette sembra un beduino delle nebbie (?)

Titolo della storia: Torta-Teddy
Coppia: James Sirius/Teddy
Rating: verde
Genere: Generale, Commedi.. uhm, forse commedia.
Note/avvertimenti: Slash, raccolta di flash
NdA: anche questa scritta per il compleanno di Reb, che anche se non mi ha iniziata a questa coppia la ama molto più di me :D Idea del cacchio e originalità zero, lo so. Qualcuno potrà mai perdonarmi? D:


 

#1

Sembrava tutto normale. Luci accese, lampade barcollanti, qualcuno nei quadri intento a russare. Però Ted (o Teddy, come continuano a chiamarlo tutti senza motivo) non si sentiva tranquillo. Ci doveva essere per forza qualcosa di anormale, se Ginny e il moccioso non si facevano vedere.

James!

L'urlo di Ginny spezzò l'aria immobile di Grimmauld Place. Ted sentì le gengive aprirsi su un sorriso: ecco cosa non andava, James stava combinando uno dei suoi pasticci e il suo "senso da lupo" se n'è accorto.

La nonna mi scompiglierebbe i capelli, se ci fosse, e direbbe che se il verde brillante faceva sembrare mamma un fagiolo avizzito su di me l'effetto non è male.

Pazienza, pensò facendo spallucce, quando sarò di nuovo a casa li farò tornare verdi come ghiaccioli alla menta.

Corse giù dalle scale per dare una mano a Ginny - aveva una reputazione da bambino a modo da mantenere, lui - ma quando aprì la porta una specie di budino turchese sfrecciò a due centimetri dalla sua fronte.

Forse non ho così tanta voglia di fare il bambino a modo.

Ginny, mani sui fianchi e ginocchia sul pavimento, guardava in cagnesco suo figlio.

– Si può sapere perché hai ridotto la moquette in questo modo?! Hai fatto un disastro!

Il bambino ricambia l'occhiataccia, per quanto possa essere minaccioso un bambino grondante saliva e monelleria, e afferma corrucciato: – Torta-Teddy!

Prima che Ted riuscisse a capire il significato della frase, quel grumo di saliva turchese gli imbrattò totalmente i capelli, senza che qualcuno riuscisse mai a rimuoverlo del tutto.

[260 parole]

#2

– Dai, allora?

– James, no.

– Uffa! Bel mezzo-licantropo, che sei, hai pure paura di fare una partita a Quidditch!

– Ma cosa... No, James, non vi provare neanche! Sai benissimo che devo studiare!

– Può darsi, e allora? Daresti un briciolo di orgoglio alla tua famiglia e al tuo cognome! Pensa: Ted Lupin, l'uomo che riscattò la sua stirpe...

– ... Facendosi buttare giù da una scopa il giorno del suo diciassettesimo compleanno. Ho detto di no, James, fammi studiare.

– Uff! Ti comporti come un disadattato. Fai almeno una partita!

Ted si massaggiò la radice del naso. – Una, intesi?

– Intesi! Una e potrai tornare a far la gobba.

Qualche minuto dopo, le cime degli alberi osservarono due ragazzi volare in sella a due scope. Il più veloce, più minuto e coi capelli totalmente neri, sfotteva l'altro perché raggiungesse la sua velocità, senza ottenere risultati.

L'altro, un ragazzo ben più alto coi capelli violetti e le punte di un turchese piuttosto improbabile, continuava a guardarsi intorno, sospettoso.

Ted non si sentiva affatto sicuro: aveva la sensazione che il suo "senso da lupo" lo stesse avvertendo di... qualcosa. Eppure, il boschetto vicino a Ottery St. Chapole sembrava del tutto normale.

– Ma non dovevamo giocare a Quidditch?

– Prima volevo farti vedere una cosa, Teddy-Bear! Aspetta un attimo e non scocciare!

Ted aggrottò la fronte, continuando a guardarsi intorno. – Ha qualcosa a che fare con quella cosa celeste che sta planando verso di noi?

James fece per guardarsi intorno. – No, cosa diamine stanno facendo?! Cioè - disse, girandosi verso Ted, un po' imbarazzato – No, non so assolutamente cosa sia, ma non penso che sia una minaccia per l'umanità, insomma... Che so, magari è un unicorno, o un peluche gigante...

– James, che diamine...

– E poi scusa, ma quello non è celeste, è turchese! Che diamine, i lupi mannari non sono daltonici, che problemi hai?

– James...

– Oh, dai, guardiamo cos'è, no?

– No. Io propongo di tornare alla Tana e dire a zio Harry che c'è una specie di cometa celeste che si sta per abbattere su di noi.

– Non è una cometa, è una--

– Cos'è, James?

Vista meglio, ora, sembrava una specie di budino gigante.

– James, tu sai che la Tana è esattamente nella traiettoria di quel coso, vero?...

