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Autore: Lelex97    01/07/2013    0 recensioni
Un litigio che ancora doveva essere risanato, una ragazza amica che viene coinvolta e poi l'incidente. Questa è la storia di tre ragazzi giovani che si innamorano gli uni con gli altri. Una ragazza, due ragazzi. Uno molto sicuro di sé e che non ha paura a mostrare i suoi sentimenti alle persone, Cristiano. Il secondo, Emmanuel, ha un carattere molto timido ed impacciato e cerca di farsi suo l'impavido amico. Celestian è la grande fiamma di Cristiano che, attraverso l'amicizia di Emmanuel, cerca di conquistare. Il tutto sarà caratterizzato da alcuni colpi di scena e parole non dette.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Note dell'autore: Salve a tutti! Sono nuovo del sito e non sono ancora molto bravo. Spero che questa storia vi piaccia e spero di scrivere bene. Ogni critica sarà ben accetta e, se vi va, lasciate un commento. Grazie per l'attenzione e buona lettura.

Capitolo 1

Riavvicinamenti e Rivelazioni

Avevo la gola secca, ormai parlavo come se fossi un fiume in piena e gli dissi tutto ciò che avevo dentro da otto mesi buoni. Non ero un tipo che si sforgava spesso con qualcuno e se quel qualcuno era la persona che amavi, beh è molto più difficile. Eravamo a scuola quel giorno e approfittai dell'intervallo per parlargli, finalmente. Ho sempre avuto paura dei discorsi perché facevano uscire il mio lato peggiore cioè quello timido, impacciato e balbuzziente. Ormai erano quasi cinque minuti che mi squadrava e lo riportai alla nostra conversazione. 
«Perché continui a guardarmi e non dici nulla?» Gli chiesi quasi innervosito dal suo comportamento, non mi aveva mai guardato così. 
«Stavo decidendo.» E continuava a guardarmi, secondo me lo faceva apposta. Arrossii un po' e storsi lo sguardo.
«Ehi!» Mi chiamò, quasi per ammonirmi di una cosa che non avrei dovuto fare «Me lo ripeti sempre eppure tu non lo fai mai.» mi prese il mento con le mani e mi constrinse a guardarlo, incurante di alcune ragazzine indiscriete che ci guardavano. «Guardami quando sto per parlarti.» Mi sorrise e poi mi strinse a lui. 
«Hai ragione, sai?» Sbottò dopo che restammo un po' in quella posizione. Mi piaceva perché inspiravo il suo profumo di muschio e un'altra fraganza di cui non conosco l'esistenza.
«Cosa?» Gli dissi semplicemente; non capendo a che cosa andava a parare.
«Hai ragione su tutto quello che hai detto, cioé quasi tutto. Sono stato un vero stupido ad alzare la voce quel giorno di otto mesi fa, eppure continuavo a fregarmene di te. Ho avuto il mio tempo e non ho saputo gestirlo. Scusami tu...» Aveva gli occhi lucidi, forse era veramente dispiaciuto.
«Non ti metterai a piangere spero.» Ridacchiai e lui mi seguì a ruota. Era così carino quando sfoderava i suoi denti candidi...
«Io? No no.» Smise di guardarmi e poi guardò un punto fisso della platea.
« Che stai guardando?» I suoi occhi dovevano essere solo i miei, di nessun altro! 
«Nulla, osservavo quella ragazzina lì. È una ragazza della prima.» Lo guardai male e poi mi girai verso la persona che lui mi indicò. Cosa? Celestian? Perché guardava la mia migliore amica con la bava alla bocca? Ad essere carina si, ma non per mettersi con uno come lui: bello, fisico tonico, un filino di barbetta che da due giorni non rasava. Non lo conoscevo così bene finché la stessa Celestian non mi ha fatto aprire un mondo: non era il ragazzo duro che dava a vedere. Celestian mi raccontò che quando arrivava a casa preferisce chiudersi in camera sua e poi piangere al di rotto per tutti i problemi che affronta in famiglia; quali le lunghe litigate dei genitori e le condizioni di salute critiche del fratellino più piccolo del quale si occupavano solo lui e il fratello intermedio, Marcus. Le informazioni le ricavava dall' amica di banco che abitava a qualche palazzo di distanza da Cristiano e diciamo che si conoscevano da una vita. Non capii perché Celestian fosse così affezionata a quel ragazzo. Non voleva saperne di continuare a parlarmi, così lo richiamai «Ehi, Terra chiama Cristiano. La smetti di squadrarla da cima a fondo? Sembri uno di quei ragazzi che non vedono la fica da quattro mesi!». Ridacchiai alla sua vista truce. 
«Sono libero di fare quello che voglio, chiaro? E poi non ti riprendere tutta questa confidenza solo perché ti ho perdonato!» 
Lo guardai male e gli feci la linguaccia facendolo sorridere. 
«E' così carina... Sono due giorni che non mi toglie gli occhi di dosso!» Sbottò spostando lo sguardo di nuovo verso di lei e sorridendo come un idiota. 
«C-C-Cosa? Due giorni?!» Balbettai stralunato. Celestian non mi aveva mai detto che parlavano direttamente. 
«Si, due giorni. Cosa c'è di male?» Sorrise.
«Di male non c'è nulla, ma non metterti stupide idee in testa; ti fa male pensare!» ridacchiai di nuovo, ricevendo un buffetto sul capo. 
«Basta! Hai chiuso di nuovo! Solo perché la guardo non significa che io ci voglia provare. Ci ho solo chiacchierato tramite cellulare e non mi è sembrata una persona cattiva come quella puttana della mia ex, al contrario. E' romantica, dolce e sognatrice. Con lei non sarebbe solo una sveltina, credo». 