–... Merda.

Fu così che Ted Remus Lupin - o come dicevan tutti, Teddy - passò il giorno del suo diciassettesimo compleanno a sopportare le lodi di Molly Weasley per aver salvato la Tana dalla distruzione, senza aver alcuna voce in capitolo nella punizione di James Sirius Potter e ritrovandoselo obbligatoriamente attaccato per tutta l'estate.

[446 parole]

#3

Si riempì le narici l'odore di sapone della federa del cuscino.

Aveva sempre amato poltrire nel letto, appena svegliato. James no: si era sempre alzato prima di tutti, dopo essersi addormentato per ultimo. Però, da quando vivevano insieme, non aveva mai cercato di svegliarlo bruscamente - come faceva puntualmente da bambino -, e non era mai uscito di casa senza baciargli la fronte.

Sorrise, sentendo il fantasma dell'odore dell'altro tra le lenzuola. Probabilmente si era già alzato per andare all'ufficio Auror. Forse no, in effetti: poteva essere che essendo il suo compleanno stesse architettando qualcosa. O che magari si stesse decidendo a dare una mano in casa. Mmh. Conoscendo James, era decisamente più probabile un'invasione di Nargilli.

Sentendo un rumore dalla cucina sgranò gli occhi, e si tirò su di scatto. James poteva avere tutta la buona volontà del mondo (anche se passava la maggior parte del suo tempo a non trovarla), ma farlo entrare in cucina equivaleva più o meno ad ammazzare mezza popolazione mondiale con un pesticida. Sarebbe stato capace di distillare del Veritaserum nella padella antiaderente, e se la convivenza con James Sirius Potter gli aveva insegnato qualcosa, le pentole Babbane non andavano affatto d'accordo con la magia.

– James... – chiamò. Nessuna risposta. Prese la bacchetta dal comodino e si diresse verso il "luogo del delitto" .

James- Oh, Merlino! – gridò, lasciando cadere la bacchetta per terra. Non poteva dire di non aspettarsi un macello colossale - sempre di James si parlava - ma non era affatto pronto per vedere la cucina interamente imbrattata con gelatina azzurra. Tutte le pareti e i pensili grondavano quella strana cosa bluastra. Al centro del tavolo una specie di budino dello stesso colore, tremolante, aveva tutta l'aria di volergli saltare addosso e torcergli il collo.

James si voltò. – Oh, ciao! Buon compleanno, Teddy-Bear!

– Cosa... Cosa... – Ted si sedette di peso su una sedia, cercando di articolare una frase. – Si può sapere cos'hai fatto?

Il ragazzo arrossì. Non era molto alto, portava gli occhiali e un accenno di stempiatura cominciava a farsi vedere ai lati della fronte, malgrado non avesse neanche vent'anni. Si passò una mano tra i capelli, imbarazzato.

– Beh, ecco... volevo fare qualcosa per te, e...

– Questo qualcosa era una mattinata intera a pulire?

Uff, quanto sei noioso! Toh, Gratta e-

– Non ci provare, rischi di mandare a fuoco la cucina! Allora?

La mano di James frustò di nuovo l'ammasso informe di ciocche che aveva in testa.

– Beh, ecco... Ti ricordi quella storia là, che volevo sempre cercare di regalarti qualcosa di speciale?

– Sì, me la ricordo – Ted si accigliò. – Mi sembra che sia il motivo per cui i miei capelli hanno le punte celesti e la Tana ha rischiato di distruggersi, non troppo tempo fa.

– Non ha rischiato di distruggersi! In fondo hai rimediato, no?

– Ma ha rischiato. E siccome eravamo fuori dai confini della casa se non fossi stato maggiorenne sarei stato espulso.

Dettagli. In ogni caso, volevo riprovare a farti la colazione, però... Ti giuro, non so perché ma mi è uscito questo!

Ted guardò l'ammasso informe sul tavolo, poi il suo ragazzo. James si torturava un labbro. – Ho fatto un gran casino, vero? È che... Insommma, io a cucinare non sono proprio bravo, tu sei meglio, però volevo farti un budino, quando eri piccolo ne andavi matto...

– Stai dicendo che hai fatto tutto questo casino perché da piccoli rubavamo il budino a Vic e lo mangiavamo dietro la capanna degli attrezzi? – fece, spalancando ancora di più gli occhi. – Guarda che se lo facevamo era perché tu insistevi finché non glielo prendevo!

James fece un sorrrisetto, con ancora un'altra traccia di timidezza sotto gli occhi maliziosi. – Ma a me piacevi tu, non il budino.

Ted sentì le sue guance arrossire. Prima di dirgli che neanche lui amava il budino, forse, avrebbe perlomeno dovuto fargli pulire la cucina. Se la cucina avesse avuto i pettorali di James Sirius Potter, magari...

[675 parole]

  
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