Continuava a bramare quel corpo perfetto di quella ragazzina, come se fosse oro su di un piedistallo, compatto, che attende solo che tu lo prenda e ci faccia ciò che più ti piaccia. 
Gli sferrai un leggero pugno sulla guancia, non un pugno carico di rabbia ma amichevole.
«Ti sei innamorato, eh? Imbeccile?» gli mandai questa frecciatina e lui arrossii un poco.
«Io? Innamorato? AH! Figuriamoci. Io non mi innamorerò mai più, perché l'amore...»
«Fa soffrire, ti rende triste e bla bla bla, il solito» lo interruppi sul nascere, perché sapevo che la cosa sarebbe degenerata poco dopo. Pensai ad alcune cose e decisi di fare una cosa che andava contro i miei sentimenti ma forse capii che era giusto farlo per lei, ma anche un po' per me: dovevo togliermelo dalla testa perché ricevere insulti sul cellulare da anonimi idioti non era più tollerabile per me. Cristiano non era contro l'amore tra stesso sesso ma se dovesse provarlo a causa mia lui mi ucciderebbe, sicuro.
«Ho un' idea!» Sorrisi al quel pensiero di ciò che avevo pensato.
«E cioè?» Mi guardò confuso e con gli occhi spalancati dal terrore. Sapeva a cosa andava in contro e la prospettiva di andare vicino a Celestian non lo allettava molto, infatti, una volta preso per il polso e trascinato per il corridoio della scuola sino alla classe della mia migliore amica, era rosso in viso e cercava in tutti i modi di non parlare. Appena Celestian incrociava il suo sguardo, lo abbassava rapidamente per cercare di evadere da quella prigione di occhi color nero pece. «Allora, Celé» Cris mi guardò male per quel piccolo nomignolo che aveva attribuito lui alla ragazza «come è andato il compito di francese? Ho saputo da Yasmine che dovevate farlo alla prima ora.»  Finalmente la mia migliore amica mi degnò di uno sguardo carico di imbarazzo «Ehm... Si.. Allora...» Balbettava quasi, era così carina quando era imbarazzata... «Erano quattro domande su di un argomento scelto dalla prof ed io...» guardò Cristiano, poi guardò me. «Sono andata bene, ho risposto a tutto.» Sorrise soddisfatta. 
«Brava la mia Celè! Diventerai un ottima professoressa di francese!»Sbottò Cristiano. Celestian scoppiò in una fragorosa risata e Cristiano non potè fare a meno di gonfiare le guance per il nervoso. Odiava quando qualcuno gli rideva letteralmente in faccia «Scusami... Scusami. E' solo che hai fatto una faccia buffissima quando hai pronunciato il mio nome. Sei carino quando fai quella faccia!» Chris sorrise a quel complimento e abbracciò forte Celestian che arrossì di colpo a quel gesto inaspettato. «Ehm... Cristiano...» Chris sorrise ancora e si staccò da lei. E continuò a avere una risata nervosissima. Il suo instinto era sempre così inutile. Ma quando suona questa campanella? Erano venti minuti buoni che eravamo in corridoio ed io stavo morendo di invidia per le attenzioni che degnava alla mia migliore amica che a me.
«Scusa, mi viene naturale abbracciare le persone quando mi fanno un complimento, scusami.»
«Figurati.» Passarono altri 2 minuti di silenzio tombale e decisamente imbarazzante, finché la campanella si decise, finalmente, di segnare la fine dell'intervallo. «Bene, ora dovremmo andare.» Disse Cristiano. Io gli sorrisi.
«Mi aspetti giù? Dovrei confidare una cosa alla ragazza qui presente.» Gli dissi con un barlume di preghiera negli occhi e lui non pote che guardarmi male, ancora.
«Va bene, va bene, ma non più di cinque minuti. Ti ricordo che abbiamo due ore di filosofia filate e dovrei essere interrogato per recuperare quell'orribile cinque.» Detto questo scese le scale senza ricevere una risposta. 
«Allora? Avete parlato?» Celestian era eccitatissima all'idea che io e Cristiano avessimo fatto pace e saltallava dalla gioia. Lei sapeva tutto ciò di cui pensavo su Cris. Lei è sempre stata presente in tutto quello che facevo e non potetti proprio lasciarla anche in questa sfida. Ha avuto pochi ragazzi che però l'hanno fatta sempre soffrire e, puntualmente, c'ero io che la consolavo e asciugavo le sue lacrime. Era molto strano come una ragazza bella come lei fosse a corto di ragazzi che le facevano la corte. Aveva un fisico stupendo, molto magra e quando sorrideva faceva cadere tutti ai suoi piedi. I capelli li teneva lungi fino al fondo schiena dove le radici erano castane e finiva con dei bellissimi riflessi biondi. Ne avevamo passate tante insieme...
« Si, abbiamo parlato e siamo giunti alla conclusione che saremo di nuovo amici come prima.» «Ma...?» «Ma io non devo stargli attaccato come una zecca, lo so, lo so, ma Cè io lo amo ancora, non posso farci nulla...» Avrei dovuto veramente rassegnarmi a dimenticarlo. 
«Oggi, casa mia, alle quattro di questo pomeriggio. Non mancare mi raccomando, abbiamo un sacco di cose da dirci!» Mi stampò un bel bacio sulla guancia e scappò in classe sua come feci io, del resto.
  
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